lunedì 1 luglio 2019

L'INFERNO VISTO DAI SANTI



PERCHÉ È UTILE IL PENSIERO DELL'INFERNO 

Ma, in concreto, perché è utile il ricordo e la riflessione sull'inferno? Soprattutto perché tale pensiero aiuta potentemente a tener lontano e a vincere tutte le suggestioni del male, del peccato che, a volte, sono tali da travolgere anche i più radicati nel bene. E il peccato - lo si sa - è il vero e più terribile nemico dell'uomo, perché strumento di sicura dannazione e l'unico grande ostacolo alla comunione con Dio e alla vita autentica dello spirito. 
Naturalmente, invitando a riflettere e a parlare di inferno, non si può dedurre, come già detto, che tutto - nella religione cattolica - è basato sul terrore. Gesù, anche quando parla dell'inferno, parla per salvare le anime, indicando loro la via della salvezza. 
E tutto ciò è sempre amore che incita, incoraggia, corregge, esorta. E chiunque può, così deve impostare la sua vita sui grandi misteri e beni della speranza cristiana. 
Bisogna ringraziare il Signore anche per queste visioni o apparizioni avute dai Santi, essendo per tutti anche - come vedremo - dei richiami di amore, delle prospettive aperte su realtà che riguardano gli uomini di tutti i tempi e di ogni condizione. A chi si danna il Signore non può che ripetere quelle parole della Scrittura: "Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto?" (Is 5,4). 

Ma esiste veramente l'inferno? 
Sono tanti oggi, anche tra fedeli che frequentano la Chiesa e Sacramenti, a negare l'esistenza dell'inferno. A parte ogni altra motivazione, sembra impossibile che Dio, infinitamente buono e misericordioso, possa e voglia condannare inesorabilmente e per sempre a un supplizio eterno che nessun'immagine o parola può descrivere. 

Padre Antonio Maria Di Monda

Il tuo Sangue scenda sopra tutti



IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO

Eccomi, o Gesù, a pié della tua Croce, accanto a Maria, a Giovanni, alla Maddalena.
Eccomi, o Gesù, con le braccia tese verso di Te, nel desiderio di partecipare a' tuoi martiri, nel desiderio di sollevarTi dai tuoi spasimi, nel desiderio di consolarTi.
O Gesù, splendore eterno del Padre, maestà e bellezza infinita che Ti sei ridotto in così umile stato e in così profonda abiezione; Gesù, martire divino per i miei peccati, vittima di tutte le colpe umane, abbi pietà di me.
Il Sangue prezioso, che sgorga dalle tue ferite, discenda sull'anima mia, la purifichi, la renda bella a' tuoi occhi, pura e santa.
Sangue prezioso, versato per redimere tutto il mondo, scendi sopra di me: io voglio ripetere con fervore e con speranza, per adorazione e per riparazione le parole dei tristi giudei.
Il tuo Sangue, o Gesù, scenda sopra di me e sopra di tutti, cancelli le nostre colpe, ci renda grati a' tuoi benefici, fedeli alla tua grazia, perseveranti nel bene, forti nella prova, generosi nel sacrificio e nella pratica della virtù.
Sangue prezioso di Gesù, corrobora e difendi e rendi vittoriosa la Chiesa, converti i peccatori, salva tutto il mondo.
«Sanguis Christi, inebria me». q. 1: s.d.

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO


Maria, Regina della pace



O Maria, Regina della pace,
noi ti supplichiamo con fiducia.
Supplica pace per noi.
Oggi,
tu conosci il dolore degli uomini,
tu ascolti il grido dei poveri,
tu esaudisci la preghiera dei piccoli.
Supplica pace per noi.
Guarda alla nostra miseria,
soccorrici quando l’odio ci acceca.
Insegnaci ad operare la pace;
guidaci verso il dialogo;
sostienici nel rispetto di ogni persona
al di sopra delle differenze, delle razze,
delle religioni, delle culture.
Tu, Madre che hai sofferto con Tuo Figlio,
tu, partecipe dei frutti 
della redenzione di Cristo,
prega perché risorga la nostra pace,
prega perché vinca la pace 
sul regno della violenza.
Tu, Sposa dello Spirito, nostra vita,
tu, Madre di Cristo, il redentore,
tu, Regina fra i santi nel regno della pace. 
Amen.

Figli miei, decidetevi adesso, durante la vostra vita terrena, per Mio figlio.



Maria Madre di Dio

La vera gioia è in Mio figlio. Solo Lui può farvi sentire realizzati pienamente. Non troverete mai la piena soddisfazione e gioia senza di Lui.

Perfino allora,  quando nell'ora della Decisione il Mio figlio si mostrera’ a voi, molti penseranno di non dover Lo seguire e guidati dai loro stessi errori, che li rendono prigionieri, andranno di loro spontanea e libera volontà, alla Dannazione eterna.

Figli miei, decidetevi adesso, durante la vostra vita terrena, per Mio figlio.

Amate Lo e verrete amati come non l'avete ancora mai provato qui sulla terra. 

GUARDARSI DALLE VANE SPERANZE E FUGGIRE LA SUPERBIA



Chi mette la sua fiducia negli uomini e nelle altre creature è un insensato. Non ti rincresca di star sottoposto ad altri, per amore di Gesù Cristo, e di sembrare un poveretto, in questo mondo. Non appoggiarti alle tue forze, ma salda la tua speranza in Dio: se farai tutto quanto sta in te, Iddio aderirà al tuo buon volere. Non confidare nel sapere tuo o nella capacità di un uomo purchessia, ma piuttosto nella grazia di Dio, che sostiene gli umili e atterra i presuntuosi. Non vantarti delle ricchezze, se ne hai, e neppure delle potenti amicizie; il tuo vanto sia in Dio, che concede ogni cosa, ed ama dare se stesso, sopra ogni cosa. Non gonfiarti per la prestanza e la bellezza del tuo corpo; alla minima malattia esse si guastano e si deturpano. Non compiacerti di te stesso, a causa della tua abilità e della tua intelligenza, affinché tu non spiaccia a Dio, a cui appartiene tutto ciò che di buono hai sortito dalla natura. Non crederti migliore di altri, affinché, per avventura, tu non sia ritenuto peggiore dinanzi a Dio, che ben conosce quello che c'è in ogni uomo (cfr. Gv 2,25). 
Non insuperbire per le tue opere buone, perché il giudizio degli uomini è diverso da quello di Dio, cui spesso non piace ciò che piace agli uomini. 
Anche se hai qualcosa di buono, pensa che altri abbia di meglio, cosicché tu mantenga l'umiltà. Nulla di male se ti metti al di sotto di tutti gli altri; molto male è invece se tu ti metti al di sopra di una sola persona. 
Nell'umile è pace indefettibile; nel cuore del superbo sono, invece, continua smania e inquietudine. 

