negli scritti di Luisa Piccarreta
Il compito materno di Maria in noi: non occorre che lo comprendiamo, basta che confidiamo
Trovandomi nel solito mio stato, mi son trovata fuori di me stessa insieme con Gesù. Facevo una lunga via e in questo cammino ora camminavo con Gesù, ora mi trovavo con la Mamma Regina. Se mi scompariva Gesù mi trovavo la Mamma, e se scompariva la Mamma mi trovavo Gesù. In questo cammino molte cose mi hanno detto. Gesù e la Mamma erano molto affabili, con una dolcezza che incantava. Io ho dimenticato tutto, le mie amarezze e anche la loro stessa privazione; credevo di non più perderli. Oh, come è facile dimenticare il male davanti al bene! Ora, all’ultimo del cammino, la Celeste Mamma mi ha preso in braccio –io ero piccina, piccina– e mi ha detto: “Figlia mia, voglio corroborarti in tutto”, e pareva che con la sua santa mano mi segnasse la fronte, come se scrivesse, e vi mettesse un sigillo; poi, come se mi scrivesse negli occhi, nella bocca, nel cuore, nelle mani e piedi, e poi vi metteva il sigillo. Io volevo vedere ciò che Lei mi scriveva, ma non sapevo leggere quello scritto. Solo alla bocca ho visto due lettere, che dicevano ‘annientamento di ogni gusto’, ed io subito ho detto: “Grazie, o Mamma, che mi togli ogni gusto che non sia Gesù”. Volevo capire altro, ma la Mamma mi ha detto: “Non è necessario che tu sappia; abbi fiducia in Me. Ti ho fatto ciò che ci voleva”. Mi ha benedetta ed è scomparsa, e mi sono trovata in me stessa. (12°, 25-12-1920)
a cura di P. Pablo Martín
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