domenica 1 agosto 2021

Ma prima devo mandare su questa generazione il Mio Fuoco Purificatore;



Mio amato Javhè,
rendici ancora una volta divini, rinnovaci;
modellaci sulla Tua Immagine Divina;
quella Santa Immagine che noi abbiamo perduto.

Ascolterò la tua supplica, e come ho riversato su di te le Mie Benedizioni, così coprirò questa terra di splendidi abiti, rivestendola con gloriosa perfezione, facendo cadere la sua gente con la faccia a terra in adorazione davanti a Me; ma prima devo mandare su questa generazione il Mio Fuoco Purificatore; devo discendere per estirpare dalle loro tane le volpi che distruggono ogni nuovo vigneto; vi ho detto questo ora, prima che ciò accada, perché quando avverrà, possiate credere; come si risuscita un cadavere dalla morte, Io risusciterò il corpo in stato di decomposizione di questa terra in un corpo glorioso, e vi trasfigurerò, dai preti ai laici, in un popolo divino;

oggi la vostra generazione manca di fede e si rifiuta di credere in Me, e un sempre maggiore numero dei Miei pastori viene reso schiavo dal mondo e dalle lusinghe delle ricchezze; essi scimmiottano la Sapienza, e quando la Grazia viene ad essi, ai loro piedi, essi La rifiutano; non vogliono ricevere la Grazia in cambio della grazia;

nella Mia Chiesa c’è divisione; come tra Caino e Abele, fratelli, ma tuttavia divisi; lo stesso sangue, eppure diversi; Abele era capace, Caino incapace; uno era sincero, l’altro no; uno era ben intenzionato e gradevole, l’altro era male intenzionato e non Mi compiaceva; così oggi i Miei Abele che esercitano funzioni nella Mia Chiesa, soffrono ... soffrono perché vedono che i loro stessi fratelli Mi tradiscono; questo è il flagello che pesa enormemente sui Miei pastori e rende questa fratellanza spezzata e divisa; beato l’uomo che osserva i Miei Comandamenti, poiché sentirà il Mio Amore che dà sicurezza; beati gli operatori di pace quando lavorano per la pace, saranno chiamati figli Miei; presto l’Amore sarà con voi, questa è la ragione per cui ci deve essere costanza nei Miei Abele che osservano i Miei Comandamenti e perseverano nella loro fede in Me;

Consacrazione al Sangue di Gesù Cristo

 


Signore Gesù che ci ami e ci hai liberati dai nostri peccati con il tuo Sangue, Ti adoro, Ti  benedico e mi consacro a Te con viva fede. Con l'aiuto del tuo Spirito m'impegno a dare di  tutta la mia esistenza, animata dalla memoria del tuo Sangue, un servizio fedele alla volontà di Dio per l'avvento del tuo Regno. Per il tuo Sangue versato in remissione dei  peccati, purificami da ogni colpa e rinnovami nel cuore, perché risplenda sempre più in me  l'immagine dell'uomo nuovo creato secondo giustizia e santità. Per il tuo Sangue, segno di  riconciliazione con Dio tra gli uomini, rendimi docile strumento di comunione fraterna. Per  la potenza del tuo Sangue, prova suprema della tua carità, dammi il coraggio di amare Te  e i fratelli fino al dono della vita. O Gesù Redentore, aiutami a portare quotidianamente la  croce, perché la mia goccia di sangue, unita al tuo, giovi alla redenzione del mondo. O  Sangue divino, che vivifichi con la tua grazia il corpo mistico, rendimi pietra viva della  Chiesa. Dammi la passione dell'unità tra i cristiani. Infondimi nel cuore grande zelo per la  salvezza del mio prossimo. Suscita nella Chiesa numerose vocazioni missionarie, perché  a tutti i popoli sia dato di conoscere, amare e di servire il vero Dio. O Sangue  preziosissimo, segno di liberazione e di vita nuova, concedimi di preservare nella fede,  nella speranza e nella carità, perché, da Te segnato, possa uscire da questo esilio ed  entrare nella terra promessa del Paradiso, per cantarti in eterno la mia lode con tutti i  redenti. Amen. 

La concretezza della Parola di Dio

 


Il permissivismo 


[31]Non invidiare l'uomo violento e non imitare affatto la sua condotta,  

[32]perché il Signore ha in abominio il malvagio, mentre la sua amicizia è per i giusti  

(Pr. 3,31) 

[19]Il violento deve essere punito, se lo risparmi, lo diventerà ancora di più  

(Pr. 19,19) 

[15]La stoltezza è legata al cuore del fanciullo, ma il bastone della correzione l'allontanerà da lui  

(Pr. 22,15) 

[13]Non risparmiare al giovane la correzione, anche se tu lo batti con la verga, non morirà;  

[14]anzi, se lo batti con la verga, lo salverai dagli inferi  

(Pr. 23,13) 

[15]La verga e la correzione danno sapienza, ma il giovane lasciato a se stesso disonora sua madre 

(Pr. 29,15) 

[6]Come musica durante il lutto i discorsi fuori tempo, ma frusta e correzione in ogni tempo sono saggezza (Sir. 22,6) 

La Parola eterna di Dio ci edifica sulla necessità della correzione per schivare l’infer no (Pr. 23,13) e per impedire l’escalation della violenza (Pr. 19,19) con grave turbamento della pacifica convivenza. 

Tale insegnamento ha quindi una duplice valenza: escatologica e sociale. Dio, che è Padre e non nonno, invita fermamente (soprattutto mediante i libri sapienziali) a non essere permissivisti. Cominciando con i figli, per proseguire all’interno delle varie categorie sociali, siamo chiamati ad essere da un lato misericordiosi, ma dall’altro lato giusti e correttivi. A tale compito sono particolarmente chiamati i genitori, gli insegnanti, i giudici e gli educatori in generale. 

Se osserviamo però quanto accade nella nostra epoca, pare che il comportamento umano vada in tutt’altro senso: delinquenti che, nonostante numerose denunce che ne dimostrano la recidiva, non sono in carcere con grave scandalo per quanti amano la giustizia; giovani violenti che lo diventano sempre più ecc.  

