La Battaglia Finale del Diavolo
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Quasi quarant’anni dopo la nuova “primavera” iniziata col Vaticano II, la Consacrazione della Russia – non il mondo, non i “giovani in cerca di un significato”, non i “disoccupati”, ma la Russia – rimane incompiuta. Il mondo è sconvolto da guerre regionali, dal terrorismo islamico e dalla piaga dell’aborto, mentre diventa sempre più evidente il fatto che ci stiamo avvicinando sempre di più verso una vera e propria apocalisse. I fondamentalisti islamici, che i diplomatici Vaticani ora definiscono “i nostri fratelli Musulmani”, ci odiano e desiderano soggiogarci od ucciderci, in accordo con i dettami del loro Corano. Dopo quarant’anni di “dialogo ecumenico” del tutto inutile, le sette Protestanti sono ancora più decrepite di prima e gli Ortodossi sono sempre più fermi nel rifiutare la sottomissione al Vicario di Cristo in terra. La Chiesa è gravemente ferita dalle eresie e dagli scandali che emergono nelle diocesi di tutto il mondo e ha perso tutta la sua credibilità per colpa della corruzione del suo elemento umano. Il nuovo orientamento del Vaticano II è una debacle totale, un fallimento disastroso. Tuttavia, in mezzo a tutte queste morti, a questo caos, alle eresie, agli scandali ed all’apostasia, tutte cose in procinto di raggiungere il proprio culmine, il Vaticano aveva ritenuto fondamentale – proprio adesso! – mettere in guardia il mondo contro la “minaccia” costituita da Padre Nicholas Gruner.
Pertanto, il giorno dopo l’11 settembre 2001, Padre Gruner – che non ha mai commesso alcuna offesa contro la fede o la morale, che ha mantenuto i voti per tutti i suoi 25 anni di sacerdozio, che non ha mai molestato alcuna donna o alcun chierichetto, che non ha mai rubato o predicato alcuna eresia – venne condannato pubblicamente di fronte a tutta la Chiesa, con una Dichiarazione che non forniva neanche i motivi per la sua condanna e che citava come “mandato” quello di un‘anonima “più alta autorità”, che tra l’altro non aveva neppure il coraggio di firmarsi. A memoria d’uomo, nella Chiesa non si era mai visto un simile trattamento nei confronti di un suo fedele sacerdote. L’ossessione distruttiva del Segretario di Stato nei confronti di Padre Gruner – simbolo della resistenza alla Linea del Partito – aveva raggiunto livelli che rasentavano l’oscenità!
Perché tutto questo? Può essere giustificato solamente dalla più profonda e totale avversione al Messaggio di Fatima e a tutto ciò che implica per il nuovo orientamento della Chiesa, che il Cardinale Sodano (amico di Gorbacev) e i suoi collaboratori hanno incessantemente implementato per anni e anni. Sembra che Fatima li metta in allarme molto più delle attuali condizioni in cui versano la Chiesa e il mondo. Ma queste condizioni cambierebbero nettamente, e per il meglio, se solo i persecutori di Padre Gruner facessero ciò che la Madonna aveva chiesto loro a Fatima: “Se le Mie richieste verranno esaudite, molte anime verranno salvate e vi sarà la pace”.
Tuttavia, il Cardinale Sodano aveva fatto male i suoi conti, perché rilasciare una simile condanna contro il “Sacerdote di Fatima”, del tutto infondata e a poche ore di distanza dal crollo delle Torri Gemelle, fu un atto così improvvido e meschino da far riflettere sull’inadeguatezza di un simile gesto persino coloro che avrebbero normalmente accettato quella “Dichiarazione” senza fiatare. In una Chiesa minata alle sue fondamenta e gettata in disgrazia da sacerdoti traditori in ogni paese, perché mai l’apparato Vaticano si era preso la briga di condannare quest’unico prete, che non era nemmeno accusato di una specifica trasgressione?
Ma usare Padre Gruner come vittima sacrificale si sarebbe rivelato un insuccesso, proprio come gli altri stratagemmi impiegati contro Fatima. Contrariamente alle speranze di alcuni prelati vaticani, infatti, la controversia su Fatima non poteva ridursi allo status di un singolo sacerdote. Nelle settimane successive alla “Dichiarazione” su Padre Gruner, altre importanti personalità Cattoliche avrebbero cominciato ad esporre i propri dubbi sulla Linea del Partito di Sodano sul Terzo Segreto. Madre Angelica non sarebbe stata più sola nel credere che “non ci sia stato detto tutto”.
Il 26 ottobre 2001 la notizia “rimbalzò”, come si dice in gergo mediatico, allorché l’agenzia stampa Inside the Vatican (insieme ad altri giornali italiani) pubblicò un articolo intitolato “Il Segreto di Fatima: c’è dell’altro?”. Ecco cosa riferiva l’articolo: “Sono giunte notizie che Suor Lucia dos Santos, ultima sopravvissuta dei veggenti di Fatima, qualche settimana fa abbia inviato al Papa una lettera, con la quale lo avvertiva chiaramente che la sua vita era in pericolo. Secondo fonti vaticane, la lettera afferma che gli eventi descritti nel ‘Terzo Segreto’ di Fatima non si sarebbero ancora verificati, ed è stata consegnata poco tempo dopo l’11 settembre a Giovanni Paolo II dal vescovo emerito di Fatima, Alberto Cosme do Amaral”.
Quando gli vennero chieste notizie in merito a quella lettera, l’attuale Vescovo di Fatima Serafim de Sousa Ferreira e Silva “non ha negato che Suor Lucia abbia inviato una lettera al Papa, ma ha detto (in una distinzione tipica dei Gesuiti) che ‘non vi sono lettere da parte della veggente che esprimano il pericolo per la vita del Papa’”. L’Inside the Vatican riportò inoltre che “alcune fonti hanno suggerito che la lettera di Suor Lucia abbia incoraggiato il Papa a rivelare integralmente il Terzo Segreto”, e che quella lettera di Suor Lucia al Papa “sembra contenere il seguente avvertimento: ‘presto vi saranno grandi sconvolgimenti e castighi’”.
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Padre Paul Kramer
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