 L'Imitazione di Cristo

LEGGENDA PERUGINA



( COMPILAZIONE DI ASSISI )

DURO CON SE STESSO, TENERO CON I FRATELLI

E veramente i primi frati e quanti vennero dopo di loro, per molto tempo, erano soliti strapazzare il proprio corpo non solo con una esagerata astinenza nel mangiare e nel bere, ma anche rinunciando a dormire, non riparandosi dal freddo, lavorando con le loro mani. Portavano direttamente sulla pelle, sotto i panni, cerchi di ferro e corazze, chi poteva procurarsene, o anche i più ruvidi cilizi che riuscivano ad avere.
Ma il padre santo, considerando che con tali asprezze i fratelli avrebbero finito per ammalarsi,  –  e taluni in breve tempo erano effettivamente caduti infermi, – durante un Capitolo proibì loro di portare sulla carne null’altro che la tonaca.
Noi che siamo vissuti con lui, siamo in grado di testimoniare a suo riguardo che, dal tempo che cominciò ad avere dei fratelli e poi per tutta la durata della sua vita, usò discrezione verso di loro bastandogli che nei cibi e in ogni altra cosa non uscissero dai limiti della povertà e dell’equilibrio, cosa tradizionale tra i frati dei primordi. Quanto a se  stesso,  invece,  dal  principio  della  conversione,  prima  di  avere  dei  fratelli,  e ininterrottamente per tutto il tempo che visse, fu molto duro, sebbene fin da ragazzo fosse fragile e debole di costituzione, e quando era nel mondo non potesse vivere se non usandosi molti riguardi.
Una volta, notando come i frati già debordavano dai limiti della povertà e della discrezione  sia  nei cibi che  nelle  altre  cose, disse  ad  alcuni,  con  l’intenzione  di rivolgersi a tutti: «Non pensano i fratelli che al mio corpo sarebbe necessario un vitto speciale? Eppure, siccome devo essere modello ed esempio per tutti i fratelli, voglio che mi bastino alimenti da povero e oggetti grossolani ed esserne contento».

Traduzione di VERGILIO GAMBOSO

DEVOZIONE AL PREZIOSISSIMO SANGUE



Vorrei avere mille lingue per intenerire ogni cuore verso il Sangue Preziosissimo di Gesù. E' questa una devozione fondamentale che abbraccia tutte le altre: essa è la base, il sostegno, l'essenza della pietà cattolica. La devozione al Preziosissimo Sangue, ecco l'arma dei nostri tempi! (Scritti).
Oh! quanto mi interessa questa divozione. Io debbo confessarlo, ciò che ho nella mia limitazione (di forze, danaro, capacità) tutto me lo impiego per sì gran bene. Questo è il prezzo della Redenzione, questo il motivo della mia fiducia onde salvarmi; a questa divozione io voglio consacrare la mia vita e per applicare il Divin Sangue sono io sacerdote. (Let. 5, f. 71).
In tutto l'Orbe il Divin Sangue ha da ripurgare la terra. Ecco in che consiste lo spirito della divozione nostra. (Cr. pag. 358).
Non v'ha poi dubbio che la divozione del Divin Sangue è la mistica arma dei tempi: ipsi vicerunt draconem propter Sanguinem Agni! Ed oh! quanto più dobbiamo propagarne le glorie. (Let. 8).
Il Signore in ogni tempo ha suscitato delle divozioni atte a porre argine al torrente delle iniquità. Ma se in altri tempi la Chiesa la vediamo... combattuta or contro un dogma or contro un altro, nei tempi nostri però la guerra è alla Religione nella totalità, è al Crocifisso Signore. Convien dunque riprodurre le glorie della Croce e del Crocifisso... ora necessita ridire ai popoli a qual prezzo sian ricomprate le anime. Convien far conoscere per quali vie il Sangue di Gesù monda le anime... convien rammentare che questo Sangue si offre ogni mattina sull'altare. (Regol, pag. 80).
Ecco a che attende la nostra divozione, il nostro titolo! Questo Divin Sangue si offre di continuo nella Messa, questo si applica nei Sacramenti; questo è il prezzo della salute; è, per ultimo (infine), l'attestato dell'amor di Dio fatto Uomo. (Cr. pag. 186).
Se gli altri Istituti si danno carico di propagare chi l'una chi l'altra divozione, questo delle Missioni deve essere inteso alla propagazione di quella divozione che tutte le altre racchiude, del prezzo cioè di nostra Redenzione. (L. f. 226).
Questo Titolo (del Prez.mo Sangue da dare all'Istituto) deriva da ciò che abbiamo nelle S. Scritture: Ci hai redenti, o Signore, col tuo Sangue e ci hai fatto Regno per il nostro Dio e sacerdoti. Noi dunque ecclesiastici siamo insigniti del carattere sacerdotale per applicare alle anime il Divin Sangue. Questo si offre nel Divin Sacrificio e questo si applica nei Sacramenti, questo è il prezzo di redenzione, questo è ciò che presentar possiamo al Divin Padre per la riconciliazione dei peccatori... In questa devozione noi abbiamo i tesori della Sapienza e della Santità, in questo il nostro conforto, la pace, la salute. (Regolaidea generale dell'Opera pag. 6).
Questa divozione si è di essenza nel Cristianesimo, venerata dalla Chiesa, quam acquisivit Sanguine suo... Prescrisse Iddio agli Ebrei di tingere in Egitto di sangue le loro porte, per essere liberi dalla spada vendicatrice, in quantoché si allude a quel mezzo di eterna salute, che avrebbe liberato le anime nostre dalla schiavitù dell'inferno. A ciò aggiungesi quello che avverte l'Apostolo, che se il Sangue dei capri e dei vitelli santifica ciò che è immondo, quanto più il Sangue di Cristo monderà le nostre anime? Basta concludere con S. Bernardo: Il Sangue di Cristo grida come una tromba e con S. Tommaso: Il Sangue di Cristo è la chiave del Paradiso. Ma non conviene, per dir tutto in poco, ciò che avverte S. Paolo: Pacificando col Sangue della sua Croce sia ciò che è nella terra, sia ciò che è nei Cieli?
I peccatori ne abusano orrendamente ed il Signore va dicendo nel trasporto del suo amore: quale utilità nel mio Sangue? Dunque vi sia chi ne procuri con sacro solenne culto l'adorazione di compenso ed insieme ne predichi ai popoli le glorie, facendo rilevare che in questa devozione è compendiata la fede istessa. Infatti in essa fan centro gli oracoli profetici, i vaticini, i sacrifici dell'antica alleanza: Laverà nel vino la sua stola e nel sangue dell'uva il suo pallio... Che fece Mosè? Prendendo il libro lo asperse di sangue dicendo... questo è il sangue del testamento che vi inviò Dio... Tutto sarà mondato nel sangue... e senza effusione di sangue non ci sarà perdono. (Regol. pag. 80/r).
Vedo talvolta nella mia mente una moltitudine di operai evangelici che vanno gradatamente per tutta la terra col calice santo di Redenzione, offrendo al Divin Padre il Divin Sangue... ed insieme applicandolo alle anime... e mentre tanti abusano del prezzo di Redenzione vi sia uno stuolo di anime che cerchino di compensare i torti che riceve Gesù. (Cr. pag. 364).
Le altre divozioni sono tutti mezzi a facilitare la pietà cattolica, ma questa si è la base, il sostegno, l'essenza. Le altre divozioni, prodotte nei vari tempi, presentano un'epoca di principio, sempre santo, sempre lodevole; questa è così antica che rimonta fin dal momento che Adamo peccò e perciò fu chiamato Gesù: Agnello svenato fin dalla creazione del mondo! (Regol. pag. 80).
E' il Divin Sangue l'offerta da presentarsi all'Eterno Genitore, essendo scritto: Pacificans per sanguinem crucis eius sive quae in coelis, sive quae in terris sunt. Questa divozione dirò così, apre le porte della divina Misericordia ed addita l'unico mezzo stabilito alla conciliazione: Giustificati nel suo Sangue saremo per esso salvi dall'ira. (Cr. pag. 409).
Con le opere apostoliche si cerca dare un culto di compenso ai Misteri di nostra redenzione, dei quali tanto si abusano i peccatori, si risveglia nelle anime l'idea grande dell'inestimabile prezzo di nostra eterna salute. Ci hai redenti col tuo Sangue... Siete stati infatti comprati...; si animano i traviati a sperare il perdono dei falli commessi, mentre: Cristo ci ha amati e ci ha lavati nel suo Sangue. S. Caterina da Siena, ai tempi dello scisma, ebbe lume dal Signore che a quella divozione era legata la pace della Chiesa. (Regol. pag. 69).
La devozione al Sangue di Cristo apre le porte alla divina misericordia; di questa devozione abbiamo oggi bisogno per impetrare le grazie del Signore; per essa oh! quante benedizioni del clementissimo Iddio! Se i popoli tornano nelle braccia della misericordia e si mondano nel Sangue di Gesù Cristo tutto si accomoda: perciò i ministri del Santuario devono applicare alle anime il Sangue divino e manifestare i frutti della misericordia. (Scritti).
Il Signore ci presenta il Mar Rosso (simbolo del mistero del suo Sangue) per il quale si coltiva e innaffia la mistica terra inaridita delle anime per le colpe e si appresta al peccatore la strada onde uscir dall'Egitto (immagine del mondo corrotto) e al penitente, non che alle anime ardenti di amore verso Gesù, si dà stimolo ed eccitamento ad andar naufraghi in questo misterioso mare, onde essere trionfo della bontà di un Dio Redentore. (Scritti).
Nei tempi attuali pubblica recita della Coroncina, divozione e culto del Divin Sangue! Nel Mese di giugno (allora era giugno il mese consacrato al P. Sangue) si animino i popoli a meditare i misteri dell'amore di Gesù nell'averci redento con prezzo inestimabile del suo Divin Sangue.
Preghiamo nell'imminente mese perché il Divin Sangue operi prodigi. (Lett. 1,125).

