giovedì 21 maggio 2020

LE SETTE ARMI SPIRITUALI



Santa Caterina da Bologna 


L'ardente amore che essa ebbe per Dio e per il prossimo 

Iddio sa come del suo onore mi ha concesso un immenso desiderio per cui più volte l'ho pregato con cordialissime lacrime e deliberata volontà che esso si degni farmi questa spedale grazia: se la mia dannazione potesse aggiungere onore alla sua Maestà, mi voglia concedere questo: che nel fondo dell'abisso infernale, se fondo si può dire che abbia, di fabbricare con la sua severissima giustizia un altro fondo più orribile e innominabile, dove io, come ultima e più colpevole peccatrice, sia posta a incudine infernale su cui battere incessantemente in riparazione delle colpe di tutti i peccatori passati, presenti e futuri.  

A questo mi offro continuamente con tutto il cuore e deliberata volontà pensando che maggiormente sarebbe letificato il capo della pluralità di tanti membri, quanta è la moltitudine di tutti i peccatori, piuttosto che da me sola, putrido membro. Perché, chiaramente, nel regno di Dio si moltiplicherebbero coloro che lo lodano se, per grazia, al numeroso collegio dei beati si associasse la moltitudine di tutti i peccatori; e meno disonore a te, Dio mio, sarebbe la bestemmia di un'anima sola, piuttosto che quella di tanta moltitudine, anche se sono certa che nessun disonore può essere fatto alla tua Maestà, Dio altissimo e incomprensibile.  

Ma se questa grazia, Signore, io indegnissima non posso avere, e cioè che a Voi si moltiplichino azioni di infinite lodi in cambio della mia dannazione, perché alla altezza della vostra divinità non si può aggiungere onore, almeno fatemi la grazia, pietosissimo Signore, che tutti i peccatori siano salvati, in cambio della mia dannazione; senza confronto, infatti, reputo maggior consolazione e immenso gaudio la salute di tutti i peccatori, piuttosto che di me sola.  

Per questo, senza sosta e ribellione, mi offro mentalmente alla divina giustizia, pregandola di vendicarsi sopra di me delle colpe commesse da tutti i peccatori, affinché la loro salute non mi sia negata per ragione di giustizia. Ma, ohimè! temo veramente che le mie petizioni mi saranno rigettate stracciate sulla faccia, perché il dono della carità, finora, non l'ho mai potuto adempiere. Narrare la causa sarebbe assai poco giovevole; tuttavia, mi soffermerò un poco su questo argomento, nel ricordo della violenza del dolore sopportato per lungo tempo.  

Il dono della carità, per grazia divina, è meravigliosamente concesso e donato a molti e a molte fra i tanti che abitano i luoghi di culto. Con tutto ciò, oggi, quelli che lo possiedono non possono accrescerlo, né elargirlo a chi sta loro vicino; anzi, conviene che lo celino nella terra dei loro cuori e, per questo, sopportino molte e penose angosce.  

Chi è causa di questo, ben lo saprà nel rendere i debiti. Certo che, alcune volte, i superiori, ingannati, sotto il titolo e il nome della sensibilità, impediscono i frutti della più profonda carità e pongono innanzi al loro gregge quello che essi stessi non saprebbero né rodere, né smaltire; e questa è una delle cause che fa precipitare l'osservanza nei monasteri.  

Ohimè, ai nostri giorni l'astuzia dei diavoli è cresciuta molto, così che solo la mente illuminata dalla vera carità può riconoscere i loro malefizi, sempre celati sotto nuove false apparenze; essi tanto hanno brigato, che nei santi collegi non si trova più l'eredità di Cristo. Egli, che non poteva sbagliare, volle lasciare ai suoi apostoli l'usanza di offrirsi reciprocamente la pace come segno di vera di lezione, perché il fuoco della carità crescesse e si irradiasse, alimentato dalla pace spirituale; come il fuoco materiale, senza nuova legna, poco a poco va spegnendosi finché non muore, così il fuoco della carità sempre più va mancando, perché non saviamente alimentato. Il diavolo, sotto il manto della virtù, ha scacciato la radice di tutte le virtù: così, nei santi collegi, non solo non si danno la pace, ma, addirittura, non osano neppure guardarsi in faccia l'un l'altro. L'esperienza insegna: a buon intenditor, poche parole.  

Ma chi, per divina concessione, è fatto medico delle altrui infermità, per carità di Dio, pensi bene alla rovina che viene dalla mancanza di amore fraterno, se la più nobile e indispensabile virtù delle sante congregazioni, quella di sapere sopportare i difetti gli uni degli altri, è tanto indebolita che un minimo fuscello pare una inamovibile trave. Perciò, si può ben comprendere l'urgenza di attizzare insieme e senza sosta, religiosamente e santamente, il fuoco della carità, affinché il nemico, che cerca di smorzarlo perché ben sa quanto sia necessario, al tutto sia confuso e gettato nel profondo dell'abisso infernale. Amen. Deo gratias. 

Illuminata Bembo 

GOVERNO UNICO, MONETA UNICA, RELIGIONE UNICA



NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO


I governanti saranno soppiantati dai seguaci di questa forza ostile, i paesi si vedranno sottomessi a un unico governo che si sta segretamente infiltrando in essi. La formazione di questo governo unico è già iniziata. 

