ISTRUZIONI MARIANE
Dobbiamo studiare Maria principalmente per tre motivi, uno più forte dell'altro, vale a dire: I. perché uomini; 2. perché cristiani; 3. perché è uno studio di singolare eccellenza.
I. PERCHÉ UOMINI. - Dobbiamo, innanzitutto, studiare Maria perché uomini. Ed infatti: un uomo qualsiasi, il quale - come suol dirsi - si rispetti, non può non conoscere i principali personaggi e i principali avvenimenti della storia. Che magra figura farebbe in società chi non conoscesse, almeno sommariamente, un Adamo, un Noè, un Abramo; un Mosè, un Alessandro Magno, un Cesare, un Carlo Magno, un Dante, un Napoleone, e simili, ed ignorasse i principali avvenimenti della storia d'Israele, della storia Orientale e Greca e particolarmente della storia Romana! ...
Eppure, che cosa sono tutti i più grandi personaggi della storia di fronte a Maria? Essa è il personaggio incomparabilmente più grande, dopo Cristo, che sia mai apparso sopra la terra. Che cosa sono i più grandi avvenimenti della storia di fronte agli avvenimenti compiuti in Maria (maternità divina, corredenzione del mondo, ecc.)? Insieme a Cristo, di cui fu Madre e indivisibile Compagna in tutta l'opera ch'Egli svolse, Ella è il centro su cui va a gravitare tutta la storia, dalla prima alla sua ultima pagina; insieme a Cristo, Ella è il vero asse su cui si è aggirato, si aggira e si aggirerà tutto il mondo con tutti i suoi avvenimenti, di qualsiasi genere e specie essi siano. Si può quindi immaginare, per un individuo qualsiasi, un soggetto più degno del suo studio? Se è cosa vergognosa, per un uomo, ignorare i principali personaggi e i principali avvenimenti della storia, non sarà incomparabilmente più vergognoso ignorare Maria e le «cose grandi», portentose, verificatesi in Lei? Maria SS. è, per lo meno, un personaggio dinanzi al quale nessuno può rimanere indifferente.
2. PERCHÉ CRISTIANI. - Un secondo motivo, ancora più forte, per cui si deve studiare Maria, è perché siamo cristiani. Un cristiano, infatti, se non vuole smentire questa sua qualità, deve conoscere, innanzitutto, il cristianesimo almeno in ciò che ha di più essenziale. E la Vergine SS. non è già qualche cosa di accidentale, di accessorio al cristianesimo, ma è qualcosa di essenziale, di necessario, poiché rientra nella sostanza stessa del cristianesimo, il quale non è altro per dirla col Card. Pie - che «la religione del Figlio di Maria». Per questo noi vediamo la Vergine SS. posta come nel cuore del Credo o simbolo degli Apostoli con quelle parole: «Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine». Come la parola scritta non può distaccarsi dalla carta su cui è scritta senza distruggerla, così il Verbo Incarnato, Gesù Cristo, non può distaccarsi da Colei nella quale Egli si è incarnato senza distruggerla. Ella è «la Rosa in che il Verbo divino carne si fece» (Par. 23, 73-74). Se è vero, come è verissimo, che nessuno va al Padre se non per mezzo di Cristo; così è vero, anzi, verissimo, che nessuno va a Cristo se non per mezzo di Maria. Senza Maria quindi il cristianesimo stesso rimane inconcepibile. E se è casi, un cristiano il quale non conosca Maria, potrà dirsi ancora cristiano?...
Il cristiano, inoltre, è tenuto a celebrare durante l'anno, per volere della Chiesa, varie feste di Maria (l'Immacolata, l'Assunta ...). Ciò posto, «è giusto - come rileva S. Tommaso da Villanova - che comprendiamo ciò che veneriamo: poiché la festa sarà tanto più celebre per tutti, quanto meglio sarà compresa da ciascuno» (2). Ciò posto, ci si può chiedere: i cristiani d'oggi conoscono forse bene Maria? Non senza ragione - crediamo - il Ven. Chaminade inizia il suo «Trattato sulla conoscenza di Maria» col rilevare quanto Essa sia poco conosciuta. «Noi parliamo - scriveva - ogni giorno di Maria; ci vantiamo di essere figli suoi e di appartenere ad associazioni consacrate in modo speciale al suo culto. Ma, d'altra parte, dobbiamo confessare di conoscere poco Maria; siamo poco istruiti sulle relazioni che, nell'ordine soprannaturale, la uniscono a Dio e a noi. A quanti cristiani non potrebbe l'Augusta Vergine muovere il rimprovero che il Signore già rivolgeva al popolo prediletto per bocca d'Isaia: Il bue conosce il suo padrone, e l'asino la greppia del suo signore: ma Israele non mi conosce e il mio popolo non m'intende!» (3).
