sabato 26 ottobre 2019

IN ADORAZIONE



LA MISERICORDIA DEL SIGNORE

Quattro anni fa, chiesi al Signore, se era sua Volontà, di potermi raccogliere nel giorno della “Divina Misericordia”, all'ora esatta delle tre del pomeriggio, in qualsiasi posto mi trovassi.

Sperimentai, quel giorno, alcune esperienze alle tre e anche prima, ma oggi voglio raccontare quanto mi è successo quest’anno.

Come tutti questi anni, cerco di prepararmi ben Confessata, sistemo tutte le mie cose, guardaroba e tutto, prima della "Domenica in Albis". 

Questa volta, non è stato diverso, salvo l’immensa presenza del nostro Padre Fondatore, tra noi per motivi di salute. 

Egli celebrò la Santa Messa, ancora convalescente, alle due e trenta del pomeriggio. 

Giunti all’Offertorio, chiusi gli occhi, offrendo al mio Angelo l'offerta di me stessa, perché la portasse fino all’Altare, ma una Luce illuminò i miei occhi e la mia mente. 

Tornai ad aprire gli occhi e vidi Gesù, il profilo di Gesù, la Figura sua della Divina Misericordia e i Raggi che uscivano dal suo Petto, che mi compivano con forza. 

Ebbi un lieve sussulto, notato da Padre Renzo, che, più tardi, me lo disse. 

Gesù parlò al mio cuore, chiedendomi di abbandonarmi a Lui. 

Chiusi gli occhi e mi vidi davanti al Trono che Egli, tante volte, mi aveva permesso di vedere. 

C'era qualcuno: un Essere pieno di Luce argentata e seppi che era Papà Dio. 

Pensai:

 “Sono morta!”. 

E vidi Gesù, davanti a me, vestito come Gesù Misericordioso. 

Subito, scoprii me stessa, avvolta da cerchi, come anelli rossi e bianchi, però spezzati, come un specie di fusto che mi ricopriva, ma sapevo che, sotto, ero nuda e cominciai a sentirmi male. 

Ero piena di vergogna, perché temevo che Dio Padre se ne accorgesse. 

Alzai gli occhi, cercando alla mia sinistra Gesù, ma davanti a me, verso destra, c’era un Essere, vestito di fuoco specialissimo, tra il rosso e il dorato; non mi spaventò, anzi, mi fece sentire molto bene. 

E in quell’istante, mi resi conto… Egli mi stava presentando davanti Dio Padre, alla Santissima Trinità ed ero rivestita unicamente dai colori della Divina Misericordia… 

Compresi che l’unico che può farci degni di essere presentati al Trono di Dio è la Divina Misericordia di Gesù e che, in Essa, dobbiamo rifugiarci! 

Guardai quell’Essere pieno di Luce e riuscii a percepire i suoi Occhi, degli Occhi enormi, come quelli del mio Gesù, ma con uno sguardo di tenerezza sapiente, accorto amorevole, che mi invitava ad avere fiducia e a non temerLo. 

Questo sguardo “sorrideva”, non potevo scorgere altro, tutto era Luce, però quegli Occhi, o meglio, quello sguardo, lo vedevo chiaramente. 

Ripetei insieme a molte altre Voci: 

“Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del Mondo intero”. 

Lo ripetemmo per tre volte. 

Una Voce molto dolce, che riconobbi in seguito come quella della mia Mammina Santa, disse: 

“Santo Dio…” - e i miei occhi si volsero verso Papà Dio 

Poi, la Verine ripetè:

 “Santo Forte” - e i miei occhi si volsero l'Essere vestito di Fuoco, e quando la Madonna disse: "Santo Immortale", i miei occhi cercarono Gesù. 

Questo significa:

 Dio Padre… è il Santo 

il Forte… è lo Spirito Santo

 l’Immortale… è Colui che ha vinto la morte: Gesù…!

 La mia mente si stava aprendo a delle cose che, indubbiamente, possono essere ben conosciute da un Sacerdote preparato, da una Religiosa, da un laico con Studi Religiosi, ma per noi laici delle plebe, per me, era una rivelazione. 

Disse la Voce di Gesù, ma sapevo che era il Padre che mi parlava: 

“Devi dire al Mondo di ripetere questa preghiera con la conoscenza che hai avuto ora”.

In quel momento, compresi che non ero “morta”, che il Signore mi dava altro tempo e che mi affidava una nuova Missione: preparare l’uomo, perché il suo incontro con Dio, all’ora della sua morte, sia rivestito della Divina Misericordia, dei Meriti infiniti di Gesù, poiché è questa l’unica Veste con cui possiamo presentarci davanti al Trono di Dio, per essere Giudicati… 

Venni strappata, da lì, da una forza che mi assorbiva e mi vidi come fluttuante nel cielo (certamente è così che volano i paracadutisti): era un luogo con delle montagne ed io, lentamente, scendevo, attraversando le nubi, su una pianura. 

Pensavo: “sicuramente è un posto freddo, dato che ci sono le montagne!”. 

Mentre mi abbassavo, ci vedevo meglio: c’erano uomini e donne, più numerosi gli uomini, vestiti di nero, mano nella mano, uno accanto all’altro. 

Durante la discesa, percepii una Forza che mi chiedeva di recitare quella preghiera e così l'iniziai: 

“Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del Mondo intero”. 

All’improvviso, alcune persone sparirono ed io salii un poco, ripetei nuovamente la preghiera e accadde la stessa cosa. 

Allora, cominciai a ripeterla una volta, poi un’altra volta e salivo, salivo, e le persone andavano scomparendo, fino a quando le persi di vista ed udii la voce del Sacerdote che continuava la Celebrazione. 

Mi misi a piangere, non potevo farne a meno: da una parte provavo pena e dolore per aver lasciato quel maestoso luogo e quella Visione... dall'altra ero contenta, perché il Signore mi affidava un’altra Missione. 

Appena la Celebrazione fu terminata, chiesi di recitare la “Corona della Divina Misericordia”, di fronte a Gesù Sacramentato e, quando ho ripetuto l’Invocazione “Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del Mondo intero”, avvertii dentro di me che molte Voci si erano unite a noi, per accompagnarci.

 Mi resi conto che la Visione che avevo avuto, sospesa nell’aria e con tutti quegli Esseri in basso, come se aspettassero qualcosa, era di Anime che stavano per morire e che aspettavano una preghiera. 

Vi ho raccontato questo perché desidero chiedere a tutti voi di accompagnarmi nell'apostolato per i Moribondi, di ripetere ogni volta che vi ricordate, questa preghiera, presentando al Signore tutti i moribondi della giornata, affinché siano raggiunti dalla Grazia e dalla Misericordia di Dio, nel momento della loro morte e possano, così, unirsi alle nostre preghiere, per mezzo dei nostri e dei loro Angeli Custodi. 

E, a questi ultimi, chiederemo di recitarle all’orecchio di ogni Agonizzante, di fargliele ripetere almeno una volta, perché si possano salvare.

-Testimonianza di Catalina RIVAS-

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