27.06.2012

SUPREMO APPELLO



... Di' alle creature che mi diano qualche sollievo col concedermi di dilatarmi in esse, di versare in loro la piena di questa Vita che a fiotti, a ondate, mi sfugge da tutti i lati. Di' loro che credano all'Amore: l'amore è una passione intollerabile - non si può resistere senza qualche contraccambio. Essi sono i miei fratelli, Io mi riconosco in loro, li vedo ancora tinti del mio Sangue. Come posso rinunziare al loro amore? Ah! non mi dite che ho il Paradiso intero per Me ... Io sono il loro Salvatore! Il mio vero Paradiso è di salvare le anime, di averli tutti qui con Me, Uno col Padre e con lo Spirito Santo.

LA VERGINE MARIA



negli scritti di Luisa Piccarreta

Il compito materno di Maria in noi: non occorre che lo comprendiamo, basta che confidiamo  

Trovandomi nel solito mio stato, mi son trovata fuori di me stessa insieme con Gesù. Facevo una lunga via  e in questo cammino ora camminavo con Gesù, ora mi trovavo con la Mamma Regina. Se mi scompariva Gesù  mi trovavo la Mamma, e se scompariva la Mamma mi trovavo Gesù. In questo cammino molte cose mi hanno  detto. Gesù e la Mamma erano molto affabili, con una dolcezza che incantava. Io ho dimenticato tutto, le mie  amarezze e anche la loro stessa privazione; credevo di non più perderli. Oh, come è facile dimenticare il male  davanti al bene! Ora, all’ultimo del cammino, la Celeste Mamma mi ha preso in braccio –io ero piccina,  piccina– e mi ha detto: “Figlia mia, voglio corroborarti in tutto”, e pareva che con la sua santa mano mi  segnasse la fronte, come se scrivesse, e vi mettesse un sigillo; poi, come se mi scrivesse negli occhi, nella  bocca, nel cuore, nelle mani e piedi, e poi vi metteva il sigillo. Io volevo vedere ciò che Lei mi scriveva, ma  non sapevo leggere quello scritto. Solo alla bocca ho visto due lettere, che dicevano ‘annientamento di ogni  gusto’, ed io subito ho detto: “Grazie, o Mamma, che mi togli ogni gusto che non sia Gesù”. Volevo capire  altro, ma la Mamma mi ha detto: “Non è necessario che tu sappia; abbi fiducia in Me. Ti ho fatto ciò che ci  voleva”. Mi ha benedetta ed è scomparsa, e mi sono trovata in me stessa. (12°, 25-12-1920) 

a cura di P. Pablo Martín 


Maria, riscalda i nostri cuori



O nostra Signora, unica speranza, noi ti supplichiamo: illumina le nostre menti con lo splendore della tua grazia, purifica le nostre anime con il candore della tua purezza, riscalda i nostri cuori con il calore della tua visita. La medicina della tua misericordia guarisca le ferite del peccato. Così potremo giungere alla gloria della festa eterna, con l'aiuto di colui che volle nascere da te, o Vergine gloriosa. A lui onore e gloria per i secoli eterni. Amen.

Le spose di Gesù



La notte oscura

Prima di arrivare al culmine dell’unione trasformante o matrimonio spirituale, è necessario che l’anima passi attraverso le purificazioni passive della notte oscura dei sensi e dello spirito.
A questo proposito è bene precisare che non tutti gli autori sono d’accordo sull’ordine di collocazione di queste tappe all’interno del cammino spirituale. La maggior parte di essi pone la notte dei sensi nel passaggio da principianti a esperti, all’inizio della contemplazione. Altri prima del Fidanzamento. Per quanto riguarda la notte dello spirito alcuni la collocano prima del Fidanzamento o unione estatica ed altri immediatamente prima del Matrimonio spirituale.
C’è chi definisce notte dei sensi quella che precede la contemplazione infusa e che può arrivare fino all’inizio della preghiera di unione, e notte dello spirito quelle due tappe, l’una prima (con origine nella preghiera di unione) e l’altra dopo il Fidanzamento. Quest’ultima è anche la nostra opinione. Ma le distinzioni menzionate non sono poi così importanti.
Ciò che veramente dobbiamo prendere in considerazione è che Dio agisce in ogni anima in modo diverso. Ognuna è una preziosa filigrana dell’amore di Dio, attraverso la quale Egli esprime in modo ammirevole ed unico le delicatezze del suo amore. Ci sono più differenze tra le anime che tra i corpi. E proprio per questo non possiamo classificare l’azione di Dio in rigide categorie, perché Egli agisce in ogni anima a seconda delle caratteristiche e delle capacità di questa. In alcuni casi la notte oscura è un periodo breve e intenso, in altri dura molti anni. C’è chi ritiene che le due notti sono due gradi di intensità diversa dell’unica notte che percorre tutta la nostra vita.
La cosa fondamentale è lasciarsi portare dalle mani amorevoli di Dio e abbandonarsi alla sua azione divina, senza fare confronti con gli altri che possono percorrere un cammino diverso dal nostro o avere manifestazioni differenti. Ciò che è certo è che queste notti ci sono necessarie per staccarci da tutto quello che ci allontana dal Signore. Per arrivare al TUTTO occorre arrivare alla negazione assoluta delle nullità, di cui parla san Giovanni della Croce: «Per giungere a gustare tutto, non cercare il gusto di niente. Per giungere al possesso di tutto, non volere possedere niente. Per giungere ad essere tutto, non voler essere niente» (S 13, 11).
Bisogna lanciarsi nel vuoto, confidando pienamente nell’amore, come dice lo stesso santo: «Feci un salto cieco e oscuro e mi ritrovai così in alto ma così in alto che il mio obiettivo raggiunsi».

