giovedì 17 ottobre 2024

Incarnazione – Bramosia - Prestadi

 



L’incarnazione di un’anima può avere luogo quando si sono raccolte in lei tutte le sostanze, che hanno passato la via terrena nelle più differenti Creazioni e si sono quindi sviluppate verso l’alto. Ogni Opera di Creazione deve essere rappresentata nella sua sostanza animica per poter ora entrare nell’incarnazione – cioè, il corpo umano diventa ora l’involucro di una tale anima che cela in sé tutte le Opere della Creazione in miniatura. Il cammino infinitamente lungo sulla Terra ha portato alla fusione di tutte le sostanze e queste attendono ora la loro ultima incorporazione. Vengono incorporate come anima in una forma umana esteriore per passare l’ultimo stadio del loro sviluppo. Questa incarnazione è di una durata differente, a seconda dello stato di maturità delle singole sostanze, che hanno avuto nei loro stadi precedenti anche una certa libertà, benché si siano attivate secondo la Volontà di Dio, nello stato dell’obbligo. Ma negli ultimi stadi dell’incorporazione come uomo questo stato dell’obbligo è era già più e più rilassato, in modo che determinati stimoli potevano venire vissuti in modo minore oppure anche rafforzato e questo aveva per conseguenza un grado di maturità superiore o inferiore, che determina ora di nuovo la durata dell’ultima incarnazione come uomo. Ma tutte le sostanze d’anima tendono a questa ultima incarnazione sulla Terra, perché – appena si sono unite in un’anima umana – lo sanno che la loro forma umana esteriore è l’ultimo involucro e che dopo questa possono essere liberi da ogni legame terreno. E per questo l’anima si intrattiene ora là dove le viene offerta l’occasione di incarnarsi. Comprensibilmente sceglierà il luogo del suo soggiorno dove la specie d’essere degli uomini è adatta al suo stato di maturità, cioè dove si incontrano gli stessi stimoli e caratteristiche negli uomini che caratterizzano il suo proprio essere, che però non esclude che un’anima che ha diverse caratteristiche, cerca di incorporarsi presso uomini estranei al suo essere, per accelerare la sua maturazione. Ma allora ha da lottare con maggiori difficoltà durante la sua vita terrena, perché non viene tenuto conto del suo modo d’essere e lei non può adempiere le pretese che le vengono poste. Ma dato che l’anima sa già prima della via della sua vita terrena non le viene impedito, se lei stessa fa la sua scelta, perché in ogni incorporazione ha a disposizione dei mezzi ausiliari per raggiungere la sua ultima maturità. A causa delle differenti forme precedenti ha in sé ogni talento, soltanto con diversa forza e può ora rafforzare o diminuire queste nella vita terrena – a seconda della sua volontà. Quindi non è incapace e per questo le viene fornita la forza, sempre a seconda della sua volontà. Ma se nel suo tendere è tiepida allora rimane nello stesso stato di maturità come prima della sua incarnazione come uomo, allora l’incarnazione non le ha apportata nessuno sviluppo verso l’alto. Lei si libererà dell’involucro corporeo nel suo decesso, ma è ancora legata al mondo materiale attraverso le sue brame e stimoli che avrebbe dovuto vincere nella vita terrena. Di conseguenza non ha utilizzata la sua incarnazione sulla Terra e questo le procura un indescrivibile stato di pentimento quando riconosce che si è giocato il diritto alla figliolanza di Dio e non la potrà nemmeno mai più ottenere – benché abbia ancora infinite possibilità nell’aldilà di giungere alla contemplazione di Dio. Ma un’anima incarnata deve rispondere una volta a Dio come ha usato le possibilità sulla Terra e quali successi spirituali ha da registrare con il decesso, perché l’incorporazione come uomo è una Grazia che non può venire stimata a sufficienza! E’ un Dono che deve venire anche valutato in conformità mentre l’uomo fa tutto quel che è utile al suo sviluppo verso l’alto – perché non torna più sulla Terra, quando una volta ha lasciato questa. Amen

15 giugno 1943

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