sabato 14 settembre 2019

“FIGLIO, NON DIMENTICARE LE LACRIME DI TUA MADRE!” (Siracide 7, 27)



“MAMMA,  PERCHÉ  PIANGI?" 

“Piango perché molti dei miei figli si perdono, vanno all’inferno.  
Piango perché pochi sono quelli che accolgono il mio invito  
a  pregare,  a  riparare,  a  soffrire,  ad  offrire.  
Piango perché la Chiesa continua sulla strada della divisione,  
della  perdita  della  vera  Fede”. 
  

  “Il pianto di una Mamma” 
 
Questi messaggi sono importanti e gravi. Non bisogna prenderli alla leggera... Le lacrime silenziose di Maria danno alle sue parole una eloquenza eccezionale che non ha niente da vedere con gli artifici della saggezza umana. Una Mamma quando non la si ascolta, non parla più. Tace e piange.   
Contempliamo la delicatezza d’amore e la profonda umiltà di Maria, la Madre di Dio, che piange sui suoi poveri figli che troppo offendono il tanto amato Suo Figlio e che si rendono così disgraziati.  Debolezza dell’amore... Umiltà dell’amore materno... Ma questa debolezza, questa umiltà sono la sua più grande forza. Chi dirà la potenza delle lacrime di una madre?  La potenza delle sante lacrime della Madre di Dio?  
Non so più quanti anni avevo, ma ricordo di aver fatto piangere mia madre al punto di averla obbligata a prendere il bastone per correggermi... Era in realtà la frusta che le spezzava il cuore prima di spezzare il mio troppo fiero orgoglio e il mio terribile amor proprio. Povera mamma, come dovevo farle pena!... Perché mentre brandiva il bastone flessibile, vedevo la  sua bella figura offuscata di tristezza e i suoi begli occhi blu pieni di lacrime... Non mi ricordo dei colpi di bastone, è come se non li avessi sentiti, ma mi ricordo bene delle sue grosse lacrime brillanti, più belle di tutte le perle del mondo, che scendevano abbondantemente... e sentivo la profonda umiltà del suo amore che la faceva piangere.  Dopo, credo di non averla fatta più piangere, se non forse di gioia, anche quando non aveva più lacrime per aver troppo pianto, al tempo della partenza in missione, senza speranza di ritorno (all’epoca) dei suoi due figli missionari, nel 1949.   
Se le lacrime di una madre sono già così potenti nel cuore di un bimbo che voleva fare di testa sua, che dire dell’onnipotenza delle sante lacrime dell’umile ed Immacolata Madre di Dio sul cuore dei suoi grandi bambini, peccatori, ribelli ed ingrati?  È l’ultima supplica di un amore che dispera di essere amato.  E più l’amore è grande, più la sofferenza è amore.  Se la Madonna piange è perché il suo Cuore è toccato nel vivo. Allora bisogna fare di tutto per consolarla, per consolare il suo Cuore dolorante ed immacolato di Madre.  
La Santissima Vergine Maria a Siracusa, in Sicilia, ha pianto solo tre giorni e mezzo. In Giappone, ad Akita, ha pianto 101 volte, per quasi sette anni. Questa effusione sovrabbondante di lacrime della Madre dei sette Dolori rivela la sovrabbondanza dei peccati del mondo che ne sono la causa. Le sante lacrime di Maria sono il tesoro di Dio, ma sono versate per noi. Esse, unite al prezioso Sangue di Gesù, sono la doppia effusione di uno stesso Cuore. È tutto il mistero della Passione, della Redenzione e della co-Redenzione, della Mediazione e dell’Intercessione dei due Cuori uniti nello Spirito Santo, che si perpetua nel mondo. L’afflizione del Cuore Immacolato di Maria, non è che l’afflizione del Sacro Cuore di Gesù. Significati spirituali  Il sudore ed il sangue che colano dalla statua di Maria vogliono ricordare il sudore ed il sangue di Gesù nell’orto dell’agonia e rinnovare la devozione al prezioso Sangue, inseparabile dalla devozione al Cuore santo e misericordioso di Gesù e al Cuore doloroso e immacolato di Maria.   
Fortunati peccatori che siamo, ad avere una Madre onnipotente sul Cuore di Dio, che piange con tanta sollecitudine sui suoi figli ingrati e smarriti. Gli infelici figli di così grandi lacrime e così profondo dolore non possono che essere salvati. Quando Mamma Maria piange sui suoi figli, le sue lacrime sono una rugiada benefica, un vero diluvio universale del Sangue divino di cui Ella è la dispensatrice sovrana. Questa effusione è al tempo stesso la più perfetta di tutte le offerte.   
 
