mercoledì 16 ottobre 2019

DIO E’ AMORE



L'uomo per sua natura tende alla felicità, non farebbe nulla contro se stesso se non nell'illusoria convinzione che esso sia un bene.Dalla libertà di arbitrio scaturiscono delle disposizioni, cioè delle scelte, che sono il prodotto dell'intelletto e della volontà. 

Quando la volontà e l'intelletto sono uniti alla Grazia l'uomo compie sempre le scelte giuste, si orienta sempre verso il vero bene.La tentazione è come un cuneo che si insinua tra la volontà, l'intelletto e la Grazia, presente nell'anima unita a Dio. Questa dissociazione produce un orientamento al male, che l'uomo ritiene essere erroneamente un bene per se stesso.L'abilità del maligno consiste nel presentare sempre il male come un bene facendo leva sull'ignoranza e sull'egoismo umano, la sua specialità, infatti, è la capacità di ingannare. 
Solo il santo discernimento rende inefficace la tentazione e quindi l'inganno. Esso è un dono dello Spirito Santo che si ottiene per mezzo della preghiera. Essa è un mezzo efficace per riconoscere e vincere la tentazione.  

Quando l'anima esce dalla tentazione e l'ingannatore è vinto, l'uomo è più forte nel combattimento spirituale e passando di vittoria in vittoria acquista la fortezza, che è una delle virtù fondamentali per progredire spiritualmente nelle vie della perfezione cristiana. L'amore di Dio si manifesta anche nelle tentazioni: esse non sono mai superiori alle nostre forze spirituali, e sono permesse da Dio per la santificazione delle anime. 

La tentazione è un pensiero, una rappresentazione mentale, che l'intelletto gradisce ed apprezza, allettando la volontà.Se la volontà unita alla Grazia divina respinge quanto l'intelletto propone la tentazione è vinta. Se al contrario essa aderisce alla proposta l'anima entra nelle dinamiche del peccato ed è vinta e sedotta, perdendo la Grazia divina. 

La successiva esecuzione del progetto è soltanto la concretizzazione, l'attuazione dell'atto peccaminoso.Così come di vittoria in vittoria sulle tentazioni l'anima acquista la virtù della fortezza e si stabilizza nella  Grazia, allo stesso modo di sconfitta in sconfitta l'anima scivola sempre più nel vizio e si stabilizza nel peccato. 

Questa pessima condizione dell'anima ne produce la morte spirituale, che ha come conseguenza l'indurimento del cuore, l'insensibilità della coscienza ai richiami dello Spirito Santo e l'inclinazione al male.Il persistere dell'anima per molto tempo in queste condizioni di morte spirituale determina la perdita graduale, ma inesorabile, delle tre virtù infuse dalla Grazia divina: la fede, la speranza e la carità. 

In queste condizioni l'anime è nelle tenebre, totalmente acquiescente ai peggiori moti dello spirito, moltiplica i propri peccati e vive nell'odio verso il prossimo e verso Dio.Convinta di bastare a se stessa, sempre più pervasa dall'amor proprio, dall'orgoglio e dall'egoismo, diventa incapace di amare, ed avvitandosi sempre più in una spirale di male e di odio, finisce per odiare se stessa avviandosi verso il fallimento e l'autodistruzione. 

In questa disastrosa situazione solo l'amore divino può salvarla con una speciale grazia di conversione, ed a questo proposito sono molto efficaci le preghiere della Chiesa per la conversione dei peccatori.Ma Dio non forza mai le coscienze.  

Egli è sommamente rispettoso della libertà umana, ma attende con pazienza che il cuore umano gli apra uno spiraglio, una piccola fessura nella quale lo Spirito Santo possa entrare con la sua luce per rinnovare tutto, per fare nuove tutte le cose, per ridare speranza e gioia all'esistenza umana.

Gioacchino  Ventimiglia

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