La famiglia, la scuola, la parrocchia e l’amministrazione della giustizia sono diventate istituzioni quasi esclusivamente "dialoganti"; ed in nome di questo dialogo gli empi (che non vengono più considerati tali, ma solo persone bisognose di comprensione) continuano nella loro opera senza più alcun timore (con la comoda e difficilmente contestabile giustificazione - data la parentesi temporale collocata nel passato - che "in quel momento non erano in grado di intendere e volere", anche dei mostri - veri e propri empi - riescono a schivare delle condanne esemplari). Di conseguenza la violenza negli stadi e quella urbana, gli stupri, le rapine, la pedofilia ecc. sono ormai all’ordine del giorno con grave danno sociale, morale ed economico (continui processi per i recidivi ed assistenza sanitaria a spese della collettività per i delinquenti che restano feriti a causa del loro comportamento). Leggi sempre più permissive non consentono l’esercizio di una giusta pena nei confronti di quanti, violando il codice penale, peccano contro il secondo comandamento per ordine d’importanza: l’amore verso il prossimo! 

Sicuramente questo risultato non è certo ad immagine della giustizia divina che, in ultima analisi, non risparmia l’ inferno per quanti, fino alla fine, rifiutano l’eterna misericordia di Dio. 

Questo mondo che "giace sotto il potere del maligno..." e che rifiuta a suo danno gli insegnamenti della Parola di Dio sta compiendo diabolicamente un’opera di disgregazione del senso della giustizia divina. Mi spiego meglio. Molte persone si lamentano sovente dell’assenza della giustizia umana e poi proiettano tale sfiducia anche in quella divina che, a torto, ritengono assente, dimentichi dell’importanza della preghiera dei salmi che anche molti preti non raccomandano più come preghiera per ottenere l’intervento di Dio teso a convertire, proteggere, punire gli empi e salvare. Dimentichi altresì che: "....Essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa" (Rm. 1,28 seg.. 

Molte persone sono infine portate ad eliminare, per logica conseguenza, ogni timore nella giustizia di Dio e quindi nel castigo eterno: l’inferno.

E la sfiducia nella giustizia divina provoca, di conseguenza, un aumento di atteggiamenti arroganti, ribelli, violenti ecc. causati dalla convinzione che la giustizia umana non commina sentenze esemplari e quella divina non esiste. Il risultato, ovviamente, è sotto gli occhi di tutti! 

Arrigo Muscio

L'ultimo Papa canonizzato

 


I PRODIGI DEL SUO CUORE 

Se a Tombolo la carità di Don Sarto era apparsa meravigliosa, a Salzano  superò ogni umano eroismo. 
 “Il cuore di lui era sempre aperto a tutte le miserie e tutto quello che aveva  non era suo” 149. Il necessario poteva mancare a lui, ma non a chi era nella  povertà e nella indigenza. 
Davanti al bisogno non discuteva: dava fondo a tutto, “si spogliava di tutto”  150. 
I frequenti richiami delle sorelle che vedevano scomparire biancheria ed  indumenti, frumento, farina di granoturco e lo stesso modesto vitto  quotidiano, non contavano, e, se volevano conservare quel poco di roba che  avevano in casa, dovevano nasconderla, perché il futuro Pio X non vi  mettesse su le mani 151. 
Per Don Giuseppe contava una cosa sola: la sua grande fede nella  Provvidenza. 
Per questo non lo turbò mai la tentazione di accumulare danari, né mai pensò  all'oggi per il domani ed anche con un pingue Beneficio non mise mai da  parte un centesimo! 152 

*** 

Aveva una sola preoccupazione: tergere ogni lacrima amara e rendere meno  umiliante la povertà dei suoi Salzanesi: il resto non aveva importanza per lui.  Quando non aveva più nulla da dare, quando non sapeva come aiutare  qualche famiglia colpita dalla sventura, non era contento se non si prestava a  fare cauzioni, anche sapendo che alla loro scadenza avrebbe dovuto pagare di  sua tasca 153. 
Che cosa gli importava se per uscire da certe situazioni angustianti, create  dalla sua inesauribile carità, doveva privarsi di tutto, dare mano perfino al suo  stesso anello parrocchiale e mandarlo segretamente al Monte di Pietà di  Venezia? 154 
Che cosa gli importava se per soccorrere la povertà e sollevare l'indigenza dei  suoi Parrocchiani doveva dimenticare così se stesso da trascurare perfino di  fare le spese necessarie? 155 
Qualche volta le sorelle si lamentavano che non aveva più calze, ed egli  prontamente: “Aggiustate le vecchie, la tonaca copre tutto” 156. 
La sorella Maria un giorno gli fece notare che aveva bisogno di una veste.  Egli rispose: “non ho soldi”! 157 
Non aveva calze, perché pensava più ai poveri che a sé. 
Non aveva soldi, perché per i poveri aveva — come diceva il popolo — le 
“mani bucate” 158. Non aveva vesti, perché “dava via tutto” 159, perché si  privava di tutto, perfino delle sue stesse camicie e delle sue stesse scarpe 160.  A lui bastava la gioia di chi tutto dona e nulla chiede: a lui bastava quietare  angustie, consolare miserie, lenire dolori, sentire i poveri più vicini a sé e più  vicini a Dio, mentre a chi lo consigliava di pensare un po' a se stesso, con la  fede vittoriosa dei Santi, rispondeva, come tante volte aveva risposto a  Tombolo: il Signore provvedeva! 161 

***
 
Il nostro Beato nel fare la carità era insuperabile. 
Una mattina, verso mezzogiorno, la buona sorella Rosa, tutta affaccendata,  era entrata in cucina. Ma quale la sua sorpresa quando non vide più la pentola  che aveva messo al fuoco con un pezzo di carne per la minestra! 
— Povera me! ... cosa farò adesso?! — esclamò con voce di lamento. 
La udì Don Giuseppe, e, per tranquillizzarla, con un dolce sorriso, le disse:  — E' venuto poco fa un pover'uomo che ha la moglie ammalata e quattro  bambini che hanno fame. Non avendo altro da dargli, gli ho dato la pentola e  con il brodo e la carne. 
 “Va là, va là — soggiunse subito — sta quieta, per noaltri el Signor  provvederà”!162 
— Ma cosa mangeremo noi adesso? — insisté la sorella che non sembrava  volersi acquietare. 
— “Polenta e formaggio”! — rispose lui che ordinariamente si contentava di  un uovo o di una semplice minestra di fagioli 163. 
Avevano bisogno di molta virtù le sue buone sorelle, dovendo sempre tacere!  Se avessero osato di dire una sola parola, dal labbro del loro Don Bepi,  avrebbero udito sempre la medesima risposta: “Avete paura di morire di  fame? Non siamo nati per mangiare, ma per lavorare e per patire. Per noi il  Signore provvederà” 164. 

