giovedì 11 agosto 2022

SACRIFICIO – CONSACRAZIONE – SACERDOZIO

 


1-  Tutto ciò che Dio ha fatto è perfetto, tutto è SACRO e SANTO. Nell’ordine primordiale della  Creazione tutto, e in primo luogo l’uomo stesso, era “sacro”, che vuol dire vincolato a Dio,  destinato a Dio, e “santo”, che significa che era secondo l’ordine perfetto voluto da Dio. 

L’opposto di “sacro” è “profano”, “profanato”, cioè privo di Dio, falsificato, deviato dallo  scopo per cui è stato creato. Dal momento che “tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo    è di Dio” (1 Cor 3,22-23), il peccato dell’uomo ha profanato lui stesso, in primo luogo, e tutte    le cose. Perciò “La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio;   essa infatti è stata sottomessa alla caducità –non per suo volere, ma per volere di colui che  l'ha sottomessa– e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della  corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che  tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto” (Rom 8,19-22). 

Da questo risulta evidente il significato del titolo dato da Gesù agli Scritti di Luisa: 

“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature – Libro di Cielo –  

Il richiamo della creatura nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”. 

 

2-  L’opera della Redenzione comporta la necessità di offrire un sacrificio. Il sacrificio comporta  la necessità di un sacerdote e di una vittima, vale a dire, di qualcuno che abbia qualcosa da  offrire a Dio. 

Consiste in offrire a Dio, ma più che di offrire si tratta di ridare, di restituire, di ricambiare   e  di ripristinare un ordine infranto, di riparare un’ingiustizia fatta a Dio. 

Se non ci fosse stato il peccato, senza l’ingiustizia del peccato, l’offerta a Dio sarebbe stata  un puro ricambio di amore, di riconoscenza, di gratitudine. Ma col peccato, la doverosa offerta   è dovuta anche al bisogno di riparare un’ingiustizia, di restaurare una situazione di grave  disordine. 

Il sacrificio è perciò rendere sacro (appartenente a Dio) ciò che è stato reso profano dal  peccato, deviato dalla Volontà di Dio. E ciò che si offre è una vittima. 

E così come il sacrificio può essere (a seconda del motivo per cui si offre): olocausto,  espiatorio, di comunione, di ringraziamento, ecc., così ci sono diversi tipi di vittime: vittima   di  espiazione, di riparazione, d’onore, di amore, ecc. Sono i vari uffici ai quali possono essere  destinate. 

Dopo il peccato l’uomo istintivamente incominciò ad offrire a Dio sacrifici ed ostie pacifiche,  privandosi di qualcosa di suo, di qualche cosa importante, più significativa, di ciò che per lui era  più prezioso.  

In che modo? Distruggendola per sé, in particolare mediante il fuoco, affinché per sé non  restasse nulla (e allora si trattava di un olocausto o di un sacrificio di espiazione), oppure   distruggendola solo in parte, cioè una parte veniva offerta a Dio e una parte –trattandosi di un  animale– lasciandola per sé, per mangiarla, e in questo modo era una sacrificio di comunione  con Dio: condividere con Dio ciò che nutre e serve per la vita. 

Ad un certo punto della storia dei rapporti dell’uomo con Dio appare la figura di Melchisedek, re e sacerdote del vero Dio, che offriva a Dio pane e vino (il cibo umano, pacifico), e ne  diede anche ad Abramo in segno di comunione sacra, benedicendolo. 


3-  Ma Dio non cerca le nostre cose; è Lui che ce le dà. Dio vuole noi, vuole quello nostro che si  ribellò a Lui, quello che trascinò l’uomo e con l’uomo tutta la Creazione nel disordine  e  nell’abominio della profanazione: Dio vuole la nostra libera volontà. “Con che cosa mi  presenterò al Signore, mi prostrerò al Dio altissimo? Mi presenterò a lui con olocausti, con  vitelli di un anno? Gradirà il Signore le migliaia di montoni e torrenti di olio a miriadi? Gli  offrirò forse il mio primogenito per la mia colpa, il frutto delle mie viscere per il mio peccato?  Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la  giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio” (Michea 6,6-8).  

Quale vittima deve offrire il sacerdote a Dio, in riparazione dell’ingiustizia commessa? 

In Cristo si manifesta l’identificazione tra il Sacerdote e la Vittima: “per uno Spirito Eterno  offrì Se stesso immacolato a Dio” (Eb 9,14).  

In che modo? “…Entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né  offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il  peccato. Allora ho detto –poiché di me sta scritto nel rotolo del Libro– eccomi che vengo per  fare, o Dio, la tua Volontà. Dopo aver detto: Non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né  offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la  legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua Volontà.  Così Egli abolisce il primo ordine di  cose per stabilire il secondo. Ed è appunto per quella Volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell’offerta del corpo di Cristo, fatta una volta per sempre” (Eb 10,5-10).  Anche il discepolo di Cristo, il cristiano, deve offrire se stesso a Dio: “Vi esorto, fratelli, per la  misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio: è  questo il vostro culto spirituale” (Rom 12,1). 

E’ un “sacrificio vivente”: non si tratta di uccidere il proprio corpo, immolare se stesso,  perché è un “culto spirituale”, non materiale. Ma in che modo lo si deve offrire e sacrificare?  Facendo che sia “consacrato” (= “sacrificato”), reso sacro, appartenente a Dio, al servizio di  Dio, dedicato a fare la sua Volontà. 

Chi è che deve “sacrificare”, cioè rendere sacra la vittima? Colui che è sacro, vale a dire, il  sacerdote. Il sacerdote “sacrifica”, ovvero “consacra” la vittima. Ma come Cristo offrì Se stesso,  così il cristiano (che per il battesimo è unito a Cristo e sacerdote di se stesso) non deve offrire  vittime altrui, ma la propria vittima, se stesso. Precisamente la propria libera volontà, quello che  chiamiamo  “il cuore dell’uomo”. Solo così diventa santo. 


4-  Orbene, un’ostia non può consacrare se stessa, ci vuole un sacerdote che la consacri nella  Messa. E pronunciando le parole di Cristo, compie il Suo sacrificio in modo incruento e l’ostia  all’istante viene trasformata: di colpo lascia di essere farina di grano e diventa il Corpo, Sangue,  Anima e Divinità di Gesù Cristo, vivente sotto i veli accidentali dell’ostia.  

Invece, trattandosi dell’uomo, per il Battesimo diventa abilitato ad offrire il sacrificio di sé e  quindi può consacrare se stesso, “in virtù di quella Volontà Divina” che, fatta da lui, gli dà il  potere di trasformare se stesso in Cristo: “noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno  specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella sua stessa immagine, di gloria  in gloria (a poco a poco), secondo l’azione dello Spirito del Signore”  (2 Cor 3,18). 

Inoltre, se l’ostia viene consacrata o trasformata all’istante, è perché non ha una sua volontà  con la quale possa interferire nell’azione della Volontà Divina che la consacra. Invece nell’uomo,  avendo una sua volontà propria, questa consacrazione o trasformazione in Cristo avviene –se  avviene– poco per volta, nella misura che il suo volere umano cede il posto al Volere Divino.  


5-  Gesù Cristo, il Verbo Incarnato, è per Se stesso sacro e santo: non dev’essere reso sacro da  nessuno, è Lui che rende sacro l’uomo e l’intera Creazione, cioè la riporta a Dio, la ripristina  nello stato originale di giustizia o santità. È Lui che toglie il peccato del mondo, cioè cancella  ogni profanazione: “non chiamare immondo (profano) ciò che Dio ha purificato”, disse  l’Angelo a Pietro (Atti, 10,15). Egli è il Sommo ed eterno Sacerdote: “Il Signore ha giurato e non  si pente: Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek.” (Salmo 109,4). 

Egli rende partecipi del suo Sacerdozio tutti i suoi fratelli, membri del suo Corpo Mistico, in  un duplice modo: mediante il Battesimo e mediante il sacramento dell’Ordine Sacerdotale. 

 

6-  Per il Battesimo, l’uomo è in grado di ricollegare a Dio tutte le cose, di rendere sacro tutto  ciò che Dio ha creato, l’intera Creazione. Vivere la spiritualità del “sacerdozio regale” ricevuto  nel Battesimo è la vera ed unica soluzione al problema dell’ecologia: “sia che mangiate, sia che  bevete, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio” (1 Cor 10,31).   Tutto dev’essere occasione di fare comunione con Dio, comunione di riconoscenza, di lode, di  benedizione, di amore; comunione con la Sua adorabile Volontà. 

Tutte le cose, gli animali, le piante, il sole, l’acqua, il vento, i campi, le stelle…, tutto ci sta  dicendo: “prendimi, portami con te –non nelle tue mani quanto nel tuo cuore, nel tuo spirito–  e portami al tuo e mio Creatore; Egli mi creò per te e tu non devi essere ingrato e cieco  davanti a tanta sua Provvidenza, Sapienza e Amore. Offrimi a Lui in omaggio di riconoscenza, di lode, di ringraziamento e di amore; solo questo è il motivo della mia esistenza”. 

Tutto ciò che è uscito da Dio nella Creazione deve ritornare a Dio, ma solo l’uomo, che ne è il destinatario, può farlo, dando voce, palpito e vita a tutte le cose che non possono farlo da  sole, non avendo una loro volontà responsabile, dotata di libero arbitrio, come invece può farlo  l’uomo, creato per essere il vero re e sacerdote della Creazione (galassie comprese). E il mondo  non può finire, se prima non è stato ripristinato del tutto l’ordine primordiale della Creazione:  ogni cosa del mondo e della vita umana deve essere “restaurata in Cristo”, cioè “nella Volontà  Divina”. Non finirà il mondo se non dopo che l’ultimo figlio di Dio avrà ricambiato il Creatore  con un “ti riconosco, ti adoro, ti lodo, ti benedico, ti amo” per ogni cosa creata. Solo così tutto  ritornerà a Dio.  