Padre Angel Peña

Padre Pio di Pietrelcina, il primo Sacerdote stigmatizzato



STIGMATE VISIBILI  

Il miracolo divino delle stigmate visibili, doveva esattamente avvenire tre anni dopo, da che Egli aveva avuto le stigmate invisibili.  

Si trovava il mattino del 20 settembre 1918 nel coro, per ringraziare il Signore di avergli concesso il sommo bene di poter anche quel di dire la S. Messa, quando, fissando un Crocifisso, che oggi è stato tolto, e guardando i dolci occhi del Nazzareno, che dalla croce pare implori e preghi, vide il suo Cristo Dio, il suo Re, muoversi e guardarlo intensamente.  

- Gesù, Gesù mio infinito e grande; Gesù mio misericordioso e sommo; Gesù, Gesù mio, dammi un po' delle tue pene, fa che io possa soffrire un po' per Te, come Tu hai sofferto e soffri per me, fammi soffrire il Tuo dolore che non ha requie, se Tu, o mio Dio, me ne ritieni degno - deve certamente aver detto fra sé.  

Si era reso completo in Lui lo stato mistico, questo, cioè, aveva già raggiunto la sua più soave e pura perfezione, poiché attraverso i digiuni, le macerazioni, il ritiro e il silenzio, aveva inteso in Lui la voce del PADRE, segnandosi la fronte, del FIGLIO, segnandosi al cuore, e dello SPIRITO SANTO, toccandosi le spalle. Egli insomma era risalito a grado a grado, verso la divina sorgente colla sua anima, che col peccato mortale originario, si era allontanata.  

Egli aveva asceso le regioni supreme, in cui solo Dio impera.  

I pochi mesi di militare avevano arrestata la sua ascensione, che poi, invece, aveva perfezionata nel chiostro.  

Le apparizioni demoniache erano state superate dalle dolci visioni che gli erano apparse, visioni di mondi sconosciuti, che noi non possiamo immaginare né comprendere.  

Erano luci, erano suoni, erano parole, erano sensazioni vive e reali, quelle che vedeva o percepiva.  

La sua anima, una volta iniziato il cammino, non si fermò, ma volle salire, in alto in alto, verso le stelle, verso quel mondo infinito, che ha per unico reggitore Dio. Egli aveva già sorpassato la stasi che lo teneva legato alla terra, il suo sguardo, il suo orecchio, tutta l'anima sua era in un altro mondo, nel mondo sconosciuto solo a chi non ama veramente Dio.  

Non era più l'esterno che governava la sua anima, ma l'interno, era Dio, di cui tutto era permeato, che guidava i suoi atti. Il suo corpo non era più attaccato ai vincoli delle leggi di natura, ma era fuori del mondo esteriore, pur vivendo in esso.  

Egli infine ripeteva le divine parole di Cristo nell'Orto di Getsemani: «Signore, Dio mio, datemi ciò che volete, ed operate con me secondo il vostro beneplacito». Cioè: Padre, fate di me ciò che volete, non ciò che io voglio. Questa sua preghiera lo distaccava dalla natura che lo circondava, e purificava il suo spirito di proprietà.  

E riprendo.  

Mentre Padre Pio era estatico a mirare e adorare il suo Cristo, cinque raggi simili a folgore partirono contemporaneamente dal Crocifisso del suo Dio Uomo, penetrarono nelle sue mani, nei suoi piedi, nel suo costato.  

Tanta e così grande fu la gioia, più che il dolore, che l'umile fraticello gettò un urlo, più di meraviglia che di spasimo, per quanto questo dovette essere grande, che cadde stordito al suolo e rimase steso sul piancito del coro. Tutta la vita esteriore deve essergli scomparsa dinanzi agli occhi, il mondo intero forse si inabissò, e Lui pure deve aver udito un coro d'angeli, che osannavano al prediletto del Signore.  

Bianche colombe, invisibili agli altri occhi, avranno volteggiato sopra di Lui, e un'aureola dorata sarà scesa sopra il suo capo, a cui mancavano solo i segni delle spine, per essere simile a quello di Cristo.  

Le mani e i piedi gli furono trapassati, e dal costato gli uscì del sangue, copiosamente.  

L'urlo lacerante fu udito da quanti erano in chiesa.  

Accorsero i Padri del convento ed accorsero anche dei fedeli, e tutti poterono constatare la stigmatizzazione avvenuta.  

Un Padre, quando fu adagiato nella stanza, volle vedere le mani, ma Padre Pio lo pregò di lasciarlo stare in pace.  

La novella si sparse per il Paese, varcò i confini e giunse alle orecchie del Padre Provinciale di Foggia, subitamente avvertito. Questi volle che fosse sottoposto ad una fotografia, colle mani scoperte.  

