martedì 24 dicembre 2024

La esistenza di Dio - La negazione di Dio: le cause dell' ateismo

 


Le diverse argomentazioni filosofiche impiegate per “provare” l’esistenza Dio non causano necessariamente la fede in Dio, ma solo la ragionevolezza di tale fede. E ciò per vari motivi: a) conducono l’uomo a riconoscere alcuni caratteri filosofici dell’immagine di Dio (bontà, intelligenza, ecc.), fra i quali la sua stessa esistenza, ma non dicono nulla su Chi sia l’essere personale verso il quale si dirige l’atto di fede; b) la fede è la risposta libera dell’uomo a Dio che si rivela, non una deduzione filosofica necessaria; c) causa della fede è Dio stesso, che si rivela gratuitamente e muove con la sua grazia il cuore dell’uomo perché aderisca a Lui; d) l’oscurità e l’incertezza con cui il peccato ferisce la ragione dell’uomo ostacolano tanto il riconoscimento dell’esistenza di Dio quanto la risposta di fede alla sua Parola[14]. Per questi motivi, l’ultimo in modo particolare, è sempre possibile da parte dell’uomo una negazione di Dio[15]. L’ateismo possiede una manifestazione teorica (pretesa di negare positivamente Dio, per via razionale) ed una pratica (negare Dio con il proprio comportamento, vivendo come se non esistesse). Una professione di ateismo positivo come conseguenza di una analisi razionale di tipo scientifico, empirico, è contraddittoria, perché Dio non è oggetto del sapere scientifico-sperimentale. Una negazione positiva di Dio a partire dalla razionalità filosofica è possibile da parte di specifiche visioni apriori della realtà, di natura quasi sempre ideologica, prima fra tutte il materialismo. L’incongruenza di queste visioni può essere messa in luce con l’aiuto della metafisica e di una gnoseologia realista. Una causa diffusa di ateismo positivo è ritenere che l’affermazione di Dio obblighi ad una penalizzazione dell’uomo: se Dio esiste allora l’uomo non sarebbe libero, né godrebbe di una piena autonomia nella sua esistenza terrena. Questa visione ignora che la dipendenza della creatura da Dio fonda la libertà e l’autonomia della creatura[16]. È vero piuttosto il contrario: come insegna la storia dei popoli, quando si nega Dio si finisce col negare anche l’uomo e la sua dignità trascendente. Altri giungono alla negazione di Dio ritenendo che la religione, il cristianesimo in specifico, rappresenti un ostacolo al progresso umano perché frutto di ignoranza o di superstizione. A questa obiezione si può rispondere su basi storiche: è infatti possibile mostrare l’influenza positiva della Rivelazione cristiana sia sulla concezione della persona umana e dei suoi diritti, sia sulla nascita e sul progresso delle scienze. Dalla Chiesa cattolica l’ignoranza è sempre stata considerata, a ragione, un ostacolo verso la vera fede. In genere, coloro che negano Dio per affermare il progresso dell’uomo lo fanno per difendere una visione immanente del progresso storico, avente come fine una utopia politica o un benessere semplicemente materiale, incapaci di soddisfare pienamente le aspettative del cuore umano. Fra le cause dell’ateismo, specialmente dell’ateismo pratico, va incluso anche il cattivo esempio dei credenti, «in quanto per aver trascurato di educare la propria fede, o per una presentazione fallace della dottrina, o anche per i difetti della propria vita religiosa, morale e sociale, si deve dire piuttosto che nascondono e non che manifestano il genuino volto di Dio e della religione»[17]. In positivo, a partire dal Concilio Vaticano II la Chiesa ha sempre segnalato nella testimonianza dei cristiani il principale fattore per realizzare una necessaria, “nuova evangelizzazione”[18]. 

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