Sarà come dice, col suo linguaggio pittoresco, il profeta Zaccaria (14,20-21): “In quel tempo  anche sopra i sonagli dei cavalli si troverà scritto: «Sacro al Signore», e le caldaie nel tempio  del Signore saranno come i bacini che sono davanti all'altare. Anzi, tutte le caldaie di  Gerusalemme e di Giuda saranno sacre al Signore, re degli eserciti; quanti vorranno  sacrificare verranno e le adopereranno per cuocere le carni. In quel giorno non vi sarà  neppure un Cananeo nella casa del Signore degli eserciti.”  


7-  Ma gli uomini stessi, chi deve invece ricollegarli con Dio, chi può renderli sacri e santi? Un  altro uomo, “preso (scelto da Dio) fra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle  cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati”. (Ebrei, 5,1). E’ il Sacerdote  “ministeriale”, che tale diventa con la imposizione delle mani di un Vescovo, successore degli  Apostoli, i primi Sacerdoti del Nuovo Testamento: quindi mediante un altro Sacramento,  l’Ordine sacro. 

 

8-  I sacerdoti dell’Antico Testamento, della tribù di Levi, come Aaronne, si trasmettevano il  sacerdozio, da padre in figlio. Quelli del Nuovo, che sono resi tali per la partecipazione al  Sacerdozio di Cristo, sono invece chiamati da Dio. E’ Dio che chiama allo stesso tempo  nell’intimo della coscienza ed esternamente, mediante l’Autorità della Chiesa.  

Gli antichi sacerdoti rappresentavano il popolo presso Dio e offrivano a Dio ciò che il  popolo aveva da offrire. I Sacerdoti della Chiesa rappresentano invece Dio presso il popolo,  sono “espropriati” volontariamente e per amore, agiscono “in Persona Christi”, nella Persona    di Cristo. Non sono soltanto un altro Cristo (alter Christus) –come lo è ogni battezzato– ma  diventano una sola cosa con Cristo (ipse Christus). Perciò possono offrire ai loro fratelli le   cose di Dio: la Via, la Verità, la Vita stessa di Dio; la luce, la consolazione, il perdono, la salvezza, il Signore stesso.  

Perciò, il Sacerdote che celebra il Sacrificio della Messa, dal momento che esce dalla  sagrestia per salire all’altare è già in profonda comunione con il Signore (sia che si renda conto,  sia che non si renda), molto prima di riceverlo lui stesso e i fedeli nella Comunione Eucaristica.  Fin dal primo momento è così unito con Cristo (dovrebbe essere così identificato in tutto,  ventiquattro ore al giorno), che può perciò ad un certo punto dire: “Questo è il mio Corpo,  questo è il mio Sangue”…  

E questa ritengo sia la più profonda ragione del celibato del Sacerdote, che la Chiesa  Cattolica considera “un valore non negoziabile”, senza con questo biasimare quelle situazioni  particolari di sacerdoti sposati (uomini sposati che diventano successivamente sacerdoti), nei  luoghi dove per ragioni storiche la Chiesa lo ammette nel rito orientale.   

P. Pablo Martín 

Lo Spirito di Dio soffia dove vuole....

 


Lo Spirito di Dio opera dove vuole. Solo Dio sa, dove il Suo Spirito Si può manifestare senza resistenza, Dio Solo sà chi accetta senza resistenza le Sue Rivelazioni e le vuole valutare, e Dio Solo conosce le disposizioni di chi permette l’Agire del Suo Spirito. E’ nella Sua Volontà che la Verità trovi l’entrata fra gli uomini e che l’errore e la menzogna vengano illuminati in modo che l’uomo li possa anche riconoscere come tali. E’ la Sua Volontà che gli uomini trovino la via verso la Beatitudine, che è però sempre soltanto la via della Verità. Perciò Egli intende sempre guidare la Verità agli uomini, perché ha soltanto una Meta: il divenire beato delle Sue creature. Sulla Terra dominata dal Suo avversario la Verità viene sempre combattuta tramite il suo agire e verrà sempre deturpata, verrà sempre mescolata con la menzogna e l’errore, perché questa è la meta dell’avversario di Dio di nascondere agli uomini la Verità, per impedire di riconoscere e di tendere verso Dio. E perciò la pura Verità deve sempre di nuovo venir guidata dall’Alto alla Terra, cosa che può avvenire soltanto tramite l’Agire dello Spirito, tramite l’effusione dello Spirito su un uomo. E Dio Stesso sceglie quest’uomo. Il Suo Spirito agisce dove vuole. Questo Agire dello Spirito può aver luogo solamente nella libera volontà, non sarà mai un atto di costrizione da Parte di Dio, di determinare un uomo all’accettazione della pura Verità. E’ una faccenda della totale libera volontà, ed una tale volontà totalmente dedita a Dio Gli è ben nota, quindi questa volontà apre il cuore di un uomo, affinché vi si possa riversare lo Spirito di Dio. Ma allora è data anche la garanzia, che ora la Corrente dello Spirito fluisce pura nell’uomo, perché dove sono date le premesse, affinché Dio possa guidare la pura Verità ad un uomo, là è eretto un muro di Protezione spirituale che ferma l’influenza impura, senza Luce, perché un uomo che ha dato sé stesso e la sua volontà del tutto a Dio, si trova ora anche nella cerchia della Luce di Dio, in cui degli esseri oscuri non possono entrare. E’ la Volontà di Dio che la Verità venga guidata alla Terra e perciò è anche comprensibile, che questo avviene tramite un uomo la cui volontà è entrata totalmente nella Volontà di Dio, perché costui non concede più nessun accesso all’avversario di Dio, perché Dio Stesso può ora mettere le guardie di Protezione, per cui l’uomo stesso Gli dà il diritto tramite la sua volontà rivolta a Lui. Perché questo è l’Agire del Suo Spirito, che si riversa una chiara Luce nel cuore dell’uomo, davanti alla quale fugge ogni essere dell’oscurità. Che Dio guidi sempre di nuovo la Verità sulla Terra, è motivato dal Suo Amore per le Sue creature, che Egli vuole guidare alla Beatitudine; e che Egli ora esegue la sua Volontà, non dev’essere messo in dubbio. Quindi Egli Si sceglierà per questo anche quegli uomini, che sono idonei per l’accettazione della Verità dall’Alto, e costoro, per amore per la Verità, sono anche impediti nell’accettazione dell’errore, altrimenti sarebbe impossibile che la pura Verità trovasse l’accesso fra l’umanità. Ma una cosa dev’essere rilevata, che si può parlare dell’Effusione dello Spirito solamente, fin dove si tratta dell’apporto del patrimonio spirituale, che sotto l’apporto della pura Verità tramite l’Agire dello Spirito sia soltanto da intendere il sapere sulle cose spirituali, la conoscenza di ciò che può essere chiamato divino-spirituale. Dio può e darà anche degli Ammaestramenti agli uomini in cose terrene su vie mentali, mentre la giustezza di questi pensieri dipende di nuovo dallo stato spirituale dell’uomo, ma il procedimento dell’Effusione dello Spirito può non essere in collegamento con il sapere terreno, per cui delle conoscenze spirituali e terrene devono sempre essere separate, perché ambedue non cadono sotto il concetto di “Apporto della Verità divina”, anche se il pensare di un uomo, che si sforza di vivere nell’Ordine divino, può anche essere illuminato dallo Spirito e quindi corrispondere alla Verità. Ma Rivelazioni verbali, tramite le quali la Verità deve venir guidata sulla Terra, sono da valutare in altro modo. (29.01.1954) Appena escludete tutto il terreno e fate soltanto del Regno spirituale la meta del vostro desiderio, appena cercate di estendere le vostre conoscenze sulla regione spirituale, appena cercate soltanto di migliorare lo stato dell'anima tramite l’apporto di ciò che serve unicamente a lei, appena date considerazione soltanto a ciò che le assicura una Vita nell’Eternità e lasciate inosservato tutto ciò che riguarda la vita del vostro corpo su questa Terra, se tendete quindi allo spirituale, allora lo spirito in voi vi guiderà davvero, si manifesterà e vi istruirà dall’interiore, come è utile per la vostra anima per il suo sviluppo verso l’Alto. Ed allora secondo la maturità della vostra anima vi possono essere date delle Rivelazioni divine, che però vi danno sempre soltanto una Luce su quel Regno spirituale, sui collegamenti spirituali, sull’origine e la meta spirituale di tutto ciò che è creato, su ciò che il vostro intelletto da solo non potrebbe sondare e che non vi è nemmeno dimostrabile, finché dimorate sulla Terra. Invece potete risolvere dei problemi terreni grazie al vostro intelletto, mentre un risultato secondo la Verità è comunque anche la conseguenza di un pensare illuminato, quando l’uomo tende a questo tramite un giusto cammino di vita compiacente a Dio. Ma appunto questa differenza dev’essere considerata, che le Rivelazioni divine hanno per contenuto la Vita dell’anima, lo sviluppo spirituale dell’uomo ed il sapere circa la sua Origine e la Meta finale, il sapere circa il Piano di Salvezza di Dio dall’Eternità, ma l’uomo stesso risponde alle questioni terrene e cioè secondo la sua maturità animica più o meno secondo la Verità. Più l’uomo è unito intimamente con Dio, più egli sentirà anche la Sua Influenza, più chiaro sarà il suo pensare e più sicuro potrà anche rispondere alle questioni terrene, perché permette in sé l’agire dello spirito, che lo guida e conduce anche nella vita terrena. (30.01.1954) E’ il sapere circa lo Spirituale-Divino, che dev’essere guidato agli uomini e che può avvenire soltanto sulla via di una diretta Trasmissione da Dio sull’uomo, per cui devono essere anche date delle premesse, che permettono una tale diretta Trasmissione. E’ un Piano divino, le cui possibilità d’Esecuzione vengono riconosciute solamente da Lui Stesso e per il quale Dio Stesso Si cerca un idoneo strumento, appena lo richiede la necessità di rendere l’umanità volenterosa e in grado d’eseguire il suo sviluppo verso l’Alto tramite l’apporto della pura Verità. Dio Solo conosce i cuori degli uomini, Dio Solo quindi sà in quale figlio terreno sono date le premesse per la ricezione del sapere divino-spirituale. E Lui sceglie poi questo. Lo Spirito di Dio soffia dove vuole. Il Suo Spirito Si riversa per questo davvero in un vaso idoneo, perché si tratta di un’Azione d’Aiuto oltremodo significativa: per spezzare l’oscurità spirituale tramite i Raggi di Luce, che procedono da Dio Stesso. Questo è un procedimento, che può portare la Salvezza dalla morte spirituale ancora a molti uomini, viene indicata una via che conduce fuori dal mondo della materia nel Regno di Luce, è una possibilità che induce gli uomini al ritorno, appena sono di buona volontà e così afferrano la Mano tesa del Padre, il Quale non vuole lasciare andare perduti i Suoi figli per tempi eterni. E perciò ogni ricevente delle Rivelazioni divine spirituali gode anche di una particolare Protezione di Dio, affinché venga compiuta la Sua Opera, affinché la Luce della Verità illumini la Terra in un tempo della più profonda oscurità spirituale, affinché venga utilizzato bene il breve tempo che rimane ancora agli uomini fino alla fine.