*** 

Il grano del Beneficio della Parrocchia era destinato ai poveri. I Salzanesi  affermavano che il loro Parroco “aveva sempre il granaio vuoto” 165, e, non  senza commozione, ricordavano che in una annata di tremenda carestia egli  aveva distribuito tutto il suo grano al popolo che pativa la fame, riservando  per sé solamente “un mucchietto di fagioli allampanati e mezzo tisici” 166.  Un giorno, un contadino, passando davanti alla Canonica, domandò: 
— Di chi è quel grano messo lì al sole? 
— E' dell'Arciprete! — gli fu risposto. 
— Bisogna dire che il nostro Arciprete sia senza farina per avere tanta fretta  di disseccare quel grano! — riprese il contadino. 
Era proprio così! 
Ogni anno il Parroco di Salzano era sempre il primo a raccogliere il grano,  perché gli premeva di soccorrere i più miserabili della Parrocchia 167. 
E per lui?. . . Per lui la solita mirabile parola: “La Provvidenza non manca  maì”! 

*** 

Ma se la fame, sopportata non solo senza lamento, ma con gioia, non  spaventava il Parroco di Salzano, non poteva fargli paura nemmeno il freddo.  E di freddo ne faceva molto quel Marzo del 1868 e la legna, per il  lunghissimo inverno, era venuta a mancare in tante famiglie. 
In Canonica ce n'era ancora alquanta, ma veniva meno a vista d'occhio da un  giorno all'altro. 
— E' mai possibile che qui si consumi tanta legna? — domandò una sera  meravigliato, al servo di casa il sacerdote chiamato per il Quaresimale a  Salzano. 
— E! ... — rispose il buon uomo — che vuole! ... qui la porta è sempre  aperta! 
Il Quaresimalista capì: era il Parroco che, nel suo gran cuore, si lasciava  derubare per nascondere la sua carità. Ma, volendo avere da lui stesso la  confessione, un giorno, lo interrogò: 
— Come mai la legna nel cortile va scomparendo tanto rapidamente '? 
— Vi è tanta gente, che patisce il freddo! — rispose Don Giuseppe. 
— E tu?... 
— Io posso farne senza! — replicò tranquillamente il Servo di Dio 168.  Risposta eroica! 

*** 

Per i suoi molteplici impegni parrocchiali il Beato aveva un cavallo ed una  carrozzella: ma il cavallo era di tutti e la carrozzella al solo vederla faceva  pietà. 
Un giorno, conversando con quel Don Giuseppe Menegazzi che abbiamo  ricordato come suo contraddittore nei Catechismi Domenicali a dialogo 169,  gli disse: 
— Senti, caro Don Giuseppe, non ho ancora pagato le tasse e sono in  arretrato con la retta del Seminario per un chierico povero della mia  Parrocchia. Non ho un soldo e non so dove battere la testa. Non potresti tu  che hai tante conoscenze farmi vendere il cavallo e la carrozzella? 
— Il cavallo glielo faccio vendere, signor Arciprete — rispose Don  Menegazzi — ma la carrozzella è così sgangherata che non vale la pena di  arrischiarne la vendita. Non la vorrebbe nessuno anche a donargliela. 
Poco dopo il cavallo fu venduto alla chetichella, ma la carrozzella continuò  ad essere l'omnibus di tutti 170. 

***
 
— Oh! Don Carlo! ... Come mai da queste parti! — così un giorno la buona  Rosa — la prima delle sorelle del Servo di Dio — nel vedersi venire incontro  Don Carlo Carminati: il Cappellano sempre allegro di Galliera, collega di  Don Sarto quando questi era a Tombolo. 
— Sono venuto a salutare in fretta l'Arciprete! — rispose Don Carlo. 
— Bravo, bravo! — ripigliò la buona Rosa — E, tirandolo in disparte, gli  disse: — Senta, Don Carlo, in confidenza, una cosa. Questa mattina è arrivato  in paese un merciaio che ha della buona tela. Don Giuseppe ha riscosso ieri  un po' di danaro. Faccia un piacere, Lei che è tanto buono e conosce bene  mio fratello: lo preghi che comperi un po' di tela. Capisce Don Carlo? Don  Giuseppe non ha più biancheria personale. Ha dato via tutto! 
— Ho capito, Rosina: guarderò di fare del mio meglio! — rispose Don Carlo.  Il Cappellano di Galliera che conosceva il cuore del Parroco di Salzano —  manco a dirlo! — si affrettò a fare la sua ambasciata, aggiungedovi da parte  sua le più calde e persuasive ragioni. 
Fiato sprecato, perché Don Giuseppe tronco subito ogni argomento, dicendo:  “Lasciate là, lasciate là .... la tela si provvederà un'altra volta”! 
Visto inutile ogni tentativo di piegare la volontà dell'Arciprete, Don Carlo e  le sorelle ricorsero ad uno stratagemma piuttosto arrischiato. 
Chiamarono il merciaio: scelsero un certo numero di metri della tela  adocchiata; ne contrattarono il prezzo; la fecero 
tagliare dalla pezza, e, rivolgendosi a Don Giuseppe che guardava  impassibile, conchiusero il contratto, dicendogli: 
— Don Giuseppe, tanti metri.... tanto danaro .... ora paga! 
Don Giuseppe capì il tranello affettuoso, diede un'occhiata a Don Carlo,  scosse il capo, e, con un tono di rimprovero, disse: 
— “Anche tu vieni a tradirmi ed a macchinare inganni”? 
Ma, comprendendo il pensiero che si era avuto per lui, tratto fuori il danaro  che fortunatamente non aveva preso ancora altra via, pagò. 
La buona Rosina ebbe un lungo respiro, e, rivolta al Cappellano di Galliera  che se la rideva di gusto, tutta contenta, esclamò: 
— Benedetto il suo arrivo, Don Carlo! Se oggi non c'era qui Lei, domani non  si aveva né tela, né danari! 171 
Ma la sorpresa non si rinnovò più. 


Il Beato Pio X, del Padre Girolamo DAL GAL Ofm c. 

Eletti : ho posto in voi il Mio Sigillo… Gli angeli della purificazione vedranno il Mio Sigillo e passeranno oltre…

 


Gesù 10-10-2001

Sposa amata, voglio porgere il Mio Aiuto a chiunque Lo chieda con cuore sincero, voglio elargire i miei Doni attraverso i Miei strumenti presenti in ogni parte del mondo.        

