Il demonio intralcia il cammino
Dal demonio sono dunque considerato uno dei tre caproni, pur avendo l’autorizzazione di esorcista ad actus, cioè soltanto per i casi che si presentano, senza decreto e pubblicazione del nome. Questo forse per non venire bombardato dalle richieste, trovandomi a svolgere un servizio in Curia e con una parrocchia da seguire pastoralmente. Qualche confratello, avuto dal Vescovo il mio nome come nuovo esorcista, rende pubblica la nomina e mi invia i clienti che ha di troppo.
Fra i pazienti ho anche una coppia di sposi, un caso molto grave. Da molti anni, dall’inizio del matrimonio, il marito soffre duramente la possessione e vessazione. Essendo impedito il loro esorcista mi chiedono di seguirli. Dopo il terzo esorcismo il marito prova molta sofferenza. Un esorcista, sentendo questo, mi chiede: “Ma il tuo mandato non è scaduto?”. Sembrava che l’esorcismo, fatto su loro richiesta, avessi causato particolare sofferenza alla coppia: forse il reverendo pensava l’avessi compiuto a tempo scaduto.
Va precisato che non tutti gli esorcismi hanno lo stesso effetto di togliere o diminuire la sofferenza al posseduto. Più volte i pazienti, dopo l’esorcismo, provano maggiori sofferenze, come il nostro giovane Tobia.
La sapienza cristiana e la fede devono incoraggiare il posseduto a lottare contro il demonio, ad impegnarsi in maggiori preghiere, a santificare il più possibile le sofferenze per guadagnare la moneta pregiata necessaria per ottenere la grazia finale, come faceva P. Pio.
Chi non ha la forza di lottare, di pregare, di soffrire o per il suo carattere non da leone, o perché stanco dei lunghi anni di prova, o per la sua età, probabilmente non va verso l’uscita dal tunnel. Nel caso di morte prima della liberazione non viene compromessa la salvezza, perché l’anima ha combattuto la buona battaglia ed è in grazia di Dio.
Tuttavia vedo con molta maggiore speranza di riuscita, di arrivare alla liberazione, chi non si tira indietro, non si abbatte, ma continua la lotta con volontà, nonostante le tentazioni e lo scoraggiamento per i lunghi anni di sofferenza senza vedere i risultati sperati.
Temo che anche questa volta il demonio si sia intromesso per togliermi questo incarico, visto che non avevo paura di combatterlo insieme al Signore. Avevo detto chiaramente al demonio: “Tu non mi puoi toccare, non mi farai più del male perché il Signore mi ha unito a sé e la Ma donna mi ha posto sotto il suo manto”. Il demonio non ha ribadito di essere il più forte: ha abbassato la testa. Ho pensato: “Forse sta complottando di farmi uno sgambetto”?
Dopo qualche tempo do al Vescovo una certa relazione confidenziale dei dialoghi con il demonio. Mi revoca temporaneamente il mandato perché non vede bene le mie conversazioni con il demonio. Mi invita a non prestarci fede in nulla di quanto dice perché è solo falsità. Non so se questo sia avvenuto per il troppo zelo mio o di qualche collega esorcista!
Al Vescovo ricordo le minacce del demonio dinanzi alla proposta di un esorcismo alla sua presenza. Minacce ancor più gravi ha so se avessi progettato qualche esorcismo a S. Martino di Schio. Io lo proponevo per la particolare devozione del giovane alla Regina dell’Amore e in rapporto alla sofferenza, dichiarata dal demonio, alla presenza di Maria in quel luogo.
Il demonio ha messo in atto la minaccia, mi ha “fatto fare brutta figura” con il Vescovo: forse gli ha suggerito una interpretazione distorta alle mie informazioni!
Di fatto è riuscito a farmi lo sgambetto, a farmi sospendere temporaneamente l’incarico di esorcista. Così mi ha tolta la possibilità dei due esorcismi che al demonio non piacevano proprio. Ritenendomi uno dei tre caproni che gli davano più fastidio, mi ha tolto di mezzo; il secondo l’aveva già eliminato: è morto in un incidente. Rimane il terzo, don Dino.
Chiedo poi al demonio se conosce il Vescovo esorcista della zona. Mi dice: “Per quello non mi importa, ormai è vecchio”. Cercavo di dar fastidio al demonio con il coraggio della fede e della preghiera. Ora continuerò a combatterlo con preghiere e benedizioni di liberazione.
Un rinomato e illustre esorcista mi dice: “Hai fatto un solo errore: raccontare i tuoi dialoghi, la tua esperienza di esorcista a uno che non ha mai fatto esorcismi”.
Mi chiedo: Sarà l’ultima bastonata, o il demonio realizzerà anche l’ultima minaccia annunciata di farmi considerare pazzo e mettermi in manicomio? Fa parte anche questo della grande profezia che vedremo?
A conferma dello sgambetto fattomi, il demonio in tre successivi incontri mi ha riso in faccia, sghignazzato, contento e felice perché mi ha fatto lo sgambetto di togliermi dagli esorcisti caproni: ha dimostrato di essere più furbo, scaltro e di me: più che figlio, è principe delle tenebre. A volte forse è bene, forse non crederci, ma mettere il dubbio che possa dire il vero.
Dico al demonio: “Io continuo a bastonarti come prima”. “Cretino, ignorante, sai che gli esorcismi sono sacramentali, e sono più efficaci! Ma devi obbedire, non puoi farli”.
“Certo non farò le due ultime preghiere, invocativa ed imperativa, ma continuerò con le benedizioni e le preghiere di liberazione”. In successivi incontri di preghiera, anche se il demonio non ha mai obbedito, mi dà lezione e avverte ancora: “Guarda che non puoi, devi obbedire”! Consiglio giusto! Me lo insegna proprio chi ha affermato con orgoglio di non aver mai obbedito. “Tu che sai tutto, gli risposi, mi dirai quando devo fermarmi nelle preghiere”.
Aggiungo: “Mi hai fatto lo sgambetto, ora devi rimediare, diversamente ti stancherò e ti convincerò a forza di frecce, di segni di Croce, in forza della maledizione del Padre Eterno”!
Mi risponde: “Pensi che il Vescovo creda a me, che ascolti i miei consigli?”. Avevo cercato anch’io di ricattarlo, sapendo che soffre molto le maledizioni. Mi stava tanto a cuore non peggiorasse la pesante situazione e il futuro di Tobia.
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