Amen

30 gennaio 1954

COME TUTTI GLI UOMINI ATTENDERANNO LA VENUTA DI CRISTO NELLA VALLE DI GIOSAFAT.

 


IL GIUDIZIO FINALE. 


Contempliamo ora le moltitudini riunite nel luogo del giudizio. Tutta l'umanità, ogni essere umano che sia mai vissuto sulla terra, così come tutti gli spiriti ribelli che sono stati cacciati dal cielo, saranno costretti a comparire qui davanti al seggio del giudizio di Cristo. Chi può tentare di enumerare queste innumerevoli moltitudini? Il numero degli abitanti della terra che vivono in questo momento ammonta a circa 1.400.000.000. Questa immensa moltitudine scomparirà in meno di mezzo secolo e un'altra generazione, non meno numerosa, prenderà il loro posto e riempirà nuovamente la terra. E così sarà fino all'Ultimo Giorno. Che schiere innumerevoli saranno chiamate a comparire davanti al seggio del giudizio di Cristo! I buoni saranno tutti insieme, esultando per la certezza della loro salvezza eterna. Sono adornati con abiti gloriosi e brillano come le stelle del cielo. Si conoscono, si salutano e si scambiano reciproche congratulazioni per la loro felice sorte. 

Non così i malvagi. I buoni stanno alla destra e loro alla sinistra.

 Purtroppo il numero dei malvagi è molto, molto più grande di quello dei buoni.  Sia prima che dopo la venuta di Cristo, il principe delle tenebre aveva il controllo su un numero di sudditi molto più grande di Cristo stesso. Ahimè, mio Dio, che immensa moltitudine ci sarà alla sinistra! Il lutto e la miseria tra di loro saranno così impareggiabili che i buoni che sono alla destra sarebbero, se fosse possibile, profondamente toccati dalla compassione. Per tutti questi innumerevoli milioni di esseri umani riverseranno il loro eccessivo dolore e la loro angoscia in pietosi lamenti. In attesa della venuta del Giudice supremo, essi si trovano insieme, separati dai giusti, pieni di confusione per la loro orribilità e soprattutto per la loro peccaminosità, ormai evidente a tutti. Ma al di sopra di tutta questa miseria c'è la costernazione che prevale per la venuta del Giudice, che non è possibile esprimere a parole. Perché ora queste creature infelici diventano pienamente consapevoli di quanto siano terribili i giudizi di Dio, che durante la loro vita hanno ascoltato così poco. Ora per la prima volta riconoscono quale spaventosa disgrazia sia per loro il fatto che i loro peccati siano resi manifesti alla presenza di tutti gli angeli e i santi, alla presenza anche dei diavoli e dei perduti. Ora per la prima volta sono consapevoli della natura terribile della sentenza che sarà pronunciata su di loro dal Giudice che hanno spesso insolentemente messo in cattiva luce. Queste e molte altre cose contribuiscono a infondere in loro un timore così impronunciabile della venuta del loro Giudice, che tremano in tutte le membra per il terrore e quasi svengono per l'apprensione e l'allarme.  Si diranno l'un l'altro con toni pietosi: "Ahimè, cosa abbiamo fatto! Come ci siamo terribilmente ingannati! Per amore delle poche e transitorie gioie della terra, dobbiamo subire un'eternità di angoscia. A che ci servono ora tutte le ricchezze, i piaceri voluttuosi, l'orgoglio, gli onori del mondo? Noi stolti abbiamo sprecato i beni celesti ed eterni per le povere e misere cose della terra. Ahimè, che ne sarà di noi quando apparirà il nostro Giudice! Voi montagne, cadete su di noi, e voi colline, copriteci, perché davvero sarebbe meno intollerabile per noi essere schiacciati sotto il vostro peso, che stare davanti al mondo intero coperti di vergogna e confusione, e vedere il volto iracondo del giusto Giudice!".  Infelice peccatore, chiunque tu sia che leggi questo libro, non illuderti con la vana speranza che questa descrizione della miseria dei perduti sia esagerata.  Essi si lamenteranno mille volte più forte, e il loro dolore e la loro miseria saranno impronunciabili. Approfitta della breve e preziosa stagione della tua esistenza terrena, fai penitenza, fai ora tutto ciò che vorresti aver fatto nel giorno del giudizio. Chiedi a Dio la grazia di emendare la tua vita peccaminosa, affinché il giorno della venuta di Cristo non sia per te un giorno di indicibile terrore. Mio Dio, riconosco che con la mia vita peccaminosa ho meritato di essere bandito per sempre dalla Tua presenza. Tuttavia, mi pento sinceramente dei miei peccati e Ti prego di concedermi la grazia di una vera conversione, affinché non attenda la Tua venuta tra il numero dei perduti. Amen.

L'INFERNO NEGLI OCCHI DELLA MENTE


SULLE ERESIE



88. 1. In questo nostro tempo c'è l'eresia dei PELAGIANI, l'ultima  fra tutte, proveniente dal monaco Pelagio. Celestio ha seguito tanto  codesto suo maestro, che i loro seguaci sono designati anche come  Celestiani. 

88. 2. Costoro sono ostili alla grazia di Dio: per mezzo di essa noi,  infatti, siamo stati predestinati all'adozione di figli di Lui per mezzo  di Gesù Cristo 19; e per mezzo di essa veniamo strappati dal potere  delle tenebre, affinché crediamo in Lui e siamo trasferiti nel suo  regno 20, e riguardo a ciò Gesù ha detto: Nessuno viene a me, se  non gli viene dato dal Padre mio 21; e per mezzo di essa la carità  viene riversata dentro i nostri cuori 22, così che la fede agisce sotto  l'impulso dell'amore 23. Costoro sono tanto ostili alla grazia, che  credono che l'uomo può mettere in pratica tutti i precetti di Dio  senza il suo aiuto. Se una tale affermazione fosse vera, il Signore  avrebbe detto evidentemente invano: Senza di me non potete far  nulla 24. Infine Pelagio, rimbrottato dai suoi confratelli di non  assegnare parte alcuna all'aiuto dato dalla grazia di Dio per  l'adempimento dei suoi precetti, cedette alle loro rimostranze, ma  solo fino a questo punto, che non antepose la grazia al libero  arbitrio, ma, con l'astuzia da miscredente la subordinò ad esso:  disse, infatti che essa è data agli uomini unicamente al fine che  essi, mediante la grazia, possano più facilmente adempiere i  precetti; precetti che essi sono tenuti ad osservare, mediante il  libero arbitrio: dono che la nostra natura ha ricevuto da Dio, senza  alcun merito precedente da parte di essa; ed, invero, costoro sono  d'avviso che essa lo ha ricevuto soltanto a questo fine, cioè che noi,  con l'aiuto di Dio datoci attraverso la sua Legge e il suo  insegnamento, apprendiamo quel che dobbiamo fare e quel che  dobbiamo sperare, ma non perché noi, in virtù del dono dello  Spirito Santo, siamo messi in grado di fare quanto abbiamo appreso  essere nostro dovere fare. 

88. 3. E con ciò costoro vengono ad ammettere che da Dio ci è  data la scienza, per opera della quale viene cacciata l'ignoranza;  ma rifiutano di ammettere che ci sia data la carità, in virtù della  quale si vive piamente: e, pertanto evidentemente si ha, che  mentre la scienza, la quale senza la carità fa insuperbire, sarebbe dono di Dio, non sarebbe dono di Dio proprio la carità, la quale  edifica, facendo in modo che la scienza non porti alla superbia 25. 

88. 4. Costoro giungono, di fatto, a distruggere anche le preghiere  che fa la Chiesa, sia quelle per gli infedeli e per quanti sono  renitenti alla dottrina di Dio, fatte per la loro conversione, sia quelle  per i fedeli, fatte affinché si accresca la loro fede e rimangono  perseveranti in Lui. Codesti eretici, invero, sostengono che gli  uomini non ricevano queste mozioni da Dio direttamente, ma le  abbiano da se stessi, in quanto che, secondo le loro affermazioni, la  grazia di Dio, ad opera della quale siamo liberati dall'empietà, ci  viene data proporzionalmente ai nostri meriti. Pelagio, però, nel  processo fattogli dai vescovi della Palestina, per timore di esservi  condannato, fu costretto a condannare codesta sua proposizione.  Tuttavia, egli nei suoi scritti posteriori la professa apertamente. 