Andate, Miei amati, andate, anime Mie spose, andate nel mondo lì dove vi mando per aiutare i bisognosi che implorano il Mio Aiuto.

Ricolmo il vostro cuore dei Miei Doni, le menti rischiaro con la Mia Luce: operate, anime belle da Me tanto amate, operate secondo la Mia Volontà, siete le Mie dolci messaggere d’Amore.

Amata, chi avrà il Mio Segno Santo impresso nel suo cuore e sulla sua fronte non subirà danno,  passerà attraverso il fuoco e la fiamma non brucerà, l’acqua non lo sommergerà, l’aria infetta non avrà alcun potere su di lui, nessun contagio avrà effetto sui Miei amati angeli di terra perché Io sono in loro, opero in loro, cammino assieme a loro.


Gesù 18-11-2001

Il vostro cuore che ha conosciuto la Gioia della Mia Presenza non La perderà, la vostra mente che è stata inondata dalla Mia Luce non conoscerà più il buio, l’anima vostra che è piena del Mio Spirito tale resterà per sempre perché vi ho confermato in Me,  eletti :  ho posto in voi il Mio Sigillo.

Gli angeli della purificazione vedranno il Mio Sigillo e passeranno oltreamata sposa, già ho scelto i Miei, tali saranno per sempre, la Mia Luce li illuminerà per sempre perché hanno detto il loro sì, quello che la sposa dice al suo sposo: quello umano cessa con la morte ma quello Divino non conosce fine.


Gesù 03-11-2001

Amata sposa, questo è un tempo grande e tutto speciale, ognuno deve fare bene il compito assegnato, chi non lo vuole svolgere è d’inciampo agli altri che lo svolgono.   

Amata sposa, lascerò tutti gli elementi attivi ed operosi, ma toglierò tutti gli inetti che costituiscono un ostacolo al compimento del Mio grande Piano d’Amore.

Chi ha operato con zelo per Me si troverà rinvigorito proprio in questo tempo, ma chi nulla ha fatto sentirà calare le forze perché l’onda sarà sempre più resistente come il momento del compimento si avvicina.

 Amata, chi ha operato per Me volerà alto senza fatica, col Mio Vigore crescente, chi è restato nell’inerzia non ha ali per volare, che farà?


Dio si vede con la faccia della fede e si abbraccia con la carità”.

 


ILDEGARDA  DI  BINGEN


Per credere, bisogna saper vedere se stessi e il mondo. “’Non abbiamo mai visto Dio’ dicono alcuni, ma Dio si rivela nella grandezza, nell’armonia del creato. Non si vede forse Dio nell’avvicendarsi del giorno e della notte? Non si vede nel seme gettato nel solco ed irrigato dalla pioggia, sicché germini? Perché non cercare Dio nelle Scritture? Dio che è il Creatore. Dio si vede con la faccia della fede e si abbraccia con la carità”.

Ildegarda ritorna più volte sul pensiero come non c’è carità senza umiltà, non c’è neanche fede senza carità. Chi pretende di procedere oltre ai limiti segnati dalla propria natura, non raggiunge la sua meta. Di nuovo una citazione, in cui c’è un’immagine classica: “Alza il dito e tocca le nubi! Ma non è possibile; così pure è impossibile raggiungere quello che all’uomo non è dato di conoscere. Non si arriva a Dio con il solo desiderio; ci vuole il serio impegno della vita, senza pretendere di disporre di lui secondo i propri interessi, ma con il fermo proposito di servirlo”. La fede vuole che l’intelletto giunga a quella chiarezza che gli è resa possibile dalla sua natura. Fede e intelletto collaborano senza mai sostituirsi. Ildegarda dice: “Due occhi ha l’uomo per vedere Dio, la scienza e la fede”. Vedere rappresenta per Ildegarda la prima fase del comprendere. La verità di fede si rende visibile all’occhio interiore e l’intelletto cerca di esporre quanto ne ha visto e di darne la ragione. Nella visione contemplativa che lei è propria, Ildegarda riveste concetti della filosofia in un linguaggio di vita e li esprime appunto per mezzo d’immagini, alle quali premette sempre un “quasi” o “come” ad indicare che quanto è venuta a conoscere nella visione non può essere reso completamente dalla parola.

Sr. ANGELA CARLEVARIS osb

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO

 


Penetrando nella Passione, l'anima si trasforma


Immergimi, o Signore, nella tua infinita carità.

- Tutte le volte che entrerai devotamente nella mia Passione attingerai non solo il senso della carità, ma l'essenza, la vita, la forza della carità. -

La Passione è il compendio di tutti i mali sofferti da Gesù per ottenere all'umanità tutti i beni.

Penetrando con senso cristiano nella Passione l'anima si trasforma a poco a poco perde la vigoria delle passioni, le abitudini della vita umana e acquista le virtù soprannaturali per la vita divina.

Penetrare nella Passione di Gesù vuol dire lasciarsi guidare dalla sua provvidenza attraverso le tenebre, le tentazioni, l'annientamento, la sofferenza e la consumazione, fino a non intendere più nulla della vita, a desiderare soltanto i patimenti, a contemplare gli strazi di Gesù, a vivere nel suo dolore per morire nel suo amore.

Immersa così nella Passione di Gesù, sento l'invito di unirmi ancor più intensamente, con maggior fede, con maggior abbandono.

E trascinata nella profondità del suo Cuore, intendo un invito più delicato, più intimo e più caro, quello di poter partecipare il Sangue, la carità, la misericordia, la dolcezza, la benignità di Gesù alle anime che mi sono care.

Intendo come vivendo nel Cuore di Cristo le anime possono avere, pur vivendo a distanza, un intimo contatto spirituale, mercé il Sangue di Gesù, che scorre in tutte e che le unisce come in una sola vita prodigiosa. Così, amando Gesù, invocando il suo Sangue e la sua grazia a conforto e sostegno delle anime care, vedo che questo desiderio è trasformato misteriosamente in potenza efficace, e mentre vivo in Gesù e mi alimento del suo amore, porto lo stesso amore e la stessa vita alle anime unite a Lui ed a me per il vincolo della grazia. q. 23: 6 settembre

  SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO


Preghiera per la guarigione fisica:

 


GESÙ, per amor nostro, hai preso su di Te i nostri peccati e le nostre infermità e sei morto in Croce  per salvarci e guarirci, per darci la vita. 

