venerdì 25 ottobre 2019

Conversazioni Eucaristiche




Exi… et pauperes, debiles, cæcos… compelle intrare. 


  È tanto vivo e veemente il desiderio del buon Gesù di avere presso di sè la compagnia degli uomini, che da tutte le Chiese, dove Egli sta Sacramentato, manda per le città, per i villaggi, per le case, e per le vie uno degli Angeli della sua Corte ad invitarli e sollecitarli di recarsi alla sua mensa divina. E quando l’Angelo trovi indifferenza od incuranza, come si legge nel Vangelo, allora ha ordine di rivolgere le sollecitudini ai poveri, deboli, ciechi, ed altri infelici, e di stimolarli e quasi costringerli con ispirazioni irresistibili ad accorrere ed entrare giubilanti alla mensa reale, già loro apparecchiata dalla squisita carità di Lui: parasti in conspectu tuo mensam. 

  Oh, quest’Altare dunque è il vostro Cenacolo, Gesù mio! E l’Angelo, che fu deputato alla custodia dell’anima mia, vedendomi più miserabile d’ogni altro, mi ha condotto e sospinto a presentarmi quest’oggi alla Mensa Vostra, sicuro di rendere Voi pago e gaudente, e di fare a me stesso il maggiore de’ benefici. Oh, benedetta la vostra pietosa carità! 

  Sant’Angelo mio Custode, mio buon pedagogo, che ministro quale siete della carità divina, foste sempre sollecito del bene mio; andate pure in cerca di altri indigenti miei pari, e riduceteli a questo Cenacolo, dove Gesù tiene imbandita la Eucaristica Sua Mensa, per refiziare e fortificare i deboli, per illuminare i ciechi, per raddrizzare i zoppicanti, e per arricchire i poveri. Io già mi trovo tra li suoi aggraziati. 

  Ah, Gesù mio, vi ringrazio delle maniere tanto obbliganti, con che sapete attirare e cattivarvi l’amore di tutti i poveri disgraziati. Vi odo a ripetere da quest’altare quella vostra confortevole grida: Venite ad me omnes qui laboratis, et onerati estis; et Ego reficiam vos!… Ma io non ero degno di tanto onore. Ben vedete, o Signore, che in me si accumulano ed aggravansi i difetti e i malanni tutti, che agli altri sono singolari. In me povertà, debolezza, cecità, ed altre infermità spirituali d’ogni genere; per cui più degli altri abbisogno della vostra pietosa compassione e carità. Questo è il luogo dove ai vostr’invitati dispensate il pascolo squisito e preziosissimo delle vostre carni immacolate; quì gli abbeverate e dissetate del sangue vostro divino; quì li curate e risanate da qualsivoglia malore; quì Voi stesso mi avete chiamato e collocato, in loco pascuæ ibi me collocasti, per usarmi tutte queste finezze d’amore. 

  O Agnello Divino, che togliete i peccati del mondo, e con il vostro preziosissimo sangue purificate, sanate e fortificate le anime vostre; deh, fate così all’anima mia! Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis; dona nobis pacem! Quella pace promessa agli uomini di buona volontà; quella buona volontà che frutta la pace ed il gaudio nel servirvi e nell’amarvi; e quella pace ineffabile che si trova nel godimento e nell’unione dell’anima col vostro Cuore. 

  Voi state quì quasi a mia disposizione; ed io, avendo Voi, non manco più di niente: nihil mihi deerit. E che cosa posso desiderare di più caro, di più prezioso, di più salutare? Quid enim mihi est in cœlo et a te quid volui super 
terram? Defecit cor meum et caro mea: Deus cordis mei, et pars mea Deus in aeternum. Non cerco altro! Niente più buono di Voi può esistere nè in cielo, nè in terra. Per ciò in Voi solo colloco tutte le mie brame e le mie speranze: mihi adhærere Tibi bonum est; ponere in Te omnem spem meam. Sì, voglio stare attaccato a Voi solo che siete il mio sostegno; ed attaccato come l’ellera all’albero ed al muro, come la vite avviticchiata all’olmo: sicut vitis abundans in lateribus domus tuæ. 