SCRITTI DI SAN GASPARE

Il messaggio della Beata Vergine Maria "Madre Amorosa" alle religiose



"Alle Mie figlie religiose: voi siete care al Mio Cuore Materno. Io vi chiedo di rafforzarvi nella fede e nella fiducia in Mio Figlio. Non fate sì che le vostre croci quotidiane vi allontanino da Mio Figlio, ma piuttosto rinnovatevi nella Sua Croce d’Amore. Lasciate che il Santo Sacrificio di Mio Figlio vi fortifichi.
Come vostra Madre Amorosa, vi abbraccio. Venite a Me in modo che Io vi possa avvicinare a Mio Figlio.
Mantenete i vostri voti e le promesse che avete fatto. Vivete in umiltà, servizio e obbedienza.
Sarete messe alla prova molte volte. Gioite mentre salite i gradini della virtù. Il vostro Calvario termina nella braccia di Mio Figlio. Io sono qui per aiutarvi ad ogni passo che fate lungo questa strada.
Vi amo teneramente. Restate pure, non cercando le ricchezze del mondo. Fate in modo che il vostro cesto sia colmo di virtù.
In questo giorno, vi dono grazie speciali per adempiere alla Volontà di Mio Figlio verso di voi".

13 ottobre 1998  apparizioni di Conyers

Le spose di Gesù



Sposa del Crocifisso

Tu, come sposa di Gesù, sei chiamata a portare con Lui il peso del mondo. Devi sentirti responsabile della salvezza dell’intera umanità come madre di tutte le anime. Essere sposa di Gesù ti rende corredentrice e devi pregare e soffrire per la salvezza di tutti. Ogni giorno devi somigliare sempre più a Gesù, devi trasformarti in Lui. Il Padre vuole riprodurre in te l’immagine di suo Figlio (Rm 8, 29).
E, quando hai dei problemi e sei nella sofferenza, rivolgiti a Gesù e sfogati con Lui. Egli è il tuo sposo e ti comprende e vuole aiutarti, consolarti. E ti dirà: «Non aver paura, non temere, perché io sono con te e TI AMO» (Is 43, 4-57). Quando ti trovi nel deserto, nella tenebra, quando credi che egli si è allontanato da te, che non ti vuole più bene, che ti ha abbandonato a causa dei tuoi peccati..., ascolta le sue parole: «Sei preziosa ai miei occhi perché sei degna di stima ed io TI AMO MOLTO. Darei uomini al tuo posto e nazioni in cambio della tua vita» (Is 43, 4).
In quei momenti difficili fai degli atti di fede, sforzati di amarlo, anche se non lo vedi e non lo senti. Digli che lo ami, leggi qualcosa che ti parli del suo amore..., ma non lasciarti vincere dal sonno dalla stanchezza o dalla comodità. Prega, anche se non ne hai voglia. Porta in silenzio la sofferenza della tua solitudine e offrigli il tuo dolore, come un fiore che lo consoli per tante offese... ed egli si sentirà felice, perché sarà molto vicino a te, ai piedi della tua croce. Non sfuggire le sofferenze perché sono le carezze del tuo sposo. Il dolore è una dichiarazione d’amore, un bacio del tuo Gesù crocifisso. «Quando arriverai a tal punto che il dolore ti sembrerà dolce e piacevole per Cristo, allora avrai trovato il paradiso sulla terra» (Kempis II - 12,11).
Non dimenticare che sei sua sposa e che non puoi sfuggire dalla croce, perché ti allontaneresti da Lui. Ti sei forse stancata di amarlo e di soffrire per Lui? E se Egli si stancasse di amare te? Perciò, fai delle piccole mortificazioni, controlla il tuo sguardo, la tua curiosità, mantieni il silenzio e persegui la modestia, privati di qualcosa che ti piace... Cerca di scegliere non ciò che è più facile, ma ciò che è più difficile; non ciò che è più saporito, ma ciò che è più insipido; non ciò che è più piacevole, ma ciò che non dà piacere, come consiglia san Giovanni della Croce. «È un vero peccato vedere delle anime come delle ricche navi, cariche di opere e di esercizi spirituali, di virtù e grazie ricevute da Dio, che, non avendo il coraggio di staccarsi da qualche piacere o affetto o comodità, non vanno avanti e non arrivano al porto della perfezione» (1 S 11, 4).
Tu, un giorno, ti sei consacrata a Gesù e hai preso l’impegno di essere santa. Ciò significa che ti sei messa nelle sue mani senza condizioni, gli hai dato il permesso di crocifiggerti con Lui.
Non volgerti indietro. Se tu lo facessi, non solo falliresti con Gesù, ma anche con tutti i tuoi figli del mondo intero, che hanno bisogno di te. Perciò, rinnova costantemente durante la messa la tua offerta di «vittima viva a lode della sua gloria» (Preg Euc IV).
Il tuo sposo divino aspetta che la tua alleanza con Lui arrivi fino al massimo grado del Matrimonio mistico dei santi. Cos’aspetti? Perché hai paura di consegnarti totalmente all’amore? Ti spaventa la parola vittima? Se vuoi, usa la parola «offerta permanente», abbandono totale o quella che vuoi, ma consegnati a Lui senza condizioni. Hai bisogno soltanto del permesso del confessore o del direttore spirituale.
Ricorda che essere «offerta permanente» significa che tutta la tua vita è di Gesù. Tutti ed ognuno dei tuoi pensieri devono essere di Gesù. E allo stesso modo ogni tuo desiderio, parola, sguardo, azione, dolore e gioia deve essere di Gesù e per Gesù. Non permetterti di fare qualcosa che lo offenda, nemmeno col pensiero. Egli ti ricompenserà. 
