mercoledì 11 settembre 2019

SANTA TERESA DI GESÙ



Vero è, figliuole, che il Signore conduce le anime per diverse vie, ma temete sempre, ripeto, quando non sentite dispiacere per un difetto che vi succeda di commettere, essendo giusto che il peccato, sia pure veniale, vi debba compenetrare di dolore fino al profondo dell'anima, come, grazie a Dio, credo ed ho constatato che così vi avviene. 
 Ma notate questa cosa e ricordatevene per amor mio. Forse che una persona viva non sente la più piccola puntura, anche se di uno spillo o di una spina? Non è allora una grande grazia quella che Dio fa all'anima, se questa, non morta ma viva nell'amore di Lui, sente la più leggera mancanza contro la propria professione e i propri doveri? Ah, quando Dio dà a un'anima questa attenzione, prepara in lei come un letto di rose e di fiori, ed è impossibile che presto o tardi vi scenda a deliziarsi. Ah, Signore, che facciamo noi in convento? Perché abbiamo abbandonato il mondo? In che altro possiamo meglio occuparci se non in preparare nelle anime nostre una dimora per il nostro Sposo ed affrettare il tempo di chiedergli il bacio di sua bocca? Felice l'anima che gli rivolgerà questa domanda e che all'arrivo del Signore si farà trovare con la lampada accesa, senza essersene mai allontanata, stanca di averlo invano chiamato! Oh, com'è bello il nostro stato, figliuole mie! No, nessuno ci può impedire di rivolgere questa domanda al nostro Sposo, poiché tale l'abbiamo scelto nella nostra professione. L'impedimento non può venire che da noi. 

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