  O Angeli del Dio d’amore, e Voi tutti Spiriti celesti, che siete grandi e chiarissimi Principi dell’Empireo, scendete di lassù a circondare la Mensa Divina da Gesù preparata su questo altare; io mi unisco intimamente a Voi con le adorazioni che gli rendete nel più augusto de’ suoi Sacramenti: l’Eucaristia. Eppure, non per Voi, ma per me, per noi povere umane creature, tanto a voi inferiori, Egli tiene sempre imbandita questa Mensa Divina. O sublimi Intelligenze; o ardenti Serafini, partecipatemi qualche parte delle vostre fiamme, e della vostra purità nel cospetto del vostro e mio Signore! Beati Cherubini qualche diffusione dei vostri lumi! Santi eccelsi Troni, l’influsso della vostra pace! Dominazioni eccellenti, e Sacre Virtù, il generoso impero delle mie viziose inclinazioni, e la fedele imitazione della vostra invincibile forza contro i nemici di Gesù Sacramentato, contro i nemici del suo Vicario visibile e della sua Chiesa! Formidabili Potestà, la vostra autorità sopra gli spiriti infernali! Gloriosi Principati, Santi Angeli ed Arcangeli, lo zelo, l’ardor vostro per la propagazione della Fede, e per l’onore del SS. Sacramento, e per la salute di tutto l’uman genere. 

E voi, sette Principi, che state di continuo presso al trono di Dio e dell’Agnello, fate ch’io rompa, dirò così, con voi lo stesso Pane celeste, e che come voi ne sia tutto acceso e trasformato per amore. Divenga io, ad imitazione vostra, difensore invincibile del Sacramento di Gesù Cristo, penetrato di fervore per la sua gloria e per la dilatazione del suo divin culto. Non respiri più se non de’ suoi Misteri, delle sue massime, delle sue celesti virtù. A Lui sottometta le mie potenze e tutto l’intimo del mio cuore; acciocchè, dopo di averlo glorificato sotto le specie Sacramentali quì in terra, con riverenza pari alla vostra, possa un dì contemplarlo fra i beati splendori della immortalità, ed offerirgli con voi cantici eterni di pura lode, e di puro amore. 

  Angelo mio Custode, io credo che voi con tutti i vostri compagni adoraste già il mio Divin Redentore nel momento della sua nascita, e che ogni volta che io mi presento a Lui per venerarlo, voi l’adorate meco. Deh! fate che Egli mi conceda particolarmente un’ampia partecipazione alle grazie del Divin Sacrificio, al quale assistete con tanto rispetto intorno ai nostri altari, e riceva benignamente in quest’Azione Santissima quanto per Essa Egli mi meritò pro venerentia sua! 

  O mio Sacramentato Signore, che non vi stancate mai di stare per amor mio su quest’altare, fate che anch’io trovi tutte le mie delizie nello starmene qui con Voi. Innamoratemi perdutamente di Voi; e sebbene sia vero che non ne son degno, è però vero che Voi state qui apposta. Dunque contentate il Cuor Vostro, ed anche il mio. 

  O Maria, Regina di tutti gli Angeli e di tutti i Santi, Madre amabilissima del mio Gesù, come un giorno Voi nella Mensa nuziale di Cana con una semplice espressione muoveste il Cuore di Lui a consolare con un miracolo gli Sposi e tutti i loro commensali, così, vi prego, di ottenere anche a me quelle disposizioni che si convengono a ben ricevere nella povera casa dell’anima mia la prodigiosa venuta di Lui, sicchè ne resti consolata e compresa di gratitudine eterna. Riempitela quest’anima mia, anzi impinguatela della grazia sostanziale del vostro Ss. Figlio, transustanziatela in lui, chè allora gli potrò innalzare nuovi cantici di lode, di esultanza, di amore e di ringraziamento: Sicut adipe et pinguedine repleatur anima mea; et labiis exultationis laudabit os meum in saecula saeculorum, amen. 

  (Si reciti il Cantico: Magnificat)

Francesco Spinelli

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