mercoledì 4 settembre 2019

La nube della non-conoscenza



Con questo lavoro non solo si distrugge il peccato, ma si acquistano anche le virtù


Perciò, se vuoi tenerti in piedi e non cadere, non recedere mai dal tuo fermo proposito: colpisci a più riprese la nube della non-conoscenza che si trova tra te e il tuo Dio, con la freccia acuminata del desiderio d’amore. Non aver l’ardire di pensare a qualsiasi cosa inferiore a Dio, e non venir via di lì qualunque cosa capiti. È solo grazie a questo lavoro che puoi sperare di distruggere il fondamento e la radice del peccato.
Se anche dovessi digiunare oltre misura o vegliare fino a tarda notte o alzarti ale prime luci dell’alba o dormire su un tavolaccio e portare il cilicio — sì, se anche ti fosse permesso, ma non lo è!, di cavarti gli occhi o di tagliarti la lingua o di tapparti le orecchie o le narici o di amputarti le membra, insomma, di torturarti il corpo in maniera inverosimile —, tutto questo non ti servirebbe assolutamente a niente. Sentiresti ancora dentro di te gli stimoli e gli impulsi del peccato.

E c’è di più: se anche dovessi piangere lacrime di dolore per tuoi peccati o per le sofferenze di Cristo, o pregustare le gioie del cielo, a che servirebbe? Certamente ricaveresti molto bene, un grande aiuto e giovamento e, in definitiva, molta grazia. Ma in confronto a questo cieco slancio d’amore è veramente ben poca cosa quel che può farti tutto ciò, se manca l’amore. Proprio in questo, e non in altro, consiste «l’ottima parte» che Maria ha scelto. Tutto il resto, senza di essa, è praticamente inutile. E questo amore non solo distrugge il fondamento e la radice del peccato, per quel che è possibile nella vita presente, ma in più suscita le virtù. Infatti, se c’è l’amore, tutte le altre virtù vi sono comprese in maniera vera, perfetta e sensibile, senza che nulla renda meno retta la nostra intenzione. Se manca l’amore, invece, si possono avere tante virtù quante se ne vogliono: saranno tutte in qualche modo viziate da un’intenzione non retta, e quindi imperfette.
Infatti, la virtù non è altro che una tendenza dell’animo ben ordinata e misurata, rivolta direttamente a Dio per amor suo.
Perché? Ma è lui, in se stesso, la pura causa di tutte le virtù! Tanto è vero che se qualcuno fosse spinto a ricercare una particolare virtù per motivi diversi, anche se Dio fosse il motivo principale, una virtù del genere sarebbe imperfetta. E questo lo si vedrà meglio prendendo come esempi una o due virtù, quali l’umiltà e la carità. Chiunque possiede veramente queste due virtù non ha bisogno d’altro: ha già tutto.

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