Gesù, crocifisso, sei sorgente di ogni grazia e benedizione. Ora alziamo a Te il nostro sguardo e la  nostra preghiera per la guarigione nostra e di tutti i nostri infermi. Gesù, abbi pietà di noi. 

Gesù, hai sofferto sul Capo per la corona di spine e sulla faccia per gli schiaffi e gli sputi. 

Per questi tuoi dolori guariscici dal mal di capo, emicranie, artrosi cervicale, ulcere e da ogni  malattia della pelle. Gesù, abbi pietà di noi. 

Gesù, hai sofferto agli occhi bagnati di sangue e li hai chiusi morendo per noi. 

Per questi tuoi dolori guariscici dalle malattie agli occhi. Dà la vista ai ciechi. Gesù, abbi pietà di  noi. 

Gesù, con la voce morente hai pregato il Padre di perdonare i tuoi uccisori e con l'udito quasi spento  hai accolto la preghiera del buon ladrone. Per questo tuo amore tra sofferenze, guariscici dalle  malattie alle orecchie, al naso, alla gola. Dà la parola ai muti e l'udito ai sordi. Gesù, abbi pietà di  noi. 

Gesù, ti hanno inchiodato mani e piedi alla Croce. 

Per questo crudele dolore guariscici da paralisi, artrosi, reumatismi, dalle malattie alle articolazioni  e alle ossa. Fa' camminare gli zoppi. Risana gli handicappati. 

Gesù, abbi pietà di noi. 

Gesù, nelle tre ore di agonia hai sofferto la sete, il soffocamento e poi sei spirato emettendo un alto  grido, come pazzo d'amore per noi. 

Per questi tuoi estremi dolori guariscici dalle malattie ai bronchi, ai polmoni, ai reni, alla mente e da  ogni tumore e malattia strana. Solleva gli agonizzanti. 

Gesù, abbi pietà di noi. 

Gesù, ti hanno perforato con una lancia il costato, mentre il tuo corpo già morto era coperto di  Piaghe e di Sangue. Per il tuo Cuore trafitto e per il tuo Sangue versato fino all'ultima goccia,  guariscici dalle malattie al cuore, al seno, allo stomaco, all'intestino, alla circolazione del sangue e  da emorragie. Chiudi ogni nostra ferita. Gesù, abbi pietà di noi.

GESÙ, ti preghiamo per i malati qui presenti o presenti nelle nostre intenzioni: familiari, parenti,  amici, conoscenti.  Chiediamo la guarigione per il loro bene e per le necessità della loro famiglia. 

In questo momento ti raccomandiamo in particolare... (dire mentalmente i nomi, o a voce bassa, o a  voce alta perché l'attesa di uno sia la preghiera di tutti). 

Te li raccomandiamo per l'intercessione della Vergine Maria che era accanto a Te sotto la Croce. 

Desideriamo la guarigione perché cresca la nostra fede, si estenda sempre più il tuo Regno  attraverso segni e prodigi. Gesù, se è volontà del Padre che le malattie rimangano, in questo  momento le accettiamo. Sul tuo esempio vogliamo accettare la nostra croce con amore. 

Ma ti chiediamo la forza di sopportare ogni dolore e di unirlo al tuo grande dolore per il bene  nostro, delle nostre famiglie, della Chiesa, del mondo. 

Grazie, Gesù, per quello che farai per noi e per i nostri infermi, perché siamo convinti che qualsiasi  cosa farai sarà sempre una grande benedizione per tutti noi. 

Anche voi siete legati nell'Amore, perché vi è stato dato il dono della vita per questo scopo, per fare le cose del Padre mio.

 


Messaggio di Nostro Signore Gesù Cristo a J. V.


12 luglio 2021

Rosario mattutino - Messaggio UNICO.


Primo mistero. Parla nostro Signore Gesù Cristo.

Figlioli, ricorderete le parole che dissi ai miei genitori, quando mi rimproverarono, dopo avermi trovato nel tempio a parlare con i sommi sacerdoti: "Sono venuto a fare le cose del Padre mio", non capirono allora: "Sono venuto a fare le cose del Padre mio", e quali erano le cose del Padre mio? La salvezza di tutti voi, miei piccoli.

La donazione di Me stesso per tutti voi non fu solo il tempo che durò la Mia Passione, quei momenti di dolore, quei momenti di rifiuto da parte dell'umanità, che quelle persone rappresentavano in quel momento, non furono solo quei momenti di dolore.

Venire a fare le cose del Padre mio, comincia dalla mia nascita, apparendo come una persona qualunque davanti al mondo. Sono cresciuto, come voi state crescendo, mi stavo sviluppando, ho imparato da Mio Padre, Giuseppe, a fare il falegname, fino a quel momento, ero un Bambino qualunque, per tutti i vicini, per tutte le persone che mi circondavano; la differenza è che tu ti immischi nel mondo, smetti di fare le cose per cui sei venuto sulla Terra, per fare le cose di Mio Padre, che è la salvezza delle anime. Sì, miei piccoli, anche voi siete venuti come me, per la salvezza delle anime.

Infatti, io, come Dio, sapevo perfettamente quale era la mia missione TUTTO IL TEMPO, non come quelli che dicono che c'è stato un momento nella mia infanzia o nella mia adolescenza, in cui ho sentito improvvisamente che ero Dio. No, miei piccoli, io sono Dio e ho sempre saputo chi ero, queste sono falsità, guardatevi da questo, miei piccoli, io sono Dio e sono uomo.

Fare le cose del Padre mio, era che dal momento stesso in cui sono entrato nel grembo di mia madre, ho cominciato a lavorare nelle cose del Padre mio. In primo luogo, è stato il Mio Dono per voi, poi il fatto che Io, Onnipotente, proprio come Mio Padre, facendomi piccolo ed entrando nel Grembo, Purissimo e Santissimo, ero già un grande sacrificio, di un Dio Intero, Immenso. Entrare in un grembo che mi ha imprigionato, mi ha tolto la libertà, mi ha reso come te. In un certo senso, ho sofferto quello che soffre un bambino nel grembo materno e poi, alla Nascita, che è stato un altro immenso Miracolo, in cui Mia Madre non ha avuto dolore, ma ho cominciato a sentire quello che sente un bambino: l'inclemenza del tempo, la fame, il dolore, e tutto ciò che è stato offerto a Mio Padre. Ero sempre consapevole, come Dio, di ciò che ero e di ciò che soffrivo. Tutti quei momenti che per voi, potreste dire che un bambino non poteva pensare e offrire, come vi sto dicendo ora, è possibile in Me, perché Io sono Dio e il Mio Sacrificio, è stato quello di farmi Uomo, ma non ho lasciato la Mia situazione Divina, in nessun momento.

