martedì 17 settembre 2019

GESU' EUCARISTIA l’amico che ti aspetta sempre



IL SACERDOTE 

Chi parla durante la santa Messa non è il sacerdote uomo, che ascoltiamo. Certamente sentiamo la sua voce, ma essa viene da più in alto, dal profondo. È la voce stessa di Cristo che parla per mezzo del sacerdote. Le sue mani sono le mani di Gesù, che si serve del sacerdote, delle sue mani, della sua voce, delle sue parole per offrire il sacrificio dell’altare. Poiché in realtà, è Gesù colui che celebra la Messa. Egli è l’unico ed eterno sacerdote, ma siccome non lo vediamo né lo sentiamo, ha bisogno del sacerdote, quasi come di uno schermo sul quale proietta la sua vita divina, il suo sacrificio, il suo amore, la sua voce...
Come diceva Gesù alla ven. Concepción Cabrera de Armida, fondatrice delle religiose della Croce: «Il sacerdote nella Messa, identificato con me, è un altro ME, cioè è ME stesso che consacra nel grande mistero della transustanziazione» (cc 49, 181).
Per questo è così importante che i sacerdoti celebrino con tutta la devozione, essendo consapevoli del grande mistero che si compie. E devono essere puri per identificarsi meglio con la purezza stessa, che è Gesù. Già nel I secolo, nel famoso libro della Didachè (c 14) si legge: «Celebrate l’Eucaristia, dopo aver confessato i vostri peccati, perché il vostro sacrificio sia puro», poiché «in ogni luogo è offerto incenso al mio Nome e una oblazione pura» (Mal 1, 11).
«Se il sacerdote pronuncia le parole della consacrazione con grande semplicità e umiltà, in modo comprensibile, corretto e degno, come gli si addice, senza fretta, con un raccoglimento e una devozione tale che i partecipanti avvertano la grandezza del mistero che si compie, allora i fedeli cresceranno nel loro amore per Cristo Eucaristia» (Paolo VI ib N° 9). Perciò consigliava Giovanni Paolo II: «Vivete fin da adesso pienamente l’Eucaristia, siate persone per le quali il centro e il culmine di tutta la vita sia la santa Messa, la Comunione e l’adorazione eucaristica» (Spagna 8 novembre 1882). 
È tanto grande essere sacerdote e poter compiere ogni giorno questo miracolo d’amore! «Il mondo dovrebbe fremere, il cielo intero dovrebbe commuoversi profondamente, quando il figlio di Dio appare sull’altare nelle mani del sacerdote... allora dovremmo imitare l’atteggiamento degli angeli che a miriadi scendono dal Paradiso quando si celebra la Messa e stanno intorno ai nostri altari in adorazione intercedendo per noi» (san Francesco di Assisi). «Gli angeli riempiono la chiesa in questo momento, circondando l’altare e contemplando estasiati la bellezza e grandezza del Signore» (san Giovanni Crisostomo, De Sacerd. 6, 4). «E lo circondano come una guardia d’onore» (san Bernardo).
San Giovanni Crisostomo nel suo libro «Dialogo sul sacerdozio» racconta che parecchie volte vide la chiesa piena di angeli, in particolare durante la santa Messa. Sant’Angela di Foligno diceva di vedere Gesù sull’altare, circondato da una moltitudine di angeli. Lo stesso affermava santa Brigida. Padre Ignazio, passionista, direttore spirituale della venerabile Edvige Carboni, la stigmatizzata della Sardegna morta nel 1952, racconta che diverse volte ella gli raccomandava «quando celebrava Messa di guardare in alto per vedere assistere gli angeli al santo Sacrificio». Lo stesso beato Escrivá de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei, nel suo libro «È Cristo che passa» ci dice: «Quando celebro la Messa mi so circondato di angeli adoranti la S. S. Trinità».
Per questo è tanto necessario che tutti, ma in modo particolare i sacerdoti, siano santi. «Sarete santi per me, poiché io, il Signore, sono santo e vi ho separati dagli altri popoli, perché siate miei» (Lv 20, 26). E Cristo esclamava: «Consacrali nella verità» (Gv 17, 17). E diceva alla ven. Concepción Cabrera de Armida: «I sacerdoti sono le fibre del mio cuore, la sua essenza, il suo stesso battito» (Ai miei sacerdoti, 33). Essi si configurano con Cristo sacerdote tanto da poter agire come in persona di Cristo Capo (Vat II, PO 2). Sono chiamati ad essere un trasparenza di Gesù e il Padre dice loro «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto» (Mc. 1, 11). «Tu sei il sacerdote per sempre» (Sal 110, 4). «Il sacerdote ha una particolare vocazione alla santità. Cristo ha bisogno di sacerdoti santi! Il mondo attuale reclama sacerdoti santi!» (DM 9). La celebrazione quotidiana della Messa li pone a contatto con la santità di Dio e ricorda loro che sono chiamati alla santità. Solo essendo santi potranno compiere una pastorale efficace. (Cf Giovanni Paolo II, 13 febbraio 1997).

Angel Peña

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