mercoledì 30 ottobre 2019

LA SANTISSIMA EUCARESTIA



L'ECCESSO DI AMORE

Noi predichiamo Gesù Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei e follia per i gentili. I, Corinti, I, 23.

Che cosa diremo degli abbassamenti di Nostro Signore Gesù Cristo nell'Eucaristia? Al fine di abitare con noi Gesù si espone all'ingratitudine e all'oltraggio. Nulla lo scoraggia.
Contempliamo l'amabilissimo Salvatore trattato come non si farebbe con nessun altro, e che tuttavia continua a rimanere con noi.

I. - Nostro Signore che viene a noi e ci apporta tesori infiniti di grazie, merita tutta la nostra riconoscenza, si può dubitarne?
Egli è Re, egli è Dio! Ora se un potente della terra, se un sovrano visita un povero, un ammalato, chi non è tocco di gratitudine per tale degnazione? L'invidia, l'odio stesso si danno per vinti al cospetto della grandezza che si abbassa.

Non merita Nostro Signore di essere ringraziato, di essere amato? Egli non ci visita di sfuggita, ma resta in mezzo a noi. Lo si domandi o no, anche senza che lo si desideri, egli si tiene là per farci del bene. Ma a Lui solo non si rendono grazie del bene che fa. Con la sua presenza nel Santissimo Sacramento opera meraviglie di carità, ma queste non sono apprezzate, neppure osservate.

Nelle relazioni tra gli uomini l'ingratitudine è un'onta gravissima: riguardo a Nostro Signore pare sia invece cosa comandata.
Ma Gesù tutto sapeva quando istituì l'Eucaristia e non ha mutato le sue disposizioni, per cui trova le sue delizie nel dimorare con gli uomini così miserabili. L'amore a un certo grado è così forte che vuol stare con le persone amate ancorché non né riceva ricambio.
Una buona madre può forse abbandonare, cessare di amare il figlio perché imbecille? una sposa fedele separarsi dal suo sposo frenetico?

II. - Pare che Nostro Signore vada incontro agli oltraggi e non guardi al suo onore: che pensiero terribile! Ah! nel giorno del giudizio quanto si tremerà al pensiero di esser vissuti vicino a tanto amore, senza averci badato!
Nostro Signore viene difatti, senza apparato di maestà: sull'altare, sotto i veli eucaristici, Nostro Signore sembra un qualche cosa non avente più essere.
Può darsi maggiore abbassamento?

E per umiliarsi così Nostro Signore spiega la sua onnipotenza. Sostiene con un prodigio gli accidenti eucaristici: va contro tutte le leggi della natura per abbassarsi, per umiliarsi. Sarebbe un gran miracolo avvolgere il sole in una nube così densa da intercettarne la luce e il calore: orbene somigliante meraviglia Gesù opera circa la sua persona: sotto le specie sacramentali che sono così deboli, così comuni per se stesse, Egli è glorioso, risplendente, è Dio.

Oh, non volgiamo ad onta per Nostro Signore l'essersi cosi impiccolito e umiliato!
Tanto ha voluto il suo amore. Un re che non discende, per dir così, dal suo trono, può onorare il suddito, ma non lo ama: Nostro Signore discende, dunque ci ama.

III. - Gesù potrebbe avere un corteggio di Angeli, visibili e armati per sua guardia. Non lo vuole, perché una schiera di angeli ci atterrirebbe, ovvero ci umilierebbe con lo spettacolo della loro fede, del loro profondissimo rispetto. Egli viene solo, tutto dimesso, per meglio abbassarsi. Oh, l'amore discende, discende sempre!

IV. - Un re che si vestisse di abiti poveri per visitare un suddito e consolarlo, darebbe prova di amore. E tuttavia la sua parola ancora, le sue nobili maniere lo farebbero riconoscere. Ma Nostro Signore nel Santissimo Sacramento si priva anche di questa gloria personale: vela il suo bel volto, fa tacere la sua bocca, che è la bocca del Verbo, perché l'aspetto e la parola lo farebbero onorare, lo metterebbero troppo sopra di noi, mentre Egli vuole discendere fino a noi. Oh! rispettiamo dunque gli abbassamenti di Gesù Cristo nell'Eucaristia!

V. - Un re che si sia per amore abbassato verso un suddito conserva sempre la sua libertà d'uomo, la sua azione personale; assalito, può difendersi, fuggire, domandare soccorso. Ma Nostro Signore si abbandona senza difesa, si priva di azione propria. Non può più né lamentarsi, né fuggire, né domandare aiuto. Ha proibito ai suoi Angeli di venirgli in soccorso e di punire i suoi insultatori. E' cosa istintiva il soccorrere chi è assalito od in pericolo, ma per Gesù non vi sarà alcuno che lo faccia. E' uomo, è Dio, ma conserva la potenza soltanto per amare e abbassarsi.

VI. - Ma, Signore, perché ciò? perché tale eccesso? “La mia delizia è trovarmi coi miserabili. Io li amo, li attendo, anzi vado loro incontro”. E cionondimeno gli uomini corrono ai piaceri, agli onori, agli amici, agli affari; tutto passa innanzi a Nostro Signore.
Gesù, l'ultimo, come viatico, se vi sarà tempo: non basta? O Signore, perché dunque venite verso coloro che non vi vogliono, e vi ostinate a restare con quelli che vi respingono?

VII. - Chi mai consentirebbe a fare quello che fa Nostro Signore?
Istituisce il suo Sacramento per esservi onorato, e vi riceve più ingiurie che onori; il numero dei cattivi cristiani è più grande di quello dei buoni. Nostro Signore va perdendo. Perché continuare così? chi vorrebbe perdere sempre?
Ah! i Santi, che vedono e comprendono tanto amore e tanto abbassamento debbono fremere di una santa collera nel vederci tanto sconoscenti.
E il divin Padre dice al Figlio: Ora basta; vedi che non né ricavi nulla: il tuo amore è disprezzato, i tuoi abbassamenti sono inutili; vedi che perdi, finiamola!

Ma Gesù non vuole: resta, spera, pago dell'amore e dell'adorazione di alcune anime buone. Oh, siamogli fedeli, noi, almeno! Non merita per i suoi abbassamenti che noi l'onoriamo e l'amiamo? 

di San Pietro Giuliano Eymard

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