88. 5. Giungono perfino alla bestemmia di dire che la vita dei giusti  su questo mondo non ha assolutamente alcun peccato, e che la  Chiesa di Cristo, in questa sua condizione mortale, risulta formata  da costoro, così da essere completamente senza macchia e ruga 26,  come se non fosse la Chiesa di Cristo colei che in tutto il mondo  grida a Dio: Rimetti a noi i nostri debiti 27. 

88. 6. Affermano ancora che i bambini, discendenti per via di  generazione da Adamo, non contraggono, in conseguenza di questo  loro primo modo di nascere, l'infezione prodotta dall'antica colpa  mortifera. Asseriscono, infatti, con tanta risolutezza che i bambini  nascono senza un qualsiasi legame con il peccato commesso  all'origine, che non c'è assolutamente nulla che debba venir loro  rimesso, mediante una loro seconda nascita; ma dicono che sono  battezzati solo al fine di essere adottati mediante la rigenerazione  e, così, venire ammessi al regno di Dio, cioè essi sono trasferiti da  una buona condizione ad un'altra migliore, senza però che vengano,  mediante il sopraddetto rinnovamento, liberati da un qualche male  dovuto ad un debito antico. Ed infatti promettono anche a quei  bambini, che non sono battezzati, una propria sorta di vita, la quale  sebbene vissuta fuori del regno di Dio è, pur tuttavia, eterna e  beata. 

88. 7. Costoro dicono che lo stesso Adamo, anche se non avesse  peccato, sarebbe morto fisicamente, e, pertanto, non è morto per  effetto della colpa, ma a causa della qualità della sua natura. Ci sono ancora altre affermazioni di costoro contro la dottrina della  Chiesa, che però sono comprese, tutte o quasi tutte, in queste che  abbiamo esposte.

1 - Cf. At 8, 9-19.  

2 - Cf. At 6, 5. 

3 - Cf. Ap 2, 14-15. 

4 - Cf. Nm 16, 31-33.  

5 - 1 Cor 13, 9-10. 

6 - Cf. Gn 14, 18. 

7 - Cf. Gv 16, 7. 

8 - Cf. Gal 5, 17.  

9 - Cf. Rm 1, 23.  

10 - Lc 18, 1. 

11 - 1 Ts 5, 7.  

12 - Sal 18, 6. 

13 - Is 45, 7. 

14 - Gn 1, 31. 

15 - Cf. Is 65, 17; 2 Pt 3, 13; Ap 21, 1.  

16 - Es 3, 5; Gs 5, 16. 

17 - Cf. Is 20, 2. 

18 - Cf. 1 Tm 4, 3.  

19 - Ef 1, 5. 

20 - Cf. Col 1, 13. 

21 - Gv 6, 66.  

22 - Cf. Rm 5, 5. 

23 - Cf. Gal 5, 6.  

24 - Gv 15, 5. 

25 - Cf. 1 Cor 8, 1.  

26 - Cf. Ef 5, 27. 

27 - Mt 6, 12.  

Sant'Agostino

Il santo Padre ha prescritto, da ora in poi, a tutti coloro che conseguono qualsiasi grado accademico, di prestare il giuramento contro il modernismo.

 


LETTERA 13   

A Maria Kolbe, Cracovia S.l.G.C.!  

Roma 1 VII 1914  

 

Carissima mamma!  

 Chiedo scusa se non ti ho risposto subito, ma il fatto di dover sostenere un esame a distanza di un mese da quando ho ricevuto la tua lettera, mi ha indotto ad attendere per farti sapere qualcosa anche circa l'esito dell'esame stesso, che ho dato il 24 u.s.: grazie al Signore Iddio e a Colei c'he è stata concepita senza peccato, mi è andato bene, nonostante avessi da portare un programma quasi doppio rispetto allo scorso anno. Adesso, perciò, sono già in vacanze; e per la fine di luglio partirò, con alcuni miei compagni, per Zagarolo (come l'anno scorso). Non ci andremo tutti, perché una parte rimarrà a Roma; altri, quelli più deboli di salute, si recheranno a Ravello, in un convento presso il mare.    

 Quanto alla professione [solenne], la emetterò dopo il ritorno dall'America del P. Vicario Generale [P. Domenico Tavani] e del P. Socio [P. Pellegrino Haozela] (il nostro ex-P. Provinciale della Galizia); dove si sono recati per visitare le due province americane di origine polacca e tedesca 1.  

Alla fine di quest'anno. scolastico il santo Padre [Pio X] ha espresso, in una lettera, il suo compiacimento per il profitto degli alunni dell'università “Gregorianum» e come dimostrazione di questo ha offerto tre medaglie d'oro da consegnare a quegli studenti che hanno conseguito il dottorato con il punteggio più elevato. Il P. Rettore [P. Luigi Caterini, S.J.] ci ha letto le parole del Papa nel cortile dell'università. In segno di riconoscenza, uno scroscio di applausi ha accompagnato la lettura del messaggio e nel pomeriggio le lezioni sono state sospese.  

 Ma c'è una cosa più importante: il santo Padre ha prescritto, da ora in poi, a tutti coloro che conseguono qualsiasi grado accademico, di prestare il giuramento contro il modernismo. Io pure, perciò, nello stesso giorno in cui ho sostenuto l'esame, ho prestato questo giuramento, insieme con gli altri, nella chiesa di S. Ignazio. Finora tale giuramento interessava soltanto coloro che conseguivano la laurea; d'ora in poi è esteso a tutti i gradi accademici.  

L'altro ieri sono stato ad un'udienza del santo Padre. Si è svolta nel cortile di s. Damaso, dove erano riunite circa 10.000 persone. Abbiamo dedotto questa cifra dal fatto che uno di noi aveva un numero dr biglietto che superava di poco i 9.900. Ancora prima che apparisse il s. Padre, nel cortile suonava la banda vaticana.  

 All'ora stabilita, dopo il segnale dato dalle trombe, il s. Padre si è mostrato al balcone, ha impartito a tutti noi la benedizione e tra migliaia di applausi è scomparso dietro le imposte del balcone.  

Chiedo una preghiera.  

Il figlio sempre riconoscente  

 Fr. Massimiliano Peppino mi ha scritto che sta per entrare in noviziato 2 e che lo studio gli va molto bene.  

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(1) La Provincia religiosa (dell'Immacolata Concezione) dei Frati Minori Conventuali di origine tedesca negli USA fu fondata nel 1872, mentre la Provincia (di s. Antonio) di origine polacca- venne divisa nel 1905 da quella dell'Immacolata Concezione. Una seconda Provincia (di s. Bonaventura) di origine polacca negli USA sorse nel 1939, dalla divisione della Provincia di s. Antonio. - (2) Terminato il ginnasio a Leopoli, Giuseppe Kolbe vestì l'abito dei Frati Minori Conventuali, assumendo il nome di Fr. Alfonso e iniziò, sempre a Leopoli, il noviziato.  

Ripeto ancora una volta che sono con voi, con coloro che vogliono la loro salvezza eterna, venite a Me e vi proteggerò dalle grinfie di satana.

 


Rosario - Messaggio UNICO


Messaggio della Beata Vergine Maria a J. V.


Parla la Beata Vergine Maria.

Figlioli, sono la vostra Madre, la Sempre Vergine Maria, e vengo a chiedervi di aumentare ancora di più la vostra preghiera. Questi devono essere tempi di grande spiritualità. Tempi bui per molti, tempi di Luce per altri, il mio Sposo, lo Spirito Santo dell'Amore, agisce nelle anime che si sono aperte totalmente alla sua Volontà. E io dico che questi sono tempi di grande spiritualità, perché dovete ancora sforzarvi di dare di più nella preghiera, nella vostra vita spirituale, per muovere le anime alla conversione.

Capite questo, Miei piccoli, che se normalmente, conducendo una vita, come dite voi, tranquilla, senza problemi, praticamente, non pregate, credete forse che quando arriveranno gli eventi più forti, entrerete in preghiera profonda? No, piccoli Miei, l'uomo cerca se stesso, cerca la propria salvezza, cerca un riparo dai problemi che lo circondano, siano essi sociali, siano essi disastri, e la preghiera, non ci sarà tempo per essa, perché non sono abituati. Perciò, ora che avete ancora una certa pace intorno a voi, pregate molto per i vostri fratelli e sorelle che hanno bisogno di essere toccati dal mio Sposo, lo Spirito Santo dell'Amore, affinché tornino sulla retta via, affinché riprendano le Leggi che nostro Padre Dio ha lasciato, affinché siate guidati verso il Bene, affinché riprendiate la vita profonda dell'Amore e vi pentiate dei peccati commessi, dal profondo del vostro cuore.

Questa umanità ha danneggiato molto il Cuore di Mio Figlio, si è ribellata a ciò che Lui vi ha portato a insegnare, affinché voi possiate vivere e assicurarvi l'ingresso nel Regno dei Cieli compiendo ciò che Lui è venuto a insegnarvi. Ma satana ha deviato l'attenzione degli esseri umani verso altri sentieri che non vi condurranno alla vostra salvezza.

Pensate di vivere nel bene, ma lasciate molto a desiderare da quel presunto bene in cui vivete. C'è molto peccato dentro di voi, molto male che vedete intorno a voi, perché non cercate, con la vostra preghiera, con il vostro esempio, con la vostra vita intima con il Nostro Dio, di spezzare quei legami, quelle catene in cui satana vi ha condotto, catene del vizio, catene del male, catene dell'errore e, cosa peggiore di tutte, non fate molti tentativi per spezzare quelle catene e tornare sulla via del bene. Voi stessi state già scegliendo il vostro futuro eterno.

