giovedì 17 ottobre 2019

VOI AVETE PER PADRE IL DIAVOLO E VOLETE COMPIERE I DESIDERI DEL PADRE VOSTRO Gv 8,44



Trattato di Demonologia

«Perché voi non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità perché la verità non è in lui. Quando dice il falso parla del suo perché è menzognero e padre della menzogna. A me invece voi non credete perché dico la verità» (Gv 8,43-45).
Parole dure, durissime, che a prima vista non mancano di fare una certa impressione nel sentirle pronunziare dalla bocca di Gesù Cristo, dalla quale siamo abituati a sentire solo parole di bontà, di tenerezza, di misericordia e di perdono. Ma quando pensiamo a chi sono dirette e quando sono state dette l’impressione cessa. I farisei, i sadducei, gli anziani, gli scribi del popolo si erano sentiti dire da Gesù parole molto forti e roventi anche in altre circostanze, ma non si erano sentiti chiamare mai «figli del diavolo».
Erano stati essi stessi che poco prima avevano attribuito a Gesù una stretta parentela col diavolo:
«Gli scribi che erano discesi da Gerusalemme dicevano:
Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni» (Mc 3,22).
Ma lo scontro era diventato più violento e più rovente quando Gesù si era portato a Gerusalemme  poco tempo prima della sua passione e morte. Giovanni, testimone oculare e auricolare di quegli scontri, ce ne riferisce una parte in tutta la loro drammaticità. Dalle parole e dagli insulti gli avversari passeranno poco dopo all’azione e tenteranno di lapidare Gesù, ma non riusciranno «perché non era ancora venuta la sua ora» (Gv 7,30).
«Voi avete per padre il diavolo». L’ostinazione irriducibile dei capi del popolo che rifiutano l’insegnamento e l’autorità del Piglio di Dio venuto nel mondo indica chiaramente — secondo Gesù — una stretta parentela col maligno. Gli avversari di Gesù si appellano alla loro figliolanza di Abramo. No, risponde Gesù. Abramo era un santo, era amico di Dio. I figli di Abramo, quelli veri e autentici, devono dimostrare la loro discendenza facendo le stesse opere del padre, imitando il padre, comportandosi come il padre. Dai frutti si conosce l’albero. Le opere dei giudei indicano un’altra origine, un’altra paternità, inconfondibile, innegabile, quella del diavolo.
L’ostinazione giudaica è un peccato contro lo Spirito Santo, uno di quei peccati che non saranno mai perdonati. Impugnare la verità conosciuta, agire contro coscienza, vuoi dire precludersi la via al pentimento e quindi al perdono. Gesù sulla croce dirà: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 22,34). Ma, come osserva san Tommaso114 le parole di Cristo in croce erano riferite al semplice popolo, non ai capi della nazione responsabili dell’eccidio del Calvario. La colpa dei capi è duplice:
hanno convinto il semplice popolo dell’assurdità della fede in Cristo come messia promesso e hanno ridotto il popolo a dura schiavitù fisica e morale condizionando il suo modo di pensare e di vivere.
Quando il discorso verte sui mondo ebraico bisogna sempre tener presente questa distinzione tra umile popolo e capi. Questa distinzione valeva per i tempi antichi e continua a valere anche ai giorni nostri e in tutti i tempi. La figliolanza diabolica non era attribuita da Gesù a tutto il popolo come tale ma solo ad una parte ben determinata di esso.
Lo stesso discorso vale per il razzismo e l’antirazzismo. Tutti gli uomini della terra appartengono a una razza — comunque voglia chiamarsi — e tutti hanno diritto di vivere in questo mondo. La razza, considerata in se stessa, è in rapporto con la politica, ma noi esuliamo dalla politica e restiamo nel campo della religione. Stiamo trattando di demonologia, non di economia politica. Il popolo ebraico ci interessa soltanto dal punto di vista religioso, non sotto altri aspetti.
Il popolo ebraico è l’unico popolo antico che è rimasto integro fino ai nostri giorni e, secondo san Paolo, costituisce un mistero. Noi vogliamo rispettare fino in fondo questo mistero:
«Non voglio che ignoriate, fratelli, questo mistero: l’indurimento di una parte d'Israele è in atto fino a che saranno entrate (nella chiesa) tutte le genti» (Rm 11,25).
«A causa della loro caduta la salvezza è venuta ai pagani per suscitare la loro gelosia. Se pertanto la loro caduta è stata ricchezza del mondo e il loro fallimento ricchezza dei pagani, che cosa non sarà la loro partecipazione totale?» (Rm, 12).
«Se il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti?» (Rm, 15).
«Quanto al vangelo essi sono nemici per vostro vantaggio, ma quanto all’elezione sono amati a causa dei padri, perché i doni e la chiamata di Dio sono irreversibili» (Rm, 28-29).
«L’indurimento di una parte d’Israele», dice san Paolo. Di qui nasce la tragedia che colpisce e accompagna questo popolo da due millenni: la deviazione spaventosa che ha subito, il rifiuto del Messia che i loro antenati, i patriarchi e i profeti, avevano preannunciato e preparato. Il messianismo biblico è diventato per una parte di ebrei un messianismo nazionalistico. E il popolo stesso, la razza, diventata Messia. Scrive l’ebreo Bernard Lazare: «In generale gli ebrei, anche i più rivoluzionari, hanno assorbito lo spirito ebraico e se hanno dato l’addio a religione e a fede, sono tuttavia rimasti fedeli all’educazione e formazione influenzata dal nazionalismo giudaico. Questo è vero principalmente per i rivoluzionari ebraici che sono vissuti iiella prima metà di questo secolo, l’Ottocento, Enrico Heine e Carlo Marx ne sono gli esempi più tipici»115.
Lo stesso si dica dei rappresentanti dell’alta finanza ebraica, Rotschild, Warburg, Kahn, SchifE Loeb... tutti solidali col loro popolo nell’ideale di dominio della razza e quindi in opposizione alla religione e alla Chiesa fondata da Cristo. Il naturalismo che esclude qualunque influsso e intervento della grazia divina, è il grande peccato di questo popolo, la chiave di comprensione del loro comportamento nei confronti di Cristo e della religione cattolica.
Si nota a questo riguardo una metodologia costante, iniziata al tempo di Gesù e continuata immutata nei tempi successivi e identica a quella praticata in tutto il mondo ai giorni nostri. Ne rileviamo alcuni esempi dalle sacre pagine.
Dopo la sepoltura di Gesù è necessario prendere le precauzioni perché la risurrezione, di cui egli aveva spesse volte parlato con tutta sicurezza, non avvenga
«Signore — dicono a Pilato — ci siamo ricordati che quell’impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: l risuscitato dai morti. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima» (Mt 27,62-64).
Gesù non tiene affatto conto di questa precauzione puerile e, come aveva detto, così ha fatto. Con puntualità matematica, il terzo giorno, prima ancora che fosse spuntata l’aurora, egli esce vivo dal sepolcro dove due giorni prima era stato deposto il suo cadavere.
La grande pietra «rotolata sulla porta del sepolcro» (Mt 27,60), che doveva assicurare per sempre la tomba di un morto, fu scossa con la stessa facilità — direbbe il Manzoni — con cui un viandante che attraversa il bosco scuote dalla spalla la foglia che il vento vi aveva posato. E i soldati armati fino ai denti che stanno di guardia senza poter impedire il prodigio, ne saranno invece i testimoni più sicuri e attendibili.
Ma anche questo si cercherà di impedire con una nuova menzogna e collo sborso di danaro: l’intimidazione, il ricatto, il danaro saranno le armi usate in tutti i tempi e in tutte le circostanze dai «figli del diavolo» per l’attuazione dei loro loschi affari.
«Alcuni della guardia (al sepolcro di Gesù) giunsero in città e annunziarono ai sacerdoti quanto era accaduto. Questi si unirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di danaro ai soldati dicendo: Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti e l’hanno rubato mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all’orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia. Quelli, preso il danaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i giudei fino ad oggi» (Mt 28,11-15).
La grande forza del danaro! La grande forza della finanza! I metodi jugulatori e ricattatori di oggi hanno dei gloriosi antenati!
La lotta sorda e tenace continua dopo la morte di Gesù nella primitiva chiesa di Gerusalemme con metodi leggermente diversi ma con lo stesso obiettivo e gli stessi risultati. Una delle prime vittime sarà il diacono Stefano.
«Non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava. Perciò sobillarono alcuni che dissero: Lo abbiamo udito pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio. E così sollevarono il popolo» (At 6,10-12).
Come andò a finire lo sappiamo.
Paolo e Sila lavorano a Tessalonica e convertono parecchi, il che dà molto fastidio ai giudei e suscita la loro invidia e il loro timore:
«Un buon numero di greci credenti in Dio e non poche donne della nobiltà Ma i giudei, ingelositi, trassero dalla loro parte alcuni pessimi individui di piazza e radunata gente mettevano in subbuglio la città» (At 17,4-5).
A Efeso, resa celebre nell’antichità per la magia e la divinazione che vi si praticava specialmente dagli ebrei, capitò un fatto abbastanza curioso che vale la pena rammentare:
«Alcuni esorcisti ambulanti giudei si provarono a invocare il nome del Signore sopra quanti avevano spiriti cattivi dicendo: “Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica”. Facevano questo sette figli di un certo Sceva, un sommo sacerdote giudeo. Ma lo spirito cattivo rispose loro: Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete? E l’uomo che aveva lo spirito cattivo, slanciatosi su di loro, li afferrò e li trattò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e coperti di ferite. Il fatto fu risaputo da tutti i giudei e greci che abitavano a Efeso» (At 19,13-17).
Tra gli apostoli predicatori del vangelo il più attivo, il più conosciuto e anche il più efficace era Paolo di Tarso, un convertito, considerato dai suoi connazionali un «traditore» e perciò odiato a morte. Ma non era facile aver ragione del focoso apostolo. La sua dialettica era tanto sottile che metteva sempre gli avversari con le spalle al muro. Non potendo abbatterlo a parole cercarono di farlo fuori con un assassinio:
«I giudei ordirono una congiura e fecero voto con giuramento esecratorio di non toccare né cibo né bevanda (lo sciopero della fame in piena regola) sino a che non avessero ucciso Paolo. Erano più di quaranta quelli che fecero questa congiura. Si presentarono ai sommi sacerdoti e agli anziani e dissero: Voi ora, insieme al sinedrio, fate dire al tribuno che vi riporti Paolo col pretesto di esaminare più attentamente il suo caso, noi intanto ci teniamo pronti a ucciderlo prima che arrivi» (At 23,12-15).
Ce ne sarebbe abbastanza per farci capire lo spirito che animava certi settori della nazione giudaica, i più alti e i più responsabili, verso Gesù Cristo, la chiesa e la religione cristiana.
Gesù Cristo? Non è nè il Messia né tanto meno Figlio di Dio.
Scrive il professor Klausner dell’università giudaica di Gerusalemme:
«Che cos’è (non: Chi è) Gesù Cristo oggi per la nazione giudaica? Per la nazione giudaica egli non può essere né Dio né Figlio di Dio nel senso inteso dalla fede nella Trinità. Le due concezioni sono per gli ebrei non solo empie e blasfeme, ma anche incomprensibili. E neppure per la nazione giudaica egli può essere il Messia: il regno dei cieli non è ancora arrivato»116.
Ciò che agli ebrei dà terribilmente ai nervi è la festa del Natale:
«Le scuole pubbliche devono essere istruite sul significato dei canti natalizi e del Natale stesso e del suo influsso. Noi intendiamo che si finisca una buona volta con questa propaganda natalizia»117. E iniziativa ebraica, purtroppo seguita e sostenuta anche da molti cattolici, presentare cartoline e biglietti natalizi senza nessun riferimento al mistero che il Natale ricorda e la dissacrazione sistematica della stessa festa natalizia, trasformata in giornata di regali, di divertimenti e di grandi mangiate e feste gastronomiche.
Chi è il papa per l’ebreo?

