giovedì 21 marzo 2019

Ritorno a casa



La Tradizione

Quando la Chiesa Cattolica parla di tradizione si riferisce alla Tradizione apostolica, ovvero a quelle tradizioni che formano l’insieme delle verità che gli apostoli ricevettero da Gesù, o per ispirazione dello Spirito Santo, e che questi trasmisero a viva voce, benché queste cose non fossero scritte nella Bibbia. Qui non si parla di tradizioni o di costumi umani che possono essere passeggeri e criticabili. Per questo la Tradizione o le tradizioni, in quanto verità di fede trasmesse dagli apostoli, sono fonte di fede autentica per noi.
Pensiamo al primo concilio di Gerusalemme (At 15). In questo momento gli apostoli, i vescovi, i presbiteri si riunirono per discutere se la Legge di Mosé dovesse divenire obbligatoria per i gentili convertiti. Per essere più chiari: si discusse se i gentili dovessero obbedire a certi insegnamenti dell’Antico Testa-mento o meno. Il concilio per decidere che non ne erano obbligati non ricorse a nessuna parola di Gesù e a nessuno scritto del Nuovo Testamento. La decisione provenne dall’autorità del concilio stesso presieduto da Pietro. Il noi crediamo (At 15, 11) detto da Pietro fu determinante, sebbene queste credenze non fossero scritte in alcun luogo.
Lo stesso Gesù appoggiò la tradizione orale, non scritta, dei farisei e disse: Sulla cattedra di Mosè si sono assisi gli scribi e i farisei. Fate e osservate ciò che vi dicono, ma non quello che fanno. Poiché dicono, ma non fanno. (Mt 23, 2-3). Per questo possiamo domandarci: dove è scritto nella Bibbia che solo la Bibbia è l’unica fonte di fede? Dove dice la Bibbia che le uniche verità alle quali dobbiamo credere sono contenute nella Bibbia?
Ricordiamo che esistono verità che non stanno nella Bibbia. In Gv 21, 25; Gv 20, 30; 2 Gv 12. In 2 Ts 2, 15 si afferma: Mantenetevi fermi e conservate le tradizioni che avete appreso dalla nostra viva voce o dai nostri scritti. Da confrontare con altri testi: Tm 1, 13; 2, 2; 1 Ts 2, 13; 3, 4; 4, 2; 2 Ts 3, 6; 1 Co 11, 2 e 15, 3.
Cristo non scrisse né ordinò di scrivere, perché, se avesse comandato di scrivere, forse ora ci sarebbero undici o più vangeli. Cristo ordinò di predicare (Mc 16, 16) e molte cose che furono predicate non sono contenute nella Bibbia. Se si fossero scritte tutte le cose che Gesù fece, non basterebbe il mondo intero a contenere i libri che si sarebbero dovuti scrivere. (Gv 21, 25).
Cristo ordinò di predicare tutto. Dice letteralmente: Andate dunque, ammaestrate tutte le genti, battezzandole... insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho ordinato (Mt 28, 19-20). Ma cos’è questo tutto se non è stato scritto? In questa direzione si colloca la tradizione apostolica riguardo alle cose di fede, che è stata trasmessa oralmente dal tempo degli apostoli sino a noi. 
Alcune di queste verità, la chiesa le ha reputate con sicurezza suoi credi, come la verginità di Maria o la presenza di Gesù nell’Eucaristia o l’Assunzione o la Immacolata Concezione di Maria. La tradizione apostolica espone molti dubbi su come interpretare alcune verità scritte nella Bibbia, compresa la questine della divinità di Cristo o riguardo la risurrezione che molti cristiani nel corso dei secoli hanno negato e continuano a farlo.
Vediamo cosa diceva Sant’Ireneo (140-205): in tutte le chiese  del mondo si conserva viva la Tradizione degli apostoli, possiamo raccontare a tutti e a ciascuno dei suoi successori fino ai noi. Sarebbe lungo enumerare tutti i vescovi che si sono successivamente succeduti sulla cattedra dei vescovi, ordinati dagli stessi apostoli; basta citare la sedia di Pietro, la più importante e più antica della Chiesa, conosciuta dappertutto e fondata da Pietro e Paolo. La tradizione di questa sede basterebbe a vincere la superbia di coloro che a causa della loro stessa malizia si sono allontanati dalla verità. Certamente, il primato di questa chiesa di Roma è tale che tutte le Chiese, che si riconoscono nella tradizione apostolica, sono in totale accordo con i suoi insegnamenti (Santo Ireneo, Contro gli eretici, libro III, 1. 3, 1). 