Inginocchiatevi, Miei piccoli, chiedete a Me, vostra Madre, la Sempre Vergine Maria, di farvi vedere i vostri errori, lasciate che Io vi conduca al Mio Sposo, lo Spirito Santo d'Amore, perché entri nel vostro cuore, perché vi faccia capire i vostri peccati, perché sono già tanti, che già credete che non ci sia nulla di male in quello che state vivendo, e certamente, c'è molto male nel vostro cuore, e dovete capire che molta della vita che state vivendo è piena di peccato.

Lasciate che Io, Miei piccoli, come vostra Madre, vi prenda per mano e vi conduca su sentieri sicuri; stando con Me, Miei piccoli, satana non vi toccherà, ha paura di Me. Con questo voglio dirvi che se siete con Me e protetti da Me, vostra Madre, avrete l'opportunità di capire cosa significa vivere nello Stato di Grazia, vivere secondo ciò che Nostro Dio Padre vuole da ognuno di voi. Vi dico questo, perché se poteste vedere dentro di voi, sareste disgustati nel vedere lo stato della vostra anima, sareste stupiti nel vedere come è la vostra anima. Piangete i vostri peccati, piangete il dolore che avete causato a mio Figlio con i vostri peccati e questo vi porterà a un pentimento molto bello e, soprattutto, molto sicuro, in modo che possiate entrare, ancora una volta, nel cammino della Grazia.

Ripeto ancora una volta che state vivendo momenti di grande spiritualità. Ci sono molti vostri fratelli e sorelle che hanno capito cosa sta succedendo e hanno formato gruppi di preghiera in tutto il mondo; unitevi a questi gruppi, voi non li conoscete, ma disponete le vostre anime a unirsi alle loro anime e create così un muro di contenimento contro le forze di satana, che continuerà a combattere insieme a coloro che si sono venduti al suo male per distruggervi, non vuole che si produca Amore nel mondo, disprezza l'Amore, perché lo ha perso con il suo peccato.

Quello che vedrete in questi tempi sarà un odio tremendo, che causerà molto male tra gli uomini. Ci saranno litigi tra fratelli, dolorose lotte fraterne, perché non è questo che vuole Nostro Signore e Dio, Mio Figlio è venuto per insegnarvi ad amare e, con questo Amore, a distruggere l'odio di satana.

Questi sono tempi di grande lotta spirituale, dovete riempire i vostri cuori di Amore, in modo che satana non possa combattere contro di voi, dovete fare la vostra parte, se volete avere una parte nel Regno dei Cieli in eterno. Il trionfo eterno si ottiene con la lotta e con la lotta che dovete creare insieme ai vostri fratelli che lottano per il Bene, unitevi, unitevi in un unico obiettivo: che l'Amore sia vissuto tra gli uomini, l'Amore è l'arma più potente di tutto l'Universo. Se create abbastanza Amore tra di voi, in quel momento sconfiggerete satana e tutto cambierà in meglio.

Siete voi a decidere il vostro futuro, volete il Bene? Combattete per questo, volete soffrire? Rimanete come siete, avete già sofferenza intorno a voi e aumenterà.

Vi amo, Miei piccoli, lo ripeto ancora una volta, sono con voi, con coloro che vogliono la loro salvezza eterna, venite a Me e vi proteggerò dalle grinfie di satana.

Grazie, Miei piccoli.


Santi devoti dell’Eucaristia -

 


SAN TOMMASO D’AQUINO

S.Tommaso d'Aquino diceva: “È necessario conoscere per  amare. Sant'Agostino diceva invece: "bisogna amare per  conoscere". Chi aveva ragione? Certamente entrambi, la  verità può avere volti diversi, pur essendo sempre una, e  l'amore ne compone sempre le diversità.I quattro volumi della  “Summa teologica “ sono l'opera più importante di San  Tommaso d’Aquino.Quest’opera straordinaria tuttavia, resta  appena un abbozzo alla domanda di tutta la sua vita: chi è, che  cosa è Dio? L’autore ha cessato di scrivere tre mesi prima di  morire, con il cuore e lo spirito ricolmi di Colui che è stato  l’oggetto di tutti i suoi desideri: “Quello che ho scritto mi  sembra tutto paglia a confronto di quello che ho visto e che mi è stato rivelato”, disse a chi gli domandava perché avesse  deciso di non scrivere più. Nella piccola cittadina di Aquino,  il castello di Rocca-Secca si erge imponente di fronte alla  celebre abbazia di Montecassino. È là che nel 1224, la  contessa Teodora, dà alla luce il suo ottavo figlio, Tommaso.  Il conte Landolfo già pensa e gioisce del destino che prevede  per questo suo figlioletto, perché ha già deciso, che farà di lui  l’abate di Montecassino. Fin dalla sua infanzia Tommaso si  distingue per la bontà di cuore e per la sua intelligenza. Se  piange, gli danno un libro, lui si calma e dimostra piacere  nello sfogliarlo. All’età di cinque anni come molti nobili della  sua epoca è inviato alla scuola di Montecassino.Fa rapidi  progressi e dimostra virtù superiori alla sua età. Posato  riflessivo, passa lunghi momenti in Cappella. Fugge i  divertimenti futili e rumorosi. Studia con impegno e si vede  sempre con un libro in mano. A sei anni, un giorno, è seduto  alla sua scrivania tutto immerso nel silenzio. Il suo maestro gli  si avvicina, Tommaso alza gli occhi verso il religioso e  l’interroga: “Ditemi, chi è Dio?” Dopo qualche anno, l’abate  avendo notato la sua santità precoce e l’ardore per lo studio,  consiglia il conte di inviarlo all’Università di Napoli.  Tommaso passa alcuni mesi in famiglia e così ciascuno può  ammirare le sue squisite qualità di cuore. Si teme per la sua  innocenza per la vita gaudente della gran città della quale  all’epoca si diceva: Napoli è un paradiso, ma abitato da  demoni. Tommaso arriva a Napoli nel 1237. Ha tredici anni,  la sua intelligenza lascia i professori stupefatti: fornisce prova  di profondità di giudizio, di una perspicacia e penetrazione  veramente sbalorditiva e ripete le lezioni con più chiarezza dei  professori. A diciassette anni viene a conoscere l’Ordine dei  Frati predicatori fondati da San Domenico nel 1215.  Tommaso segue assiduamente gli insegnamenti tenuti nella  chiesa di sant’Arcangelo. Dopo tre anni di discernimento  riceve l’abito domenicano a vent’anni. Questo fatto getta la famiglia d’Aquino e i suoi parenti nella costernazione: il figlio  di una così illustre casata diventare un semplice religioso!  Giovanni il teutonico, maestro dello Ordine, dovendo recarsi  in Lombardia porta con se Tommaso al fine di sottrarlo alla  collera della famiglia. Due dei suoi fratelli (il padre era morto  l’anno prima), lo raggiungono, lo catturano e lo trascinano al  castello di Rocca-Secca. Per più di un anno Tommaso subisce  una dura prigionia e deve subire gli assalti della persuasione  materna: promesse, minacce, maltrattamenti. Nulla scalfisce  la convinzione e la fedeltà del giovane novizio: alla sua causa  guadagna le sorelle, incaricate di convincerlo. I suoi fratelli  tentano di spogliarlo dell’abito ma lui stringe con pugno di  ferro i lembi della sua veste. Fanno entrare nella sua stanza  una prostituta e Tommaso afferra dal caminetto un tizzone e  lo rotea davanti al viso della sciagurata che spaventata fugge.  Tommaso in ginocchio con lo stesso tizzone che ha messo in  fuga la prostituta, traccia sul muro una gran croce e chiede al  Signore la grazia della purezza dell’anima e del corpo. Cade  in estasi e vede scendere dal cielo due angeli i quali gli  cingono i fianchi con una cintura bianca, intessuta con un’arte  di estrema finezza. La indosserà per tutta la vita avendo cura  di nasconderla agli occhi altrui. Questa cintura meravigliosa è  conservata fino ad oggi, nella chiesa di San Domenico di  Chieri.Questa resistenza inflessibile che mai ha perso di  mansuetudine rispetto e dolcezza, vince finalmente la contessa  Teodora.Tommaso incomincia gli studi teologici a Parigi. Il  suo maestro è Alberto il Grande, domenicano. Nel convento  di San Giacomo, Tommaso conduce una vita ordinata e dedita  alla preghiera. Parla poco, studia molto, prega senza sosta.  Maestro Alberto confessa di esserne deluso: avevano tanto  vantato l’intelligenza del giovane che egli si attendeva di  meglio: in occasione di una lezione particolarmente ardua, un  allievo che pensa Tommaso in difficoltà, si offre di spiegargli  la lezione, ma si imbroglia, si confonde. Tommaso allora umilmente offre il suo aiuto e gli chiarisce il passaggio oscuro  con una lucidità così perfetta che il giovane ammirato corre a  raccontarlo a maestro Alberto. Costui sottomette lo studente  ad un esame pubblico e gli propone quattro argomenti da  confutare. Tommaso lo fa con tanta chiarezza e facilità, da  lasciare Alberto il Grande e gli altri allievi  stupefatti.Tommaso incomincia ad insegnare a trent’anni.  Consacrato sacerdote si distinguerà sempre per la sua  devozione e amore alla santa Eucaristia. Tutta la sua via è  consacrata ad esortare, stimolare, spiegare, combattere le  eresie. Porta avanti i suoi corsi, le predicazioni, scrive libri e  con il comporre una Messa al Santissimo Sacramento, nonché  il magnifico Pange Lingua, canta il mistero sublime  dell’Eucaristia. Lavora dettando a due o tre segretari al  medesimo tempo. Passa in chiesa gran parte della notte e  rientra in cella poco prima dell’alba affinché nessuno si  accorga che non ha dormito. Non manca mai alla recita  dell’Ufficio delle ore pur avendo avuto la dispensa per causa  della mole del suo lavoro e delle numerose visite che deve  ricevere. Il suo pensiero non si allontana mai dal pensare a  Dio. Suole dire: la vera felicità consiste nella contemplazione  di Dio. Dice in una sua preghiera: “Gesù, è solo da Te che io  attendo la conoscenza della verità che devo insegnare agli  altri”.Quando non riesce ad afferrare un concetto, o a chiarire  qualche punto difficile della dottrina, lascia tutto, scende in  cappella, apre il tabernacolo, vi infila la testa e rimane così  fino a quando non riceve luce. Celebrando l’Eucaristia,  lacrime continuano a scendergli lungo le guance. Più volte lo  hanno veduto sollevato da terra, e a volte va in estasi. A  tavola, sovente nemmeno si accorge di quello che sta  mangiando: un giorno servono a tavola delle olive talmente  salate che nessuno riesce mangiarle.