«Padre Pio è un santo, è un santo», dicevano tutti, e tutti accorsero a Lui.  

La strada mulattiera che conduce al convento si riempì presto di pellegrini venuti da ogni parte, per vedere il miracolo divino delle stigmate.  

La gente piena di entusiasmo, attese delle intere giornate nella strada a capo scoperto e a ciel sereno, per vedere almeno il viso o per udire anche da lontano la voce di Padre Pio.  

La folla è facile all'entusiasmo e come esalta così abbatte. Occorreva quindi porre un argine e fu bene. Le Autorità dovettero intervenire per frenare la fiumana di gente che da Lui si recava. Furono inviati dei carabinieri di rinforzo e delle guardie di Finanza, che disciplinarono l'ingresso alla folla, che si recava dal Padre per essere da Lui confessata e comunicata.  

Padre Pio, sempre umile, sempre modesto, sempre paziente e pio, come il suo nome, affrontava la nuova fatica serenamente, lavorando in silenzio ben sedici ore su ventiquattro, senza contare gli esercizi spirituali, i mattutini ed altro, ai quali mai veniva meno. (Vedi tavola N. 4).  

Le stigmate gloriose e sante intanto emanavano sempre sangue profumato.  

Il lavoro assiduo, assillante, continuo, non era compensato però dal nutrimento, poiché gli bastavano poche erbe, che spesso non riusciva a digerire. Certamente, anche questo fatto della nutrizione ha un certo valore, poiché la sua spiritualità era giunta quasi alla perfezione.  

Colla nutrizione noi assimiliamo l'acqua che viene dal cielo e i frutti della terra elle vengono da essa, colla respirazione, invece, l'aria che viene pure dal cielo, e il fuoco che viene dalla terra.  

Solo dal regno organico alcuni Mistici traggono il sostentamento per la vita, escludendo quindi i cibi animali, poiché essi pure sono stati creati da Dio come l'uomo e soffrono colla morte, come noi soffriamo.  

Quanto compiono tali mistici, non deve essere considerato come un dogma, poiché è noto che S. Francesco non proibì mai ai suoi fratelli l'uso di mangiare carne.  

Si può rendere lodi a Dio e amarlo e venerarlo sempre e ovunque, anche mangiando carne nei giorni non proibiti dalla Chiesa o di precetto. Il perfezionamento spirituale non dipende da ciò che noi introduciamo nel nostro stomaco, ma dalla misura colla quale noi osserviamo le leggi di Dio e corrispondiamo alle sue ispirazioni.  

Solo gli stigmatizzati non possono mangiare tutto, poiché il loro organismo è diverso dal nostro e certi cibi non li possono assimilare.  

Padre Pio mangia pochissimo, starei per dire quasi nulla. È certo che il nutrimento materiale che Introduce nel suo stomaco, non sarebbe sufficiente se non fosse completato dall'Ostia Sacra, cioè dal Divino corpo del nostro Signore.   

Non dobbiamo meravigliarci di ciò, poiché Teresa Neumann da sei anni si nutre solamente della Sacra Particola, che le è sufficiente per vivere.  

Per ciò che riguarda la respirazione, di solito i monasteri si trovano o sui monti o in collina, cioè in parti elevate dalla terra, ove l'aria è più sana.  

Ne viene di conseguenza che respirando aria più pura, il corpo assume un aspetto più serafico.  

*** 

La eco del nuovo «Santo», così il popolo lo chiamava, si propagò oltre S. Giovanni, per la provincia, per la regione, per il regno, oltre ancora, cioè in Europa ed anche nelle lontane Americhe.  

Il Padre Provinciale dei Cappuccini Minori del Convento di S. Anna a Foggia, dopo aver fatte eseguire le fotografie delle mani scoperte, trasmise queste alle Autorità Superiori di Roma.  

Tali fotografie, insieme alla relazione inviata, sono conservate in Vaticano, e serviranno a suo tempo. Cronologicamente espongo i fatti, senza permettermi neppure lontanamente di fare degli apprezzamenti od altro. La S. Chiesa ha non solo il dovere, ma anche il diritto di controllare, e sindacare fino allo scrupolo, dirò meglio fino all'inverosimile, quanto ha l'aspetto di extra umano, e che esorbita dalle comuni manifestazioni.  

Il Padre Provinciale di Foggia invitò il Dottor Luigi Romanelli di Barletta per una visita di controllo, visita che tale dottore ripeté per ben cinque volte, nel periodo di due anni.  

Trascrivo solo una parte di quanto il dottore scrisse in merito alle stigmate.  

«Le lesioni che Padre Pio presenta alle mani) sono ricoperte da una membrana tenuente di colorito rosso bruno.  

Nessun punto sanguinante, nessun edema, nessuna reazione infiammatoria dei tessuti circostanti.  

Ho la convinzione ed anzi la certezza, che quelle ferite non sono superficiali. Esercitando una pressione con le mie dita e stringendo fra esse lo spessore della mano (in corrispondenza delle lesioni) ho l''impressione esatta del vuoto fra le mie dita.  

Non ho potuto constatare se premendo forte le dita, queste, traverso la membrana, si sarebbero unite, perché questo esperimento, come la forte pressione provocava intenso dolore.  

