martedì 16 agosto 2022

Le forze occulte che manovrano il mondo - L'antisemitismo

 


Mentre mi accingo a dare alle stampe il presente volumetto (così scrivevo in una precedente edizione), si verifica, in più nazioni, un ennesimo inganno della malizia giudaica, la quale, peraltro, credo bene smascherare, anche per comprovare con quanta facilità siamo tutti turlupinati.
Siccome, avanti di fare una guerra, conviene rendersi conto dell'entità delle forze nemiche, e contemporaneamente, fare un controllo della propria efficienza, ecco, nel Gennaio 1960, assistere alle grandi manovre del giudaismo.
Avendo essa fondati motivi di temere, come, durante il prossimo conflitto possa esplodere una mondiale sollevazione antisemita, vuole adesso tastare il polso per conoscere, in quali nazioni, tale evenienza riscuota maggiore seguito, onde correre ai ripari.
A questo fine — servendosi di un'intensa propaganda di stampa e dell'ausilio di agenti massoni — si vedono ora, gli stessi Giudei, scatenare ovunque un'artificiosa campagna di antisemitismo.
Con tale campagna si prefiggono:
1° Di conoscere — come si è detto — le località ove gli antiebrei sono più numerosi.
2° Di schierare, nello stesso tempo, in campo il predisposto meccanismo difensivo, consistente in giornali, in partiti e nelle infinite associazioni di ogni genere, tutte create e dirette da agenti ebraici, i quali sommoveranno, nel momento opportuno — mediante manifestazioni ed atti inconsulti — gli ingenui gregari della base, che, in realtà, nulla sanno dei veri scopi perseguiti dai loro infidi dirigenti.
3° Di fare promulgare, in conseguenza delle agitazioni accennate, delle nuove leggi («reati di genocidio»), per le quali, chiunque criticherà i Giudei si renderà reo di un delitto superiore a quello «di lesa maestà».
4° Di intimorire a tal punto gli autentici antisemiti da costringerli a non potere più fiatare, non solo in considerazione dell'apparato delle forze contrarie, ma anche per la constatazione del fatto, di vedere gli stessi governi, la magistratura, ed oggi, le leggi di genocidio erigersi a difesa dei Giudei, colpendo, senza pietà, quanti ardissero combattere il giudaismo.
Dopo di che vorrei così replicare:
Vogliamo, dunque, eliminare l'antisemitismo? Ebbene, l’autore del presente volumetto avanza una formale proposta, perché — tenuto conto dell'insegnamento della storia, di quanto migliaia di scrittori d'ogni paese hanno segnalato circa la realtà della perfidia giudaica e di quanto, in questo studio, si è venuto esponendo — venga costituito un Tribunale Internazionale, composto di uomini autorevoli, di provata rettitudine ed imparzialità (naturalmente non massoni), i quali vogliano istruire uno storico processo all'ebraismo.
Vagliate in profondità tutte le accuse che si imputano ai Giudei, e, sentito quanto costoro possono opporre a difesa, emetta, un tale Tribunale, una motivata sentenza che tranquillizzi il genere umano, ed alla quale saremo tutti obbligati a sottostare.
Se risulteranno innocenti, gli antisemiti saranno i primi a gridare: «Abbiamo sbagliato. Viva gli Ebrei!».
Qualora, invece, risultassero colpevoli, i governanti dei popoli deliberino quelle misure difensive che l’esperienza dei secoli e la situazione attuale potranno suggerire. Per tal modo, in forma legale e senza usare violenza, si sarà fatto quanto era un preciso obbligo fare e, necessariamente, avrà fine ogni ragione di essere per qualsivoglia movimento antiebraico.
Ma per carità, si smetta una buona volta di emanare leggi e pronunziare condanne contro coloro che alzano la voce per segnalare il pericolo del giudaismo, senza avere prima conosciuto, in modo specifico, se i motivi che a ciò li inducono, fossero per avventura giustificati o altrimenti inconsistenti.
Soltanto, dopo le risultanze del processo suaccennato, sarà lecito agli Stati, deliberare o meno su l'opportunità di certe leggi o condanne. Prescindendo da ciò, si potrebbe peccare di superficialità e di ingiustizia. Il che non farebbe onore all'intelligenza di questo secolo.
Credere — come molti credono — che l’anti-giudaismo sia determinato da semplici motivi di religione o di razza, è cadere in un errore di valutazione, in un grosso equivoco. Della razza e della religione ebraica — si tenga per fermo — agli antisemiti interessa esattamente un bel niente. Chi combattesse gli Ebrei, mosso da ragioni del genere, dimostrerebbe coi fatti di essere persona barbara e incivile.
Invero, ben altre sono le cause che spingono gli antisemiti ad agire come agiscono: trattasi di dolo, non d'altro che di dolo.
Essi ravvisano nei Giudei della gente che si comporta — nei confronti dei non-ebrei — con una morale esecranda, che li autorizza ad essere con loro menzogneri, spergiuri, a derubarli, ad ucciderli. Scorgono, in costoro, della gente che non fa altro che cospirare ed ordire ai danni del genere umano. Che crea — mediante una rete di intrighi — la discordia nell'interno delle nazioni, fa scoppiare le rivoluzioni nonché le guerre fra popolo e popolo, ed anela allo sterminio totale della società in uno con la distruzione del cristianesimo.
Lo scrittore Osman Bey, in una sua pubblicazione dal titolo «Gli Ebrei alla conquista del mondo» (Venezia 1883, p. 51), così ribadisce:
«In ogni paese si è costituita una associazione compatta e onnipossente, composta di uomini intelligenti, attivi e senza scrupoli (sezioni dell'Alleanza Israelitica Universale»), i quali si sono arrogati una specie di diritto d'immischiarsi in tutti gli affari, di sfruttare la credulità umana, e di educare perfino la gioventù secondo le loro idee. (Governo ombra?).
«Una simile associazione costituisce evidentemente da sé sola una potenza formidabile, più forte della Chiesa, una potenza dinanzi alla quale noi non siamo, or più altro, che schiavi».
Ciò premesso, non sembra cosa onesta, che chiunque obiettivamente ragioni per mettere in guardia il proprio simile contro la peste giudaica, mosso dalla retta intenzione di giovare alla collettività, possa essere trattato alla stregua di un volgare malfattore e tanto meno essere oggetto di sanzioni penali.
Gli scrittori che squarciano davanti agli occhi del pubblico, il velo che asconde gli atroci e cupi disegni della giudaica perfidia, sono benemeriti nonché della Patria, dell'umanità tutta. Il riconoscere questa verità e giustizia, il proclamarla sarà il più bello e ben meritato premio di quei valorosi.
Il principio dei «Diritti dell'Uomo» è un assioma che nessuno contesta, in quanto presuppone nell'uomo il senso della rettitudine. Ma tale principio non può essere esteso né interpretato nel senso, di «un diritto pei delinquenti di fare tutto il male che vogliono».
Stiano perciò molto cauti, quanti vogliono assumere la difesa dei Giudei, affinché non sia per succedere che — mossi da un sentimento di pietà — non abbiano eventualmente a parteggiare — sebbene inconsciamente — per delle belve umane, per dei mostri infernali.