«Secondo la religione giudaica il papa è il nemico del popolo giudaico solo per il fatto che egli è il capo della chiesa cattolica. Il giudaismo si oppone al cristianesimo in generale e alla chiesa cattolica in particolare»118.
Quali i rapporti con lo stato cristiano?
«L’ebreo è il testimone vivo della scomparsa dello stato fondato sui principi della teologia e che sogna di ricostruire il cristiano antisemita. Il giorno in cui un ebreo è diventato capo responsabile di un posto pubblico, lo stato cristiano è stato messo in pericolo. Gli antisemiti che dicono avere gli ebrei rovinato l’idea di stato dovrebbero dire con più ragione che sì, l’entrata degli ebrei nella società ha significato la distruzione dello stato, ma naturalmente dello stato cristiano».119
Abbiamo già accennato alla parte determinante che il mondo giudaico ha avuto nei movimenti eversivi e nelle rivoluzioni di questi ultimi tempi, nella rivoluzione francese e nella rivoluzione bolscevica.
La parte svolta dal mondo ebraico, e dalla massoneria sua alleata, nella guerra civile di Spagna 1936-1939 — della quale si parla troppo poco come se si trattasse di un fatto di scarsa importanza — è ricordata dalla lettera collettiva dell’episcopato spagnolo del 1937:
«E evidente che il presente conflitto è uno dei più terribili ingaggiati dall’anticristo, cioè dal giudaismo, contro la chiesa cattolica e contro Cristo. Nella presente crisi che agita il mondo il giudaismo usa soprattutto due armi, una segreta, la massoneria, l’altra manifesta e dichiarata, il comunismo unito ad altri movimenti anarchici, anarco-sindacalisti, socialisti, e appoggiato da altre forze ausiliarie, Rotary, Lega di beneficenza, ecc.»120.
Dove si alimenta questa diffidenza e quest’odio contro Cristo e la sua chiesa?
Si alimenta specialmente nel Talmud, libro sacro degli ebrei scritto nei primi secoli dell’era cristiana. E il codice religioso e civile della sinagoga redatto dai più celebri dottori e rabbini. Oggi è ritenuto la suprema autorità nel campo religioso, più autorevole della Bibbia stessa121. Si presenta diviso in due parti, il Mishna, che ne forma il testo, e il Ghemara che ne è il commento. Nel Ghemara troviamo almeno un centinaio di passi che insultano spudoratamente la santità di Cristo, la purezza e verginità di Maria Santissima e la morale del cristianesimo presentata come una sentina di vizi. Il Talmudo proibisce formalmente a un ebreo di aiutare o di salvare la vita a un non- ebreo che fosse in pericolo:
«Dal momento che la vita di un idolatra è alla discrezione di un giudeo, a fortiori lo sono i suoi beni».
I non-ebrei sono generalmente chiamati «goim», bestie da pascolo, stimati non uomini, esseri inferiori, dall’intelletto ottuso e bestiale, allo stato d’infanzia, creati solamente per servire agli ebrei:
«I cristiani si hanno da fuggire come indegni del consorzio umano — scrive un maestro d’Israele — essendo questi (gli ebrei) di tanta dignità che neppure gli angeli li uguagliano»122.
E un altro rabbi scrive:
«Un giudeo deve riputarsi quasi uguale a Dio. Tutto il mondo è suo, tutto deve a lui servire, specialmente le bestie che hanno forma di uomini e che sono tutti i cristiani»123.