Pur riuscendo barbaro nell'esperimento (oh, San Tommaso) lo ripetetti parecchie volte la sera, poi volli ripeterlo la mattina e debbo confessare che feci sempre la stessa constatazione.  

Le lesioni dei piedi presentarono gli identici caratteri di quelle delle mani, però mi fu difficile, per lo spessore stesso del piede, fare un esatto esperimento come nelle mani. La ferita del costato, presenta un taglio netto parallelo alle costole, lungo da sette ad otto centimetri, con recisione dei tessuti molli, di profondità non apprezzabile e molto sanguinante. Il sangue ha il carattere di sangue arterioso ed i margini della ferita fanno vedere benissimo che essa non è superficiale.  

I tessuti circostanti alla lesione, non presentano alcuna reazione infiammatoria; e sono dolenti anche ad una leggera pressione. Ho visitato cinque volte Padre Pio in 15 mesi e se ho trovato modificazioni, non ho però trovato una nota clinica, che mi autorizzi a classificare quelle ferite».  

A proposito di queste «ferite» dirò qualche cosa di più preciso più avanti.  

Per ora continuo la narrazione.  

La notizia che a S. Giovanni Rotondo esisteva un Padre, che aveva i segni della Crocifissione, si sparse come ho detto per tutto il regno e fuori.  

Vennero a Lui i credenti e gli increduli, gli ammalati e i sani, e tutti tornarono alle loro case felici e contenti.  

Vennero coloro che bestemmiavano Dio e la Chiesa e tornarono adorando l'Uno e rispettando l'altra.  

La stampa pure se ne interessò e i primi giornalisti, gli ipercritici per eccellenza, dovettero chinare la testa e riconoscere che il fatto esisteva e non poteva essere negato.  

Non era fanatismo di folla meridionale, era un qualche cosa che poteva essere da tutti controllato, quindi non ammetteva discussione.  

Il «Giornale d'Italia», il «Corriere della Sera», senza contare i giornali locali, inviarono, allora e poi, i loro corrispondenti.  

Nel «Giornale d'Italia» del 9 gennaio 1926, in una lettera del suo corrispondente da Foggia, si può sempre leggere queste parole:  

«È noto in tutta la provincia un pio frate, a nome Padre Pio da Pietrelcina, che nel convento di S. Giovanni Rotondo, dicesi abbia compiuto numerosi miracoli. Il frate ha una simpatica figura mistica, con fronte alta, occhi neri e profondi, carnagione pallida e breve barba scura.  

Egli è venerato come un santo e da ogni parte accorrono a lui infelici e malati fisicamente e moralmente, che gli chiedono la grazia di guarirli o di racconsolarli.  

Egli ha per tutti un consiglio, un medicamento, un conforto, e tutti ritornano alle loro case confortati e guariti ... Il convento che ospite: Padre Pio è sempre affollato di postulanti».  

Andarono da Lui anche dei massoni e dei negatori di Dio, e di ogni idealità religiosa, tutti, tutti, tutti sono tornati credenti, alcuni anzi dirò di più, alcuni oggi sono essi pure monaci.  

Se mi fosse possibile, narrerei il fatto di un potentissimo «33», che è divenuto ... quasi un santo esso pure. Sempre nel 1926, sulla Rivista Trimestrale di teosofia «Gnosi», anno VII,- fascicolo 3°, 

Maggio-Giugno 1926, un brillante scrittore nostro, il sig. Nino Salvaneschi, pubblicava uno splendido articolo intitolato «La Messa di Padre Pio», articolo che riporto per intero, poiché non solo merita di essere letto per la purezza della lingua e per l'alta poesia di cui è permeato, ma perché si sappia cosa fino da allora si scriveva, e cosa si pensava di Padre Pio, anche da intellettuali, che militavano in campo avversario.  

ALBERTO DEL FANTE 

Alzate la voce e anche l’arma – che è il rosario – e denunciate i crimini che stanno avvenendo nella Chiesa del mio Divino Figlio.



13.05.2020 – São José dos Pinhais/PR

Maria SS.

Figli miei, pace!

Desidero che i vostri cuori siano uniti al mio Cuore Immacolato.
Sono vostra Madre la Rosa Mistica, Regina della Pace, ed è mio desiderio che tutti siano portatori della grazia.
Figli miei, siate seminatori del Vangelo.
Alzate la voce e anche l’arma – che è il rosario – e denunciate i crimini che stanno avvenendo nella Chiesa del mio Divino Figlio.
Il mio esercito deve sollevarsi davanti a tante ingiustizie.
Siate testimoni della grazia.
Il Signore non disprezza un cuore pentito.
Pregate davanti alle difficoltà.
Sappiate che questa generazione ha offeso molto i nostri Sacri Cuori.
Molti chiedono: fino a quando Dio sopporterà?
Sappiate che i segni vengono già dati a tutta l’umanità.
Questo è un tempo di grazia, ma molti non se ne rendono conto.
Pregate in famiglia.
Vi benedico nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.

ANNUNCIA AI SACERDOTI CHE PAPA WOJTYLA È AL SUO ESORDIO CON BENEDETTO XVI NELL’ANNUNCIARE LA VENUTA DI CRISTO!