Tommaso raccolto in Dio, termina la sua porzione, senza  accorgersi di nulla. Un altro giorno, invitato assieme al suo  priore alla tavola del santo re Luigi, tutto ad un tratto da un  grido e batte un pugno sulla tavola: “Ah! Infine ho trovato  l’argomento per confutare i Manichei!” Il Priore pieno di  confusione lo tira per la manica. Umilmente Tommaso si  scusa, ma il Re pieno d’ammirazione, fa chiamare il segretario  perché possa scrivere subito l’intuizione avuta. Il 6 dicembre  1273, a 49 anni, durante un’estasi, vede il Cristo: “Bene hai  scritto di Me, Tommaso, che cosa vuoi in ricompensa? – Solo  Te, Signore!” Risponde il santo.Affascinato dalle verità eterne  che ha contemplato, cessa di scrivere è prega affinché la fine  della sua vita segua subito al terminare del suo scrivere. Un  giorno, secondo l’usanza vigente nei conventi, faceva la  lettura a tavola. Il correttore gli fa notare l’errore di pronuncia  di una frase. Subito Tommaso si corregge secondo il  suggerimento del correttore. Dopo il pasto, un monaco lo  avvicina e gli esprime il suo malcontento: “Voi avete  sbagliato a pronunciare la frase, come vi è stato suggerito  perché il correttore si è sbagliato, non voi.” Subito Tommaso  replica: “La pronuncia non ha alcuna importanza, l’importante  è essere umile e obbediente” Un monaco straniero che doveva  recarsi in città ricevette il permesso di farsi accompagnare dal  primo monaco che avesse incontrato. Vede Tommaso e gli  dice di seguirlo. Tommaso soffriva di molti dolori alle gambe,  perciò avanzava lentamente prendendosi così i rimbrotti del  monaco. In città la gente rimase sconcertata nell’assistere alla  scena e fanno conoscere al tale, chi era quello che stava al suo  fianco seguendolo come un garzoncello. L’infelice si scusò  del suo errore, ricevendo l’insegnamento del santo Dottore  sulla perfezione dell’obbedienza: “L’uomo si sottomette  all’uomo per amore di Dio, come Dio ha obbedito all’uomo  per amore dell’uomo” Per quanto occupato in cose importanti,  era sempre presente agli atti della comunità. Diceva che bisognava attendere subito al suono della campana, che  chiamava. Un giorno era riuscito a chiarire un punto difficile  del lavoro che stava scrivendo. La campana suona chiamando  i monaci alla preghiera; Tommaso immediatamente si alza  dallo scrittoio, senza neppure terminare la parola che stava  scrivendo, e si dirige alla cappella. Al riprendere il lavoro  trova la parola scritta a caratteri d’oro. Così il Signore volle  premiare l’obbedienza umile di Tommaso. Tommaso, per le  sue origini nobiliari, per le sue doti eccezionali con cui era  stato arricchito da Dio, nonché per l’illuminazione divina di  cui beneficiava, avrebbe potuto inorgoglirsi, ma in realtà  nessuno era più umile e mite di lui. Un giovane, trasportato  dall’ira lo rimprovera e gli dice che non era così sapiente  come lo reputavano. Tommaso risponde dolcemente: “È  proprio vero, ragazzo mio, ecco perché non smetto mai di  studiare. All’udire parlare di orgoglio o di amor proprio,  Tommaso si traccia una croce sul cuore. Nelle sue preghiere  chiede solamente due cose: che la sua dottrina piaccia a Dio, e  di poter vivere e morire da semplice religioso. Era così  caritatevole che non pensava male di nessuno, mai! Quando  scopriva qualche mancanza nel prossimo, piangeva le loro  manchevolezze come se le avesse commesse lui stesso, non si  adirava mai e mai rimproverava. Contestava solamente  quando era necessario per ragioni di zelo o per la verità.; se  gli altri sbagliavano, gemeva in segreto, pregava, piangeva  davanti al crocefisso. Invitava il colpevole a riconoscere il suo  errore con una tranquillità d’animo e una così grande  moderazione di linguaggio, che calmava gli animi più agitati e  destava l’ammirazione di quanti lo ascoltavano. Eppure, un  grafologo, studiando la sua scrittura, è rimasto sorpreso nello  scoprire che Tommaso avrebbe avuto un temperamento  violento.Invece con la grazia di Dio era tutto dolcezza. Dice di  lui Bartolomeo di Capua: “L’anima di Fra’ Tommaso era il  radioso tabernacolo dello Spirito Santo, perché sul suo viso si vedeva sempre splendere la gioia e la dolcezza”.Un  contemporaneo così si esprimeva a suo riguardo: “Quello che  insegnava con la bocca, lo compiva con le opere, non avrebbe  mai osato insegnare quello che Dio non gli avesse concesso di  praticare.” Chiamato da papa Gregorio X a partecipare al  Concilio di Lione, durante il viaggio si ammala. Arrivato in  Sicilia, si fa portare al convento cistercense di Fossa Nova:  “Ecco il luogo del mio riposo! Esclama. La sua ultima  confessione sembra quella di un bambino. Il 7 marzo 1274  attorniato di domenicani e cistercensi, riceve l’estrema  unzione, predica per un’ultima volta sul cantico dei cantici,  poi la voce diventa un soffio. Mormora il Credo poi dice  mormorando: “Affido tutto al giudizio della Chiesa”, dopo  queste parole, entra in agonia. All’alba, serenamente, lontano  dagli onori effimeri di questo mondo raggiunse nella gloria il  suo Signore, che in vita tanto aveva amato e servito. San  Tommaso d'Aquino ha scritto numerose preghiere  eucaristiche, con le quali esprimeva il suo amore per Gesù  Eucaristia, tra cui vari inni per il Corpus Domini: il”Pange  Lingua”, le cui ultime due strofe (Tantum Ergo  Sacramentum), sono utilizzate durante la benedizione  eucaristica e la sequenza del Corpus Domini, il “Sacris  solemnis”, le cui ultime due strofe costituiscono il “Panis  Angelicus”, il “Lauda Sion Salvatorem” e l'inno “Adoro te  devote” per l'adorazione eucaristica. Certamente può essere  annoverato tra i Santi più eminenti, devoti dell'Eucaristia, che  ha ricevuto un'infusione di sapienza teologica da Dio,che ha  trasferito con umiltà e spirito di servizio alla Chiesa: questo  gli ha valso il titolo di Dottore Angelico. 

Gioacchino  Ventimiglia 

La messa rende presente il sacrificio della croce.

 


Tra il sacrificio del Calvario e quello dell’altare vi è alcuna differenza. Se tu fossi stato sul Calvario, con quanta devozione avresti partecipato alla morte di Gesù! E’ Gesù stesso in persona, sacerdote e vittima del proprio sacrificio, che si offre al Padre per le mani del celebrante. La messa è il ponte attraverso il quale le anime si possono trasferire dalla regione della morte a quella della vita. E’ la celebrazione della Pasqua: Dio Padre immola il suo Figlio per la nostra salvezza; il Figlio si immola; noi, uniti a Cristo, veniamo liberati dalla schiavitù del peccato e partecipiamo alla salvezza eterna (Eb 9). La messa infatti dimostra l’amore grande di Gesù che si è immolato per te e l’amore grande del Padre che ha dato a morte il suo unico Figlio per la tua salvezza. Sia la messa il sole della tua giornata: ti accompagni la luce che si sprigiona da questo mistero di fede, il calore che promana da questa immolazione di amore, i frutti che derivano da questo sacramento pasquale di salvezza.

Francesco Bersini

CONFIDENZA

 


Padre dolcissimo, a noi questo è bastato:

sapere quello che di Te ci ha rivelato il Tuo Unigenito e Diletto Figlio Gesù: che Tu sei anche nostro Padre e Padre di tutti e di tutto, perchè tutto quello che esiste fuori di Te è Opera del Tuo Amore.

Tu

Sei 1'Inaccesibile, eppure più di tanto non puoi essere dentro di noi;

Sei l'Invisibile, eppure non puoi essere tanto più percettibile da noi;

Sei l'Inafferrabile, eppure sei Colui che meglio non si può possedere. O Padre, concedici di essere, nel modo più possibile, nella Identità con il Tuo Figlio Gesù, perchè con Lui possiamo sentire Te, vivere di Te, amare Te per essere in Lui con Te una cosa sola,

come esistenza originale e finale del Tuo Amore Paterno. 

Madre Eugenia Elisabetta Ravasio


Preparatevi, poiché vi rimane poco tempo per chiedere il perdono per tutte le vostre innumerevoli colpe.