«Il Talmud — scrive Monsignor Landrieux — è la deformazione sistematica della Bibbia. L’orgoglio razziale con l’ideale di dominio universale sul mondo vi è esaltato sino ai limiti della follia. Per il Talmud solo la razza ebraica costituisce l’umanità, i non ebrei non sono neppure esseri umani, ma soio animali senza diritti. La legge morale naturale, anzi neppure il decalogo, obbligano nei loro riguardi. In confronto dei goim tutto è lecito, furto, rapina, frode, spergiuro, assassinio. Quando il Talmud fu conosciuto nel mondo occidentale, circa il 1238-1240, e specialmente nel Seicento quando, con l’introduzione della stampa, il libro ebbe una maggior diffusione, ci fu una  feroce reazione nel mondo cristiano. L’assemblea generale giudaica pensò allora, nel 1631, di non pubblicare più i passi più pericolosi e compromettenti perché non arrivassero a conoscenza del gran pubblico. Alloro posto era messo un piccolo circolo, 0, per ricordare ai rabbini che quei passi dovevano essere spiegati oralmente per togliere così ai “nazareni”, cioè ai cristiani, ogni pretesto per attaccare gli ebrei»124.
Al termine di questa carrellata vengono in mente i versetti del salmo secondo, che la Bibbia di Gerusalemme presenta col titolo Il dramma messianico:
«Perché le genti congiurano, perché invano cospirano i popoli? Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia... Se ne ride chi abita nei cieli e schernisce dall’alto il Signore» (Sal 2,1-4).
Il concilio Vaticano II ha pubblicato il decreto Nostra Aetate sui rapporti tra chiesa cattolica ed ebrei allo scopo di far meglio conoscere da una parte e dall’altra le rispettive posizioni e arrivare se possibile ad una riconciliazione definitiva. Da parte cattolica i passi fatti sono già stati molti. Si spera e si augura che questa normalizzazione di rapporti sia vicina e che i mali riscontrati nel passato non si abbiano più a ripetere in avvenire.

Paolo Calliari



TESORI DI RACCONTI



1- Tarcisio.  

Nei primi secoli della Chiesa, poche ore prima che i martin fossero dati ai tormenti, di soppiatto veniva loro portato il SS. Viatico da qualche diacono, e nei giorni di maggior pericolo si sceglieva persino un qualche accolito ancor fanciullo, perché meglio deludesse la vigilanza delle guardie dea tiranno. Una volta avvenne che alcuni cristiani, rinchiusi nel carcere Mamertino in Roma, dovevano essere condotti fra poche ore al martirio, e mentre il tempo incalzava, i littori e le guardie giravano attorno come leoni, sì che pareva quasi impossibile il potere recare ai martiri la SS. Eucaristia. Intanto là nelle Catacombe il Pane consacrato era già pronto sull'altare, e il sacerdote, volgendosi ai fedeli che assistevano silenziosi, cercava attorno cogli occhi a chi affidare quell'impresa così trepida e così santa; ed ecco farsi innanzi un fanciullo sui dieci anni, che, inginocchiatosi sul gradino dell’altare, aprì le braccia, e non parlava, no, ma colle labbra aperte, lo sguardo fisso al sacerdote, pareva dicesse: dammelo in grazia, dammelo ..............................

- Tu sei troppo piccolo - disse il santo prete - e volgeva attorno la testa a nascondere la commozione che gli destava quell’innocente creatura. Ma il giovinetto non si muove, sta lì inginocchiato, e gli occhi pria scintillanti di gioia cominciano a riempirsi di lagrime:

- Tu sei ancora bambino! vuoi ch'io ti affidi tanto tesoro?

- Appunto perché son fanciullo a niuno verrà sospetto, e mi sarà più facile portare senza pericolo il SS. Sacramento ai martiri; - e queste parole gli uscivano di bocca così infocate, e si spingeva avanti in atto così pio, così deciso, che il ministro di Dio ne fu soggiogato, e convenne esaudirle; prese il Pane consacrato, e ravvoltolo in un candide pannolino:

- Tarcisio, gli disse, ricordati di ciò che ti affido: sono i misteri di Gesù Cristo! - e questo era il nome con cui allora si chiamavano le Eucaristiche specie. Il giovinetto, giubilante in viso, aperse le braccia e poi serrando al petto il Sacro deposito:

- Han da farmi in pezzi piuttosto che togliermelo! - disse, e col caro Gesù sul cuore partiva pel carcere Mamertino. Moveva frettoloso, cogli occhi bassi, camminando lungo i muri ed evitando gli scontri. Non vi era più che da attraversare la piazza, e Tarcisio studiava il passo, allorché una turba di ragazzi lo vide, e al camminare così timido:

- O Tarcisio, tu qui? vieni a giocare con noi: - e pigliarlo pel braccio e gettarlo nel mezzo a loro fu un punto solo. Non posso adesso, gridava il fanciullo, non posso, ho da compiere una commissione importante; - e dà una spinta per fuggirsene; ma gli altri gli si serrarono addosso villanamente:

- Non ci scappi, ché hai da giocare!
  
- Deh! lasciatemi andare - supplicava il fanciullo, e tra i singhiozzi serrava le braccia al seno:

- Ma che hai qui nascosto? vediamo un po’, che cosa hai; - e già cacciavano le mani brutalmente ...

- Ah! questo poi no, mai, mai! - gridò con forza il fanciullo fissando gli sguardi al cielo.

- Abbiamo da vedere che è questo segreto, - e qui la folla dei curiosi si stipava attorno al fanciullo, che resisteva di tutta forza a cento mani che tentavano strappargli il segreto. In quella passava per colà un giurato nemico della religione di Cristo, che riconoscendo Tarcisio grida:

- Questo giovinetto è un Cristiano che porta i misteri.