3. PER L'ECCELLENZA DI QUESTO STUDIO. - Un terzo motivo, ancora più forte dei due precedenti, possiamo riscontrarlo nella singolare eccellenza di un tale studio, considerato sia in se stesso che nei suoi mirabili effetti.
È singolarmente eccellente in se stesso a causa del suo oggetto: Maria, vero capolavoro di Dio, e quindi la più alta manifestazione creata della sapienza, della potenza e della bontà infinita di Dio. Essa, infatti, al dire di Pio IX nella celebre Bolla Ineffabilis, è come «l'ineffabile miracolo di Dio, anzi, il vertice di tutti i miracoli». Essa, ed Essa sola, «ebbe una pienezza d'immensa santità che non può concepirsi maggiore dopo Dio, e che nessuno, fuori di Dio, può raggiungere col pensiero».
Singolarmente eccellente in se stesso, lo studio di Maria lo è anche nei suoi mirabili effetti. Esso, infatti, ci facilita la cognizione e l'amore di Dio, la cognizione e l'amore di Cristo, la cognizione e l'amore della Vergine stessa.
Ci facilita, innanzitutto, la cognizione e l'amore di Dio. Noi, infatti, conosciamo Iddio, ossia la causa prima, dai suoi effetti, il Creatore dalle sue creature. Orbene, l'effetto principale, la creatura più eccellente di Dio non è forse Maria? Più di qualsiasi altro effetto o creatura, quindi, Ella ci parla di Dio e dei suoi attributi divini. Con la sua singolare grandezza Ella ci parla della infinita grandezza di Dio; con la sua singolare bellezza Ella ci parla della infinita bellezza di Dio; con la sua singolare bontà Ella ci parla della infinita bontà di Dio. Giustamente domanda il De Rhodes: «Desideri conoscere Dio? Leggi Maria come un libro!» (4).
Lo studio di Maria ci facilita, in secondo luogo, la cognizione e l'amore di Cristo. Ce lo facilita essendo Ella la creatura più simile a Cristo, ossia «la faccia che a Cristo più s'assomiglia» (Par. 32, 85); dalla sua cognizione quindi possiamo più facilmente giungere alla cognizione e all'amore di Cristo. Ce lo facilita anche perché Ella è legata indissolubilmente a Lui, sia nell'eternità che nel tempo; sia in terra che in cielo; nella mente e nel cuore di Dio, nella mente e nel cuore della Chiesa, nella mente e nel cuore di tutti i suoi figli. La conoscenza e l'amore di Maria non van mai disgiunte dalla conoscenza e dall'amore di Cristo. Si rafforzano a vicenda, poiché - come si esprime Esichio - «se Cristo è il sole, Maria è il cielo in cui brilla; se Cristo è la gemma, Maria è lo scrigno in cui è contenuta; se Cristo è il fiore, Maria è la pianta da cui procede» (5). Per queste ragioni possiamo legittimamente concludere col Santo Padre Pio X che la Vergine SS .. è «il più grande e il più efficace aiuto per la conoscenza e l'amore di Cristo» (6).
Lo studio della Vergine SS., infine, ci facilita la cognizione e l'amore della Vergine stessa. Non si ama ciò che non si conosce. Non si ama che imperfettamente ciò che non si conosce che imperfettamente. Chi vuole quindi amare Maria, chi vuole amarla perfettamente, è necessario che la conosca, e la conosca - per quanto è possibile - perfettamente.
Tutti questi grandi motivi rendono lo studio della Vergine SS. ineffabilmente delizioso. La Vergine SS., infatti, ha tutta la fragranza della mirra (7). Quanto più si maneggia, tanto più imbalsama la mente e il cuore colla sua soave, divina fragranza, una fragranza così ineffabile che spinge a ripetere: «O santa, o benedetta, ... quanto sei dolce nella bocca di coloro che ti lodano, nel cuore di coloro che ti amano, nella memoria di coloro che t'implorano» (8). Non senza ragione, quindi, la Mariologia, ossia, lo studio di Maria, è stata chiamata «la perla della scienza teologica» (9), poiché la Vergine è tutta la bellezza, è tutto l'incanto del dogma cattolico.
P. G. Roschini O. S. M.
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