“Vermijon”

Noè e i suoi discendenti - Ven. Anne Catherine Emmerick

 


VECCHIO TESTAMENTO 

Secondo le visioni del  

Ven. Anne Catherine Emmerick 


Noè e i suoi discendenti 

Ho visto Noè come un anziano dall'aspetto infantile, coperto di vesti lunghe e bianche, che lavora in un frutteto. Potava gli alberi con un coltello contorto, di pietra. Si avvicinava come una nuvola accanto a lui e apparve in lei l'immagine di un uomo. Noè si inginocchiò davanti all'apparizione, e capii che Dio gli aveva detto che voleva distruggere l'umanità, e che Noè doveva costruire un'arca. Noè era molto triste per questo e l'ho visto chiedere perdono e misericordia. Noè non cominciò subito il suo lavoro e per altre due volte gli apparve il Signore mandandogli ad iniziare la costruzione. Se non lo facesse, sarebbe lui stesso coinvolto nella distruzione generale. Lo vidi poi lasciare il paese e andare con la sua famiglia nella regione dove in seguito visse Zoroastro (la stella luminosa). Viveva allora in una regione più alta, boscosa e solitaria, con molta gente che era emigrata con lui, in tende. Aveva un altare davanti al quale offriva sacrifici. Noè e la sua famiglia non costruivano case di materiale, perché credevano già nell'annuncio di Dio del diluvio. I villaggi spogli dei dintorni, invece, avevano case di materiale, difese di pietre, spesse mura e ogni sorta di edifici per difendersi dalle minacce divine. Sulla terra regnava allora un terribile disordine. Gli uomini si erano arresi a tutti i disordini, anche a quelli più innaturali. Ognuno rubava quello che poteva. Invadevano le proprietà, le case e i campi per distruggerli e abbatterli, e rubavano donne e vergini per soddisfare i loro viziosi costumi. 

Anche i discendenti di Noè, via via che crescevano e si allontanavano da lui, si pervertivano e causavano molti dispiaceri depredando la loro eredità e abbandonandosi ai vizi. Gli uomini di allora non erano viziosi per ignoranza, o perché erano selvaggi, o non civilizzati; erano dotati di tutto il necessario, vivevano comodamente e c'era benessere generale: erano cattivi per corruzione e per empietà. Esercitavano la più abietta idolatria: ognuno si faceva un idolo di quello che gli pareva e gli prestava adorazione.  Tentavano, con arti diaboliche, di pervertire anche i figli di Noè. 

Mosoc, figlio di Jafet e nipote di Noè, fu sedotto e cadde vittima della seduzione. Mentre lavorava nel campo, bevve il succo di una pianta e rimase ubriaco. Non era vino quello che prendevano, ma il succo di una pianta che portavano con sé in piccoli contenitori, da bere al lavoro. Ho visto che masticavano anche le foglie e il frutto di quella pianta. Mosoc fu così padre di un bambino, che fu chiamato Hom. Quando il bambino nacque, Mosoc chiese al fratello Tubal di prendersi cura del bambino per nascondere la sua vergogna, e Tubal accettò. Il bambino Hom fu posto da sua madre davanti alla tenda di Tubal, mettendogli accanto un germoglio della mucosa pianta chiamata Hom, con il quale, secondo la consuetudine, credeva di assicurarsi i diritti all'eredità. Ma il tempo del diluvio era vicino e finivano così le insidie di queste donne. Tubal prese per sé il bambino e lo fece crescere nella sua casa senza rivelare la sua origine. Così si spiega che il bambino arrivò ad entrare anche nell'arca di Noè. Tubal gli diede il nome della pianta Hom, perché era l'unica cosa che trovò accanto al bambino. Il neonato non fu nutrito con il latte, ma con il succo di quella pianta. Quella pianta cresce fino all'altezza di un uomo;  quando, invece, si trascina, dà i germogli con punte morbide come l'asparago; la parte inferiore è più dura. Serve come alimento e sostituzione del latte. Cresce da un tubero e su terra si forma una corona di poche foglie scure. Il suo tronco diventa piuttosto spesso e il suo midollo si trasforma in farina, che serve cotta o fritta, o da stendere su prelibatezze.  Dove cresce questa pianta si vedono estensioni molto grandi. Ho visto che questa pianta è entrata nell'arca di Noè. 


SULL'ORLO DELLA NUOVA GERUSALEMME - Vi invito ad essere Apostoli della Riparazione dei Sacri Cuori

 


APOSTOLATO DELLA RIPARAZIONE 

 

Vi invito ad essere Apostoli della Riparazione dei Sacri Cuori 


8 ottobre 2009 (ore 9:20) 

Gesù dice: 

Figlioli, voi conoscete la sofferenza che inebria i Sacri Cuori uniti e trafitti. Uniti dallo stesso amore e trafitti dallo stesso dolore. 

Vi chiamo ad essere Apostoli Riparatori dei Sacri Cuori. Apostoli che sapranno essere luce con la loro testimonianza di vita. 

Apostoli assidui nei sacramenti. 

Apostoli interessati a dare gloria al mio Santo Nome. 

Apostoli che imitano le nostre adorabili virtù. 

Apostoli interessati a riparare le offese, gli oltraggi, i sacrilegi, le profanazioni che ricevo quotidianamente nel Santissimo Sacramento dell'Altare. 

Figli miei, ascoltate il mio appello. Siete nel tempo della licenziosità sessuale e dell'immoralità; siete nel tempo delle tenebre, delle tenebre perché gli uomini si sono allontanati dalla retta via; gli uomini sono immersi nel pantano del peccato; l'ateismo, l'edonismo sta portando scompiglio nella vita spirituale di moltissimi miei figli; figli che feriscono i nostri Sacri Cuori con la loro apatia e la loro indolenza a ricevere le grazie e le benedizioni del nostro Santo e Divino Amore. 

Perciò, cari figli, iniziate un apostolato di riparazione. 

Un apostolato che si diffonderà in moltissimi Paesi. Un apostolato che gridi all'unisono: Immolazione, riparazione per tutti i peccati dell'umanità. Apostolato che avrà come fine quello di essere un'attività di volontariato: 

Apostoli che avete il primato di diminuire il nostro grande dolore, perché il Cuore Immacolato di mia Madre e il mio Sacro Cuore non sono amati nell'immensità del nostro amore per voi. 

L'Apostolato della Riparazione porterà al trionfo del Cuore Immacolato di Maria e al Regno del mio Sacro Cuore. 

L'Apostolato della Riparazione aprirà le porte della Nuova Gerusalemme. 

L'Apostolato della Riparazione porterà ciascuno dei suoi apostoli a consumarsi in un idillio di Amore Santo e Divino. 

L'Apostolato della Riparazione è un'urgenza perché il mio calice trabocca, perché molto presto verrò da voi con due misure: misericordia e giustizia. 