 


Maria Madre di Gesù


10 agosto 2022

Voi pregate – Ave o Maria piena di grazia il Signore è con Te – Sì figlioli miei, il Signore è con Me dal giorno del mio concepimento.
Voi avete bisogno di essere battezzati per diventare veri figli di Dio, ma Io ho avuto l’onore e l’onere di essere diventata la Madre di Gesù e di tutti voi, Dio si è servito di me, sua serva e piccola tra tutte le donne.
Figlioli miei, Io vi amo come nessuna mamma ha amato mai, voi siete figli di quel Signore che mi ha scelta come Madre del Suo Unico Figlio. Gesù vi darà tutto, tutto l’amore per poter meritare l’ingresso nel suo Regno.
Figlioli ora non potete capire sino in fondo questo mistero ma, tra pochissimo tempo, sarete a conoscenza della venuta di Gesù tra di voi, soltanto in quel tempo si apriranno i vostri occhi e il vostro cuore e potrete pregare il Figlio Mio affinché vi permetta di entrare a far parte del Suo Regno.
Soltanto la Sua Divina Misericordia vi farà veri figli suoi. Preparatevi, poiché vi rimane poco tempo per chiedere il perdono per tutte le vostre innumerevoli colpe.
Io piango per tutti i miei figli sordi alla chiamata ma sono certa che le vostre preghiere mi aiuteranno a riprendermi i miei amati figli per godere di tutto il loro amore.
Vi amo figlioli, presto godremo insieme dell’Amore vero di Dio. Vi benedico.

Valeria Copponi

IL CUORE E I SENTIMENTI DI DIO

 


mercoledì 10 agosto 2022

LA NUOVA GERUSALEMME

 


LA NUOVA GERUSALEMME 

Messaggio dato a Lorena 14 gennaio 2018 


Io, lo Spirito Santo della bontà e della verità, voglio mostrare al popolo santo del mio Dio alcuni argomenti, ma soprattutto dare loro un assaggio di come sarà la nuova Gerusalemme celeste, affinché abbiano un'idea di ciò che li attende nei cieli e nelle nuove terre, la sposa dell'agnello adornata scenderà sul monte Sion e gli abitanti di tutta la terra la riceveranno con gioia perché con tamburelli e canti accoglieranno questa nuova terra riservata a coloro che sono iscritti nel libro della vita, discendenti delle dodici tribù d'Israele che con i loro nomi scritti nel libro della vita lasceranno il posto a una nuova generazione, Una generazione che grida le beatitudini perché fondata sull'amore e sull'umiltà, una generazione scelta da Dio Padre per essere la luce delle nazioni e delle generazioni a venire, perché attraverso questa generazione che passerà dalla vecchia terra ai cieli e alla nuova terra vuole manifestare la sua gloria, perché questa generazione è speciale perché risplenderà nelle tenebre e sarà amante della Santa Trinità, sarà luce per le nuove generazioni poiché porterà la luce dell'agnello dando splendore ai cieli e a nuove terre con i suoi nuovi precetti poiché governerà le nazioni con rettitudine. L' agnello e il leone cammineranno insieme al bambino e gli uccelli accompagneranno il giorno con le loro slitte, non ci sarà né sole né luna, quindi una luce irradierà la sua gloria dando luce per sempre, una luce infinita che illuminerà tutto perché sarà la luce della gloria di Dio che inonda i cuori di tutti gli uomini dando vita a ogni uomo, perché la gloria di Dio nei cuori darà a ogni essere umano una scintilla mai conosciuta prima perché Dio abiterà in ogni essere umano come un tabernacolo vivente così la sesta camera sarà lo stato dell'anima di tutti gli abitanti della nuova Gerusalemme ecco perché nulla di macchiato entrerà nei cieli e nelle nuove terre abitanti di tutta la terra di ogni popolo razza e nazione saranno i nuovi abitanti di queste bellissime terre che con le sue strade d'oro e le sue case di diaspro e cristallo saranno un rifugio per gli abitanti di queste nuove generazioni che verranno, generazioni benedette perché scelte fin dall'inizio della creazione per abitare dopo tanta solitudine e deserto in un mondo nuovo, benedette sono le generazioni che vivranno questa tappa prima della consumazione del mondo in questa nuova terra di amore e di pace governata da Gesù Cristo dove non ci sarà più il male ma l'amore e la pace, ma più benedetta sarà la generazione che passerà dal vecchio al nuovo mondo perché sarà fonte di ammirazione per le nuove generazioni e i loro nomi saranno incisi in un luogo speciale e saranno chiamati con il nome che Dio ha dato a ogni uomo prima che nascesse, in una pietra di diaspro è nascosta la loro nuova identità, il nome che il figlio di Dio darà al nuovo popolo, nuovo perché è stato cristallizzato per entrare puro nei cieli e nelle nuove terre ed è stato reso nuova creatura e questo sarà motivo di ammirazione e i loro nomi vivranno per sempre nei cuori e nelle menti delle nuove generazioni, saranno la base della costruzione delle generazioni future che daranno, con il loro coraggio di sopportare la grande tribolazione e la persecuzione, la base dove verrà promossa la nuova umanità e per questo saranno ammirati dai nuovi abitanti delle nuove generazioni. 

I re e i governanti saranno governati dalla dottrina di San Francesco d'Assisi, questo santo a cui è stata data la gioia che i suoi insegnamenti prevarranno fino alla fine del mondo, poiché tutti saranno governati dalla sua dottrina dell'amore e dell'umiltà e così, cantando alla natura e abitando in essa, la nuova creazione sarà rinnovata dal mio fuoco d'amore e tutto il creato canterà belle melodie ispirate da me. 

La natura e l'umanità saranno in armonia e non ci saranno più uragani, tornado o terremoti, perché tutto sarà allineato e portato alla perfezione e tutti, nell'unità di me Spirito Santo, porteranno frutti di pace e armonia grazie ai quali tutti vivranno nella gioia e nella fratellanza. 

I nuovi abitanti conosceranno fin da piccoli l'amore e il servizio agli altri, non l'odio e la guerra come le generazioni della terra passata. 

I valori che risorgono da questa nuova generazione sbiancata e purificata lasceranno il posto a nuove generazioni formate nei valori e nell'amore, beato chi supera la prova e passa dalla generazione del male alla generazione dell'amore dove Gesù Cristo sarà il re e il signore del mondo intero. 

Tutto sarà molto diverso, fiumi di acqua cristallina scorreranno nelle pianure e daranno vita ai campi, gli alberi d'oro e d'argento con le loro foglie guariranno l'intero genere umano in modo che non ci siano più malattie, e i campi vestiti di lino fine canteranno per tutto il creato, in modo che gli angeli di Dio avranno un intervento più diretto con l'essere umano. L'essere umano possiederà doni straordinari e quindi sarà più unito al soprannaturale entrando in una comunicazione sublime con il creatore che sfocerà in un'unione perfetta con la Santa Trinità così che l'essere umano entrerà in contatto diretto con il divino e gli angelici non potranno vedere come vediamo noi ma con gli occhi dell'anima quindi saranno più predisposti a vedere lo spirituale e il loro cuore batterà all'unisono con quello di Gesù e di Maria. I cuori di Gesù e di Maria e i cuori di tutta la creazione intoneranno una melodia d'amore insieme al canto degli angeli, i troni e le potenze canteranno ai venti che il trionfo del bene ha raggiunto il suo culmine e tutto sarà gioia ed esultanza e nelle strade dorate della città la gente danzerà per la gioia vedendo cosa è diventata questa nuova creazione e tutto sarà pieno di amore e di odio e il male non esisterà più. 

Gli abitanti della nuova Gerusalemme canteranno e si rallegreranno nella gioia del leone della tribù di Giuda che tradirà la Chiesa dando le norme e le linee guida per una nuova Chiesa umile e semplice che risorgerà dalle ceneri per essere il seme di nuovi cristiani pieni di amore e carità. 

Si vivrà in semplicità, non ci saranno classi sociali o lussi, si vivrà in campagna e non ci saranno automobili o aerei, treni o tram perché con il pensiero ci si potrà trasportare da soli, non ci saranno ricchi e poveri, non ci saranno dipendenti e datori di lavoro, tutti saranno uguali e saranno fratelli in Cristo pronti a servire gli uni per gli altri, non ci saranno invidie o rivalità e tutta la creazione canterà una canzone d'amore all'universo, tutto sarà prosperità, non ci sarà disoccupazione né malattia perché la cura per tutti verrà dagli alberi che emanano saggezza, le persone vivranno molti anni e non sperimenteranno la morte in quanto tale, ma sarà una transizione, un sonno dolce e delicato che li porterà in paradiso dove Dio li aspetta per godere del paradiso. 

I bambini piccoli conosceranno questa nuova terra e racconteranno ai loro figli e ai loro pronipoti ciò che è accaduto alla vecchia terra come una storia, perché queste nuove generazioni sono le più fortunate di tutte le generazioni dall'inizio della creazione, perché il culmine dell'opera di redenzione giungerà al termine lasciando il posto al paradiso che Dio ha sempre voluto per l'uomo. Cantate e ballate abitanti della terra che il vostro passaggio ai cieli e alle nuove terre sta per avvenire, rallegratevi di far parte di questa generazione, l'ultima generazione dei tempi finali che darà seme e frutto alle nuove generazioni, venite a danzare e chiedete la mia assistenza in questa grande tribolazione perché vi darò la saggezza e la forza per sopportare ciò che verrà, siate coraggiosi e saldi nella vostra fede e date il meglio di voi stessi in modo da dare come frutto un cuore nuovo e un'anima pulita degna dello sposo, il leone della tribù di Giuda che giudicherà con giustizia tutti i popoli, le razze e le nazioni, perciò dovete essere preparati in modo che quando arriverà lo sposo vi troverà pronti con le lampade accese e tutta la terra brucerà in fiamme con il mio spirito provocando un'esplosione d'amore che sfocerà nella nuova umanità, il mio fuoco sarà azzurro per i figli di Dio e non sarà un fuoco divorante e punitivo, ma rinfrescante e rinnovatore perché tutto sarà fatto nuovo e il vecchio passerà lasciando il posto a un ambiente nuovo perché il leone della tribù di Giuda regnerà per sempre lasciando che alla consumazione del mondo tutti saranno giudicati per le loro opere e tutti si risveglieranno per abitare il cielo o l'inferno, perché il cielo e la terra passeranno, ma il mio spirito non li abbandonerà mai, perciò saranno il seme di nuovi cristiani che daranno vita ai cieli e a nuove terre, il mio spirito di vita rinnoverà e darà a ciascuno secondo le sue opere il dovuto. 

