giovedì 21 maggio 2020

Le spose di Gesù



La notte oscura

Prima di arrivare al culmine dell’unione trasformante o matrimonio spirituale, è necessario che l’anima passi attraverso le purificazioni passive della notte oscura dei sensi e dello spirito.
A questo proposito è bene precisare che non tutti gli autori sono d’accordo sull’ordine di collocazione di queste tappe all’interno del cammino spirituale. La maggior parte di essi pone la notte dei sensi nel passaggio da principianti a esperti, all’inizio della contemplazione. Altri prima del Fidanzamento. Per quanto riguarda la notte dello spirito alcuni la collocano prima del Fidanzamento o unione estatica ed altri immediatamente prima del Matrimonio spirituale.
C’è chi definisce notte dei sensi quella che precede la contemplazione infusa e che può arrivare fino all’inizio della preghiera di unione, e notte dello spirito quelle due tappe, l’una prima (con origine nella preghiera di unione) e l’altra dopo il Fidanzamento. Quest’ultima è anche la nostra opinione. Ma le distinzioni menzionate non sono poi così importanti.
Ciò che veramente dobbiamo prendere in considerazione è che Dio agisce in ogni anima in modo diverso. Ognuna è una preziosa filigrana dell’amore di Dio, attraverso la quale Egli esprime in modo ammirevole ed unico le delicatezze del suo amore. Ci sono più differenze tra le anime che tra i corpi. E proprio per questo non possiamo classificare l’azione di Dio in rigide categorie, perché Egli agisce in ogni anima a seconda delle caratteristiche e delle capacità di questa. In alcuni casi la notte oscura è un periodo breve e intenso, in altri dura molti anni. C’è chi ritiene che le due notti sono due gradi di intensità diversa dell’unica notte che percorre tutta la nostra vita.
La cosa fondamentale è lasciarsi portare dalle mani amorevoli di Dio e abbandonarsi alla sua azione divina, senza fare confronti con gli altri che possono percorrere un cammino diverso dal nostro o avere manifestazioni differenti. Ciò che è certo è che queste notti ci sono necessarie per staccarci da tutto quello che ci allontana dal Signore. Per arrivare al TUTTO occorre arrivare alla negazione assoluta delle nullità, di cui parla san Giovanni della Croce: «Per giungere a gustare tutto, non cercare il gusto di niente. Per giungere al possesso di tutto, non volere possedere niente. Per giungere ad essere tutto, non voler essere niente» (S 13, 11).
Bisogna lanciarsi nel vuoto, confidando pienamente nell’amore, come dice lo stesso santo: «Feci un salto cieco e oscuro e mi ritrovai così in alto ma così in alto che il mio obiettivo raggiunsi».

Padre Angel Peña

Nessun commento:

Posta un commento