L'Apostolato della Riparazione vi renderà lampade del Santo e Divino Amore. Lampade che irradieranno con la loro luce le tenebre del mondo; un mondo coperto dalle fitte tenebre del peccato. 

L'Apostolato della Riparazione condurrà i suoi apostoli a una vita di santità, perché ogni peccato sarà riparato attraverso la preghiera e il sacrificio. 

Amati figli, come non ricorrere alla generosità dei vostri cuori. Come non chiedervi di essere i pionieri di questo grande Apostolato della Riparazione. 

Ascoltate uno degli ultimi appelli che rivolgo a tutta l'umanità. Se non volete rimandare a domani, giorno in cui desiderate soddisfare la mia richiesta, sarà troppo tardi. 

Promuovete l'Apostolato della Riparazione nei luoghi in cui il Mio Divino Spirito vi manda, perché riparando i peccati del mondo intero, riparate i vostri peccati e quelli della vostra famiglia.

Che la vostra vita sia un susseguirsi di atti di riparazione al Santo e Divino Amore. 

Vi amo e vi benedico, apostoli riparatori dei Sacri Cuori: . Amen. 


Libro del giro delle luci del cielo

 


IL LIBRO DI ENOCH 


Libro 3 - Luminari 

Enoch 72 

Libro del giro delle luci del cielo, ognuna come sta, nella propria classe, nella propria  potenza, nel proprio tempo, nel proprio nome, nella propria nascita, nel proprio mese e  che mi mostrò Uriele, l'angelo santo che stava con me, che è il loro condottiero. (Io  scrivo) tutto il loro libro, così come Egli mi mostrò secondo tutti gli anni del mondo, fino  all'eternità e finché sarà fatta un'opera nuova, che starà in eterno. E questa è la prima  legge delle luci: l'uscita della luce  sole  è nelle porte del cielo che (sono) verso oriente e  il suo tramonto nelle porte del cielo di occidente. E vidi sei porte da cui usciva il sole e  sei ove esso tramontava e la luna, attraverso di esse, sorgeva e tramontava. E guida alle  stelle e a quelli che le guidano, (sono) sei (porte) ad oriente e sei ad occidente del sole e  tutte una dietro l'altra, ritte, e molte finestre a destra e a sinistra di questa porta. E per  prima usciva la luce maggiore, chiamata sole, e la sua orbita è come la circonferenza del  cielo e tutto era pieno di fuoco splendente ed ardente. Il vento soffiava (sui) carri sui  quali esso saliva. E il sole tramontava dal cielo e tornava per il nord per andare ad oriente  ed era guidato per entrare in questa porta e illuminava la faccia del cielo. Così sorgeva  nel primo mese per la porta grande ed usciva per la quarta di quelle sei porte che (erano)  verso oriente del sole. Ed in questa quarta porta da cui usciva il sole nel primo mese vi  erano dodici finestre aperte da cui usciva la fiamma quando esse, al loro tempo, si  aprivano. Quando il sole sorgeva dal cielo, usciva per quella quarta porta per trenta  mattine e scendeva direttamente attraverso la quarta porta che è ad occidente del cielo. E  in quei giorni, il giorno si allungava e la notte si accorciava, per trenta giorni. 

E in quei giorni, il giorno era lungo due parti più della notte ed era, il giorno, esattamente  dieci parti e la notte (era) otto parti. Ed il sole usciva da questa quarta porta e tramontava  per la quarta e ritornava nella quinta che (è ad) oriente per trenta mattine ed usciva da  essa e tramontava nella quinta porta. Allora il giorno si allungava di due parti ed il giorno  era undici parti e la notte si accorciava ed era sette parti. Ed il sole ritornava ad oriente ed  entrava nella sesta porta ed usciva e tramontava nella sesta porta per trentuno mattine,  secondo il segno di lei. Ed in quel giorno, il giorno era più lungo della notte ed il giorno  era parti e la notte era corta ed era sei parti. Ed il sole era tolto affinché il giorno si  accorciasse e la notte si allungasse ed il sole tornava ad oriente ed entrava nella sesta  porta e sorgeva da essa e tramontava per trenta mattine. 

E quando si esaurivano trenta mattine, il giorno diminuiva di una parte, esattamente, ed il  giorno diventava undici parti e la notte sette. E il sole usciva da occidente, da quella sesta  porta ed andava ad oriente e sorgeva dalla quinta porta per trenta mattine e tramontava ad  occidente, di nuovo, nella quinta porta ad occidente. In quel giorno, il giorno diminuiva  due parti ed il sole era dieci parti e, la notte, otto. Ed usciva, il sole, da quella quinta porta  e tramontava nella quinta porta, ad occidente, e sorgeva nella quarta porta, secondo il di  lei segno, per trentuno mattine, e tramontava ad occidente. 

In quel giorno, il giorno si eguagliava con la notte, diventava eguale, e la notte era nove  parti ed il giorno nove parti. E il sole usciva da quella porta e tramontava ad occidente e  ritornava in oriente ed usciva dalla terza porta per trenta mattine e tramontava ad  occidente, nella terza porta. E in quel giorno la notte era più lunga del giorno per trenta  mattine ed il giorno si accorciava, di giorno (in giorno), per trenta giorni, e la notte era  dieci parti esatte ed il giorno era otto parti. E il sole usciva da quella terza porta e  tramontava nella terza porta, ad occidente, e ritornava ad oriente ed il sole usciva nella seconda porta di oriente per trenta mattine e, egualmente, tramontava nella seconda porta,  ad occidente del cielo. 

E in quel giorno, la notte era undici parti ed, il giorno, sette. Ed il sole usciva, in quel  giorno, da quella seconda porta e tramontava ad occidente, nella seconda porta, e  ritornava a oriente, nella prima porta, per trentuno mattine e tramontava, ad occidente,  nella prima porta. Ed in quel giorno la notte si allungava e diventava il doppio del giorno  e la notte era esattamente dodici parti ed, il giorno, sei. E il sole compì le sue stazioni e  girava un'altra volta su quelle stazioni ed entrava in quella porta per trenta mattine e  tramontava ad occidente, alla parte a lui opposta. E in quel giorno la notte si accorciava  dalla propria lunghezza di una mano, cioè di una parte ed era undici parti ed il giorno era  sette parti. Ed il sole ritornò ed entrò nella seconda porta, ad oriente, e ritornava su questa  sua stazione: per trenta mattine sorgeva e tramontava. 

E in quel giorno la notte si accorciava dalla sua lunghezza e diventava, la notte, dieci  parti ed, il giorno, otto. E in quel giorno il sole usciva da quella seconda porta e  tramontava ad occidente e ritornava ad oriente e sorgeva nella terza porta per trentuno  mattine e tramontava ad occidente del cielo. Ed in quel giorno la notte diminuiva e  diventava nove parti ed il giorno diventava nove parti e, notte e giorno, erano eguali e  l'anno era, esattamente, trecentosessantaquattro (giorni). E la lunghezza e la brevità del  giorno e della notte si distinguevano secondo il corso del sole. Per causa sua, il suo corso  si allunga di giorno in giorno e di notte in notte si accorcia. 