Tuttavia, molte religiose si spaventano dinanzi alla consegna totale, all’abbandono totale, perché temono che il Signore le prenda in parola e perché, inoltre, dicono che questo aspetto è già incluso nei voti religiosi. Questo è vero, ma questi voti vanno vissuti fino in fondo. La cosa triste è che abbiamo paura dell’amore tenero e misericordioso di Gesù, che sa meglio di noi ciò che ci conviene. Potrà inviarci malattie che peseranno su chi dovrà accudirci? Potrà renderci inutili con la quantità di lavoro che dobbiamo svolgere? Gesù saprà pagarci come solo Lui sa fare; ma abbiamo fede e fiducia in Lui perché non si lascerà vincere in generosità.
Occorre evitare ad ogni costo considerazioni troppo umane, perché non siamo una ditta che deve guadagnare, ma dobbiamo salvare anime e santificarci. Non cadiamo nell’errore della gente del mondo, che non comprende la nostra vita perché non vede frutti sociali od economici e preferisce le religiose di vita attiva.
Una vera anima vittima fa di più per la santificazione della sua comunità di cento anime mediocri. Essa è la gioia del suo Sposo ed ottiene dal cielo più beni di migliaia e milioni di giusti ordinari, che non fanno altro che purgare i propi errori. Questa è una benefattrice dell’umanità e la sua vita è una benedizione per il mondo. Per questo «Il Signore annunzia: dirigerò verso Gerusalemme un fiume di prosperità e le ricchezze delle nazioni come un torrente in piena» (Is 66, 10).
Diciamo ora, con fede e confidenza, insieme a santa Teresa:

«Eccoti qui il mio cuore,
metto nel palmo della tua mano
il mio corpo, la mia vita e la mia anima, 
le profondità del mio essere ed il mio amore.
Dolce Sposo e Redentore,
poiché mi sono offerta a te,
cosa vuoi che avvenga di me?»

Padre Angel Peña

Il Sacro Cuore



Conquiste del Sacro Cuore

La prima approvazione ufficiale

Alla fine, la pazienza fu premiata. Nel 1758 fu eletto Papa Clemente XIII, membro della Confraternita del Sacro Cuore.
Incoraggiati dal fatto, nel 1762 questa Confraternita promosse nuove petizioni al Papa. Queste petizioni erano sottoscritte non solo dai vescovi polacchi e da 150 illustri membri del clero, ma anche da un nutrito gruppo di sovrani europei La Sacra Congregazione dei Riti, pressata dal Papa stesso, il 25 gennaio 1765 accolse la richiesta, concedendo la Messa e l’Ufficio del Cuore di Gesù al Regno di Polonia e alla Confraternita del Sacro Cuore, e poi anche all’ Ordine della Visitazione. Il successo della devozione è confermato dalla stessa approvazione vaticana, che così comincia: «Vedendo il culto del Sacro Cuore già diffuso in quasi tutte la parti del mondo cattolico, comprendendo che la concessione di una Messa e di un Ufficio non ha altro effetto che quello di ampliare il culto già stabilito e di rinnovare simbolicamente il ricordo del divino amore, mediante il quale il Figlio unigenito di Dio ha assunto l’umana natura e, obbedendo fino alla morte, ha dato come esempio agli uomini la mitezza e l’umiltà del suo Cuore,...» 56
Questa prima approvazione ovviamente contribuì molto a superare le diffidenze e le avversioni. 

Guido Vignelli

IL VANGELO DALLA SINDONE



L'OPERA DEL PADRE


1. La creazione dell'universo

L'opera specifica del Padre è la creazione, è il «Fiat lux» (sia fatta la luce) con cui fece esplodere la luce, lanciandola in tutte le direzioni e materializzandola lungo questa corsa, cosí da formare i quasars e le galassie; le stelle dentro le galassie, e i sistemi planetari attorno alle stelle, almeno quello nostro attorno al sole.
Oggi tutti sappiamo che i quasars sono lo stadio primordiale delle nebulose; che la loro luce, giungendo a noi dopo miliardi di anni dagli estremi confini dello spazio, ci rivela come essi erano quando da essi partí; che tale luce ci fa conoscere come era nello stesso tempo la nostra nebulosa.
Oggi tutti sappiamo che esistono almeno un miliardo di nebulose; che il diametro dell'universo esplorato è di circa 15 miliardi di anni luce; che ogni nebulosa ha da 50 a 200 miliardi di stelle; che ogni stella è oltre un milione di volte piú grande della nostra terra; che in ogni nebulosa ci sono meraviglie che qui non è il luogo di descrivere (le stelle giganti, le nane, i pulsar, i buchi neri, i buchi bianchi); che la nostra nebulosa è formata da circa 200 miliardi di stelle; che esse sono distanti l'una dall'altra molti anni luce; che il diametro della nostra nebulosa è di oltre 100.000 anni luce; che il nostro sole è di 1.300.000 volte piú grande della terra e dista dalla terra appena 8 minuti - luce.
Giustamente dice Eccles, premio Nobel per le Scienze: «La mia idea è che nell'origine e nella storia dell'universo si manifesti un grande disegno. Noi non siamo semplici creature del caso e della necessità ma partecipiamo in un ruolo centrale al grande dramma cosmico».
Il grande disegno è quello del Padre che tutto prepara per creare e far vivere gli uomini.
Il grande dramma cosmico è quello della Croce. 

