sabato 19 ottobre 2019

GESU’ OSTIA



LA «PRESENZA» NEI GESTI E NEI SIMBOLI DELLA LITURGIA


L'ostia

'Ostia' è una parola che deriva dal latino «hostia», e vuol dire: vittima.
L'uso del pane eucaristico, sotto forma di ostia, che nasce e si consolida nel tempo per ovvi motivi di praticità, si carica pure di un ricco contenuto spirituale:
a) richiama all'atto del pane spezzato e al miracolo della moltiplicazione dei pani;
b) il suo candido colore sottolinea non solo l'innocenza battesimale e la purezza verginale, ma anche il trionfo pasquale sulla morte: un tempo, i lini e le bende funebri erano di colore bianco, così come di bianco si veste chi è in lutto nell'usanza di alcuni popoli;
c) la sua rotondità, che è ciclicità e completezza, simboleggia la vita che circola intorno al punto fisso ch'è Dio, da cui tutto s'irradia. Inoltre può indicare la santità da conquistare, che nell'arte cristiana è espressa con la cosiddetta aureola.
La forma circolare, quindi, è il segno della divinità, della santità, dell'eternità.
In ogni singola ostia consacrata c'è Cristo 'tutto intero'. Così S. Caterina da Siena, dando voce a Dio, esprime questo concetto: «E come il sole non può dividersi, così nella bianchezza dell'ostia Io sono tutto unito, Dio e uomo. Se l'ostia si spezzasse e fosse possibile farne mille migliaia di frammenti, in ciascuno è tutto Dio e tutto uomo, come ho detto. Come lo specchio può andare in frantumi, e tuttavia non si divide l'immagine che si vede in ogni pezzo, così anche dividendo quest'ostia non vengo diviso Io, tutto Dio e tutto uomo, ma sono tutto in ciascuna parte» 4.

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