Ho continuato a crescere e ho continuato ad offrire ciò che era la Mia Vita, per la salvezza di tutti voi. Ho continuato a sopportare la cattiveria dell'uomo, non più semplicemente l'inclemenza del tempo, la fame, tutto quello che succede intorno a voi, ho sofferto anche io, ma soprattutto la cattiveria dell'uomo. Offrivo tutto per la salvezza di tutti voi e di tutti i tempi.

Ho continuato a crescere ed è arrivato il mio tempo di Evangelizzazione, sono ancora Dio e sono ancora Uomo, e come Dio, con la mia Saggezza Divina e con Poteri Divini, ho cominciato ad Evangelizzare, ma nonostante i miei Doni Divini, le mie capacità come Dio, non le mostro in un modo che possa essere preso come arroganza, ma sempre in Me, tutto era Umiltà, Semplicità e Amore per tutti voi.

Comincio ad evangelizzare e comincio a darvi una evangelizzazione divina che ha lasciato molti stupiti, non hanno capito tutto, ma hanno gradito la mia evangelizzazione. Parole nuove, molto diverse da quelle che sentivano nel tempio, mai prima c'era stato un profeta che facesse miracoli come quelli che ho fatto io. Non c'è stato nessuno come profeta, che fosse il Messia tanto atteso, tutto quello che ho fatto è stato per la salvezza di tutti voi e seguendo gli ordini del Padre mio, ho continuato a fare le cose del Padre mio.

Vi dico tutto questo, miei piccoli, perché anche voi siete obbligati nell'Amore, perché vi è stato dato il dono della vita per questo, a fare le cose del Padre mio.

Vi ho insegnato tutto questo perché foste altri Cristi nel tempo in cui vivevate, e questo è essere altri Cristi, all'esterno, vivendo una vita umana, e all'interno, dedicati alla preghiera, affinché lo Spirito Santo vi guidi nelle parole, nei fatti e nelle azioni. Essere altri Cristi è fare ciò che il Padre mio vi chiede.

Molte anime aspettano di sentire le Mie Parole nelle vostre parole, le Mie Opere in voi e i miracoli, anche attraverso di voi. Sì, Miei piccoli, vi ho già detto che siete obbligati a fare miracoli. Soprattutto quando nascono dal tuo cuore per il loro bene, per la loro crescita spirituale e per la loro salvezza eterna.

Siete obbligati a fare le opere del Padre mio e non soffrirete necessariamente una morte ignominiosa e terribile, come ho fatto io. Certamente, quando siete con Me, accettate la vostra Croce, la Croce di ogni giorno, i dolori di ogni giorno, ma anche i successi di ogni giorno e tutto questo offerto al Padre mio, attraverso di Me, per la salvezza delle anime, e per aver fatto le cose del Padre mio, avrete anche il dono che io come Dio ho: vivere eternamente nel Regno dei Cieli, perché quelli di voi che fanno le Opere del Padre mio, siete miei fratelli e i miei fratelli saranno con Me eternamente.

Vi benedico, Miei piccoli e vi chiedo di nuovo: "fate le opere del Padre mio".

Grazie, miei piccoli.

LA COLLABORAZIONE DEGLI UOMINI

 


Cosa fare con questi diavoli 


DOMANDA: È possibile che Dio permetta a satana di generare tante sventure e tanti mali sull'uomo? 

R. - Questa è la domanda che angoscia e rende incredule tante persone coinvolte in questi inspiegabili drammi di distruzione. Me lo chiedono tante volte: «É possibile che Dio permetta che facciano tutto questo? Non posso credere a queste cose, perché mi sembra impossibile che Dio le possa permettere». 

La spiegazione viene guardando l'uomo, e non satana. 

Dio ha concesso all'uomo una libertà senza limite per fare il bene e anche il male. L'uomo, come vediamo anche oggi, può in mille modi colpire un altro uomo: delitti, rapimenti bombe, inquinamento, lotte, guerre, torture... e può anche servirsi di satana per colpire i fratelli. 

La grande verità: satana fa strage tra gli uomini perché questi lo invocano, ci si mettono in contatto, si donano a lui, partecipano alla sua potenza. 

Il contatto tra l'uomo e satana è cosa vecchia quanto l'uomo: avvenne per il primo peccato con Adamo ed Eva nel paradiso terrestre e non si è più interrotto. 

 

DOMANDA: Oggi con la grande evoluzione dell'uomo, con il progresso della scienza e della tecnica, queste cose sembrano del tutto superate. Ormai si dice, è «roba da medioevo» e fare questi discorsi vuol dire far ripiombare l'uomo nei secoli oscuri di un'epoca sorpassata. Non ti pare? 

R. - Chiunque dice «roba da medioevo» è un ignorante. E mi spiego subito prima che questo termine sembri offensivo per qualcuno. 

Entriamo per un momento nei più antichi millenni della storia che conosciamo. Apriamo prima di tutto la Bibbia. Ascoltiamo la forza che hanno queste sei espressioni bibliche prese dai primi cinque antichissimi libri della Bibbia, chiamati Pentateuco che si ispirano agli insegnamenti di Mosè, vissuto verso il 1400 avanti Cristo: 

«Non lascerai vivere colei che pratica la magia» (Es 22, 17). 

«Non praticherai alcuna sorte di divinazione e di magia» (Lv 19, 26). 

«Non vi rivolgerete né a negromanti né a indovini; non li consultate per non contaminarvi in mezzo a loro» (Lv 19, 31). 

«Se un uomo si rivolge ai negromanti o agli indovini per darsi alle superstizioni dietro a loro, Io volgerò la faccia contro quella persona» (Lv 20, 6). 

«Se un uomo o una donna in mezzo a voi, eserciteranno la negromanzia o la divinazione, dovranno essere messi a morte con la lapidazione» (Lv 20, 27). 

«Non si trovi in mezzo a voi chi esercita la divinazione o il sortilegio o l'augurio o la magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti e gli indovini né chi interroghi i morti: perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore» (Dt 18, 10-12). 

Prendiamo ora una altro brano dalla Bibbia, che si situa in epoca molto posteriore, ai tempi della deportazione e dell'esilio del popolo ebraico in Babilonia (597-538 avanti Cristo). 