2. La creazione della terra

Non abbiamo ancora imparato a meravigliarci, e tutto quello che vediamo non ci dice nulla.
Lo scienziato è colui che si sa meravigliare. Egli si meraviglia delle minime cose e dei minifenomeni che osserva, cerca di darsene una spiegazione, risale alle cause prossime e cosí fa le sue scoperte.
Il mistico è colui che guarda stupito tutto ciò che vede, il vento e l'acqua, le pianure e i monti, i fiori e le stelle, risale alla causa prima, Dio e lo loda e lo ringrazia. Come ha potuto Dio da un mare di fuoco ricavare l'acqua, la neve, i fiori, le pecorelle e tutto quanto esiste? Tutto il creato è cosí meraviglioso che, conoscendolo bene, non si finisce mai di sbalordirci.
E tutto è in rapporto a noi, tutto è creato per darci la possibilità di nascere, di vivere e di svilupparci: la grandezza dell'universo, il sistema solare, la grandezza della terra, i minerali della crosta terrestre, i vegetali, gli erbivori, i carnivori, ecc.
Tutto era necessario, indispensabile per la nostra esistenza. Tutto all'occhio superficiale sembra semplice, ma tutto è complicato all'inverosimile: l'intima costituzione di un atomo, la formazione delle acque, delle nubi, dei ghiacci, dei venti nel pianeta terra, la struttura di un filo d'erba, di un albero, di un fiore, di un frutto, di un insetto, di un animale, della serie infinita di vegetali e di animali, e la loro reciproca universale interazione. Ma dove le meraviglie raggiungono il culmine è soprattutto nell'uomo. Per conoscere a fondo i vari membri, i vari organi, i vari sensi dell'uomo, la loro intima costituzione, la loro interazione, l'interazione tra corpo e psiche si è resa ormai necessaria una grande quantità di specializzazioni. L'uomo intelligente, informato di quanto oggi si conosce, onesto, non può che sbalordirsi ovunque posi lo sguardo, non può trovare altra spiegazione di tutto che in Dio, nella sapienza e nella provvidenza infinita di lui e di tutto lo loda e lo ringrazia. Aveva ben ragione S. Francesco d'Assisi di rimanere estatico dinanzi alla natura e esplodere in quel meraviglioso cantico delle creature che ogni cristiano dovrebbe imparare a memoria e recitare spesso: Altissimo, onnipotente, bon Signore tue so' le laude, la gloria e l'onore et onne benedizione. Ad te solo Altissimo, se confano et nullo omo ene dignu te mentovare. Laudato si, mi Signore, cum tucte le tue creature, spezialmente messer lo frate sole, lo quale jorna, et allumini per lui; et ellu è bellu e radiante cum grande splendore; de te, Altissimo, porta significazione. Laudato si, mi Signore, per sora luna e le stelle; in celu l'hai formate clarite et pretiose et belle. Laudato si, mi Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et omne tempo, per le quale a le tue creature dai sustentamento. Laudato si, mi Signore, per sora acqua, la quale è molto utile et umile et preziosa e casta. Laudato si, mi Signore, per frate focu, per lo quale enallumini la nocte, et ellu è bello, et jucundo et robustoso e forte. Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sostenta et guberna e produce diversi fructi, con coloriti fiori et erba. Laudato si, mi Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore e sustengono infermitate e tribolazione. Beati quelli che sosterranno in pace, ca de te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si, mi Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullo omo vivente po' scappare. Guai a quilli, che morranno ne le peccata mortali. Beati quilli che se troverà ne le sue sanctissime volutanti; ca la morte secunda no'1 farrà male. Laudate et benedicite mi Signore, e ringraziate, e serviteli con grande umilitate.
Tutti questi stupendi capolavori di Dio non potevano essere destinati a scomparire.
Questo universo immenso e questo mondo bellissimo nei quali viviamo, e questi nostri corpi cosí meravigliosi non potevano avere la sorte del fiore del campo che oggi è, e domani non è piú.
Ecco perché Dio nella sua infinita sapienza e nel suo infinto amore ha voluto la resurrezione nostra. E alla nostra resurrezione creerà la cornice adatta per la nostra felicità e cioè «Cieli nuovi e terra nuova» (2Petr. 3,13) immensamente piú belli di quelli esistenti.

3. L'amore infinito del Padre

Gesú ci parla del tenerissimo amore del Padre per spingerci ad amarlo e a collaborare all'opera sua di salvezza che coincide col suo regno.
« Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale piú del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non cantate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste cosí l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai piú per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt. 6, 25-33).
Quindi ci rivela il culmine di tale amore, che è la passione di Gesú. «Cosí Dio ha amato il mondo da dare per esso il suo Figlio» (Gv. 3,16). 
Qui ci troviamo dinanzi all'inconcepibile. Immagina un re che, per risparmiare un gruppo di suoi sudditi ribelli rei di morte, propone al suo dilettissimo unico figlio di morire in loro vece; e il figlio accetta. Non sappiamo se ammirare di piú il Padre o il Figlio. Veramente l'amore di Dio è infinito. «Dio è amore (Gv. 4,16).

4. La novità del cristianesimo

Il celebre naturalista ateo Jan Ronstand, richiesto se fosse stupito dalla presenza del male sulla terra, rispose: «Non che esista il male. Al contrario, il bene mi stupisce. Che talvolta appaia, come dice Schopenhauer, il miracolo della pietà. È piuttosto il bene che mi fa dire che non tutto è molecolare. La presenza del male non mi disturba, ma i piccoli lampi di bontà, questi lampi di pietà costituscono per me un grande problema ».
Non esiste in natura qualcosa non orientata e non finalizzata alla propria esistenza e alla propria conservazione: sia nei minerali che nei vegetali, sia negli animali che nell'uomo.
Ora il piú delle volte in natura « la morte tua è la vita mia », come nel pesce grosso che vive mangiando il pesce piccolo. Questo principio universale lascia tranquillo Ronstand per la presenza del male nella terra.
È l'amore disinteressato ciò che la terra non può produrre. Esso è la grande rivelazione che ci viene dalla passione di Gesú; e comincia nella terra per esso l'opera diretta dall'esempio e dal comandamento di Gesú.
La novità del cristianesimo è tutta li: nella rivelazione dell'amore disinteressato di Dio verso l'uomo che lo porta a dare il suo figlio unigenito per salvarci; è nell'amore disinteressato dell'uomo, che porta l'uomo ad amare Dio non piú per averne un'utilità (salute, benessere, ecc.), ma perché Dio merita di essere amato, e ad amare il prossimo altrettanto gratuitamente, non per averne un contraccambio o un'utilità qualsiasi, ma soltanto per pietà verso lui e per amore verso Gesú presente in ogni uomo. A tal fine Gesú esorta tutti i suoi discepoli a pregare ogni giorno cosí: « Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo cosí in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male ».

Preghiera per salvarci dalla persecuzione



Oh Gesù salva i figli di Dio dall’Anticristo. 
Proteggici dai piani per il controllo della terra. 
Signore, salvaci dalla persecuzione. 
Proteggi le anime scure dall’anticristo,  
in modo che possano essere riscattati ai Tuoi occhi. 
Aiutaci nella nostra debolezza. 
Rafforzaci nello spirito per crescere e portarci a vicenda,  
mentre marciamo nel Tuo esercito verso le porte del Paradiso. 
Ho bisogno di Te Caro Gesù. 
Ti amo Caro Gesù. 
Glorifico la Tua presenza sulla terra. 
Rifuggo le tenebre. 
Ti adoro e Mi abbandono nel corpo e nello spirito, 
in modo che Tu possa rivelarmi la verità della Tua presenza  
in modo da avere sempre fiducia nella Tua Misericordia in ogni momento. 
Amen. 

