HELFTA E SANTA GELTRUDE
Geltrude entrava nel suo venticinquesimo anno, quando venne favorita dalla prima manifestazione divina, ch'ella espone con incantevole semplicità nel secondo libro.
Era lunedì 27 gennaio 1281, la seconda feria, prima della Purificazione di Maria SS. Solo dopo otto anni, cioè nel 1289, verso il mese di aprile, S. Geltrude cominciò,
a scrivere i privilegi di cui era favorita da parte di Dio. Mentre la comunità attendeva il segno per recarsi in infermeria, ove doveva amministrarsi la SS. Comunione a un'inferma, la nostra Santa, mossa dall'ispirazione
dello Spirito Santo, prese le tavolette che portava pendenti dalla cintura, e cominciò a scrivere le meraviglie da Dio operate in lei, nei decorsi otto anni: di primo getto scrisse cinque capitoli, poi s'arrestò
e non riprese la penna che in ottobre, per completare il lavoro che forma il secondo libro di queste Rivelazioni, «L'ardore della carità, la profonda umiltà, un senso vigoroso, temperato dalle più
soavi espressioni, ne formano il carattere, e la fisionomia» (Don Guéranger: Prefazione agli Esercizi).
Le condizioni delicatissime della sua salute, alquanto scossa, non le permisero di continuare il lavoro: perciò, per ordine di Nostro Signore, ella comunicò, in
seguito, ad altri le rivelazioni di cui era l'oggetto.
Un giorno Geltrude esitava ad esporre grazie così intime e personali, ma Gesù Le disse: « Voglio che i tuoi scritti siano, per gli ultimi tempi, una prova
evidente del mio divino amore». Poi le dichiarò che molte manifestazioni soprannaturali non erano soltanto per lei, ma che dovevano essere propagate per far conoscere alle anime gli effetti della grazia in coloro
che vi corrispondono con generosità, quantunque tali effetti non siano espressi in modo palese a tutti. Così, come Geltrude stessa dichiarò altrove, il libro delle Rivelazioni fu veramente, per desiderio
espresso dal Salvatore, « il legato dell'amore divino ». Vennero perciò successivamente scritti i libri III, IV e V: ciascuno fu preceduto e corredato, qua e là, da osservazioni particolari fatte
dalla narratrice, osservazioni molta preziose che aiutano a legare i fatti e a precisare le date, mentre danno magnifico risalto ai progressi di Geltrude nella santità.
Uno dei lineamenti più spiccati nella storia personale della nostra cara Santa è l'amicizia intima che l'univa soprannaturalmente a S. Matilde: ella stessa
dichiara che sottometteva abitualmente le sue rivelazioni al giudizio di quell'anima, supernamente illuminata: spesso la consultava quando, nella sua profonda umiltà, temeva di non avere ben compreso le comunicazioni
divine. Da parte sua, Matilde riceveva sovente da Nostro Signore, per tramite di Geltrude, avvisi segreti per lei, o per altri.
Il Libro della grazia speciale ha un interesse particolare relativamente a S. Geltrude, perchè venne redatto dalla medesima, quando Matilde, in fin di vita, ruppe, per ordine di Dio, il virtuoso silenzio con cui sperava di
seppellire per sempre i segreti del cielo. Geltrude fu la confidente di quanto Nostro Signore volle trasmettere ai posteri. Le due opere si confermano e si completano in modo mirabile: nell'Araldo del divino amore si parla
spesso di S. Matilde, talora velatamente, tal altra palesemente, indicandola col suo nome, oppure con le semplici iniziali del medesimo, Donna M.
Nel Libro della grazia speciale gli stessi fatti sono espressi in termini quasi identici, ma la parte di S. Geltrude è accuratamente velata con questo termine: una certa
persona: tale riserva mostra che lei stessa è la scrivente di quelle pagine.
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