Apparizioni a Ghiaie
Lettera di don Italo Duci a mons. Magoni sugli inconvenienti succeduti a Ghiaie
Don Italo, il 14 gennaio 1948, così scrive:
"Rev.mo canonico, un po' in ritardo rispondo alla Sua del 3 dicembre scorso. Volendo dare un giudizio sereno sugli inconvenienti avvenuti alle Ghiaie, a causa dei fatti del 1944, bisognerebbe affermare che furono di gran lunga inferiori al prevedibile. Ciò non toglie che per il numero stragrande di gente che arrivava d'ogni dove, con ogni mezzo e in tute le ore, qualche inconveniente sia avvenuto, come di fatto avvenne. Tra questi si possono numerare scandali e immoralità.
Scendendo al particolare per amor del vero posso affermare quanto segue:
1. Nel mio diario di quei giorni, in data 29 luglio, leggo: la pace attesa non è ancora giunta. I buoni dicono: la Madonna non è contenta di noi, sono troppi i peccati e gli scandali anche vicino al luogo delle apparizioni... Da quindici giorni non si registrano più guarigioni sul luogo. È il primo intervallo così lungo dal 13 giugno in qua. C'è qualche cosa che alla Madonna dispiace? A quanto pare alcuni prendono la scusa della veglia alla Madonna per prendersi la libertà di fare i loro comodi. Lo si desume da certi contegni, da certi schiamazzi notturni e da certi canti profani.
2. Il sig. parroco, nei mesi dell'estate del 1944 si è lamentato per cattivo diportamento nel vicino Brembo.
3. Varie persone sin dai primi mesi si lamentavano per il cattivo diportamento, per immodestie nella moda femminile.
4. I sacerdoti dei paesi vicini, che assunsero un atteggiamento negativo ed ostile ai fatti, portavano a sostegno della loro tesi il fatto di gravi immoralità successe nei pressi del luogo delle apparizioni.
5. Passata la ressa nel giungere dei pellegrini, si è notato, specie alla festa, passare numerosissime coppie, alcune anche in atteggiamenti provocanti. Il loro comportamento nei pressi del luogo non sarà stato edificante. Questo fatto mi ha talmente impressionato che l'ho portato al parroco come argomento di urgenza nella costruzione dell'oratorio per salvare i nostri ragazzi dalla strada.
6. La signora Colleoni, proprietaria del luogo dei fatti, dichiarò che assieme al molto bene è avvenuto anche molto male nelle vicinanze... Riferì anche questo fatto particolare. Una signora, mentre ancora si costruiva la cappella, passata la notte in preghiera sul luogo, disse: "È impossibile che venga la pace; stanotte mi è toccato di vedere una coppia far del male proprio sul luogo delle apparizioni. Ad un mio rimprovero risposero di pensare ai fatti miei".
7. Il dott. Loglio di Bonate Sopra mi ha pure riferito di persone che nelle vicinanze si sarebbero diportate male.
8. Nei boschi vicini sembra abbiamo avuto luogo anche dei balli promiscui.
9. In questi ultimi tempi le sponde del Brembo sono diventate sempre più sfacciate.
10. Sembra d'aver udito anche di raduni notturni promiscui. Per il momento di profanazioni intenzionali non potrei dir nulla. Se in seguito qualche cosa risultasse non mancherò di prenderne nota. Questo è quanto posso dire a onor del vero. Nulla ho da aggiungere".
Questa testimonianza non porta certo acqua al mulino degli avversari delle apparizioni, caso mai mostra ancora di più la loro responsabilità per avere con la loro opera denigratoria favorito la mancanza di rispetto delle apparizioni e di avere creata una situazione di precarietà tale per cui il luogo fu quasi abbandonato a se stesso.
Si deve sottolineare che ciò che allora recava scandalo, oggi farebbe ridere, tanto sono cambiati in peggio i costumi. Infine, i peccati quali possano essere stati, non si devono addebitare in nessun modo alle apparizioni, né per il messaggio, né per il comportamento della veggente e di tutti quelli, sacerdoti in primo luogo, che _edettero nella verità delle apparizioni stesse. La parabola della zizzania seminata dal nemico di notte, mentre tutti dormivano, nel campo di grano buono, dovrebbe insegnarci qualcosa, anche nel caso delle apparizioni di Ghiaie. Non per colpa delle apparizioni avvennero gli scandali, se poi ci furono e in quella quantità e gravità descritta dai contrari, ma per la libertà di rifiutare il dono di Dio, da parte dell’uomo. Né più, né meno di quanto accade, tanto per fare un esempio, quando si usano sacrilegamente i Sacramenti istituiti da Gesù Cristo. Si può dire che ciò avviene per sua colpa, in quanto lui li ha istituiti?
Severino Bortolan
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