lunedì 25 marzo 2019

Vita interna di Gesù Cristo



ARRIVO A BETHANIA GIOIE E PENE 

Arrivati pertanto a Bethania, dove ero aspettato dalla mia diletta Madre, e dalla gente che era con Lei, in particolare da Maddalena, che molto mi amava, e bramava di stare sempre ad udire le mie parole, fui accolto con dimostrazioni di affetto, conforme al solito, specialmente da Lazzaro risuscitato, che si dimostrava grato del beneficio ricevuto, e mi amava molto, come fedele discepolo. Solo la mia diletta Madre stava più del solito afflitta nel suo interno, perché sapeva essere arrivata l’ora del mio patire e della mia morte, e vedendo l’afflizione del mio Cuore per la perdita dell’apostolo traditore, molto mi compativa e mi accompagnava nella mia grande afflizione. Anche Maddalena era trafitta dal dolore, perché le avevo dato qualche indizio della mia vicina morte; ma, sorpresa dall’amore, nel vedere la persona mia, da lei tanto amata, dava bando al dolore, e stava godendo la mia presenza con gran giubilo del cuore.
Frattanto non lasciavo di pregare il divin Padre, acciò le avesse confortate e fortificate, perché potessero soffrire il travaglio nel tempo della mia passione. Ciò feci anche per tutti i miei fratelli e seguaci, affinché il Padre li avesse confortati nel tempo di allegrezza e di consolazione, perché poi, sopraggiungendo loro i travagli, li avessero sofferti generosamente. Vidi che il Padre l’avrebbe fatto, e tutti quelli che si sarebbero trovati afflitti in tal modo, per la grazia del divin Padre si sarebbero confortati, ed avrebbero sofferto i travagli con generosità. Di ciò resi grazie al Padre, e godei; ma intesi dell’amarezza nel vedere che molti si sarebbero abbandonati al dolore ed alla tristezza, non volendosi, in modo alcuno, accomodare a soffrire i travagli. Per questi pregai di nuovo il divin Padre ad illuminarli ed a dare loro maggior grazia. Vidi che il Padre l’avrebbe fatto, e che molti, per la detta grazia, si sarebbero rimessi alle divine disposizioni, soffrendo i travagli con più generosità. Di ciò intesi consolazione, benché non mi mancasse da soffrire per vederne molti, che si sarebbero abusati anche di quella nuova grazia.
Intanto la sollecita Marta preparò la refezione per i miei apostoli, dopo la quale feci al solito, il discorso, parlando con più amore del solito a tutti. Anche a loro dissi che fra poco li avrei lasciati, perché dovevo eseguire la volontà del Padre che mi aveva mandato; ma che non dubitassero, perché non li avrei mai abbandonati. Li assicurai della mia continua assistenza, pur non essendo fra di loro in carne mortale. Si affliggevano tutti a queste parole, mia io non mancavo di consolarli e di animarli.

rivelata alla serva di Dio Maria Cecilia Baij

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