- A tali voci la curiosità del popolo non ebbe più misura; pugni, percosse, sassi grandinavano da ogni parte sopra Tarcisio, ma questi non cedeva: il sangue gli usciva dalla bocca, le membra erano rotte, ed ei si batteva ancora come un agnello fra i lupi, quando un soldato arriva di corsa sbarazzandosi la via, menando colpi a destra e a sinistra; gli uni cadono a terra; gli altri vengono sbalzati lungi: tutti poi fuggono dinanzi all'ufficiale di forza erculea, autore di questo improvviso sconvolgimento. Ma il soldato cristiano giungeva troppo tardi: il fanciullo giaceva boccheggiante sul terreno colle membra ferite ed il cranio spaccato dalle pietre; moveva ancora le labbra, e il soldato si inginocchiò tosto presso il giovinetto, e adagio adagio, come una madre col suo bambino lo sollevava:

- Tarcisio, soffri molto? coraggio! - e due grosse lagrime solcavano le guance abbronzate: il fanciullo apre gli occhi, lo vede, e facendo un sorriso da angioletto:


- Sono qui, dice, non li hanno presi i misteri! Il soldato alza di peso quel piccolo corpo, lo prende sulle braccia con un tremore rispettoso, che ben palesava portare un martire ed il re stesso dei martiri. Il fanciullo posava la testa abbandonata sulle robuste spalle di lui; ma le mani sempre incrociate sul petto custodivano sino all'ultimo il tesoro confidato. Il cammino era lungo per tornare alle catacombe, ma il guerriero affrettava il passo, e in breve giunse all'altare. Il venerabile sacerdote non poté frenare le lagrime quando scoperse intatto sul seno di Tarcisio il deposito affidato, e mentre apriva ancora con pena quelle braccia ornai rigide dalla morte, il fanciullo lo guardò sorridendo e spirò. Le reliquie furono deposte nel cimitero dei martiri, e vennero poscia trasportate a Parigi nell'Orfanotrofio di S. Vincenzo de' Paoli.  

DON ANTONIO ZACCARIA 

Per custodire la Tua Parola



Carissimo Gesù,  
aiutami ad ascoltare la Tua Parola.  
Vivere la Tua Parola.  
Comunicare la Tua Parola.  
Diffondere la Tua Parola. 
Dammi la forza di sostenere la Verità,  
anche quando sarò perseguitato per questo.  
Aiutami a mantenere viva la Tua Parola,  
quando è soffocata dai Tuoi nemici. 
Fammi sentire il Tuo Coraggio quando sono giù.  
Riempimi con la Tua Forza quando sono debole. 
Dammi la grazia di rimanere dignitoso,  
quando le porte dell’inferno prevarranno contro di me,  
per rimanere fedele alla Tua Santissima Volontà. 
Amen. 

PARADISO



Il passaggio verso il Nuovo Paradiso sarà rapido e senza sofferenza. 

Oggi vengo da te con grande gioia nel Mio Sacro Cuore, come Tuo Sposo. Tu, figlia Mia, hai accettato questa sacratissima richiesta di unirti a Me per salvare le anime. 

Sarà attraverso la tua umile obbedienza che molto ci si aspetta da te ora. La paura scomparirà man mano che andrai avanti, come risultato del Mio dono speciale, nel dedicare la tua vita al Mio ardente desiderio di salvare l‟umanità dagli abissi dell‟inferno. 

Il tuo lavoro, guidato dalla Mia mano Divina, ora è completamente sacro e libero da qualsivoglia interferenza del Maligno. 

Non ti assaliranno più dubbi, ma sappi questo. La Mia parola data a te sarà violata e distorta. 
Ogni tentativo sarà fatto per macchiare questi Santi messaggi persino da coloro che professano di conoscermi. 

Da ora in poi la tua sofferenza sarà accettata da te con completo abbandono e gioia nella tua anima. La Mia forza, data a te dal potere dello Spirito Santo, ti sorprenderà. Ti alzerai con piena convinzione nel cuore e con tranquilla ma determinata fiducia per consegnare la Mia parola a tutto il mondo. 

Nessun uomo ti fermerà in questo lavoro, né potrà farlo. Nessun uomo può distoglierti da questa divina e pura chiamata dal Cielo. 

Tu, figlia Mia, sei pronta a diventare un‟ancora di salvezza per quelle anime che vagano nel deserto. Essi risponderanno alla chiamata di questi messaggi, non importa quanto siano induriti i loro cuori. 

Molti non capiranno perché questo stia accadendo loro. Sarà per la potenza dello Spirito Santo, che accenderà una fiamma di amore e gioia nella loro anima attirandoli a Me attraverso queste mie urgenti suppliche di riportare i miei figli tra le Mie sacre braccia. 

Grazie per avere accettato questa Mia speciale richiesta di diventare Mia Sposa nell‟unione finale con Me. Questo contratto,  consegnandomi la tua anima completamente, Mi consentirà quella libertà necessaria a concludere con successo questa missione per la quale sei stata scelta. 

Vai ora, figlia Mia preziosa, e aiutami ad adempiere la Mia promessa all‟umanità. Il Mio ritorno sarà per reclamare i Miei preziosi figli e condurli nella Nuova Era di Pace. Questo passaggio verso il Nuovo Paradiso sarà rapido e senza sofferenza grazie al tuo dono per Me. 

Riferite, figli Miei, che il Mio cuore è gonfio di gioia in questo momento, man mano che il momento di festeggiare la Mia nascita si avvicina. 

Vi amo. Il Vostro amato Salvatore e Redentore, 

Gesù Cristo. 

11 Dicembre 2011 


COLLOQUI EUCARISTICI



LA IMMOLAZIONE

A - "Quante lusinghe pone davanti a me il Maligno!" 

R - "Per sottrarti a lui e giungere alla risoluzione definitiva di stare con Me, di vivere nella mia intimità, di realizzare la tua vocazione all'adorazione eucaristica, devi giungere all'immolazione di te al mio amore; a quella immolazione che è lo sforzo costante di seguire il Cristo e la Madre Sua sulla via da loro tracciata, che se è via del Golgota, è anche la luminosa certezza del cielo.
Tutti credono di essere a casa loro vivendo nel mondo. No. Questa è solo una pensione che prima o poi dovete lasciare.
La vostra casa è il cielo dove la vostra felicità sarà grande per sempre. Ricordate la mia preghiera: "Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato, siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato" (Gv.17-24)
Allora immolazione è saper diventare semplici, puri, entusiasti, scattanti e generosi, come il fanciullo, perché è per i semplici il mio sorriso, per i puri la mia immolazione nell'Eucaristia, per i generosi, gli entusiasti il dono di partecipare alla mia gloria.
E non dimenticate che nella semplicità è compresa l'umiltà. Solo chi è umile può diventare semplice. La tua immolazione deve dunque essere uno sforzo concreto e costante per raggiungere la docilità, la semplicità, la purezza, l'umiltà, la generosità."

PADRE PIO E IL DIAVOLO



Gabriele Amorth racconta... 

Tradimenti 

Padre Pio giunse a San Giovanni Rotondo nel settembre del 1916: quella sarebbe stata la sua dimora definitiva per oltre cinquant’anni, fino alla scomparsa, nel 1968. 