Abitanti di tutte le nazioni cantate e danzate per la gioia che la terra geme con le doglie del parto per lasciare il posto alla terra nuova e trasformata perciò non temete e alzate la testa quando arriverà la tempesta, incoraggio gli abitanti della terra discendenti delle dodici tribù di Israele che la vittoria è vostra non scoraggiatevi e riponete tutta la vostra fiducia nel fatto che vi darò tutto ciò di cui avete bisogno per andare avanti in questa grande tribolazione cantate e danzate che la vostra liberazione è vicina 

Dalle ferite di Gesù Cristo emanerà una luce in tempi di oscurità che darà gioia a ogni essere umano, dalle sue ferite verrà la pace per il popolo di Dio, dalle ferite di Gesù Cristo verrà la pace per il popolo di Dio, dalle ferite della sua corona di spine nascerà la saggezza per sapere cosa fare, dalle ferite delle sue mani nascerà la fiducia in Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo dalle ferite dei suoi piedi nascerà la forza e il coraggio di saper affrontare tutto ciò che verrà e dalla ferita del suo costato nascerà l'amore del popolo di Dio per il suo grande Re e Signore e quindi la forza di sopportare anche il martirio, quindi rifugiatevi nelle ferite di Gesù Cristo e rimanete al riparo in esse in questa fine dei tempi. 

Dal sangue prezioso versato dal figlio di Dio per la salvezza di tutta l'umanità nascerà l'unità di tutte le chiese che lasceranno il posto a un'unica chiesa guidata da un fratello perché tutti saranno chiamati fratelli nei cieli e nelle nuove terre, questo fratello darà le linee guida da seguire ispirate da me per governare le nazioni con saggezza e verità, sarà una chiesa perfetta lucidata e levigata nel dolore e nella sofferenza di Gesù Cristo dando vita a questa nuova chiesa, questa nuova Pentecoste che trasforma il vecchio mondo in un mondo nuovo. 

Il sangue di Cristo coprirà il suo popolo da ogni male e dalle insidie del nemico, affinché siano nella mia sapienza e non cadano nelle mani di satana, ma sappiano con intelligenza superare ogni prova e sappiano che io, come corpo di Cristo che sono, non li abbandonerò e li illuminerò tutti con la mia luce blu, luce che brucia ogni cosa trasformandola in nuova, che cambia e libera ogni cosa rendendo i vasi vecchi vasi nuovi. 

Dal manto della madre del cielo uscirà la protezione materna di quella bella madre vestita di sole che farà trionfare il bene sul male schiacciando il nemico con il suo calcagno; questo manto proteggerà i figli di Dio dalle intemperie e dai nemici dell'anima e darà ai suoi figli fiducia e forza nei momenti di tribolazione coprendoli e proteggendoli da ogni male e pericolo. 

Le stelle del manto di Guadalupe illumineranno la notte di ogni essere umano e con le loro luci che pulsano nel firmamento illumineranno le tenebre del mondo, il suo grembo che porta in grembo il bambino Dio darà rifugio a tutti i figli di Dio perché li ospiterà dentro di sé e con fiducia potranno riposare dalle insidie del maligno. 

Perché una madre non abbandona i suoi figli e dà loro la sua protezione sia di giorno che di notte La luna sotto i suoi piedi dà come figura il segno della madre del cielo come regina e madre di tutto il creato. 

La Vergine di Guadalupe protegge i suoi figli e dona loro pace e amore, li guida e dice loro cosa fare nei momenti di difficoltà. 

San Michele arcangelo con i suoi angeli li proteggerà dal maligno e invierà troni e potenze per illuminare il cammino dei figli di Dio, affinché guidati dagli angeli sappiano cosa fare e come reagire in ogni circostanza avversa. 

E con le sue trombe apocalittiche annuncerà alla terra gli eventi che inizieranno a far sì che i malvagi si pentano, anche se a causa del loro orgoglio e della loro arroganza la maggior parte di loro sarà sorda agli appelli di Dio, ma Dio esaurirà tutte le sue risorse per salvare più anime. 

Io, come Spirito Santo di bontà e di verità, vi condurrò nei cieli e in nuove terre e tutti, come figli di Dio, accoglieremo sul monte Sion la nuova Gerusalemme che irradierà la luce del mio spirito e vestita di lino finissimo sarà promessa in sposa al leone della tribù di Giuda, quindi cantate e danzate di gioia, vi aspettiamo alle nozze dell'agnello. 

Dalle rive del fiume della fonte della verità e della saggezza sorgerà un albero senza eguali che con le sue foglie darà riposo e sollievo a ogni persona perché le sue foglie irradieranno pace e saggezza, questo albero piantato vicino alla valle, sarà per tutto il mondo un albero speciale perché darà con i suoi fili d'argento saggezza e pace questo albero frondoso e bello avrà incisi sul suo tronco i nomi delle dodici tribù di Israele e ogni abitante della nuova Gerusalemme avrà un nuovo nome dato dall'Altissimo. 

I martiri governeranno la nuova creazione e le primizie saranno il lievito dei nuovi cristiani e infonderanno la loro conoscenza a tutti gli altri perché essendo stati scelti come primizie irradieranno una luce blu, blu di speranza amore e fede delle virtù teologali che saranno il seme dei nuovi cristiani e le primizie con la loro sapienza infonderanno la conoscenza nei nuovi membri della nuova Gerusalemme e insieme ai martiri governeranno anche le nazioni. 

Il peccato originale non devasterà più l'essere umano, Le tentazioni scompariranno e il maligno sarà legato all'abisso perché la pace e l'armonia inonderanno il mondo intero dando vita a nuovi cristiani basati su Gesù Cristo che con il suo sangue acquisterà persone di ogni popolo, razza e nazione e le lacrime dei martiri saranno asciugate nell'amore infinito di Gesù per la sua chiesa e queste lacrime saranno asciugate da Gesù nell'amore infinito di Gesù per la sua chiesa. e queste lacrime asciugate da Gesù daranno come frutto il risorgere di una nuova chiesa umile e semplice che sorgerà bella e radiosa dalle ceneri questa nuova chiesa sarà mossa dal mio fuoco d'amore e tutto sarà una nuova pentecoste una nuova nascita e rinascita di nuovi cristiani dal mio fuoco nel nuovo mondo pieno di amore e di pace, dove non ci sarà pianto né dolore, dove le donne non partoriranno i loro figli con dolore e gli uomini non dovranno guadagnarsi il pane con il sudore della fronte. 

Popolo di Dio, Gerusalemme, non piangere, ma canta e balla perché Dio ti ha favorito, popolo d'Israele, canta, balla e grida di gioia perché le nozze dell'agnello sono vicine, gioiscono tutti coloro che sono iscritti nel libro della vita perché la loro liberazione è vicina. 

Maranatha 


Concetto eretico della Misericordia di Dio

 


Concetto eretico della Misericordia di Dio 

Lo ha detto un sacerdote a una conferenza carismatica una folla di circa 3mila persone e circa 100 sacerdoti che: «Dio è amore, Dio è misericordia e vedrà la sua infinita Misericordia alla fine del mondo, quando Gesù libererà tutte le anime dall'inferno, anche quelle dei demoni." Questo sacerdote continua a predicare e il suo Vescovo non sospende le sue facoltà per insegnare tale eresia.

“Andate nel fuoco eterno”, disse Gesù. Fuoco eterno, no incendio temporaneo. Con la mia limitata intelligenza umana oso fare una piccola riflessione filosofica: "Dio è amore. Dio è nostro Padre. Come può un padre amore di Dio!, prendi il piccolo Pietro e gettalo in un fornace ardente? È impossibile. È un insulto a Dio, che è amore». Quante volte avete sentito questo? La verità, tuttavia, è che l'inferno esiste.

L'inferno è eterno, e andremo tutti all'Inferno se moriamo in uno stato di peccato mortale. Posso andare all'inferno, voi ragazzi potete andare all'inferno. Se alcuni di noi muoiono nel peccato mortale, saremo all'inferno per l'eternità, bruciando, piangendo e urlando inconsolabilmente non per milioni di anni, ma per trilioni e trilioni e trilioni di anni e oltre, per l'eternità. Nella nostra vita mortale, chi non ha commesso peccato mortale? Un unico peccato mortale non confessato con pentimento, prima di morire, basta che Gesù ci getti nell'Inferno. Uno dei grandi Padri della Chiesa, Patrono di tutti i predicatori cattolici, san Giovanni Crisostomo disse: “Pochi Vescovi si salvano e molti sacerdoti  sono condannati”. Quando venivo da Lisbona a Fatima per bus, ho avuto modo di predicare ai laici, sacerdoti e vescovi presenti sull'autobus. Loro Implorai: “Per favore, quando arrivi a Fatima, perché non siete incoraggiati a fare una buona confessione generale di vita.

Forse dieci anni fa, forse cinquant'anni fa, non l'hanno fatto non hanno avuto il coraggio di confessare quel grave peccato per vergogna. Si prega di fare una santa confessione e completare a Fatima prima del suo ritorno. Ci sono molti sacerdoti a Fatima che non li rivedranno mai più finché non arriveranno in paradiso”. Predico ai Vescovi come faccio con ogni persona, perché i Vescovi hanno anche un'anima da salvare. E se  sono i Vescovi veramente umili accetterà la verità anche se arriva da un sacerdote semplice e ordinario, non andiamo via da Fatima senza fare una Santa Confessione Generale.


PREGHIERA PER LA SALVEZZA