Vigilate, o uomini, i tempi sono giunti,
a La Salette Maria annunciò tutto questo, e poi ancora a Fatima.

Ecco, tutto è compiuto! Figlia mia, annuncia a tutti i sacerdoti che Papa Wojtila è al suo esordio con Benedetto XVI nell’annunciare la venuta di Cristo!
Chiedo a tutti i consacrati di prepararsi degnamente all’incontro con il Signore, di prendere in mano la situazione della Chiesa nella verità di Cristo. Siano servi fedeli al Dio che li ha unti, per non cadere nelle Geenna.
E su voi tutti che celebrate Cristo nei vostri cuori, discenda la sua benedizione.

La Chiesa fa acqua da tutte le parti, è divenuta un colabrodo, ora giunge la tempesta che affonderà la barca.
Dio interviene per mettere ordine dove ordine non c’è più, riprenderà in mano la sua Chiesa e metterà in Essa il Sigillo di sua appartenenza e sarà guidata da Lui stesso. Prenderà al suo fianco i suoi veri sacerdoti, quelli che sono stati fedeli al vero Magistero e con loro condurrà la Nuova Chiesa, quella santa.
Andate a radunare il gregge che avete disperso, o sacerdoti di Dioponete rimedio agli errori commessi, dite di no a Satana e armati dell’amore del Signore Gesù Cristo sollevatevi in piedi contro questa dittatura.
Mi hanno torturato in tutti i modi perché mettessi la mia firma di accettazione al loro piano diabolico, ma io non conosco che un solo Pastore, il mio Signore Gesù Cristo.
Rannicchiato al Cuore Immacolato di Maria supplicavo il suo aiuto, Ella è Madre Suprema! In Lei si è compiuto il Miracolo dell’Amore: … suo Figlio Gesù per la nostra salvezza.
Sollevatevi in piedi, mostratevi degni del ministero
al quale siete stati unti dal Sacerdote Supremo Gesù Cristo,
per essere suoi validi servitori.

È giunta l’ora del vostro sì a Cristo, alzate il vostro cuore a Lui, benedite nel suo santo nome e proclamate la sua gloria. Non abbiate paura, Dio è con voi se voi rispondete al suo Magistero in fedeltà assoluta.
Piangerà tutta la Chiesa quando il Miracolo si presenterà al mondo perché si riconoscerà l’errore commesso, il terribile abominio perpetrato dagli uomini a Dio.
Credete  a queste mie parole e dimostratevi uomini di valore nella Chiesa di Dio! Uscite allo scoperto, Maria ora vi raggiungerà per prendervi per mano, e con Lei, combattere questa battaglia contro Satana. Mettevi in santità perché Lei possa avervi al suo fianco per portarvi vittoriosi a suo Figlio Gesù.   … Miserum est!
Date onore a Dio, non state sottomessi a Satana, rinunciate alle sue seduzioni, il tempo a voi concesso è ormai finito, rinunciate al desiderio di avere un pezzo d’argento in più per non perdere la vostra anima.
Avanti, io pregherò per voi e con voi combatterò
per la vittoria in Cristo Signore.

Non abbiate paura di difendere la Verità.
                   Aprite le porte a Cristo!
Carbonia 18.05.2020

mercoledì 20 maggio 2020

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI



ASSUNZIONE DI SAN GIUSEPPE 

Uno dei privilegi speciali concessi da Dio a san Giuseppe, secondo alcuni santi, è quello della sua Assunzione al cielo in anima e corpo. Lo affermano il famoso teologo spagnolo Suárez, san Pier Damiani e san Bernardino da Siena, san Francesco di Sales, sant’Alfonso Maria de’ Liguori, la venerabile Madre Maria Jesus di Agreda, Bossuet, sant’Enrique de Ossó y Cervelló e altri ancora. 

Per quale motivo? Perché Cristo è, soprattutto, redentore dei suoi genitori, che amò di un amore totale e che santificò con una tale pienezza da renderli modello degli altri redenti. Inoltre perché Giuseppe ebbe una missione universale specialissima e perché sembra ragionevole che la Sacra Famiglia, predestinata ad iniziare una vita divina del lignaggio umano in anticipo su tutti gli uomini, abbia iniziato anche la vita gloriosa della risurrezione prima di essi.  

Gersone , il grande devoto di san Giuseppe, parlò della risurrezione e dell’Assunzione del nostro santo in cielo con anima e corpo nell’omelia pronunciata al Concilio di Costanza l’8 settembre del 1416. 

San Pier Damiani (1007-1072) parla dell’Assunzione di san Giuseppe nel Sermone su san Giovanni Battista. Il venerabile Bernardino Bustos riferisce che, mentre san Bernardino da Siena (= 1444) stava predicando nella città di Padova sull’Assunzione di Giuseppe in corpo ed anima al cielo, gli ascoltatori videro sul capo del santo predicatore una croce come di oro splendente, che emanava meravigliosi raggi di luce. Il santo stava dicendo: devotamente si deve credere, però non affermare come di fede, che il benignissimo Gesù, Figlio di Dio vivo, con ugual privilegio adornò suo padre adottivo e sua madre Santissima; e che così come quando morì la Vergine Purissima se la portò in cielo con corpo ed anima, allo stesso modo il giorno della Risurrezione Gesù si portò con sé il giustissimo patriarca san Giuseppe nella gloria della Risurrezione; affinché come quella santa famiglia, cioè Cristo, Maria e Giuseppe, visse unita sulla terra una vita laboriosa e in grazia, così nella gloria dell’amore viva in cielo in anima e corpo 26 . 