Era arrivato da poche settimane, quando ebbe una nuova visione, che anni più tardi riferì a padre Tarcisio da Cervinara, chiamandola però, «per umiltà», “sogno”. «Pareva di trovarmi alla finestra del coretto della chiesina di S. Giovanni Rotondo e nel piazzale antistante vi era stipata una folla sterminata. Dopo aver osservato tutta quella innumerevole moltitudine di persone, sporgendomi alla finestra del coretto, chiedo: “Chi siete? Che volete?”. 
E tutta quella folla, in coro, con voce massiccia e assordante, grida a squarciagola: “La morte di Padre Pio!”. Mi accorsi che erano tutti demoni!!! A queste parole entrai nel coretto per pregare. Mi si fa subito incontro la Madonna, che con accorato sguardo materno e con gesto deciso mi mise fra le mani un'"Arma” dicendomi: “Con quest'Arma sei tu che vincerai!". La manovrai dalla finestra del coretto e tutta quella gente fulmineamente cadde a terra restando tramortita. Mi svegliai. Poi mi addormentai di nuovo e mi trovai alla stessa finestra. Vidi di nuovo una numerosa folla. Meravigliato, e non senza una certa delusione, dissi gridando: “Ah, non siete morti?!”. E di nuovo chiesi: “Chi siete?...” Rispondono: “Siamo cristiani!”. Dico a tutti risollevato: “Siete figli di Gesù... Allora venite con me! Seguitemi e obbeditemi! E nessuno mai vi nuocerà?!”. E aggiungo: “Stringete sempre nella vostra mano l'Arma di Maria! e riporterete sempre e dovunque vittoria sui nemici infernali”. » 

MARCO TOSATTI 

Preghiera Portare il cielo alla terra



Che cosa è la preghiera 

La  forza più potente 

La vera preghiera è la forza  più potente nel mondo, oggi. La vera preghiera porta la forza del nostro Onnipotente Dio nell'azione. Tuttavia, la vera preghiera è gravemente mancante nella nostra generazione. 
Alla maggior parte dei cristiani non è stato insegnato a pregare dalla Parola di Dio ma hanno imparato ad ascoltare o a sperimentare altri esempi spesso errati. 
Nella nostra chiesa tradizionale, abbiamo il mercoledì notte??? incontri di preghiera. Ci sediamo in circolo ed ognuno racconta i suoi problemi, e quelli dei suoi familiari ed amici.  
Allora ci dicono quali pensano che possano essere le risposte. 
Quando abbiamo piegato i nostri capi per pregare il nostro unico pensiero era quello che avevamo dimenticato alcuni dei problemi e quindi  non riuscivamo a dirli a Dio. La settimana successiva abbiamo ascoltato gli stessi problemi e gli stessi desideri con le loro risposte. Abbiamo parlato dei teenagers e di quanto fossero indisciplinati finché non sono cresciuti. 
Abbiamo parlato del cancro di Aunt Hilda, prima che morisse. 
La sezione delle richieste di preghiera nella bacheca della chiesa rimane pressoché la stessa settimana dopo settimana. 
Quasi mai abbiamo sentito le risposte alle nostre preghiere e dopo molti anni si è smesso di andare alle riunioni di preghiera. Erano noiose, momenti negativi in cui si dimorava solo su problemi della vita di ognuno e comunque sembrava che nulla di particolare accadesse. 
Attraverso questo studio, il nostro traguardo è quello di raggiungere una nuova e fresca visione della preghiera. 
Attraverso i numerosi esempi biblici impareremo ciò che la preghiera è, e come pregare. 

È il figlio del diavolo a essere entrato nel mondo!



Madre di Dio

Non lasciatevi accecare dai segni dei vostri tempi, che al momento orbitano attorno alla vostra terra, perché il diavolo ha brutte intenzioni. L’anticristo è in mezzo a voi, ma non mostra il suo vero volto, lo fa solo con coloro che “lo amano”- un amore falso, perché l’amore non c’è dove è presente il diavolo, - lo adorano e gli rendono onore, perché è il figlio del diavolo che è entrato nel vostro mondo e lentamente, insidiosamente, ipocritamente e con grandissimo charme egli corrompe, affascina” l’elite” dei vostri paesi tirandoli dalla sua parte, per realizzare il piano finale: la distruzione, il controllo e la presa di potere del vostro mondo.

Il suo precursore è il falso profeta, che si procura il favore delle masse, si fa celebrare come innovatore della Chiesa cattolica “adattandola” al tempo moderno, egli si gongola dell’ammirazione delle masse e si fa osannare e scaccia sempre di più Mio Figlio dalla Sua Santa Chiesa, per sostituirlo con idoli e con la bestia, la quale l’ha preparato istruendolo per questi tempi malvagi.

Svegliatevi e guardate cosa accade nel vostro mondo. Per questo Dio Padre vi manda le catastrofi sulla terra, per risvegliarvi e per farvi vedere in quale tempo vi trovate. Cambiate strada e preparatevi perché presto tutto avverrà molto velocemente. Non appena l’anticristo mostrerà il suo vero volto non resterà più molto tempo per la vostra preparazione, perché Dio Padre interverrà e avrà luogo la battaglia definitiva per le anime. Il male sarà sconfitto e Gesù  prenderà con sé i Suoi fedeli seguaci e regalerà loro la pace Eterna.

Ma fino ad allora dovete resistere, perché vi aspettano tempi brutti. Coloro che non sono preparati avranno molte difficoltà a chi invece si dichiara per Mio Figlio non accadrà nulla di male. Dovete convertirvi. Questa è la vostra unica possibilità. L’anticristo è abile e ingannerà molti figli di Dio così come già ora sta facendo il falso profeta, dal quale già molti figli di Dio si sono lasciati abbindolare.

Svegliatevi !Guardate ciò che sta accadendo intorno a voi! Riconoscete i segni dei tempi così come si presentano. Tutto è scritto nel Santo Libro di vostro Padre. Non siate ciechi e non siate sordi! Seguite la Nostra chiamata e ascoltate la Nostra Parola! Solo con Noi potrete sopravvivere, solo con Mio Figlio sarete in grado di entrare nel Sua Nuova Gloria.
Venite, figli Miei, venite altrimenti il diavolo avrà vita facile con voi e l’anticristo v’ingannerà come fa il falso profeta. Perciò pregate per ricevere la chiarezza e la verità.

mercoledì 16 ottobre 2019

Dovete essere preparati, altrimenti sarete “spazzati via”!



Maria Madre di Dio

Date a Gesù il vostro consenso e create un’amicizia piena d’amore con LUI! Non vi resterà molto tempo per farlo perché molto presto, la mano di Dio Padre colpirà per porre un freno al male e per aprire gli occhi ai non credenti. Per allora voi dovete essere preparati perché altrimenti verrete spazzati via con tutta la feccia e la sporcizia che il vostro mondo ha da offrire e questo, non perché Dio Padre non sia misericordioso, ma perché voi vi siete decisi contro di LUI, non credendo in Lui non donandogli il vostro SÌ e non vivendo secondo la Sua Parola.

Noi correremo incontro a chi osa fare il primo passo! Dillo a tutti i Nostri figli non importa quanto buoni o quanto cattivi essi siano stati, perché Dio Padre è un padre misericordioso e la Sua misericordia perdona tutti i peccati eccetto la blasfemia.