E questa è la legge e il corso del sole ed il suo ritorno quando rientra: per sessanta  (giorni) entra ed esce. Questa è la grande luce eterna, chiamata sole nell'eternità. Questa,  è la gran luce che esce e che si chiama,  sole , dato il suo aspetto, come il Signore  comandò. E così, esso esce ed entra e non diminuisce né‚ si riposa, ma corre notte e  giorno, sul carro, e la sua luce illumina sette volte più della luna ma le misure di ambedue  sono eguali.  

Enoch slavo 12  

Spiriti volanti. Dodici ali ha ciascun angelo che tira il carro del sole, portando la rugiada e  il calore quando il Signore comanda di scendere sulla terra  coi raggi del sole. 

 

Conversazioni Eucaristiche

 


Tanto tempore vobiscum sum, et non cognovistis me? 

1. Erano già trascorsi quasi tre anni, che gli Apostoli seguivano il loro Divino Maestro Gesù quocumque ierat, ed erano stati testimoni de’  maravigliosi prodigi coi quali omnibus benefaciendo accompagnavano la sua  dottrina e predicazione. E, dopo tanto tempo e tante opere stupende, sembra  che avrebbero dovuto aver imparato a ben conoscerlo. Ma non fu così. Per lo  che un giorno Gesù lagnandosi della loro stupidità, gli ebbe a redarguire, che  ancora non lo avessero conosciuto: tanto tempore vobiscum sum, e non  cognovistis me! 

2. O Dio! Sono passati oramai 19 secoli, e parmi che lo stesso Gesù da questo Tabernacolo, con accento assai più vibrato e risentito, mandi una  voce di rimprovero alla maggior parte degli uomini, che dopo tanto tempo  ch’Egli si è costituito nell’Eucaristico Sacramento, ancora non l’abbiano  conosciuto, o non vogliano conoscere; tanto tempore vobiscum sum, et non  cognovistis me!?… 

3. Ah, Gesù mio, avete troppa ragione di lamentarvi della colpevole volontaria ignoranza di tanti, e della maliziosa sconoscenza di tanti altri,  specialmente cristiani! Quando rimproveraste così li vostri discepoli; fors’essi  avevano sugli occhi dell’anima un qualche velo troppo umano, che li scusava  di non conoscervi perfettamente. Ma noi non possiamo essere scusabili. Noi  abbiamo maggiori manifestazioni della vostra carità: abbiamo dinanzi a noi  sempre vivo il Memoriale della vostra Risurrezione ed Ascenzione; poichè  abbiamo ed avremo sino alla consumazione dei secoli la Vostra Divina  Persona con noi nascosta nel Santissimo Sacramento dell’altare, dove vi  piace di stare per nostro bene, e per l’amore appassionato che ci portate: ecce vobiscum sum usque ad consumationem saeculi!… Quale miracolo  maggiore e più potente di questo? Quale attestato d’amore più parlante?… E  dire che dopo tanto tempo che vi siete stabilito tra noi per amor nostro in  questo Sacramento, non tutti ancora hanno imparato a conoscervi, poco o  niente vi apprezzano, e neppure vi amano come e quanto dovrebbero, almeno  per gratitudine! Oh Dio! come può avvenire tanta sconoscenza in esseri  ragionevoli, in uomini cristiani, in creature fatte ad immagine vostra, e redente dalla schiavitù dell’inferno col Sangue vostro, con il sacrificio della  vostra vita? Bisogna dire propriamente che non vi vogliono conoscere. Perchè  se solamente vi avvicinassero un poco, e vi frequentassero, non dovrebbero  poter resistere di prendervi affezione e seguirvi, come fecero i vostri discepoli.  Almeno, o Signore, fate che io arrivi a conoscervi ben bene per innamorarmi  di Voi perdutamente: Domine noverim Te, ve ne prego col vostro Agostino; ed  in conoscere Voi, arrivi a conoscere la mia indegnità, ed a vieppiù amarvi: noverim me! 

4. Dio mio, questo solo prodigio di amore di stare quì personalmente in anima, in corpo e divinità sui nostri altari per beneficarci, non dovrebbe  tirare a Voi tutte le anime dei viventi? Ah, Gesù mio, fatevi conoscere anche  ai ciechi volontarî! Aprite loro gli occhi; fate cadere le squamme delle  passioni che ottenebrano le loro pupille, affinchè restino illuminati dalla  vostra Sacramentale Preghiera, e così vi conoscano e vi amino. Oh sapessi e  potessi io farvi conoscere ed amare da tutte le anime redente! Ma dallo stato  mio, dalla mia insufficienza e nullità, che cosa potete mai ripromettervi?  Almeno che avessi nel mio petto i cuori di tutti gli uomini per potervi amare e  servire da parte di tutti essi. Ad ogni mio respiro intendo e voglio amarvi  anche per tutti coloro che non vi conoscono e non vi amano, ed intendo farvi  ancora per essi tanti atti di amore, quanti ne meritate, e così perfetti come li  meritate. Vorrei avere i Cuori di Maria e di S. Giuseppe, e con questi farvi ad  ogni respiro quanti atti d’amore ricevete dal vostro Divin Padre da tutta la  Corte celeste, da tutte le anime del Purgatorio e da tutte le anime giuste  viventi su questa terra. 

5. Ma purtroppo, che anche al presente accade, e si ripete ciò che avveniva a Gesù allorquando predicava alli Giudei, che dopo di aver fatto a  beneficio loro, e sempre sotto ai loro occhi, tanti e sì segnalati miracoli, lo  ripudiavano, non gli volevano credere, e lo insultavano. Ahi! che tanti  cristiani si lasciano acciecare dalle passioni e dal peccato, e vedendo il  Miracolo dei Miracoli perpetuo del suo Divin Sacramento, ove il Cuore  palpitante ed ardente di Gesù vive e si manifesta a tutti, pure mantengono il  proprio cuore indurato in modo, che non riconoscendo più la reale sua  presenza, restano ad occhi aperti senza vederlo, ed insensibili alla sua  infinita carità. Ahi! purtroppo non sentono il calore di quella carità, con la  quale Voi, Gesù mio, li cercate per illuminarli, convertili e risanarli: excecavit (Satana) oculos eorum, et induravit cor eorum, ut non videat, et non intelligant  corde et convertantur. 

6. Ma, aimè! che mentre deploro l’altrui sconoscenza verso di Voi, io m’accorgo e mi rammento di avere pure un tempo disconosciuti i vostri  beneficî sì comuni, come particolari! Dopo tanto tempo che avete la  degnazione di ammettermi alla vostra famigliare conversazione, ancora  neppur io ho imparato a conoscer bene le finezze del vostro tatto, della  vostra bontà e confidenza. Ah! chi mi darà quella purità di mente e di cuore,  quella semplicità di colomba, che vola e penetra nei forami degli arcani  secreti del vostro Cuore? Quis dabit mihi pennas, et volabo et requiescam in  Corde tuo ? Deh, caro il mio Gesù, datemi grazia di poter arrivare a conoscervi quale siete il mio Dio, il mio Salvatore, e l’Amor mio! Allora potrò dire  col Real Profeta: Defecit cor meum et caro mea: Deus cordis mei, et pars mea  Deus in æternum! Come Voi conoscete la profondità della mia cattiveria e  malizia, e tutti i miei demeriti, così possa io arrivare a conoscere la bontà e  magnanimità vostra, e la divinità de’ vostri meriti infiniti, e poi  corrispondervi come e quanto devo. 