Lo spirito maligno di Gezabele farà tutto il possibile per infiltrarsi nella Mia Chiesa sulla terra



Mia amatissima figlia, lo spirito maligno di Gezabele ha programmato un grande assalto contro la Mia Missione per salvare le anime. 

Questa traditrice e distruttrice, dei profeti di Dio, si è stabilita sulla terra quale insegnante di Dio e si manifesta in mezzo al Mio popolo per sedurlo e condurlo lontano dalla Mia Chiesa, in quella che sarà la più grande apostasia di tutti i tempi. Ella sarà responsabile dell‟adulterio che la Mia Chiesa commetterà con i principi di un mondo laico, adulterio che porterà ad un‟unione che per Dio è non solo ripugnante ma addirittura un abominio ai Suoi Occhi. 

Presente sia nel cuore degli uomini che delle donne, Gezabele è uno dei demoni più malvagi, intelligenti e furbi nella gerarchia di Satana, e lavora in molti modi per indurre in errore il Mio popolo. Ella lavora con un gruppo che afferma di essere Mio, ma che è coinvolto in una setta satanica. Esperta in teologia, questo spirito demoniaco parla a questo gruppo facendo uso di diversi linguaggi e provoca grande confusione, ferite e divisioni tra coloro che hanno accettato il Mio Calice. Questi sedicenti esperti della Mia Parola non vengono da Me e, mentre il loro odio verso di Me è evidente dalle oscenità che fuoriescono dalle loro bocche, ci sono altri modi con cui cercheranno di danneggiare la Mia Missione finale. 

Riconoscerete questo nemico di Dio dai continui tentativi di dichiarare che i suoi seguaci sono profeti di Dio. Molti di loro si faranno avanti e dichiareranno che Io, Gesù Cristo, parlo attraverso di loro. Gezabele prospererà e genererà menzogne, trasmettendo il suo spirito malvagio ed arrogante ai sedicenti profeti, che tenteranno allora di strumentalizzare questa Missione per dare legittimità alla loro voce. 

Lo spirito maligno di Gezabele farà tutto il possibile per infiltrarsi nella Mia Chiesa sulla terra, servendosi di ogni tattica inimmaginabile. Attraverso la sua influenza, porterà lontano da Me molte anime buone appartenenti alla Mia Chiesa e minerà la Parola di Dio. Lavorando in mezzo agli uomini ed alle donne, ella farà uso della magia e della stregoneria, per creare la sensazione di fare dei miracoli. Esso sarà ancora un altro Mio avversario che, sotto l‟influenza di Baal, cercherà di danneggiare gli autentici veggenti e profeti di Dio nella battaglia finale per la salvezza delle anime. 

Guardatevi da coloro che si vantano della loro conoscenza della teologia e che hanno il coraggio di dire che vengono da Me, quando tutto ciò che esprimono scaturisce dalla gelosia e da un odio intenso verso i profeti di Dio. Tali anime possedute cercheranno di manipolarvi e di intimidire chiunque si opponga a loro. Se continuerete a seguire la Mia missione finale sulla terra per la salvezza delle anime, esse faranno tutto il possibile per sfinirvi. 

Coloro che sono sotto l‟influenza dello spirito di Gezabele lavoreranno senza sosta, per attaccare Me. Questo spirito malvagio, attraverso le anime deboli che cattura, si servirà di diabolici strumenti per calunniare, sminuire ed incitare all‟odio contro coloro che Mi seguono. 
Fuggite, quando vi trovate di fronte a queste anime infestate. Non li sottovalutate, perché, sotto l‟influenza di Gezabele, cercheranno di causare dei danni inimmaginabili a coloro che cercheranno di affrontarli. 

Imparate a riconoscere il perfido spirito di Gezabele, perché lei parlerà di Me con grande autorevolezza, attraverso quelli che possiede. Essi parleranno con una profonda conoscenza dei Santi Sacramenti e useranno estratti della Sacra Bibbia, ma solo per mistificarli, con lo scopo di minare la Mia Parola. Vedrete Gezabele assalire questa Missione con un piacere perverso. I suoi devoti seguaci sono testardi, prepotenti, pieni di orgoglio e profondamente invischiati con questo Mio avversario che ha rapito le loro anime e le tiene sotto la sua potente influenza. Non dovete mai entrare in contatto con lo spirito di Gezabele, poiché, nel caso in cui lo faceste lei vi annienterebbe, proprio come ha fatto con le persone appartenenti al suo gruppo. 

Diffidate di chiunque si fa avanti dicendo di essere stato inviato da Me, percollaborare a diffondere la Mia Parola. Sappiate che Io non ho nominato che un solo profeta per comunicare la Mia Parola nel mondo, da quando cominciò questa Missione. Ma questi falsi profeti spunteranno fuori in massa, cercando ognuno di superare l‟altro. Tenteranno quindi di strumentalizzare questa missione per procurarsi degli appoggi allo scopo di poter diffondere delle falsità. Tutti coloro che potranno essere sedotti dallo spirito maligno di Gezabele, e che risponderanno in qualche modo a questo spirito, scopriranno presto che tutto l‟amore che nutrono per Me finirà improvvisamente. Metterete la vostra anima in grave pericolo se cadrete a causa delle menzogne di Gezabele, inviata in questi tempi, dalle viscere dell‟abisso, per distruggere la Mia Chiesa ed i Miei Profeti. 

Il vostro Gesù 

23 Novembre 2014

LA SANTISSIMA EUCARESTIA



L'EUCARISTIA E LA GLORIA DI DIO
Io onoro il mio Padre. (Giovanni, VIII, 49).

Nostro Signore non tu pago di restare sulla terra con la sua grazia, la sua verità, la sua parola: vi è rimasto in persona. Noi possediamo lo stesso Signore Gesù Cristo che fu visto nella Giudea, sebbene sotto un'altra forma di vita. Si è coperto di un manto sacramentale, ma è pur sempre lo stesso Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria.
La gloria del Padre, che Nostro Signore soprattutto cercò durante la sua vita mortale, è sempre l'oggetto di tutti i suoi desideri nel Sacramento: si può dire che Gesù Cristo si è posto nello stato sacramentale per continuare sulla terra a onorare e a dar gloria al Padre suo.

I. - Per mezzo della Incarnazione il divin Verbo ha riparata e ripristinata la gloria del Creatore, offuscata nel creato dalla caduta dell'uomo, dall'orgoglio. Il Verbo si è umiliato sino ad unirsi alla nostra natura umana; è disceso in Maria, si è annientato, ha rivestito la torma di schiavo.