“Amen, Io vi dico questo:
Chi non si apre rimarrà lì in piedi.
Non posso aiutare chi non viene a Me
Non posso salvare chi Mi nega il suo SÌ.
Chi giura fedeltà al diavolo rimarrà escluso dal Nuovo Paradiso.
Perché solo chi ha il cuore puro, entrerà nel Mio Nuovo Regno.
Solo chi Mi ama troverà la via verso il Padre.
Chi invece Mi schernisce, si prende gioco di Me e Mi rende ridicolo, verrà trascinato dal vortice dell’abisso e la sua anima sarà perduta per sempre.
Dichiaratevi quindi per Me, il vostro Gesù e grande sarà la gioia nel Cielo.
 Così sia.
Il vostro Gesù che vi ama.
Salvatore di tutti figli di Dio“

Il buon samaritano delle vittime del demonio



Il demonio intralcia il cammino


Dal demonio sono dunque considerato uno dei tre caproni, pur avendo l’autorizzazione di esorcista ad actus, cioè soltanto per i casi che si presentano, senza decreto e pubblicazione del nome. Questo forse per non venire bombardato dalle richieste, trovandomi a svolgere un servizio in Curia e con una parrocchia da seguire pastoralmente. Qualche confratello, avuto dal Vescovo il mio nome come nuovo esorcista, rende pubblica la nomina e mi invia i clienti che ha di troppo.
Fra i pazienti ho anche una coppia di sposi, un caso molto grave. Da molti anni, dall’inizio del matrimonio, il marito soffre duramente la possessione e vessazione. Essendo impedito il loro esorcista mi chiedono di seguirli. Dopo il terzo esorcismo il marito prova molta sofferenza. Un esorcista, sentendo questo, mi chiede: “Ma il tuo mandato non è scaduto?”. Sembrava che l’esorcismo, fatto su loro richiesta, avessi causato particolare sofferenza alla coppia: forse il reverendo pensava l’avessi compiuto a tempo scaduto.
Va precisato che non tutti gli esorcismi hanno lo stesso effetto di togliere o diminuire la sofferenza al posseduto. Più volte i pazienti, dopo l’esorcismo, provano maggiori sofferenze, come il nostro giovane Tobia.
La sapienza cristiana e la fede devono incoraggiare il posseduto a lottare contro il demonio, ad impegnarsi in maggiori preghiere, a santificare il più possibile le sofferenze per guadagnare la moneta pregiata necessaria per ottenere la grazia finale, come faceva P. Pio.
Chi non ha la forza di lottare, di pregare, di soffrire o per il suo carattere non da leone, o perché stanco dei lunghi anni di prova, o per la sua età, probabilmente non va verso l’uscita dal tunnel. Nel caso di morte prima della liberazione non viene compromessa la salvezza, perché l’anima ha combattuto la buona battaglia ed è in grazia di Dio.

Tuttavia vedo con molta maggiore speranza di riuscita, di arrivare alla liberazione, chi non si tira indietro, non si abbatte, ma continua la lotta con volontà, nonostante le tentazioni e lo scoraggiamento per i lunghi anni di sofferenza senza vedere i risultati sperati.
Temo che anche questa volta il demonio si sia intromesso per togliermi questo incarico, visto che non avevo paura di combatterlo insieme al Signore. Avevo detto chiaramente al demonio: “Tu non mi puoi toccare, non mi farai più del male perché il Signore mi ha unito a sé e la Ma donna mi ha posto sotto il suo  manto”. Il demonio non ha ribadito di essere il più forte: ha abbassato la testa. Ho pensato: “Forse sta complottando di farmi uno sgambetto”?
Dopo qualche tempo do al Vescovo una certa relazione confidenziale dei dialoghi con il demonio. Mi revoca temporaneamente il mandato perché non vede bene le mie conversazioni con il demonio. Mi invita a non prestarci fede in nulla di quanto dice perché è solo falsità. Non so se questo sia avvenuto per il troppo zelo mio o di qualche collega esorcista!
Al Vescovo ricordo le minacce del demonio dinanzi alla proposta di un esorcismo alla sua presenza. Minacce ancor più gravi ha so se avessi progettato qualche esorcismo a S. Martino di Schio. Io lo proponevo per la particolare devozione del giovane alla Regina dell’Amore e in rapporto alla sofferenza, dichiarata dal demonio, alla presenza di Maria in quel luogo.
Il demonio ha messo in atto la minaccia, mi ha “fatto fare brutta figura” con il Vescovo: forse gli ha suggerito una interpretazione distorta alle mie informazioni!
Di fatto è riuscito a farmi lo sgambetto, a farmi sospendere temporaneamente l’incarico di esorcista. Così mi ha tolta la possibilità dei due esorcismi che al demonio non piacevano proprio. Ritenendomi uno dei tre caproni che gli davano più fastidio, mi ha tolto di mezzo; il secondo l’aveva già eliminato: è morto in un incidente. Rimane il terzo, don Dino.
Chiedo poi al demonio se conosce il Vescovo esorcista della zona. Mi dice: “Per quello non mi importa, ormai è vecchio”. Cercavo di dar fastidio al demonio con il coraggio della fede e della preghiera. Ora continuerò a combatterlo con preghiere e benedizioni di liberazione.
Un rinomato e illustre esorcista mi dice: “Hai fatto un solo errore: raccontare i tuoi dialoghi, la tua esperienza di esorcista a uno che non ha mai fatto esorcismi”.
Mi chiedo: Sarà l’ultima bastonata, o il demonio realizzerà anche l’ultima minaccia annunciata di farmi considerare pazzo e mettermi in manicomio? Fa parte anche questo della grande profezia che vedremo?
A conferma dello sgambetto fattomi, il demonio in tre successivi incontri mi ha riso in faccia, sghignazzato, contento e felice perché mi ha fatto lo sgambetto di togliermi dagli esorcisti caproni: ha dimostrato di essere più furbo, scaltro e di me: più che figlio, è principe delle tenebre. A volte forse è bene, forse non crederci, ma mettere il dubbio che possa dire il vero.
Dico al demonio: “Io continuo a bastonarti come prima”. “Cretino, ignorante, sai che gli esorcismi sono sacramentali, e sono più efficaci! Ma devi obbedire, non puoi farli”.
 “Certo non farò le due ultime preghiere, invocativa ed imperativa, ma continuerò con le benedizioni e le preghiere di liberazione”. In successivi incontri di preghiera, anche se il demonio non ha mai obbedito, mi dà lezione e avverte ancora: “Guarda che non puoi, devi obbedire”! Consiglio giusto! Me lo insegna proprio chi ha affermato con orgoglio di non aver mai obbedito. “Tu che sai tutto, gli risposi, mi dirai quando devo fermarmi nelle preghiere”.
Aggiungo: “Mi hai fatto lo sgambetto, ora devi rimediare, diversamente ti stancherò e ti convincerò a forza di frecce, di segni di Croce, in forza della maledizione del Padre Eterno”!
Mi risponde: “Pensi che il Vescovo creda a me, che ascolti i miei consigli?”. Avevo cercato anch’io di ricattarlo, sapendo che soffre molto le maledizioni. Mi stava tanto a cuore non peggiorasse la pesante situazione e il futuro di Tobia.


DIO E’ AMORE



L'uomo per sua natura tende alla felicità, non farebbe nulla contro se stesso se non nell'illusoria convinzione che esso sia un bene.Dalla libertà di arbitrio scaturiscono delle disposizioni, cioè delle scelte, che sono il prodotto dell'intelletto e della volontà. 