7. O Sacramentato mio Bene! Amore del Paradiso! O Paradiso delle anime giuste, tue degne amanti su questa terra! Deh, prega il tuo Divin Padre per  me! Quel Padre benedetto, che un giorno per Te spero di vedere e conoscere,  benedire, lodare, ringraziare ed amare in sempiterno. Insieme con lui  infondimi nella mente e nell’anima quello spirito che illumina e che  infiamma a vieppiù conoscerti ed amarti. Gesù mio, ti amo; ma voglio  aamarti di più. Oh ch’io possa vivere di amore per farti conoscere e farti  amare da tutti! Iesu mi dulcissime, spes suspirantis animae! Mane nobiscum,  et nos illustra tuo lumine! Pulsa mentis caliginem, mundum reple dulcedine!  Iesu, flos Matris Virginis, Amor nostrae dulcedinis; Tibi laus honor hominis,  regnam beatitudinis. Amen! 

8. A Voi ora mi rivolgo, Vergine benedettissima, e vi prego che per l’amore del Vostro Smo Figlio vogliate col vostro Sposo Giuseppe instillare nell’anima  mia una particella di quella intima conoscenza e confidenza che godeste qui  in terra del medesimo vostro amabilissimo Gesù; ond’io con Voi sia tutto suo  nel tempo e nella eternità. 

Francesco Spinelli

Solo coloro che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell'agnello entreranno nel Regno di Dio.

 


Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore, dice Elohim.

Lo splendore del mio regno sarà visto da tutti mentre risplende sui giusti e sui malvagi, mentre si avvicina il mio Giorno del Giudizio. Per coloro che hanno orecchie per sentire, ascoltate e prestate attenzione al mio appello di PENTIMENTO. Allontanatevi dalle sporche perversioni di questo mondo che ora è consumato dall'OSCURITÀ. Perché solo coloro che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell'agnello entreranno nel Regno di Dio. Entrate in comunione di preghiera con me e pentitevi. La mia misericordia è per tutti. Così dice il Signore.

IMPARIAMO A COMBATTERE SATANA

 


LA GUERRA DELLE EMOZIONI: IL DOVERE E LA COLPA 


Combattere il senso di colpa 


Stiamo combattendo contro Satana, un nemico che ha la capacità di agire sulle nostre emozioni[1], dunque può amplificarne alcune in modo da far affluire al nostro cervello dati errati, facendo scattare di conseguenza, azioni inappropriate. 

Esasperando il senso del dovere e della legge per esempio, ogni piccolissima mancanza viene vista come un imperdonabile errore, una grossa colpa che necessita di una punizione. Se questo “senso del dovere” è unito ad un concetto di “onore” falsificato (per esempio che fa dipendere l’onore solo dall’opinione degli altri), allora subentra la “vergogna” che ci spinge a nasconderci, sicuri di non essere più perdonati né accettati dagli altri. A questo punto il nostro cervello già ingannato, percepisce una colpa così smisurata, che arriva a ordinare l’assurdo: “merito solo la morte”. Qualcosa di noi ha già processato ed emesso la sentenza di morte su noi stessi. 

Atti 16:27 - Il carceriere si svegliò e, vedute tutte le porte del carcere spalancate, sguainò la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. 

Il carceriere “pensava” una cosa che non era reale, infatti dice al versetto su ccessivo: ( v.28) “Ma Paolo gli gridò ad alta voce: «Non farti del male, perché siamo tutti qui».”  

Il Signore non vuole che ci procuriamo del male; né agli altri, né a noi stessi. Il senso di colpa ha un potere devastante enorme, conduce alla morte e non viene da Dio. Avere una colpa è possibile, ma voler morire per una colpa non è possibile, altrimenti sarebbe stato inutile il sacrificio di Cristo, che ci ha tolto TUTTE le colpe.   

Per quanto inaccettabile ci sembri un nostro errore ricordiamoci che il Signore è accanto a noi e non vuole il nostro male. 

Come si può combattere un tarlo così maligno come il senso di colpa?   

Io sono dell'amico mio; e l'amico mio, che pascola il gregge tra i gigli, è mio. (Cantico 6:3)   

Il senso di colpa è stato già scacciato dal senso di una mutua appartenenza d’amore tra la nostra anima e Dio. Ce lo dobbiamo solo ricordare.  

Questo infatti è l’origine del senso di colpa: la colpa del peccato antico, quando Adamo ed Eva scappavano vergognosi per non essere trovati dal Padre che li amava. Avevano paura. Paura di chi li aveva creati e li amava.  

Dio stesso, in Cristo, ha cancellato questa paura della colpa riportando l’uomo nello stato di grazia presso il Padre. L’uomo consapevole di Gesù dunque, di quale colpa deve sentirsi accusato? Se si sente in una colpa tale, tanto da desiderare la morte, allora qualcosa si è inserito nella sua mente ed ha nascosto la verità. La verità è che Dio ti ama, se ti ama non può accusarti. Pensaci pure se sembra banale è così.   

Romani 8:31 Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? 32 Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? 33 Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. 34 Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. 35 Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36 Com'è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello». 37 Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. 38 Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.  

Il senso di colpa allora è una distorsione, una sovrastruttura mentale, che ha soffocato la verità e ci porta alla disperazione, ovvero alla mancanza di ogni speranza, quindi di Dio e dell'eternità. Come si combatte? Ricordando al tuo cuore che tu appartieni a Dio, che ti ama profondamente. Egli ti ha amato sempre, anche nel peccato, ti ama anche adesso che ti senti solo e ti amerà sempre, anche tra mille anni quando forse non sarai più qui. Come puoi dar retta allora al senso di colpa che vuole la tua morte? 

Il senso di colpa fa leva su un “dovere” senza cuore, su una comprensione della legge senza amore. 

Lasciati amare, ricordati che l’anima tua, come la Sulamita del Cantico dei Cantici, è perfetta, desiderata, amata in ogni particolare, perché Dio la vede per come l’ha creata, non come la vedi tu offuscata e rovinata dal peccato che è presente nel mondo. L’anima cara del Cantico dei Cantici, perfetta nella sua bellezza, che si unisce al Signore, sei tu.  Non aver paura di essere l’oggetto di un amore espresso così “umanamente” dallo Spirito Santo che ha suggerito il cantico. E’ il modo che noi capiamo di più; il più diretto. Un amore reciproco tra la tua anima e Dio che esiste ed esisterà sempre, non dimenticarlo.  

di Renzo Ronca

La Regina del Cielo nel Regno della Divina Volontà.