Il libro di Isaia parla per bocca di un profeta che viveva da deportato in mezzo ai deportati. Come risulta dal contesto, conosceva benissimo fiumi, canali, tesori e idoli della potente nazione babilonese e fa una durissima e sarcastica requisitoria contro quel popolo per la pratica diffusissima e la fiducia smisurata che riponeva nella magia. 

«Ma ti accadranno queste due cose, d'improvviso, in un sol giorno; perdita dei figli e vedovanza piomberanno su di te, nonostante la moltitudine delle tue magie, la forza dei tuoi molti scongiuri... Si presentino e ti salvino gli astrologi che osservano le stelle, i quali ogni mese ti pronosticano che cosa ti capiterà. 

Ecco, essi sono come stoppia: il fuoco li consuma; non salveranno se stessi dal potere delle fiamme. Non ci sarà brace per scaldarsi, né fuoco dinanzi al quale sedersi. Così sono diventati per te i tuoi maghi, con i quali ti sei affaticata fin dalla giovinezza; ognuno se ne va per suo conto, nessuno ti viene in aiuto... Sta pure ferma nei tuoi incantesimi e nella moltitudine delle magie...» (Is 47, 9-15). 


Riflettiamo ora su questi brani della Bibbia: 

1 - I primi testi presi dal Pentateuco hanno avuto una redazione definitiva circa 500 anni avanti Cristo, ma la loro composizione scritta è iniziata almeno 1000 anni avanti Cristo e si ispirano alle diposizioni del grande condottiero Mosè, che in alcuni casi prescriveva addirittura la pena di morte per chi operava queste pratiche. 

Ci dobbiamo chiedere: ma da dove questo popolo aveva appreso tutte queste forme spiritiche? La risposta non è difficile: questo popolo era fuggito dall'Egitto, dal grande impero dei Faraoni. Questa civiltà, una delle più antiche che conosciamo, aveva avuto inizio circa 4000 anni avanti Cristo e la storia dice che la magia era dominante nella cultura di quel popolo, soprattutto nella corte imperiale. 

2 - II secondo brano preso da Isaia proietta una chiara visione della penetrazione della magia nella vita dell'altra grande cultura di quei tempi lontani. La civiltà assirobabilonese risale a 3500 anni avanti Cristo. 

Dice l'autorevole Bibbia di Gerusalemme, commentando Isaia 2, 6: « La divinazione è stata molto praticata nell'antico Oriente e lo fu anche in Israele malgrado le condanne». 

Pensiamo perciò di poter affermare che già 6000 anni fa esisteva il rapporto degli uomini con gli spiriti. 

3 - Ma all'estensione del tempo bisogna aggiungere l'estensione nello spazio: il medioevo, sorto dopo la caduta dell'impero romano, abbraccia solo, molto limitatamente, una parte del centro Europa, mentre i fenomeni di spiritismo e di magia si riscontrano ancora oggi in tutto il mondo. 

Sappiamo dai missionari degli stregoni di tribù primitive; sappiamo dei grandi centri che si trovano nell'America Latina, che addirittura sono mete di attrattiva turistica. 

Sono abbastanza diffusi oggi libri e opuscoli del vescovo mons. Emanuele Milingo, figlio di una tribù di primitivi dello Zambia. Sono impressionanti le descrizioni che vi si leggono sui riti e i poteri magici degli stregoni di quei villaggi. 

Don Gabriele Amorth, nel suo noto libro, ripete un paio di volte che gli esorcismi più difficili che ha dovuto fare erano su persone che provenivano dal Brasile o dall'Africa. 

Secondo la nostra visione, maturata da lunghe esperienze in questo settore, siamo giunti a una precisa convinzione: dal primo cedimento di Adamo e di Eva, satana non ha più abbandonato la stirpe umana, in ogni luogo e in ogni tempo. 

La conferma autorevole a questa visione ci viene da importanti parole tratte dal documento del Vaticano II. La Chiesa nel mondo contemporaneo (più conosciuta con il titolo latino Gaudium et spes), che è di vasta apertura e dovrebbe essere accettato anche dagli ecclesiastici più esigenti. 

«Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall'origine del mondo, destinata a durare, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno» (Gaudium et spes 37). 

Dunque tutta la storia umana è contaminata dall'infiltrazione di satana. 

Liquidare con la frasetta: «È roba da medioevo» questa grande realtà documentata dalla storia, sin dalle più antiche civiltà fino a oggi, e dalla sua operatività in ogni parte del mondo, è un atto colossale di ignoranza e siccome l'ignoranza si medica studiando i problemi, basta prendere anche una modesta enciclopedia... 

Sacerdote Esorcista Raul Salvucci 

Il Terzo Segreto predice: La Grande Apostasia nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II

 


La Battaglia  Finale del Diavolo


Le definizioni infallibili subiscono ai giorni nostri un attacco costante

Nella nostra epoca, tuttavia, non vi può essere più alcuna scusa che  ci possa giustificare se cadiamo nell’eresia o rinunciamo a difendere  le definizioni solenni. Ma è precisamente quello che sta accadendo  ai giorni nostri, proprio come ai tempi di Ario. Gli uomini di Chiesa  valutano le cose sulla base del Vaticano II invece di giudicare il Concilio  Vaticano II sulla base delle definizioni infallibili. Essi hanno dimenticato  che le definizioni infallibili, e non il Vaticano II, sono la base immutabile  dalla quale si misura ogni dottrina, così come un metro serve a misurare  le distanze in centimetri. Nessuno si sognerebbe mai di negare che il  metro misura 100 centimetri e non uno di più. Allo stesso modo la  Chiesa non può decidere all’improvviso che il Vaticano II è il nuovo  metro su cui misurare la Fede.

Torniamo quindi, dopo quest’analisi dettagliata, al punto cruciale  sul Terzo Segreto. È questo il motivo per cui il Terzo Segreto inizia col riferimento della Madonna al dogma della Fede. È questo il motivo per  cui Suor Lucia aveva affermato che il Terzo Segreto sarebbe stato “più  chiaro” dopo il 1960. Per questo, noi tutti stiamo attualmente vivendo  in quel periodo di calamità predetto dal Terzo Segreto. Lo sappiamo  grazie a questi quattro fatti: 

Il primo fatto è che il Terzo Segreto è effettivamente la terza  parte di un unico, grande Segreto. Dobbiamo quindi prima leggere e  comprendere il Terzo Segreto nel suo contesto. Il Terzo Segreto inizia  con le parole: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della Fede,  ecc.” Sappiamo anche che la fine del Terzo Segreto è costituito dalle  parole della Madonna: “Alla fine, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il  Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che sarà convertita, e un periodo  di pace verrà dato al mondo.”