Quando la volontà e l'intelletto sono uniti alla Grazia l'uomo compie sempre le scelte giuste, si orienta sempre verso il vero bene.La tentazione è come un cuneo che si insinua tra la volontà, l'intelletto e la Grazia, presente nell'anima unita a Dio. Questa dissociazione produce un orientamento al male, che l'uomo ritiene essere erroneamente un bene per se stesso.L'abilità del maligno consiste nel presentare sempre il male come un bene facendo leva sull'ignoranza e sull'egoismo umano, la sua specialità, infatti, è la capacità di ingannare. 
Solo il santo discernimento rende inefficace la tentazione e quindi l'inganno. Esso è un dono dello Spirito Santo che si ottiene per mezzo della preghiera. Essa è un mezzo efficace per riconoscere e vincere la tentazione.  

Quando l'anima esce dalla tentazione e l'ingannatore è vinto, l'uomo è più forte nel combattimento spirituale e passando di vittoria in vittoria acquista la fortezza, che è una delle virtù fondamentali per progredire spiritualmente nelle vie della perfezione cristiana. L'amore di Dio si manifesta anche nelle tentazioni: esse non sono mai superiori alle nostre forze spirituali, e sono permesse da Dio per la santificazione delle anime. 

La tentazione è un pensiero, una rappresentazione mentale, che l'intelletto gradisce ed apprezza, allettando la volontà.Se la volontà unita alla Grazia divina respinge quanto l'intelletto propone la tentazione è vinta. Se al contrario essa aderisce alla proposta l'anima entra nelle dinamiche del peccato ed è vinta e sedotta, perdendo la Grazia divina. 

La successiva esecuzione del progetto è soltanto la concretizzazione, l'attuazione dell'atto peccaminoso.Così come di vittoria in vittoria sulle tentazioni l'anima acquista la virtù della fortezza e si stabilizza nella  Grazia, allo stesso modo di sconfitta in sconfitta l'anima scivola sempre più nel vizio e si stabilizza nel peccato. 

Questa pessima condizione dell'anima ne produce la morte spirituale, che ha come conseguenza l'indurimento del cuore, l'insensibilità della coscienza ai richiami dello Spirito Santo e l'inclinazione al male.Il persistere dell'anima per molto tempo in queste condizioni di morte spirituale determina la perdita graduale, ma inesorabile, delle tre virtù infuse dalla Grazia divina: la fede, la speranza e la carità. 

In queste condizioni l'anime è nelle tenebre, totalmente acquiescente ai peggiori moti dello spirito, moltiplica i propri peccati e vive nell'odio verso il prossimo e verso Dio.Convinta di bastare a se stessa, sempre più pervasa dall'amor proprio, dall'orgoglio e dall'egoismo, diventa incapace di amare, ed avvitandosi sempre più in una spirale di male e di odio, finisce per odiare se stessa avviandosi verso il fallimento e l'autodistruzione. 

In questa disastrosa situazione solo l'amore divino può salvarla con una speciale grazia di conversione, ed a questo proposito sono molto efficaci le preghiere della Chiesa per la conversione dei peccatori.Ma Dio non forza mai le coscienze.  

Egli è sommamente rispettoso della libertà umana, ma attende con pazienza che il cuore umano gli apra uno spiraglio, una piccola fessura nella quale lo Spirito Santo possa entrare con la sua luce per rinnovare tutto, per fare nuove tutte le cose, per ridare speranza e gioia all'esistenza umana.

Gioacchino  Ventimiglia

Punizione della bestemmia contro lo Spirito Santo



La distruzione di Gerusalemme per opera di Tito fu il castigo dei Giudei colpevoli del deicidio nella persona del Dio Figlio; la rovina di Costantinopoli per opera di Maometto II fu la punizione dei Greci, bestemmiatori dello Spirito Santo. Fino dai primi secoli della Chiesa i Greci non avevano cessato di sostenere errori contro la terza persona della SS.ma Trinità: Mecedonio, Fozio, Michele Cerulario, furono i colpevoli padri d'un lungo seguito di oltraggiatori dello Spirito Santo. La Chiesa latina, spaventata dall'ostinazione della sua sorella, nulla omise per ricondurla alla verità e all'unità. Tre volte i Greci sottoscrissero solennemente il simbolo cattolico, e tre volte violarono la fede giurata. Nel 1439 appena ritornati in Oriente, dopo il Concilio di Firenze, si fecero beffe della loro sottoscrizione, e ripresero a bestemmiare contro lo Spirito Santo.
La misura era colma, e il castigo minacciato alla Chiesa Greca dal Vicario di Gesù Cristo Papa Nicolò V, ebbe il suo effetto.
Maometto II, alla testa di un esercito di 300 mila uomini e di una flotta di 400 vele, cinse d'assedio Costantinopoli, e se ne fece padrone il 29 Maggio 1453, una ora dopo mezzanotte: era il lunedì della Pentecoste.
Così mentre la Chiesa latina, piamente raccolta nei suoi templi, con allegrezza celebrava il solenne anniversario della discesa dello Spirito Santo sul mondo, e altamente proclamava la sua processione dal Padre e dal Figlio, i Greci, che bestemmiando, la negavano, furono schiacciati sotto le rovine della loro capitale, e sul loro capo orgoglioso cadde il ferreo giogo della barbarie mussulmana.
Mentre Maometto, circondato dai suoi Visir, entrava in Costantinopoli, due soldati gli recarono la testa dell' imperator Costantino XII°. Egli la fece inchiodare sull'alto d'una colonna ove stette fino a sera. Dopo questo oltraggio al vinto principe, Maometto entrò nella basilica patriarcale di santa Sofia, e si assise sull'altare, (come se fosse il dio del tempio) in luogo del Verbo Incarnato, di cui per tal modo si proclamava l'avversario.
Già i suoi soldati, sono sparsi in tutta la città, colla spada alla mano sgozzando quanti trovano. Tutto in Costantinopoli è strage ed abominazione. Chi sopravvive divien preda dei vincitori ed è ammucchiato nei parchi e venduto come bestiame. Si vedono principi, baroni, sacerdoti e grandi signori trascinati colla corda al collo, cacciati a colpi di frusta e comperati da uomini da nulla, che ne fanno pastori di buoi e di porci ed erano quei superbi Greci che non volevano sottostare alla paterna autorità dei successori di Pietro, e che avevano empiamente protestato che era da preferirsi il turbante alla tiara, e la scimitarra di Maometto al pastorale del romano Pontefice! La massa poi della popolazione greca è cacciata nelle galere, che tosto fan vela in tutte le direzioni. Per molto tempo i porti dell'Asia e dell'Africa vedono esposte nei loro orribili mercati lunghe schiere di schiavi incatenati, che, come altre volte i Giudei, sono dispersi ai quattro venti, per insegnare a tutti i popoli quel che diviene una nazione che osa dire allo Spirito Santo: non vogliamo che tu regni sopra di noi. (Schouppe, Istr. rel. vol. I. lez. XI).
La bella Costantinopoli, sede per tanti secoli dell'impero di Oriente, è ancora in potere dei maomettani; e quella cristianità già sì fiorente che diede alla Chiesa tanti Santi, tanti Dottori, e che poi traviata per superbia, ostinata nei suoi traviamenti e abbandonata da Dio e dagli uomini, rimase preda di crudele e nefando sterminio, ha mosso a compassione il paterno cuore del sommo Pontefice Leone XIII, che con tanto zelo si adopera per rialzarla dal suo avvilimento e ricondurla nell'unità della Chiesa Romana. Deh! seguiamo anche noi tanto esempio di carità, e offrendo allo Spirito Santo riparazioni e preghiere, procuriamo di anticipare ai nostri fratelli d'Oriente la bella grazia del ritorno nel seno della vera Chiesa.

