martedì 22 ottobre 2019

TESORI DI RACCONTI




 Un figlio amoroso  


Un generale invitò un giorno a pranzo inaspettatamente tutti i suoi ufficiali subalterni, e a metà del pranzo uscì fuori col dire, che non sapeva che fosse avvenuto del suo orologio, che poco prima aveva avuto fra mano, e dato a vedere in giro ai convitati, che ne ammiravano la preziosità. La faccenda divenne seria; furono fatte mille congetture più o meno sospettose, e tutti gli ufficiali per mostrare la loro innocenza si alzarono e vuotarono le loro tasche. 
Non ve ne fu che uno, il cui contegno parve imbarazzato. Si fece rosso in volto e senza vuotare le saccocce come gli altri, si limitò a dire che dava la sua parola d'onore, che ei nulla sapeva dell'orologio. A tale protesta, tutta la società parve confusa e malcontenta: si parlò poco insino alla fine del pranzo, e gli invitati partirono presto. La sera medesima ad ora tarda, l'ufficiale, che si era rifiutato dl vuotare le tasche, fu chiamato dal generale, il quale così gli disse benignamente:  

- Vi prego, signore, di perdonarmi se oggi vi ho compromesso: il mio orologio fu ritrovato. Sappiate che la tasca era a caso scucita, e l'orologio era caduto tra la fodera e il panno, senza che me ne accorgessi. Ma permettetemi che vi domandi per qual motivo vi mostraste così imbarazzato, ricusando di vuotar le tasche come gli altri. A tale richiesta un lieve rossore comparve di nuovo sul volto del giovane, e rispose con un mendicato sorriso:  

- In quel punto mi trovava in saccoccia un pezzo di pane e formaggio, che dovevano essere il mio pranzo, non avendo potuto prevedere l'onore di essere invitato alla vostra tavola.  
- La vostra frugalità mi par eccessiva e mi reca meraviglia, ripigliò il generale, deriverebbe essa forse da avarizia!  

- Ah no, generale! - Avete forse debiti da pagare, i quali vi costringano a tanta parsimonia? Veramente no non ho diritto di entrare nei vostri particolari interessi, pure vi sarei grato di tal confidenza,  

- Io non posso rifiutarmi alle vostre brame, o mio signore, e voglio appagarle. 
Sappiate dunque che la mia sobrietà, che vi reca tanto stupore, proviene dall'amore che porto alla vecchia ed ottima mia madre, la quale essendo inferma si trova in bisogno della mia assistenza. Per far qualche risparmio, tre giorni per settimana non mangio a desinare che pane e formaggio, ma di questo sacrificio sono largamente ricompensato pel piacere che provo di poter così soccorrere colei che mi diede la vita. Ecco il vero motivo della confusione che voi notaste. - Il generale, asciugatasi una lagrima, disse con voce commossa:  

- Certo voi siete un buono ed amoroso figliuolo, e dovete quindi essere un prode e valoroso guerriero, e però m'incarico del vostro avanzamento. Da oggi in avanti poi voglio avervi mio commensale giornaliero, affinché possiate ancor meglio assistere vostra madre. E battendogli amichevolmente la spalla: Siamo dunque intesi, mio caro ufficiale, soggiunse: addio, a rivederci domani a mezzodì. Così l'ufficiale esperimentò come Iddio disponga che anche in questa vita venga premiata la pietà verso i genitori, e il generale conobbe quanto convenga andar cauti nel giudicare i propri simili, perché spesso può avvenire che noi riputiamo triste quell'azione che invece è buona.  

DON ANTONIO ZACCARIA 

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