venerdì 18 ottobre 2019

“FIGLIO, NON DIMENTICARE LE LACRIME DI TUA MADRE!”



“Coraggio, popolo mio, tu, resto d’Israele! 
Avete dimenticato chi vi ha allevati, il Dio Eterno;  
avete afflitto Colei che vi ha nutriti, Gerusalemme… 
Con gioia li avevo nutriti e li ho dovuto lasciare con lacrime e gemiti… 
Andate, figli miei, andate, Io resto sola.  
Ho deposto l’abito della Pace, ho indossato il cilicio della supplica; 
griderò all’Eterno per tutti i miei giorni” 
(Baruc, 4) 


"Mamma, perché piangi ?" 
 
“Pianse perché era la Corredentrice e la Madre del genere umano rinato a Dio, e doveva piangere, per tutte le mamme che non sanno fare, del loro dolore di madri, una corona di gloria eterna”. (“Il Poema dell’Uomo-Dio”, vol. II, pag.16). 
 
“Dagli occhi di una madre ciascun figlio argomenta, in varie oc-casioni, gli affetti di Colei che, generandolo, donò al Figlio suo proprio immagine di se stessa. Guardare una mamma significa leggere nobili sentimenti o pene materne. Ebbene, figuratevi un momento l’incontro degli sguardi miei, pendente dalla croce, con gli sguardi di mia Madre quasi morente ai miei piedi. Cosa c’è di più pietoso che vedere Maria che guarda Me in stato di immense pene? La Mamma afflittissima non dimenticò più lo sguardo mio col quale le trafissi l’ultima particella di cuore ancora sana e dovetti operare un grosso prodigio per tenerla ancora in vita... 
Mamma mia, quali cose ti procurai associandoti a Me nella Redenzione del genere umano! 
I tuoi occhi ora brillano, ma il mio Cuore non sarà pago finché non farò conoscere a quanti più vorranno le tue pene, le tue amarissime amarezze. Chi Mi ama Mi segua anche in questo e cioè nel ricordo frequente di quegli occhi materni...” 
 
“Oggi ricordate i dolori di mia Madre e ve ne fate l’idea che potete. Oggi Io ricordo quei dolori, quelle pene, quel Cuore spezzato per Me e per voi, che era talmente bello e puro e così palpitante di santissimo amore, che da solo fece argine al grande mare tempestoso delle anime e Mi portò, quale tramite da Me desiderato, tutti voi, figli suoi. Ella, purissima dalla nascita, non avrebbe dovuto soffrire le conseguenze del peccato ed invece, con Me, ha ricevuto e sostenuto tutta la gravezza del mondo. Io ho redento, Lei ha cooperato con Me per amore mio e vostro. 
Io, Figlio divino dell’Immacolata, ho sofferto la grandissima Passione mia come soltanto il Padre può conoscere, ma non fui solo, perché Lei era con Me e Mi comprendeva tanto da essersi trasformata in una torcia di dolore. 
Oh, se sapeste cosa chiedete a Me e a Lei quando ci pregate di farvi provare una piccola parte delle nostre sofferenze! Se lo sapeste! Ma non potete farlo bene se non avete grandissima unione con Noi e, se vi esaudisco, sarà un soffrire blando assai al confronto di Me e di Lei. La Passione mia e quella di Maria, infatti, non saranno mai comprese da altre creature umane o angeliche, perché Io e Lei siamo altissimamente soli dinanzi a mio Padre, sebbene collegati a voi in unione di carità”. 

Pablo  Martín  Sanguiao

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