Della eccellenza e singolarità del sacro mistero della Incarnazione
Il Verbo divino, splendore, potenza e Gloria dell’Eterno Padre, essendo mandato al mondo, ha voluto stabilirvi una scuola santa e divina, diretta e animata dal
suo spirito, per parlare alla terra il linguaggio del Cielo, per insegnare agli uomini la scienza della salvezza e innalzarli ad una sublime conoscenza di Dio. In questa scuola si manifesta sulla grandezza dell’Essenza
di Dio e la pluralità delle sue Persone, sulla profondità dei suoi disegni e la singolarità delle sue opere, quanto dalla ragione non potevano conoscere.
1. Sublimità, profondità e eccellenza del mistero della Incarnazione
Uno dei primi e principali articoli che ci viene insegnato in questa scuola di sapienza e di salvezza è il sacro mistero della Incarnazione. Mistero sì elevato che
sorpassa l’altezza di tutti i pensieri degli uomini e degli Angeli; mistero sì eccellente che contiene e comprende in sé Dio e il mondo; mistero sì profondo che da tutta l’eternità è
nascosto nel più segreto pensiero dell’Antico dei giorni e nel proprio seno dell’eterno Padre, in un modo sì alto e ineffabile che il grande
Apostolo lo chiama giustamente e più volte il Mistero nascosto, da tutta l’eternità, in Dio Creatore di ogni cosa (Ef 3, 9; Col 1, 26).
Eppure questo mistero sì alto e sì insigne, sì profondo e sì nascosto, si compie nella pienezza dei tempi, nel mezzo della terra, per esser esposto
alla vista della terra e del Cielo, tanto è pubblico; e vi si compie per essere l’oggetto della fede dei popoli, l’ancora della loro speranza, la causa della loro salvezza e il compimento della gloria di
Dio nell’universo.
Questo mistero, infatti, apre il Cielo, santifica la terra, glorifica Iddio procurandogli l’omaggio di una adorazione nuova, ineffabile, sconosciuta prima alla terra ed
anche al Cielo stesso, poiché prima il Cielo possedeva bensì degli spiriti adoratori e un Dio adorato, ma non aveva ancor visto un Dio adorante. Per questo mistero, Dio trovasi sulla terra nell’abbassamento della sua grandezza; e coperto della nostra debolezza, rivestito della nostra mortalità, sta
in mezzo a noi come uno di noi, per operare la salvezza del mondo.
Per questo mistero la terra è un Cielo, e un nuovo Cielo, nel quale Dio abita in un modo più sublime e più augusto, più santo e più divino che
non abitava prima nel più alto dei Cieli. Nella fede, nell’amore e nel culto di questo mistero sacratissimo Dio stabilisce, sulla terra, per se stesso e non già per mezzo dei suoi Angeli e servi, una Religione
ch’Egli riservava agli ultimi tempi e che non avrà mai né fine né cambiamento; così pure questo mistero porta gli ultimi segni della sua potenza, del suo amore e della sua stessa sapienza.
Questo mistero deve essere l’oggetto della santa e divina occupazione della Chiesa. La pietà delle anime più elevate deve trovarvi le sue delizie, contemplando
in un’estasi di stupore e di ammirazione. Vi si manifestano, in un modo ineffabile, la Maestà di Dio nella sua Essenza, la distinzione delle sue Persone, la profondità dei suoi disegni; in quest’opera
unica, di eminente dignità e singolarità, Dio ha voluto comprendere quanto vi è di grande, di santo, di ammirabile, e farne come un compendio e un riassunto di tutto quanto la fede ci rivela e ci insegna
di Dio e delle sue opere. Mistero divino! centro dell’esser creato e increato! unico soggetto nel quale Dio ha voluto, e per sempre, comprendere e ridurre in piccolo il mondo e se medesimo, la sua propria infinità
e insieme la grandezza dell’universo.
Card. Pietro de Bérulle
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