San Leonardo da Porto Maurizio afferma: Dite che san Giuseppe, quando morì, fu trasportato all’empireo in corpo ed anima per privilegio particolare citato nei Proverbi: “Tutti i suoi di casa hanno doppia veste” (Prov 31, 21), vale a dire, quelli della famiglia della donna forte, o della Vergine Maria, indossano doppia stola, che per gli interpreti di sacra scrittura si intende la glorificazione dell’anima e del corpo 27 . 

Il grande teologo spagnolo Francisco Suárez (1548-1617) afferma parlando di san Giuseppe: Non tralascerò di dire che secondo un’opinione abbastanza diffusa, il nostro santo regna con Cristo nella gloria in corpo ed anima; perché, siccome morì prima di Nostro Signore, è verosimile che fosse tra quelli che risuscitarono al momento della morte o della risurrezione del Salvatore, i quali risuscitarono a vita immortale di anima e corpo 28 . 

Madre Maria di Gesù da Agreda (1602-1665) dice: il giorno della risurrezione, con ogni bellezza e gloria, si alzò il nostro Salvatore dal sepolcro e, in presenza dei santi e dei patriarchi, promise al lignaggio umano la risurrezione universale come effetto della sua, nella stessa carne e corpo di ciascuno dei mortali e che in essa sarebbero stati glorificati i giusti. In pegno di questa promessa e come in ostaggio della risurrezione universale, dispose Sua Maestà che le anime di molti santi che si trovavano là, si riunissero ai loro corpi e risuscitassero a vita immortale. 

Immediatamente venne eseguito questo divino comando e risuscitarono i corpi di cui, anticipando il mistero, riferisce Matteo (Mt 27, 52). E tra di essi si trovavano sant’Anna, san Giuseppe, san Gioacchino ed altri antichi Padri e Patriarchi, che si erano distinti nella fede e nella speranza dell’Incarnazione e con maggior desiderio l’avevano anelata e chiesta al Signore. Così, a ricompensa di questi meriti, venne loro anticipata la risurrezione e la gloria dei corpi 29 . 

Dice san Francesco di Sales: Non dobbiamo in alcun modo dubitare che questo glorioso santo gode di molto credito in cielo presso Colui che l’ha favorito così tanto da elevarlo fin lassù in anima e corpo; il che spiegherebbe come mai sulla terra non ci sia rimasta alcuna reliquia; e a me pare che nessuno possa dubitare di questo perché come avrebbe potuto negare a san Giuseppe questa grazia Colui che gli fu obbediente per tutta la vita?... E, se è vero, cosa che dobbiamo credere, che in virtù del Santissimo Sacramento che riceviamo, i nostri corpi risusciteranno nel giorno del giudizio, come possiamo dubitare che Gesù abbia fatto salire in cielo in corpo ed anima il glorioso san Giuseppe che aveva avuto l’onore e aveva ricevuto la grazia di portarlo con tanta frequenza sulle sue braccia, tra le quali Nostro Signore tanto si compiaceva? è dunque innegabile che san Giuseppe sia in cielo in anima e corpo. Quanto saremmo felici se potessimo meritare le sue sante intercessioni! Poiché a lui nulla viene negato, né da parte di Nostra Signora, né dal suo glorioso sposo 30 .  

È interessante notare che papa Giovanni XXIII, nell’Omelia pronunciata nella festa dell’Ascensione, il 26 maggio 1960, per la canonizzazione di Gregorio Barbarigo, espresse la sua opinione personale che san Giuseppe si trova in cielo in corpo e anima; e la espose come opinione accettabile. Disse letteralmente: Così piamente noi possiamo credere 31 . 

Naturalmente l’Assunzione di san Giuseppe non è dogma di fede, ma speriamo che lo diventi in un futuro non molto lontano. Come direbbe il grande filosofo cattolico Jean Guitton: Ho l’impressione che non sia ancora arrivato il tempo di san Giuseppe. Non è ancora uscito dall’ombra, incomincia soltanto ora. Vedrete come il futuro ci riserva molte belle sorprese su di lui 32 . 

P. ÁNGEL PEÑA

Dio colpirà in maniera esemplare. Guai agli abitanti della terra! Il Santo Padre soffrirà molto... i governanti civili avranno tutti lo stesso programma, cioè abolire e far scomparire ogni principio religioso, per dar posto al materialismo, all’ateismo, allo spiritismo e ad ogni sorta di vizio.... La Francia, l’Italia, la Spagna e l’Inghilterra saranno in guerra.