Sant’Ireneo nomina i primi papi succeduti a Pietro: Lino, Anacleto, Clemente, Evaristo, Alessandro, Sesto, Telesforo, Iginio, Pio, Aniceto, Sotero, Eleuterio. Non è corretto andar a cercare la verità in altri, è facile riceverla dalla Chiesa. L’insegnamento della chiesa è ovunque e sempre lo stesso, si appoggia sulla testimonianza dei profeti, degli apostoli e di tutti i discepoli. Riceviamo questa fede dalla Chiesa come un dono prezioso, chiuso in un vaso splendido. Dove è la Chiesa lì è lo spirito di Dio e dove c’è lo spirito di Dio lì è la chiesa in tutta la sua grazia. (Contro gli eretici 3. 24, 1).
Diceva Tertulliano nel secondo secolo: Chi siete voi, e da dove venite? All’inizio stavate nel seno della Chiesa cattolica, quando vi siete separati, chi vi diede la missione di predicare queste nuove dottrine? Tutti coloro che predicano in nome di Dio, devono essere inviati da Dio. Accreditate la vostra missione... Mostrate l’origine delle vostre chiese, presentateci i vostri vescovi che si succedettero dall’inizio della vostra storia, chiarendo quale fu il primo vescovo che sia stato garante e successore di uno degli apostoli o uno degli uomini apostolici che sin dal principio fino alla fine fu in comunione con gli apostoli... è ben chiaro che tutta la dottrina che è in accordo con queste chiese madri e fonti della fede, deve esser considerata come veritiera, in quanto contiene, senza dubbio alcuno, ciò che queste chiese ricevettero dagli apostoli, gli apostoli da Cristo e Cristo da Dio (Tertulliano, Contro gli eretici, p. 569).
E così ci fu una Tradizione orale che si trasmise dal tempo degli apostoli. Non dimentichiamo che la Bibbia fu “fissata” con tutti i suoi libri nell’anno 393 durante il concilio di Ippona e nell’anno 397 nel concilio di Cartagine. Ciò nonostante, prima che esistesse la Bibbia in quanto tale, esisteva la Chiesa, e i fedeli avevano una fede solida e ferrea, basata sulla Tradizione orale, guidati dall’autorità del Papa, successore di Pietro. Per questo, secondo il piano di Cristo, la Chiesa è necessaria e lo stesso vale per il papa. Altrimenti, durante i primi quattro secoli, senza autorità, senza Bibbia e senza tradizioni autentiche, i fedeli sarebbero caduti nell’errore e la Chiesa sarebbe presto sparita. 
La Bibbia e la Tradizione sono due fonti complementari della rivelazione. Ma come dice il Catechismo cattolico: “Vanno distinte da queste le tradizioni teologiche, disciplinari, liturgiche o devozionali nate nel corso del tempo nelle Chiese locali. Esse costituiscono forme particolari attraverso le quali la grande Tradizione si esprime in forme adatte ai diversi luoghi e alle diverse epoche. Alla luce della Tradizione apostolica queste tradizioni possono essere conservate, modificate, oppure anche abbandonate sotto la guida del Magistero della Chiesa”. (Cat 83).
Sì, non possiamo dimenticare che la Chiesa insegna attraverso l’autorità del Papa, che ci rassicura sull’autenticità della nostra fede, soprattutto quando il Papa insegna una verità ex cathedra, cioè, con tutta la sua autorità, con il desiderio di imporre una verità di fede e di costumi, perché sia creduta da tutti i fedeli come rivelata. In questo caso diciamo che il Papa non si può sbagliare perché è infallibile; poiché se si potesse sbagliare diremmo che mai potremmo esser sicuri di alcuna verità, e pertanto ciascuno potrebbe opinare su qualunque cosa a modo suo, e non ci sarebbe UNITà.
Per questo, quando la Bibbia richiede interpretazione, solo il Papa, come rappresentante di Cristo, può interpretare autenticamente. Non che il Magistero della Chiesa o l’autorità papale stia più in alto di ciò che dice la Bibbia, ma è al suo servizio, poiché il Papa ci aiuta ad intenderla e a non equivocare nella interpretazione. Cristo le diede la sua autorità dicendo: tutto ciò che avrai legato sulla terra resterà legato nei cieli e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra resterà sciolto nei cieli. (Mt 16, 19).
In questo modo, vediamo che la Scrittura (Parola di Dio scritta nella Bibbia), la Tradizione (rivelazione trasmessa oralmente) e il Magistero della Chiesa, sono intimamente uniti cosicché nessuno possa sussistere senza gli altri due, e tutti e tre si completino a vicenda per far comprendere la rivelazione divina agli uomini.
Che accade quando abbiamo solo la Scrittura? Che ciascuno interpreta a modo suo, come se fosse la massima autorità o il papa della sua chiesa, e così esistono tante interpretazioni quante le persone. Da qui tanta divisione tra i fratelli, separati in mille chiese distinte. 

Padre ángel Peña

Nessun commento:

Posta un commento