“O Madre tanto amata, perché piangi?... Su chi piangi?...”  
Oh, lo so fin troppo! Il mondo intero è consegnato al peccato e dunque sotto il dominio di Satana. Tuttavia senza il timore di sbagliare, io posso dire che le lacrime cocenti della nostra Mamma del Cielo sono causate dai suoi stessi figli, che oggi, in gran numero, vivono nell’oblio totale di Dio, immersi nei falsi piaceri del mondo e della carne, a dispregio dei Comandamenti di Dio e della Chiesa e che corrono irrimediabilmente verso la loro perdizione.  
E noi sacerdoti, in questo popolo di Dio, non dobbiamo essere i primi a fare un “mea maxima culpa” di ardente riparazione? Noi, i consacrati, la pupilla dei suoi occhi, i novelli Giovanni del suo Cuore, non siamo la causa principale dei pianti della nostra Madre comune, divenuta specialmente “la Madre del nostro Sacerdozio”? Non è su noi sacerdoti che piange innanzitutto?  Oh, sì, nel profondo del mio cuore io lo so, io lo sento, il suo più grande dolore è di vedere i suoi cari figli che le sono consacrati, che non l’amano più, che non ascoltano più le parole di suo Figlio, che non seguono più il Santo Padre, che tradiscono il Vangelo per favorire il grande errore demoniaco del marxismo e del modernismo, che ignorano Gesù presente nell’Eucaristia, l’abbandonano solo nel Tabernacolo e l'offendono troppo spesso con sacrilegi ripetuti e con troppo facili negligenze... È quello che ho sentito profondamente quando una suora della comunità mi ha detto: “È la prima volta che la Vergine Maria mostra le sue lacrime ad un sacerdote”. 
È certo una grande grazia vedere le sante lacrime della Santissima Vergine... Ma quelle parole mi fecero prendere ancora più coscienza della mia responsabilità e della mia solidarietà con tutti i miei fratelli sacerdoti... In questo piccolo convento dedicato all’Eucaristia ho compreso che Gesù soffre soprattutto per la freddezza, per l’indifferenza e gli oltraggi ricevuti dai suoi prediletti, precisamente nel grande Sacramento del suo Amore. 

PROFEZIE  CHE  SI  COMPIONO 

Già a Caserta, in Italia, la Serva di Dio Teresa Musco, richiamata a Dio nel 1976, aveva annunziato da parte della Madonna che le sue lacrime si sarebbero viste anche in altre città e in altre nazioni... E la Vergine Maria aggiungeva tristemente: “Quanti miei figli prediletti, i sacerdoti, mi tradiscono e mi hanno messa fuori dal loro cuore!” 
Quale dolore insondabile!... Tuttavia, in un sussulto d’amore il suo Cuore di Madre cercava di toccare ancora il cuore dei suoi figli con quest’ultima dichiarazione: “Sarà sufficiente un po’ di pentimento –diceva–, ma io sono la loro Mamma, io li amo più di prima”. Ma anche questo “un po’ di pentimento” la nostra dolce Mamma non lo trova ed è perciò che piange, cercando dei consolatori per suo Figlio e delle anime riparatrici. 
Come Ella è la sola Madre secondo la natura che ha il diritto di adorare suo Figlio Gesù, Ella è anche la sola Madre secondo la grazia, che ha il potere di farlo adorare all’innumerevole moltitudine dei suoi altri figli, con la sola virtù onnipotente delle sue sante lacrime. 
Sul Calvario, dopo averci dato sua Madre attraverso la persona di S. Giovanni, Gesù gridò: “Ho sete!”  In quel momento bevve a grandi sorsi in quel genuino calice della sua Passione, che era il Cuore trafitto dell’Immacolata...  
La Santissima Vergine Maria, durante tutta la sua vita, ma soprattutto alla Croce, ha sofferto tutto ciò che il Cuore di Gesù ha sofferto. Le afflizioni, i dolori, le passioni sono unite in maniera indissolubile perché i due Cuori sono uniti nello Spirito Santo per l’ultimo sacrificio: Non è che una passione che fa soffrire due Cuori in una volta. 
Vedere il dolore di sua Madre che assisteva alla sua atroce agonia, ha abbreviato la sua vita. Il suo Cuore di Figlio ha potuto resistere più alle sofferenze fisiche che a questo indicibile strazio. “Mamma” è stata la sua ultima parola, “il grande grido” col quale è spirato sulla croce (“La Vergine ai suoi figli prediletti, i sacerdoti”, 1° agosto 1973; “Il Poema dell’Uomo Dio”, di Maria Valtorta, vol. IX, pag. 362). 
« Consummatum est ». Sì, tutto era consumato. Gesù aveva bevuto a quel “Calice d’amore” riempito di lacrime della sua Santa Madre, divenuta la nostra. È su questo oceano di lacrime dolorose ed amorose di Mamma-Maria che si leverà presto, nel paese del Sol Levante, il vero Sole: di Giustizia, di Luce e d’Amore, che lo guarirà da ogni miseria. Allora si realizzerà la promessa della Signora di tutti i popoli: “Il Giappone si convertirà” (21.ma visione, del 15.02. 1950). 

Padre Joseph Marie Jacq  (delle Missioni Straniere di Parigi) 

(Traduzione del testo francese pubblicato a Parigi nel 1985 con l’approvazione di mons. John Itò, vescovo della diocesi di Niigata, dove si sono verificati questi avvenimenti di carattere soprannaturale [di Akita], riconosciuti da lui con dichiarazione ufficiale  il  22  aprile 1984). 

Pablo  Martín  Sanguiao

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