Dopo avere pagato il riscatto dell'uomo, reso al Padre una gloria infinita con gli atti della sua vita, purificata la terra con la sua presenza, Egli è risalito glorioso al Cielo; la sua opera era finita.

Gran giorno per il Cielo quello dell'Ascensione trionfante del divin Salvatore! Ma triste assai per la terra che vede andarsene il suo Re, il suo Riparatore. Non deve essa temere di divenire presto, per il Cielo, una terra di ricordo, poi di dimenticanza, e forse di collera e di tempeste?

Gesù, è vero, lascia agli uomini la sua Chiesa, i santi Apostoli, ma essi non sono il buon Maestro! Vi saranno sempre dei Santi, imitatori del divin modello; ma al postutto saranno uomini come gli altri, deboli, imperfetti e soggetti a cadere anche molto in basso.

Se dunque la riparazione operata da Gesù Cristo, la gloria conquistata al Padre con le sue fatiche e i suoi patimenti è lasciata nelle mani degli uomini, non vi è a temere che sia in grande pericolo? Lasciata in mano ad uomini sì imperfetti ed incostanti, non sarebbe troppo esposta l'opera della Redenzione e della glorificazione di Dio?

No, non si abbandona così un regno conquistato a prezzo di Sacrifici inauditi, a costo della Incarnazione e della morte di un Dio! Non si espone così la Legge divina dell'amore.

II. - Che farà dunque il divin Salvatore? Resterà sulla terra: vi continuerà il suo uffizio di adoratore, di glorificatore del Padre. Farà di Sé stesso il Sacramento della gloria di Dio.

Ecco Gesù sull'altare, nel tabernacolo: che fa? Adora il Padre, lo ringrazia e continua il suo ufficio d'intercessore a pro degli uomini. Si fa vittima di propiziazione, ostia di riparazione della gloria di Dio oltraggiata. Dimora sul mistico suo Calvario ripetendo quella grande preghiera: Padre, perdonate loro. Ed offre il suo Sangue e le sue piaghe. Si moltiplica dovunque c'è bisogno di espiare. E là dove si forma una famiglia cristiana Gesù viene a stringere con essa società di adorazione e a glorificare il Padre adorandolo e facendolo adorare in spirito e verità.

L'eterno Padre soddisfatto, degnamente glorificato, fa dire dal suo profeta: Il mio nome è grande tra le genti; da levante a ponente, si offre al nome mio un'oblazione monda!

III. - Ma, oh, meraviglia dell'Eucaristia! Gesù rende al Padre, nello stato sacramentale, un nuovo omaggio, un omaggio che il Padre non ricevette mai da alcuna creatura, più grande, direi, di quanto il Verbo incarnato abbia fatto sulla terra durante la sua carriera mortale.
E qual è questo singolare omaggio? E' l'omaggio del Re della gloria, coronato in Cielo, che nel Sacramento viene a immolare al Padre tutta insieme la sua gloria divina e la gloria della sua umanità risuscitata.

Non potendo onorare in Cielo il Padre con tale sacrificio, Gesù Cristo ridiscende sulla terra, s'incarna di nuovo sull'altare, cosicché l'eterno Padre può ancora contemplarlo povero come a Betlemme, sebbene sia veramente Re del Cielo e della terra, umile e obbediente come a Nazareth, sottomesso ai suoi nemici, ai suoi profanatori, sino all'ignominia della comunione sacrilega, dolce Agnello che non si lamenta! tenera Vittima che si lascia immolare in silenzio! dolcissimo Salvatore che non si vendica! Or perché tutti questi eccessi di abbassamento?

Per glorificare l'eterno Padre con la continuazione mistica delle più sublimi virtù, col sacrificio perpetuo della sua libertà, potenza e gloria, che il suo amore tiene legate nel Sacramento sino alla fine del mondo. Gesù che su questa terra fa colle sue umiliazioni contrappeso all'orgoglio dell'uomo e rende al Padre una gloria infinita! che spettacolo per il Cuore di Dio! Tra le ragioni della presenza eucaristica, la più degna fra tutte è l'amore di Gesù Cristo per il suo divin Padre! 

di San Pietro Giuliano Eymard

L'UNIONE CON DIO



Il religioso deve elevare sempre la sua anima a Dio, cioè pregare sempre

Quando l'anima si sarà liberata dal fango delle miserie umane, aspirerà a Dio, dal quale l'uomo non dovrebbe mai allontanare i suoi pensieri; specialmente il religioso dovrebbe considerare la minima separazione dal bene supremo, assai più funesta della più crudele morte; quando l'anima avrà fatto regnare in sé la pace e sarà perfettamente libera dalle sue passioni, per unirsi strettamente al solo Bene supremo, allora si avvererà la parola dell'Apostolo: “Pregate senza tregua” (65) e “in ogni luogo, elevando le mani pure, senza agitazioni, senza inquietudini” (66).
Infatti quando questa purezza avrà vinto le attrattive che abbassano l'uomo verso la materia e l'anima, liberatasi dalla terra, si sarà come trasformata, a somiglianza dei puri spiriti o angeli, allora tutto ciò che le accadrà o la preoccuperà o farà, non sarà più che una preghiera purissima e perfetta.

S. Alberto Magno

Ogni giorno la provvidenza di Dio sorge prima del Sole.



Cristo, Maria e la Chiesa

Secondo Teilhard de Chardin, l’amore di Dio guida l’evoluzione dell’universo verso Cristo. Cristo è il punto di convergenza di tutte le energie dell’universo verso Dio Amore. Per questo il processo evolutivo dell’universo e dell’umanità intera è un processo di cristianizzazione continua, per accentrare tutto in Cristo, e da Cristo nel Padre. Lo stesso san Paolo dice: “Poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra... tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. Egli è il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di far abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli” (Col 1, 16-20).
Cristo è il principio e la fine, l’alfa e l’omega, il centro ed il culmine di tutto ciò che esiste. Per questo, l’amore di Dio passa attraverso Cristo fino a noi e da noi va al Padre per mezzo di Cristo, Cristo è il ponte, la via, verso il Dio Amore. Il nostro processo di santificazione deve essere una trasformazione in Cristo, un essere Cristo in continuazione, un riempirci dell’amore di Dio per mezzo di Gesù Cristo. Allora, la provvidenza di Dio ha voluto darci un mezzo ammirabile e meraviglioso per unirci a Cristo: l’Eucaristia. Cristo ci attende nell’Eucaristia come un amico vicino con tutto il suo amore divino. Cristo si lascia mangiare da noi per assimilarci meglio a lui. Cristo si fa vicino, come lo fu duemila anni fa, per lasciarsi toccare, per lasciarsi amare. E, nel momento della comunione eucaristica, ci trasforma in lui e siamo tutt’uno con lui. Per questo, l’Eucaristia è il mezzo migliore che Dio ci ha regalato, per godere del suo amore in Cristo e per Cristo. Se ci comunichiamo frequentemente, Cristo ci renderà somiglianti a lui ed arriverà ad essere il centro della nostra vita. Nell’Eucaristia abbiamo la Trinità intera, che ama l’anima e si lascia amare dalla creatura, nel modo migliore in questo mondo. Che grande forza di trasformazione è l’Eucaristia! Ascoltiamo Teilhard de Chardin: “Al contatto eucaristico reagirò mediante l’intero sforzo della mia vita, della mia vita di oggi e della mia vita di domani, della mia vita individuale e della mia vita unita a tutte le altre vite. In me, periodicamente, potranno svanire le sante specie. Ogni volta mi lasceranno un po’ più immerso profondamente nelle mani della sua Onnipotenza: vivendo e morendo, in nessun istante smetterò di avanzare con te, Signore. Pertanto si giustifica con un vigore e rigore insospettabile il precetto implicito della Chiesa che è necessario comunicarsi sempre e dovunque. L’eucaristia deve invadere la mia vita. La mia vita deve farsi, grazie a questo sacramento, un contatto con te senza limite e senza fine ... La mia vita si scopre ora come una Comunione mediante il Mondo con te. Il sacramento della vita. Il sacramento della mia vita, della mia vita ricevuta, della mia vita vissuta, della mia vita abbandonata”(24). 
Sì, la mia vita, vissuta e abbandonata nelle mani di Gesù, con il quale devo vivere la mia vita in ogni istante, ma che la farà più vita e più piena quanto più sarò unito a lui nell’Eucaristia. La mia vita, solamente allora, avrà senso pieno nell’unione totale con Cristo sulla terra e per tutta l’eternità. Per mezzo di Cristo giungerò al Padre e a Cristo arriverò con il potere dello Spirito Santo. In questo processo mi aiuteranno anche tutti i santi e gli angeli.

