venerdì 29 marzo 2019

DIO VICINO ALL’UOMO NELLA GRANDE BATTAGLIA



L’uomo, considerato in se stesso, affidato alle sue sole capacità e poteri personali, di fronte al demonio è un pigmeo di fronte a un gigante, un agnellino di fronte a un leone, senza aiuto, senza difesa, esposto a tutte le violenze e soprusi dell’avversario, incapace di opporre con le sole sue forzela minima resistenza. Agli occhi del demonio l’uomo è un atomo che con un soffio si disperde, è un spirito legato alla materia e dipendente dalla materia, debole di mente e di corpo, che con piccolo sforzo si può dominare e maneggiare a piacere.

L’unica difesa dell’uomo contro il demonio e la possibilità di vittoria sopra di lui deriva dai mezzi soprannaturali che gli è dato di usare. L’uomo non è mai solo nella sua lotta contro l’avversario e appoggiandosi agli alleati che combattono davanti a lui, con lui e per lui, può, se vuole, riuscire a difendersi dagli assalti che lo colpiscono, a riportare vittoria e, in più, a rendere meritevole e positivo quello che facilmente poteva essere per lui causa di perdizione e di morte.

La guerra tra Michele e Lucifero scoppiata nel cielo non è stata un episodio transitorio, avvenuto una volta e non più rinnovato. Essa continua ancora e durerà fino alla fine dei tempi (Ap 12,7). Un aspetto di questa lotta, in piccolo, si realizza nella possessione diabolica. È un duello, una battaglia a due, che facilmente si inserisce in un altro duello di più vaste proporzioni e di più lunga durata checoinvolge tutta l’umanità e tutta la storia. Quale sarà la fase finale di questo duello tra giganti e la sua conclusione non può lasciar dubbi in colui che crede in Dio.

L’uomo dunque può difendersi dagli attacchi del demonio e riportare la vittoria su di lui rivestendo le armi spirituali che Dio non manca di fornirgli:

«Rivestitevi dell’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo — ammonisce san Paolo— la nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti».

Di quale armatura si parla? San Paolo precisa:

«Prendete l’armatura di Dio perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. 
Tenete sempre in mano lo scudo della fède con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio».

Soprattutto la preghiera:

«Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiera e di suppliche nello Spirito, vigilando aquesto scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi — cioè i battezzati — e anche per me» (Ef 6, 11-19).

Ecco le armi che fanno invincibile il cristiano contro il demonio: la cintura della verità, la corazza della giustizia, la calzatura dello zelo per la propaganda del vangelo, lo scudo della fede, l’elmo della salvezza, la spada dello Spirito, e, ultima ma non ultima, la preghiera continua e perseverante: un arsenale completo, infallibile e invincibile, usato dall’uomo ma sotto la protezione e all’ombra di Dio che combatte a fianco dell’uomo e lo porta alla vittoria. Dio non abbandona l’uomo, a meno che l’uomo non rifiuti volontariamente l’aiuto e l’assistenza di Dio.

Il primo intervento viene da Cristo. Cristo è l’antagonista nato del demonio. La lotta contro satana fa parte della sua missione primordiale e fondamentale perché «Egli è apparso per distruggere le opere del diavolo» (1 Gv 3,8).

Il secondo intervento più frequente e più evidenziato è, dopo quello di Cristo, quello di Maria. È Cristo stesso che vuole far fare questa parte alla sua santissima Madre sia per onorarla davanti agli uomini, sia perché ancora all’inizio dell’umanità era stata destinata, quale nuova Eva che doveva riparare il male dell’antica, a ingaggiare la lotta col demonio e a riportare su di lui, a beneficio dell’umanità, una vittoria completa.

Lo riconoscono i demoni stessi che all’invocazione di Maria devono obbedire e uscire dal corpo dell’ossesso:

«Il Nazareno — diceva Lucifero nel corpo dell’ossessa Magda — vuole onorare la Madre di Dio riserbando a lei il potere di cacciarci, e mentre essa comanda a noi, è onorata e innalzata. Non per nulla è stato detto: La Donna ti schiaccerò. il capo. Quando eravamo in cielo avevamo creduto che dopo la nostra protesta Dio avrebbe rinunciato a farla sua Madre, ma Dio ha rifiutato e rigettato tutto quello che era collegato con la nostra protesta».26

Gli angeli ribelli avevano rifiutato Maria, «regina degli Angeli», come loro regina, ma Cristo ora le fa esercitare il suo potere regale su di essi. Questo è un primo aspetto dell’atteggiamento che egli tiene, per ora, coi demoni: l’atteggiamento definitivo lo farà vedere al giudizio finale. Non vuole peril momento onorarli o interessarsi personalmente di loro, ma ha affidato la cosa ad altre mani. 
Nell’allontanarsi dal corpo degli ossessi i demoni hanno più volte affermato di doverlo fare per l’ingiunzione di Maria:

«Siamo mandati via come un branco di vacche e di porci: fosse almeno il Nazareno a farlo! Ma no, è una donna. Da un uomo accetteremmo qualunque cosa, ma non da una donna. Essa non solo parla,ma comanda. E al suo comando dobbiamo obbedire senza poterci ribellare». In primo piano c’è sempre Maria, Cristo sembra nascondersi e restare dietro alle quinte.

Anche Maria però è troppo grande ed eccelsa perché debba abbassarsi e venire in contatto diretto col demonio. Essa sta sopra e fuori della lizza, si serve degli angeli buoni che sono al suo servizio. 
Non di tutti gli angeli, non ce n’è bisogno, ma di alcuni, tra i quali il capitano delle schiere celesti, l’arcangelo san Michele. Nessuna meraviglia pertanto quando, durante l’esorcismo, assistiamo alle violente reazioni suscitate dal solo nome del potente arcangelo. Egli generalmente non interviene mai visibilmente e apertamente, ma il suo influsso e la sua presenza si fa sentire sempre in maniera diversa, come i demoni stessi sono costretti a confessare.

L’8 maggio, festa di san Michele, l’ossessa Magda — di cui parleremo nella seconda parte — voleva confessarsi e il demonio voleva impedirlo a tutti i costi, ma non era riuscito perché Michele col suo intervento vi si era opposto.27

I santuari dedicati al santo arcangelo, e in primo luogo quello del Gargano (Foggia), sono punti di riferimento obbligatori per gli ossessi che vogliono essere liberati dai loro inopportuni ospiti. Altri santuari particolarmente frequentati per lo stesso scopo, e altri santi invocati contro le vessazioni diaboliche sono sant’Ubaldo a Gubbio (Perugia), san Vicinio a Sarsina (Forlì), san Valentino a Bientina (Pisa), per ricordare i più noti in Italia.

Dio non abbandona le povere vittime del diavolo, ma viene loro in aiuto quando e come vuole. Guai all’uomo se questo aiuto mancasse! Per lui non sarebbe più possibile la salvezza.

Paolo Calliari

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