 


Mio dolce Gesù, entro nella tua Volontà dove trovo tutto in atto e Ti accompagno mentre accogli fra le tue braccia la tua dolce Madre per portarla con Te in Cielo, mentre il mio cuore si pone in muta attenzione dei suoi insegnamenti:

Da: “La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà”, 31° Giorno:


La Regina del Cielo nel Regno della Divina Volontà. Passaggio dalla terra al Cielo.
Ingresso felice. Cielo e terra festeggiano la nuova arrivata.

L'anima alla sua gloriosa Regina:

Mia cara Mamma Celeste, sono di ritorno fra le tue braccia materne e nel guardarti vedo che un dolce sorriso affiora sulle tue labbra purissime. Il tuo atteggiamento oggi è tutto a festa; mi sembra che qualche cosa che più mi sorprenda vuoi narrarmi e confidare alla figlia tua. Mamma santa, deh, ti prego, con le tue mani materne tocca la mia mente, svuota il mio cuore, affinché possa comprendere i tuoi santi insegnamenti e metterli in pratica.

Lezione della Regina del Cielo:

Figlia carissima, oggi la tua Mamma è in festa, perché voglio parlarti della mia partita dalla terra al Cielo, giorno in cui finii di compiere la Divina Volontà sulla terra. Perché non ci fu in me né un respiro, né un palpito, né un passo in cui il Fiat Divino non avesse il suo atto completo e questo mi abbelliva, mi arricchiva, mi santificava tanto, che gli stessi Angeli ne restavano rapiti.

Ora, tu devi sapere che prima di partire per la Patria Celeste, io, col mio amato Giovanni, ritornai di nuovo a Gerusalemme. Era l'ultima volta che in carne mortale passai la terra, e la creazione tutta, come se l'avessero intuito, si prostravano a me d'intorno; [per]fino [dai] pesci del mare che io valicavo al più piccolo uccellino, volevano essere benedetti dalla loro Regina, ed io tutti benedicevo e davo [loro] l'ultimo addio. Onde giunsi a Gerusalemme e, ritirandomi dentro di un appartamento, dove mi portò Giovanni, mi chiusi per non uscirne più.

Ora, figlia benedetta, tu devi sapere che incominciai a sentire in me un tale martirio d'amore, unito con ansie ardenti di raggiungere il mio Figlio al Cielo, da sentirmi consumare, fino a sentirmi inferma d'amore ed avevo dei forti deliri e deliqui tutti d'amore. Perché io non conobbi mai malattia né qualunque indisposizione leggera; alla mia natura concepita senza peccato e vissuta tutta di Volontà Divina mancava il germe dei mali naturali. Se le pene mi corteggiarono tanto, furono tutte di ordine soprannaturale e queste pene furono per la tua Mamma Celeste trionfi ed onori e mi davano il campo per fare che la mia maternità non fosse sterile, ma conquistatrice di molti figli. Vedi, dunque, figlia cara, che significa vivere di Volontà Divina? Sperdere il germe dei mali naturali, che producono non onori e trionfi, ma debolezze, miserie e sconfitte.

Perciò, figlia carissima, ascolta l'ultima parola della tua Mamma che sta per partire al Cielo; non partirei contenta, se non lasciassi la figlia mia al sicuro. Prima di partire, voglio farti il mio testamento, lasciandoti per dote quella stessa Volontà Divina che possiede la Mamma tua e che tanto mi ha aggraziata, fino a rendermi Madre del Verbo, Signora e Regina del Cuore di Gesù e Madre e Regina di tutti.

Senti, figlia cara, è l'ultimo giorno del mese a me consacrato. Io ti ho parlato con tanto amore di ciò che operò la Divina Volontà in me, del gran bene che essa sa fare e che significa farsi dominare da Essa; ti ho parlato pure dei gravi mali dell'umano volere. Ma credi tu che sia stato per farti una semplice narrazione? No, no. La tua Mamma quando parla, vuol dare. Io, nella foga del mio amore, in ogni parola che ti dicevo legavo l'anima tua al Fiat Divino e ti preparavo la dote in cui tu potessi vivere ricca, felice, dotata di forza divina.

Ora che sto per partire, accetta il mio testamento; l'anima tua sia la carta in cui io scrivo, con la penna d'oro del Volere Divino e con l'inchiostro del mio ardente amore che mi consuma, la testificazione della dote che ti faccio. Figlia benedetta, assicurami che non farai mai più la tua volontà, metti la mano sul mio Cuore materno e giurami che chiudi la tua volontà nel mio Cuore, cosicché non sentendola, non avrai occasione di farla ed io me la porterò nel Cielo come trionfo e vincita della figlia mia.

Deh, figlia cara, ascolta l'ultima parola della tua Mamma morente di puro amore, ricevi l'ultima mia benedizione come suggello della vita della Divina Volontà che lascio in te, che formerà il tuo Cielo, il tuo sole, il tuo mare d'amore e di grazia. In questi ultimi momenti, la tua Mamma Celeste vuole affogarti d'amore, sviscerarsi in te, purché ottenga l'intento di sentire l'ultima tua parola, che [cioè] ti contenterai di morire, farai qualunque sacrificio, anziché dare un atto di vita alla tua volontà. Dimmelo, figlia mia! Dimmelo!

L'anima: Mamma santa, nella foga del mio dolore te lo dico piangendo, che se tu vedi che io stia per fare un atto della mia volontà, fammi morire, vieni tu stessa a prendere l'anima mia nelle tue braccia e portami lassù ed io di cuore lo prometto, lo giuro di non fare mai, mai, la mia volontà.

La Regina d'amore:

Figlia benedetta, come ne sono contenta! Non mi sapevo decidere a narrarti la mia partita al Cielo se non rimanesse assicurata la figlia mia sulla terra, dotata di Volontà Divina; ma sappi che dal Cielo non ti lascerò; non ti lascerò orfana; ti guiderò in tutto, e dal tuo più piccolo bisogno fino al più grande, chiamami ed io a te verrò subito, a farti da Mamma.

Ora, figlia cara, ascoltami. Io ero già inferma d'amore. Il Fiat Divino, per consolare gli Apostoli e me pure, permise quasi in modo prodigioso che tutti gli Apostoli, eccetto uno, mi facessero corona nell'atto che stavo per partire al Cielo; tutti sentivano lo schianto del cuore e piangevano amaramente. Io [li] consolai; a tutti raccomandai in modo speciale la santa Chiesa nascente ed impartii a tutti la materna Benedizione; lasciando nei loro cuori, in virtù di essa, la paternità d'amore verso le anime. Il mio caro Figlio non faceva altro che andare e venire dal Cielo; non poteva più stare senza della sua Mamma; e dando [io] l'ultimo anelito di puro amore nell'interminabilità del Volere Divino, mio Figlio mi ricevette fra le sue braccia e mi condusse al Cielo, in mezzo alle schiere angeliche, che inneggiavano alla loro Regina. Posso dire che il Cielo si svuotò per venirmi incontro; tutti mi festeggiavano e, nel mirarmi restavano rapiti ed in coro dicevano: “Chi è Costei, che viene dall'esilio, tutta appoggiata al suo Signore? Tutta bella, tutta santa, con lo scettro di Regina? Ed è tanta la sua grandezza, che i cieli si sono abbassati per riceverla. Nessun'altra creatura è entrata in queste Regioni Celesti così ornata e speciosa, così potente che tiene la supremazia su tutto”.