Un mondo senza rispetto e moralità è un inferno in terra.



San Bonaventura ha le lacrime agli occhi.

Figlia Mia. Mio fiore, sì Io sono triste perché le persone non hanno alcun rispetto. Sono rumorose, sconsiderate si muovono frenetiche intorno all’altare, che è SACRO! Non ci dimostrano più alcuna reverenza. Così non si può andare avanti, dove volete arrivare? Un mondo senza rispetto e moralità è un inferno in terra.

Chi non ha rispetto non è degno di Dio e ciononostante il Nostro Signore, ama ciascuno di voi. Chi non dimostra più alcuna reverenza non potrà entrare nel Nuovo Regno celeste, perché  là c’è l’amore che vi porta a comportarvi vicendevolmente con rispetto e con deferenza, ma dove mancano il rispetto e la reverenza non si trova neanche il vero amore, senza l’amore cadete  nell’ abisso dell’oscurità, nella dannazione, dove non esiste né rispetto né morale né reverenza o amore.

A ognuno venga dato ciò che desidera! Continuate a poltrire in questo mondo, distruggetevi la possibilità della vita nella meravigliosa eternità di Dio Padre, continuate a scavarvi la vostra tomba eterna nella casa del diavolo, ma siate certi che non morirete mai, perché la vostra anima è stata creata per l’Eternità e voi le procurate dolore, tortura e tormento!

Svegliatevi! Rispettatevi vicendevolmente e dimostrate la vostra reverenza al vostro Santo Padre celeste. Così, Miei amati figli avrete una possibilità di ricevere le glorie che il Signore tiene pronte per voi e la vostra anima starà bene per sempre.

Non siate stupidi e cominciate la strada seguendo i comandamenti di Dio Padre così ritornerete a casa da LUI e la vostra anima sarà salva perché Chi è buono, fedele e onesto verrà portato in salvo dal Figlio dell’uomo, che è di origine divina.

Venite, Figli Miei, venite a dare a Gesù il vostro SÌ! La gioia della vostra anima sarà grandi e grandi sono i doni che vi attendono.

Io vi amo.

Il vostro Santo Bonaventura.

Credetemi!


Per mantenerci costanti nel suffragare le Anime del Purgatorio.



Se impareremo a farci sante, avremo acquistato ricchezze che nemmeno la morte potrà strapparci di mano, ma che dopo di essa, ci saranno rese a mille doppi.

MONDO NUOVO PROFETIZZATO



NUOVI CIELI E NUOVA TERRA RIVELATI.


Splendore del mondo nascituro.

L’umanità è in cammino sulla Terra da secoli, [96] ma anziché camminare, e nella buona direzione, essa dà l’impressione di trascinarsi sulle ginocchia. Finora, escludendo i primissimi istanti, è stato sempre così, ma è lecito chiedersi se in futuro sarà ancora così. Per fortuna sembra di no. I Profeti cristiani contemporanei dicono che per questa nostra umanità è imminente un rinnovamento singolare. Stando alle loro profezie, l’umanità è in procinto di rialzarsi. Essa sta per riprendere la sua posizione normale al fine di e proseguire il suo cammino con l’andatura che Dio le aveva dato prima del Peccato originale. Il messaggio che segue è di quelli che Suor Marie Nathalie [97] ha ricevuto nell’autunno del 1985. Esso parla della nostra prossima risurrezione.

Suor Marie Nathalie dice: «All’umanità, sottomessa per il momento alla purificazione che la farà rinascere alla grazia, verrà concesso fra poco il privilegio ch e avevano i nostri Progenitori nel Paradiso terrestre. La felicità di quel paradiso attende tutti quelli che si convertono e vivono nell’amore delle otto Beatitudini. » (21 novembre 1985). [98]

A qualcuno potrà sembrare assurdo che il Paradiso terrestre debba ritornare sulla terra, ma non c’è nulla nella Bibbia che neghi una tale possibilità. La vera assurdità, a pensarci bene, sarebbe che il mondo continuasse fino alla fine nelle condizioni attuali. Il messaggio di Suor Marie Nathalie che abbiamo appena letto non è l’unico ad annunciare il ritorno del Paradiso terrestre. Negli anni ‘80, don Stefano Gobbi [99] ha ricevuto dalla Madonna parecchi messaggi, molti dei quali confermano le parole di Suor Marie Nathalie. Per esempio:

La Madonna a don Gobbi: – «Un’era di grazia, d’amore e di pace sta per nascere dai giorni dolorosi che vivete. » (31 dicembre 1980).

La Madonna a don Gobbi: – «Quando avrà instaurato il suo Regno, regno eucaristico, Gesù vi condurrà a godere di questa sua abituale presenza, che voi sentirete in maniera nuova e straordinaria, e vi condurrà a fare l’esperienza di un secondo, rinnovato, e più bel Paradiso terrestre. » (21 agosto 1987).

DON STEFANO GOBBI

Fondatore del Movimento Sacerdotale Mariano, e autore del “Libro azzurro”: “Ai S acerdoti, figli prediletti della Madonna”.
gobbi

Se questi testi profetici dicono il vero, Dio vuole che la Creazione abbia un finale degno del suo inizio. Per questo avrebbe concepito un Paradiso terrestre finale all’immagine di quello iniziale, e forse superiore. Troppo bello perché sia vero? La nostra sorpresa non dovrebbe essere eccessiva dinanzi a questa scoperta che forse oltrepassa le nostre speranze. Le opere di Dio sono meravigliose sot to tutti gli aspetti. Questo Piano di Santificazione generale ne offre una prova supplementare. È un Piano degno in tutto della grandezza divina, come il Piano della Creazione e quello della Redenzione. Se questa scoperta è per noi sorgente di gioia, dovremmo approfittarne per ringraziare Dio, nostro Padre e Creatore, anziché negare tutto per ostinato pessimismo. Dio ci rivela, e lo fa in mille modi diversi ma concordanti, che ha concepito le cose in modo che la Terra sia ricondotta alle condizioni di vita che esistevano prima del Peccato originale, quan do la santità innocente di Adamo ed Eva gli permetteva di avvicinarsi ad essi, e di conversare con essi “nel venticello della sera”. E quando queste condizioni di vita saranno ripristinate, è certo che Dio tornerà ancora, e volentieri, a dialogare con l’essere umano “nel venticello della sera”. E gli esseri umani non faranno a meno di mostrare la loro gratitudine dicendo:

“Grazie di averci creati, di averci riscattati per opera della seconda Persona, il Figlio, e di accordarci ora la grazia della santificazione per opera dello terza Persona, lo Spirito Santo!”

di: Johannes De Parvulis