Il secondo fatto è che sappiamo che il Terzo Segreto è una profezia,  cioè un racconto di eventi futuri. Lo sappiamo grazie all’affermazione  del Cardinale Ottaviani del 1955. Sappiamo che la profezia profetizza  che il dogma verrà conservato in Portogallo, ed è implicito che esso  invece non si conserverà in altre parti d’Europa, e probabilmente anche  nel resto del mondo. 

Il terzo fatto è che sappiamo che la profezia inizia pressappoco  attorno al 1960. Lo sappiamo grazie al commento fatto da Lucia,  secondo cui il Terzo Segreto – che predice eventi che devono ancora  verificarsi - sarebbe stato più chiaro nel 1960. Ora, perché una profezia  sarebbe diventata più chiara nel 1960? Perché per quell’anno sarebbero  avvenuti diversi eventi che avrebbero reso più chiara la profezia, cosa  che invece non sarebbe potuto accadere se la profezia fosse stata letta  prima di quegli eventi. Pertanto, il Terzo Segreto sarebbe stato più  chiaro nel 1960 perché la profezia avrebbe iniziato ad avverarsi attorno  a quell’anno. Sappiamo che il Terzo Segreto menziona esplicitamente  un concilio, come testimoniato da Padre Döllinger (vedi la rivista The  Fatima Crusader, numero 92, maggio 2009, pagg. 7-11). Il Vaticano II  venne annunciato il 25 gennaio 1959.

Il quarto fatto è che sappiamo di trovarci nel periodo predetto  dal Terzo Segreto, perché esso ha avuto inizio attorno al 1960 (come  spiegato al punto 3) e dal fatto che non abbiamo ancora assistito alla  consacrazione e conversione della Russia, né al periodo di pace che  ne sarebbe seguito, come predetto e premesso nella parte finale del  Terzo Segreto. Poiché ci troviamo nella porzione temporale compresa  tra il 1960 e il periodo di pace promesso, e non ancora avveratosi, ci  troviamo pertanto ancora nel periodo profetizzato dal Terzo Segreto. 

Padre Paul Kramer

 


QUESTA UMANITÀ CERCA LA PROTEZIONE IN QUESTI VACCINI CHE SONO INVECE DEI VELENI.

 


Carbonia 28bis-07-2021

Maria Santissima dice:
Eccomi, sono giunta in mezzo a voi, vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Figli miei benedetti, avanti con forza! Abbiate fede nel mio Figlio Gesù Cristo, abbiate amore tra di voi, siate un cuor solo un’anima sola.

Il tempo che viene è un tempo feroce ma chi starà dalla parte del Signore sarà da Lui protetto.

Oggi vengo a comunicarvi un evento speciale figli miei, vengo a darvi l’annuncio che presto Gesù sarà in mezzo a voi, …Lo vedrete in Carne ed Ossa, Lo toccherete come Tommaso, Lo riconoscerete quando metterete il vostro dito sulla sua Carne.

Figli miei, è l’ora funesta che giunge su questa Terra! Giunge la battaglia feroce contro il nemico infernale che, sguinzagliato, sta cercando di distruggere ogni cosa che appartiene a Cristo Gesù, soprattutto i suoi figli, a Lui tanto cari.

Il suo Cuore gronda ancora Sangue per la situazione che vige su questa Umanità ormai perdutasi nelle mani del nemico infernale, un’Umanità che, priva di Dio, del suo Scudo, va incontro alla morte eterna. L’uomo si è illuso di poter fare grandi cose da sé.

Questa Umanità cerca la protezione in questi vaccini che sono invece dei veleni, un veleno mortale figli miei. Non c’è antidoto per questi vaccini, questi non sono vaccini figli miei, sono la vostra distruzione, la vostra morte.

Oggi il Signore vi dice con tutto il cuore: Per voi che siete stati messi a dura prova, …per voi che siete stati penalizzati, supplicate la guarigione attraverso la preghiera, supplicate Gesù, la sua Misericordia, affinché questo veleno possa essere in qualche modo bloccato. Ma ci vuole grande fede, una fede che sposta le montagne, un grande amore veramente per il vostro Cristo Signore e una prostrazione grande a Lui.
Rinunciando a tutto quello che c’è nel mondo che vi allontana dal vostro Dio Amore,  rinunciando alla vostra stessa vita per la vostra salvezza affinché possiate entrare nella vita eterna, in un mondo nuovo che presto il Signore Gesù Cristo vi aprirà con tutto il suo amore, …dove vi metterà a godere di tutto il suo Bene.

Gesù dice: Non preoccupatevi di ciò che vi prospetta il domani figli miei, perché Io sono il Dio Eterno dell’Amore, Io sono il Creatore, Tutto vi darò nuovo, …Io vi farò felici in eterno.

Non rinunciate alla salvezza della vostra anima, non rinunciate alla salvezza eterna, Dio è con voi figli miei, Dio vi ama infinitamente e vuole portarvi a Sé, vuole farvi godere di un mondo celeste, un mondo nuovo, fatto solamente di cose buone.

Il suo Universo vi attende, tutto sarà conosciuto ai vostri occhi, tutto sarà bello quando abiterete in Lui e guarderete le cose dell’Universo attraverso i suoi occhi.

Avanti! Come sempre vi lascio con la Madre SS., in questo Colle benedetto che Io amo in modo speciale, dove presto manifesterò la mia grandezza.

Avanti figli miei, qui ogni cosa va rinnovata, ogni cosa deve brillare. Dio deve entrare in questo luogo e deve mettere i suoi piedi in questa terra!

Vi abbraccio tutti figli miei e vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Maria Santissima dice:
Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.
Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.
Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.
Cosi urla la vostra Mamma Celeste e così urlate voi, sempre!

In qualsiasi momento, dategli ascolto. Leggete il santo Vangelo figli miei, il santo Vangelo è la Parola di Gesù, le Sacre Scritture sono il vostro insegnamento. Prendete esempio da ciò che i vostri antenati hanno predetto per questi tempi, non fate gli stessi errori degli antichi uomini, ma prendete in considerazione l’annuncio dei profeti e vivete la vita secondo la Legge di Dio e non dell’uomo. Amen