SAPER RINNEGARE SE STESSI
Per venire sulla terra a riscattare l'uomo ho scelto due Vergini: Maria per portarmi al mondo e Giuseppe per custodirci. Le anime caste formano la mia delizia. Pur non condannando
la generazione, amo con somma predilezione le anime vergini.
Non tutti comprendono quanto sia sublime la verginità; il mio Padre Celeste dà questa luce a certe anime e beate loro se corrispondono ai divini voleri!
Nel mondo, pur così infangato, ho schiere di vergini, uomini e donne. Ne ho anche di quelli che, pur essendo vincolati dal matrimonio, vivono angelicamente, quasi non avessero
corpo. Quanta gloria mi danno costoro e quante benedizioni attirano sull'umanità!
I miei sacerdoti non dovrebbero essere i primi nelle schiere dei vergini? E' possibile che semplici fedeli mi diano con tanta generosità ciò che certi miei ministri
mi danno con così tanta avarizia? Come posso gloriarmi di loro, che dovrebbero essere la pupilla dei miei occhi?
Ci sono dei consacrati che pretendono di vivere la vita ordinaria dell'uomo.
Ma avevano questi sentimenti quando coltivavano la vita interiore, si nutrivano con fede delle mie Carni, custodivano i loro sensi e vigilavano per fuggire le occasioni pericolose?
... Allora era facile e consolante la vita di perfetta purezza; la mia grazia li sosteneva.
Ora invece dicono: "Il giogo è troppo pesante! ... è insostenibile! ... la perfetta continenza è di fatto impossibile! ...".
Perché non pregate più, invece di darvi ai passatempi? Perché non ritornate allo spirito di mortificazione?
Perché non togliete legna al fuoco delle passioni, invece di aggiungerne altra?
Le troppe comodità hanno snervato il vostro spirito, vi hanno troppo indeboliti, forse vi hanno fatto cadere e forse ora siete nel fango.
Sacerdoti dell'Altissimo Dio, avete dimenticato la mia dottrina! E proprio voi, maestri in Israele? ... Cosa ho insegnato al mondo e cosa avete predicato agli altri? ... "
Il Regno dei Cieli richiede violenza e solo i violenti se ne impossessano ... Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua!". Questo vale per tutti, anche per l'ultimo
dei miei discepoli. E i pastori delle mie pecore non devono dare a tutti, ovunque e sempre, l'esempio della rinuncia? ...
Ci sono sacerdoti che non credono più alla mia parola. Questi non sono degni del sacerdozio divino!
Il consacrato carnale non accetta il mio insegnamento. Quale stoltezza!
Non pochi sacerdoti, sui quali tanto contavo, sono diventati prima grossolani, poi indifferenti, annoiati e infine... pietra di inciampo. Hanno ormai il cuore indurito, sono insensibili
e non si arrendono ai dolci richiami di un Dio onnipotente.
Io, Maestro divino, per alcuni miei sacerdoti valgo meno del fango della terra: preferiscono infatti le false gioie del mondo alle mie consolazioni; preferiscono ciò che
può portarli all'inferno a ciò che può introdurli in paradiso!
Povere anime! Dov'è l'utilità del mio Sangue per voi?
In quest'ora fatale (ed è inutile illudersi!) occorre piena generosità nei miei ministri, spogliamento totale del proprio io, penitenza amorosamente abbracciata
per la gloria di Dio.
Sacerdoti, che vi ribellate al mio insegnamento sulla necessità di rinnegare se stessi, contemplatemi in Croce! Io, vostro Redentore e Maestro, ho mortificato tutta la mia
vita, dalla nascita nella grotta al martirio sul Golgota. E voi... non sapete privarvi di soddisfazioni lecite (e fossero sempre lecite!...) per dimostrami il vostro amore? Al contrario voi cercate in tutto la comodità
del vostro piacere; avete in orrore l'austerità della vita.
In paradiso non ci si va godendo del mondo e credendo ai suoi insegnamenti, ma rinunciando a tutto ciò che il mondo approva. E' impossibile servire a due padroni che
sono nemici tra loro.
Se non volete saperne di mortificazione su questa terra, la soffrirete molto più tragicamente con la purificazione che dovrete subire in purgatorio... se pur scamperete al
fuoco dell'inferno!
Se attualmente soffrono in purgatorio delle anime che sulla terra erano stimate sante, immaginate quali pene saranno riservate ai sacerdoti per aver cercato, amato e goduto il completo
soddisfacimento dei sensi!
La terra è un luogo di prova, come lo fu per Adamo ed Eva. La terra è un esilio, un albergo, dove il viandante si ferma di passaggio, ma sempre pensando al cammino
che ancora gli resta da fare per raggiungere la meta. Chi cammina troppo attaccato alla terra non può dirsi vero cristiano e tanto meno mio ministro.
Questo è il distintivo dell'uomo che passa: il rinnegamento di se stesso.
Don Enzo Boninsegna