Il Mistero dell’Iniquità

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B) Il Cardinale Ratzinger: i contenuti sono annunciati  nella Scrittura e in molte altre apparizioni Mariane

L’11 novembre 1984, il Cardinale Ratzinger affermò in un’intervista  d’aver letto il Segreto e che “I contenuti di quel ‘Terzo Segreto’  corrispondono all’annuncio della Scrittura e sono ribaditi da molte altre apparizioni Mariane.”59 Queste parole del Cardinale Ratzinger sono  assai rilevanti! Durante l’apparizione della Beata Vergine a La Salette  (19 settembre 1846), la Madonna disse a Melanie:

Dio colpirà in maniera esemplare. Guai agli abitanti della terra!  Dio verserà la sua collera e nessuna persona si potrà sottrarre a  tanti mali insieme....
Il Santo Padre soffrirà molto... i governanti civili avranno  tutti lo stesso programma, cioè abolire e far scomparire ogni  principio religioso, per dar posto al materialismo, all’ateismo, allo  spiritismo e ad ogni sorta di vizio.... La Francia, l’Italia, la Spagna e l’Inghilterra saranno in guerra. Il sangue scorrerà nelle strade. Il  Francese si batterà col francese, l’italiano con l’italiano, vi sarà una  guerra generale che sarà spaventosa.

In aggiunta a questi castighi d’ordine temporale, ve ne sarà uno  gravissimo a carattere spirituale: la parte già pubblicata del Segreto di  Fatima, infatti, si conclude con le parole: “In Portogallo si conserverà  sempre il dogma della Fede…” A questo punto del Messaggio, la  Madonna passa da un aspetto temporale ad uno spirituale. Il Cardinale  Ratzinger ha affermato che il “Terzo Segreto” si riferisce ai “pericoli che  incombono sulla fede e la vita del Cristiano, e dunque del mondo.” Il  10 settembre 1984, il Vescovo di Leiria-Fatima d’allora, Mons. Cosme  do Amaral, durante una conferenza all’Università della Tecnologia di  Vienna, affermò che il contenuto del “Terzo Segreto” riguarda la nostra  fede, “la perdita della fede.”
A La Salette, (nel segreto che abbiamo appena visto) la Madonna rivelò inoltre:

Vi saranno prodigi straordinari ovunque poiché la vera fede si è spenta e la falsa luce rischiara il mondo. Guai ai Principi della  Chiesa che si saranno dedicati solamente ad accumulare ricchezze su ricchezze, a salvaguardare la loro autorità e a dominare con  orgoglio.
Il Vicario di Mio Figlio dovrà soffrire molto, perché per un po’ la Chiesa sarà soggetta a grandi persecuzioni. Sarà l’ora delle  tenebre: la Chiesa passerà una spaventosa crisi.

Nell’apparizione della Madonna del Buon Successo, che ebbe luogo  il 2 febbraio 1634, la Madre di Dio rivelò a Madre Marianna de  Jesus Torres: 

...dalla fine del secolo XIX e in larga parte del secolo XX, varie  eresie saranno propagate... quando queste avranno il sopravvento, la luce preziosa della Fede si estinguerà nelle anime per la quasi  totale corruzione dei costumi... Durante questo periodo vi saranno  grandi calamità fisiche e morali, pubbliche e private. Il piccolo  numero di anime che, nascoste, conserveranno il tesoro della Fede e delle virtù, soffriranno in modo indicibilmente crudele ed un prolungato martirio. Molti di loro moriranno per la violenza delle  sofferenze e quelli che si sacrificheranno per la Chiesa e per la  patria saranno Martiri. Per liberare gli uomini dal vincolo di queste  eresie, quelli che l’amore misericordioso del Mio Santissimo Figlio  destinerà per la Restaurazione, dovranno avere grande forza di  volontà, costanza, prodezza e molta fiducia in Dio... vi saranno  momenti in cui tutto sembrerà perduto e paralizzato. Questo,  allora, sarà il felice inizio della completa restaurazione.
... la setta Massonica, sarà così astuta da penetrare nel cuore  delle famiglie, per corrompere persino i bambini... il male assalirà  l’innocenza infantile e, in questo modo, le vocazioni al sacerdozio  saranno perdute, e questo sarà un vero disastro. 
… I sacerdoti diventeranno negligenti nei loro sacri doveri.  Persa la bussola divina, essi si allontaneranno dalla strada tracciata da Dio per il ministero sacerdotale. Quanto soffrirà la Chiesa  durante questa notte buia! Mancando un Prelato e Padre che li  guidi con amore paterno, dolcezza, fortezza, saggezza e prudenza,  molti sacerdoti perderanno il loro spirito, ponendo le proprie  anime in grande pericolo. 
... Per dissipare questa nube nera, che impedisce alla Chiesa di beneficiare del giorno limpido della libertà, vi sarà una guerra  spaventosa e tremenda... Quella notte sarà la più orribile, perché  sembrerà che, umanamente parlando, il male abbia trionfato.  Questo, allora, segnerà l’arrivo della Mia ora, quando Io, in modo sorprendente, detronizzerò l’orgoglioso Satana, schiacciandolo  sotto il Mio piede e incatenandolo negli abissi infernali, Liberando così finalmente la Chiesa... della sua crudele tirannia.60

Sant’Ildegarda di Bingen (†1179) scrisse in merito alla grande  tribolazione: “La gente rinuncerà all’autorità del Papa. I singoli stati  preferiranno i propri pastori della Chiesa al Papa.” Anche il Venerabile  Holtzhauser disse che Dio Onnipotente interverrà: “quando i Cattolici  saranno oppressi dai loro stessi fratelli traditori ed eretici.”

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di Padre Paul Kramer