giovedì 6 novembre 2025

CUORE VOLTO VERSO IL PADRE

 


CAPITOLO PRIMO  

CUORE VOLTO VERSO IL PADRE  


"Vivo per il Padre"

Esiste nella vita di Cristo una sorta di ossessione, un'idea fissa che polarizza tutti i suoi pensieri e tutti i suoi sentimenti. Il cuore di Cristo è prima di tutto un cuore di figlio, del più tenero dei figli. 

Il Vangelo di San Giovanni ci traccia il ritratto più fedele del cuore di Cristo, ed è anche quello in cui appare più dominante la sua preoccupazione per il Padre. Nella lettura di questo Vangelo, si percepisce Gesù vivere dell'amore di suo Padre, costituendo questo amore la base di tutta l'avventura terrestre della sua Incarnazione e il fulcro delle sue riflessioni e dei suoi atti.

È per il Padre e per la sua gloria che Gesù è venuto nel mondo; la dottrina da lui insegnata gli è stata trasmessa dal Padre, i miracoli da lui compiuti sono opere del Padre, rivelano la persona del Padre. "Io vivo per il Padre". Con queste parole Gesù ci fa conoscere il segreto della sua vita. 

Il Padre è la ragione e il fine della sua esistenza in questo mondo. Che significa esattamente questa vita "per il Padre"? È un'espressione che può presentare due sensi: in vista e per causa del Padre e in virtù del Padre. 

Secondo il primo senso, Cristo vive per il Padre in una dedicazione totale alla sua causa; per il secondo, vive in virtù della vita ricevuta dal Padre. Quest'ultimo senso è più ontologico e biologico: il Padre appare come il fondamento, la sorgente da cui ogni momento proviene la vita di Gesù. 

Il primo significato appartiene prima di tutto al dominio della psicologia: il Padre è la meta che si propone Cristo, la persona a cui consacra per amore le sue energie. Tuttavia, secondo la teologia sottesa al Vangelo di San Giovanni, gli aspetti psicologici e biologici si confinano. 

Quando Cristo ci viene presentato come la vita del cristiano, si tratta sempre di una vita superiore che si intreccia profondamente nella psicologia umana, introducendosi in essa per darle un nuovo modo di agire. 

D'altra parte, questo amore non è considerato semplicemente come un atteggiamento psicologico, è una realtà vitale ben più penetrante delle sue manifestazioni consapevoli attuali. Così, si eleva la vita al livello dell'amore e l'amore si approfondisce come vita. 

La penetrazione mutua del psicologico e dell'ontologico può esprimersi attraverso l'equazione vita-amore. Questa equazione chiarisce il significato della parola di Gesù: "Io vivo per il Padre". Cristo vive in virtù della vita trasmessa dal Padre, e questa partecipazione di vita è una comunione d'amore che fa sì che Gesù viva non solo per suo Padre, ma per lui. 

Vivere per il Padre significa sottomettersi a un'esistenza umana perché il Padre così lo ha voluto, perché il Padre ha inviato suo Figlio in questo mondo. La vita biologica di Cristo e le pulsazioni del suo cuore di carne sono il risultato dell'amore, con cui concorda interamente con i disegni paterni. Vivere per il Padre è tutto ricevere dalle mani del Padre, in un'accettazione integrale. 

È anche non avere altro obiettivo nella vita se non il Padre, altro ideale che la sua volontà. Gesù va dal Padre al Padre, viene da lui e per lui ritorna. 

Con la preghiera torna a immergersi in questa fonte da cui sgorga la sua vita terrena; attraverso il suo insegnamento, i suoi atti e il suo sacrificio, mira alla glorificazione del Padre. Questo movimento dell'esistenza umana del Verbo è manifestato da San Giovanni in modo tanto impressionante quanto immutabile. 

Gesù è nel Padre, rimane nel Padre. L'amore del Padre, rivelato dall'attività terrestre di Gesù, è così profondamente radicato nel suo cuore che ha la densità di una vita eterna, e il suo movimento è un riposo. 

JEAN GALOT 


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