Ora, figlia mia, vuoi tu sapere chi è Costei che tutto il Cielo inneggia e restano rapiti? Sono io, Colei che non fece mai la sua volontà, ed il Voler Divino mi abbondò tanto, che distese cieli più belli, soli più fulgidi, mari di bellezza, d'amore, di santità, con cui potevo dare luce a tutti, amore, santità a tutti e racchiudere dentro il mio cielo tutto e tutti; era l'operato della Divina Volontà operante in me, che aveva operato prodigio sì grande; ero l'unica creatura che entrava in Cielo che aveva fatto la Divina Volontà sulla terra come si fa in Cielo, e che aveva formato il suo Regno nell'anima mia. Ora, tutta la Corte Celeste, nel guardarmi, restavano meravigliati, perché guardandomi mi trovavano cielo e, ritornando a guardarmi, mi trovavano sole e, non potendo distaccare il loro sguardo, guardandomi più in fondo mi vedevano mare, e trovavano anche in me la terra tersissima della mia umanità con le più belle fioriture e rapiti esclamavano: “Come è bella! Tutto ha accentrato in sé; nulla le manca! Di tutte le opere del suo Creatore, è la sola opera compiuta di tutta la Creazione!”

Ora, figlia benedetta, tu devi sapere che fu la prima festa che si fece in Cielo alla Divina Volontà, che tanti prodigi aveva operato nella sua creatura. Sicché [nel]la mia entrata in Cielo fu festeggiato da tutta la Corte Celeste ciò che il Fiat Divino può operare di bello, di grande, nella creatura. D'allora in poi non si sono ripetute più queste feste e perciò la Mamma tua ama tanto che la Divina Volontà regni in modo assoluto nelle anime, per darle campo di farle ripetere i suoi grandi prodigi e le sue feste meravigliose.

L'anima:

Mamma d'amore, Imperatrice Sovrana, deh, dal Cielo dove gloriosamente regni, volgi lo sguardo pietoso sulla terra ed abbi pietà di me! Oh, come sento il bisogno della mia cara Mamma! Sento che mi manca la vita senza di te; tutto mi vacilla senza della Mamma mia; perciò non lasciarmi a metà del mio cammino, ma continua a guidarmi fino a tanto che tutte le cose [non] si convertano per me in Volontà di Dio, affinché formi in me la sua vita ed il suo Regno.


Nel calore del tuo sangue

 


Ti adoro, mio Dio, 

nei gesti d’amore di Gesù tuo Figlio,

nel suo chinarsi dentro il soffrire di tutti.

 Intravedo il Suo Volto trasfigurato,

la luce intensa della Pasqua

nella fatica dei vecchi,

nel dolore di chi soffre da solo,

nel pianto di chi non ha voce.

Inviti anche me a chinare il capo

sullo sguardo attonito e dolce dei bimbi,

sulle lacrime amare di chi si sente disperato,

 sulle labbra timide delle richieste di aiuto.

 Abbraccia con la tua misericordia

le madri desolate,

i figli deviati e le famiglie divise.

La tenerezza materna del tuo amore 

ci invita a bere alla fonte del tuo Costato trafitto;

 immersi nelle acque del tuo Spirito di vita 

nasciamo ogni giorno alla speranza 

dell’eterna salvezza.

Contemplo la tua luce senza tramonto,

mi tuffo nell’oceano immenso della tua umiltà.

 Adoro la tua presenza amica,

mi perdo nel calore del Tuo Sangue di vita. Amen.


Un'oscurità di morte incombe sull'orgoglio che si manifesterà sotto forma di piaghe dolorose.



Messaggi dal Cielo dati all'amata Shelley Anna il 10 agosto 2022.

Gesù Cristo Nostro Signore e Salvatore, dice Elohim.

Prove e persecuzioni persisteranno nei mesi nevosi.

Ma riverserò le mie benedizioni sui fedeli durante i periodi di prove e tribolazioni.
Un indottrinamento in una nuova religione è iniziato mentre le mie tradizioni vengono soppresse.
Uscite da loro e consolatevi nel mio Sacro Cuore, miei cari.

Un'oscurità di morte incombe sull'orgoglio che si manifesterà sotto forma di piaghe dolorose.

Venite a me con il pentimento nei vostri cuori, confessando i vostri peccati, perché si avvicina l'ora del mio giudizio.

I miei segnali di avvertimento vengono esposti nei cieli che segnalano e indicano il mio giudizio in miniatura.

Coraggio, miei cari, non abbiate paura mentre fate la vostra dimora sicura nel mio Sacro Cuore.
Ricordate che vi amo e non vi ho abbandonati.
Così dice il Signore.

Romani 6:23
Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono gratuito di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.


Un Messaggio di San Michele Arcangelo dato all'amata Shelley Anna il 12 agosto 2022.

Mentre le piume delle ali mi oscurano, sento dire San Michele Arcangelo.

AMATI DEL NOSTRO SIGNORE E SALVATORE
è quanto mai urgente entrare nel rifugio spirituale dei Santi Cuori, dove si possono raggiungere la grazia e la misericordia.

L'ORA TARDA È ALLE PORTE

mentre lo stress delle nazioni si intensifica.

 1   L'ORSO dividerà il mondo in due facendo sì che uno si sollevi contro l'altro.
Un grande spettacolo di luci e fuoco, illumina i cieli, mentre Niburu si avvicina all'atmosfera terrestre. Proteggi i tuoi occhi da questa illuminazione pericolosa.


AMATI DI CRISTO
Indossa l'intera armatura di Dio brandendo le tue armi spirituali in mani oranti, per combattere il male che sarà liberato dai crepacci della terra che l'Orso (Russia 🇷🇺) ha aperto.

AMATO POPOLO DI DIO
Non abbandonate Nostra Signora degli Ultimi Tempi, pregate il suo Rosario di Luce che accecherà queste entità demoniache che presto saranno liberate.
Sono pronto, con moltitudini di angeli, a difendervi dalla malvagità e dalle insidie del diavolo i cui giorni sono pochi.
Così dice, il Tuo Vigile Difensore.


(1)Visione ricevuta dall'amata Shelley Anna

Vedo l'orso battere e artigliare il terreno causando la divisione della terra. Gli eserciti su entrambi i lati di questa crepa nel terreno fanno guerra l'uno contro l'altro.