Ed allora, non dimentichiamoci di Maria, la madre di Gesù e madre nostra. Lei è la creatura più pura e santa che Dio ha creato. è la persona umana più perfetta che sia esistita, esiste ed esisterà. Lei è più santa e pura di tutti i santi e i serafini. Lei è l’unica creatura che, guardando il divino Gesù, gli ha potuto dire: Il tuo sangue è il mio sangue, la tua vita la mia vita. L’unica creatura che ha potuto dire al suo Dio: Tu sei mio Figlio. Lei entrava nei piani della provvidenza divina come parte del progetto di salvezza. Senza di lei, la creazione sarebbe rimasta incompleta, secondo il piano voluto da Dio. Dice Teilhard de Chardin: “Quando arrivò il momento dell’Incarnazione, Dio ebbe bisogno di suscitare nel mondo una virtù capace di attirarlo verso di noi. Era necessaria una Madre che lo generasse nelle sfere umane. E che cosa fece allora? Creò la Vergine Maria. Fece in modo che apparisse sulla terra una purezza talmente grande da poter essere sommerso in questa trasparenza e purezza fino alla venuta al mondo come un piccolo bambino. La potenza della purezza di Maria fece nascere Dio fra di noi”(25).  
E fece Maria, Vergine e Madre. Fece in modo che la sua purezza fosse più feconda di tutte le madri del mondo e la fece Madre di tutti gli uomini. Per questo, Maria fa parte della provvidenza di Dio nel mondo e tutti quelli che vogliono prescindere dal suo amore e dalla sua protezione materna saranno privati di moltissime benedizioni che Dio voleva dar loro per mezzo di lei. Lei è la Madre della divina provvidenza. Lei fu la persona che visse meglio la sua unione totale con Cristo. Lei fu un tabernacolo vivente durante i mesi che lo portò nel suo seno. Tutta la sua vita fu un vivere per Gesù e con Gesù. Gesù era il centro della sua esistenza. Qualcosa di simile fu anche per san Giuseppe, che fu colui che visse più vicino a Gesù con Maria. Per questo, gli uomini, nella misura in cui vivono questa unione intima con Gesù, specialmente nell’Eucaristia, potranno realizzare il loro ideale di santificazione e perfezione personale. 

Ed ancora, Dio ci offre l’Eucaristia nella Chiesa e per la Chiesa, che è il nuovo popolo di Dio nel Nuovo Testamento. Per questo, la Chiesa cattolica è parte fondamentale della provvidenza di Dio nel suo progetto di salvare il mondo. La Chiesa è lo strumento della redenzione universale (Vat. II, LG 9), pensato da Dio per portare tutti gli uomini alla pienezza. Diceva papa Giovanni Paolo II che “la pienezza del mistero salvifico di Cristo appartiene anche alla Chiesa inseparabilmente unita al suo Signore” (Dominus Jesus n. 16). Così la Chiesa Cattolica è chiamata ad essere il mezzo ideale affinché gli uomini giungano a Cristo e a formare in Cristo e con Cristo il popolo di Dio. 
La Chiesa “è il progetto visibile dell’amore di Dio per l’umanità, che vuole la costituzione di tutto il genere umano nell’unico popolo di Dio” (CCC 760). Per questo possiamo dire che Dio creò il mondo in vista della comunione alla sua vita divina che “si realizza mediante la Chiesa che è il fine di tutte le cose” (CCC 760). 
La Chiesa viene ad essere l’autostrada d’amore per arrivare più rapidamente alla pienezza di Cristo. Con lei siamo sicuri di camminare con passo saldo verso la patria definitiva, guidati dalla mano del nostro Dio Padre, che ha voluto la Chiesa come Madre e guida per tutti gli uomini. Che grande grazia essere cattolici! Viviamo la nostra fede in pienezza e diamo grazia a Dio per questo grande dono che ci ha dato con la sua infinita misericordia. 

SPIRITO SANTO



Vieni, o Amore Eterno, che (appunto perchè sei Amore) riempi di Te stesso la mente dei fedeli e ne fai il santuario della verità e della grazia; deh! ci metti, o Santo Spirito, nel -numero dei tuoi veri divoti, e fa che l'anima nostra conseguisca tutti i frutti delle amorevoli visite che ti degni di farle. 

La Grande Imbarcazione incontrerà grande ostacolo e i Miei poveri figli berranno il calice amaro del dolore.




Cari figli, piegate le vostre ginocchia in preghiera. Camminate per un futuro di grande confusione e divisione nella Casa di Dio. La Grande Imbarcazione incontrerà grande ostacolo e i Miei poveri figli berranno il calice amaro del dolore. In questo tempo difficile, testimoniate la vostra fede e annunciate il Vangelo del Mio Gesù a tutti coloro che sono lontani. Voi siete nel mondo, ma non siete del mondo. Vi chiedo di mantenere accesa la fiamma della vostra fede. Non vivete lontani dalla Luce del Signore. Dedicate parte del vostro tempo alla preghiera. Se vi capita di cadere, cercate forze in Gesù. Lui è il vostro tutto e solamente Lui dovete seguire e servire. State attenti. Quando siete lontani da Gesù, voi tornate bersaglio del demonio. Pregate. Pregate. Pregate. Io sono la vostra Madre e vengo dal Cielo per portarvi al Cielo. AscoltateMi. Non voglio obbligarvi, ma quello che dico deve essere preso sul serio. Coraggio. Io pregherò il Mio Gesù per voi. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.