 


lunedì 15 agosto 2022

Purgatorio

 


Purgatorio


"È perciò un pensiero santo e salutare pregare per i morti, affinché siano liberati dai peccati."- - 2 Maccabei 12: 46


TRIPLICE

"Se si comprendesse il grande valore della sofferenza, la chiederebbe indipendentemente dall'inclinazione umana a evitare il dolore e la sofferenza. Le grazie ottenute dalla sofferenza fisica quando sono offerte per una causa giusta, una causa meritevole, per quelli del purgatorio, le grazie sono triplicate."- Gesù, 1 ° febbraio 1978


FASE

"Figlia mia, desidero rivelarti un mistero di vita oltre il velo. Non c'è solo un posto di spurgo. No, bambina mia, ci sono delle fasi per l'epurazione. Molti saranno qui nello stadio più basso fino alla fine del vostro mondo, solo perché non c'è nessuno che possa rendere restituzione al Padre per le offese commesse da queste anime mentre erano sulla terra."- Madonna, 22 maggio 1974


SECONDA FASE

Veronica-La Madonna si riferisce ad essa come al secondo stadio. E ora vedo... oh, ci sono molti sacerdoti, molti sacerdoti quaggiù. Oh. Oh, e ci sono anche vescovi e cardinali. Li riconosco. Hanno la faccia tra le mani. Oh!...

     "Non lasciarmi qui!"[Veronica singhiozza.] Ora la Madonna sta prendendo la mia mano; stiamo salendo. "Portami fuori! Oh, non voglio guardare."

     Ora la Madonna punta verso il basso.

Madonna - " Vedi, figlia mia, perché ti chiedo di chiamare le preghiere per i tuoi sacerdoti. Senza le tue preghiere, molti passeranno anni, molti anni di epurazione nella seconda fase."- Madonna, 22 maggio 1974


GRANDE INDULGENZA

Veronica-La Madonna dice che vorrebbe che tu, quando senti parlare di una morte sulla terra, sia che tu conosca una persona o no, ti chiede di dire un Atto di Contrizione e tre Ave Maria, perché una grande indulgenza sarà concessa per l'anima, l'anima defunta. - 30 Maggio 1973


QUARESIMA

"Ricordate, figli miei, di offrire le vostre prove, la vostra penitenza per coloro che sono in purgatorio, poiché pochissimi vengono direttamente in Cielo ma devono trascorrere un tempo di purificazione appena oltre il velo. Sono impotenti senza il vostro aiuto. Pregherete per le anime del purgatorio, e nel prossimo tempo quaresimale otterrete molte grazie per loro."- Gesù, 1 ° febbraio 1978


CARNE

"Molti che sono entrati in questo sito di purgatorio  lo hanno fatto a causa dei peccati della carne."- Madonna, 10 febbraio 1974


GENITORE

"Molti genitori sono responsabili, figlio mio, di lunghi soggiorni per i loro figli in purgatorio. Non proteggono o preparano le anime dei loro figli. Non affidatevi ai falsi maestri, che si moltiplicano intorno a voi. Ogni genitore deve assumersi la piena responsabilità per la salvezza delle anime dei suoi figli."- Madonna, 10 febbraio 1974


CONDUCI IN PARADISO

"Il Purgatorio è un grande senso di perdita e sofferenza di esilio, ma facilitato dalla conoscenza di una fine che porterà al Cielo."- Gesù, 5 agosto 1976


GRANDE SOFFERENZA

"C'è un purgatorio, un luogo di epurazione, figlia mia che soffre grande come nell'abisso, ma con la conoscenza di una tregua nel tempo a venire. È un cupo desiderio dello spirito di guardare il Padre. Sappi, figlia mia, che questo desiderio del cuore nei fuochi è di grande grandezza che abbraccia l'essere dell'anima in attesa."- Madonna, 29 marzo 1975


PREGHIERA

"Continuate ora con le vostre preghiere di espiazione. Perseverate, perché le ore di preghiera libereranno molti dal Purgatorio."- Madonna, 5 aprile 1975


SOCIETÀ

"Ho chiesto a te, figlia mia, di dare la parola per la società purgatoriale. Molti eserciti del Cielo guadagneranno membri da coloro che vengono dal luogo di purificazione nel Regno."- Madonna, 14 aprile 1973


GUARDARE

"Ti assicuro, figlia Mia, se l'uomo potesse guardare in purgatorio, implorerebbe di trovare, cercherebbe in ogni momento della sua vita sulla terra un modo per purificarsi con la penitenza e la sofferenza. Gli anni sono pochi sulla vostra terra; il tempo oltre il velo è per sempre e senza fine." - Madonna, 22 maggio 1974


SCAPOLARE

"Ora questo sia noto: che lo Scapolare non può impedirti il purgatorio."- Madonna, 14 settembre 1985


OCCULTO

"Il valore della penitenza per il rimpatrio delle anime del purgatorio è stato dimenticato, non viene più insegnato ai bambini, creando un vuoto nella loro vita, un vuoto che viene riempito dall'occulto e dal satanismo!"- Madonna, 28 settembre 1979


DERIDERE

"Voglio che tu sottolinei, figlia mia, l'esistenza dell'inferno e del purgatorio. È stato dimenticato da molti. Anche i sacerdoti nelle chiese di mio Figlio hanno trascurato questa conoscenza essenziale. In effetti, alcuni ora lo deridono come falso."- Madonna, 18 giugno 1990


COME SI SEMINA

"Come seminate, così raccoglierete. Date, e vi sarà dato. Pregate ora per coloro che sono indifesi e voi, quando entrerete, sarete pregati per loro". - Nostra Signora, 7 settembre 1973


SABATO

"Anch'io vi dico questo, figli miei: un sabato del mese, toglierò dal purgatorio molte anime, se le salverete."- Madonna, 1 novembre 1985


LUOGO SANTIFICATO

"Tutte le grazie ricevute in questo luogo santificato possono essere applicate a tutte le anime sofferenti del purgatorio, che presto saranno necessarie nel tuo esercito. Amen."- Gesù, 7 ottobre 1971


MASSA

Veronica-Ora sto guardando oltre i cancelli. Sono le porte che ho visto quando la Madonna ha liberato tutte quelle persone meravigliose e felici. Ma ora che guardo oltre i cancelli vedo molte persone. Ma sono in una condizione I ... mi rende molto infelice vedere. Sono molto illuminosi e luminosi. Sembrano brillare di un colore arancione, come se stessero bruciando.

     E le loro braccia sono tutte alzate, o verso l'esterno verso la porta. E ora sento delle grida. Molte voci gridano: "Risparmiaci, o Signore! Spegnete i fuochi della sete dentro di noi."Oh, ora sento una voce. È la voce di una donna; è una donna anziana. Sta piangendo, " Virginia, Virginia, perché mi hai dimenticato?...

     Vedo ora due che sono sorta di galleggiare verso questo cancello. E stanno guardando fuori, e stanno chiedendo, " Per favore. Due messe per me. Non c'e ' nessuno che mi rilasci. Per favore, due messe per me."Oh! "Robert, Helen, due messe per me."- 10 febbraio 1974


POCHI

"I numeri che vanno in purgatorio, figlia mia, sono diventati pochi, e quelli che entrano nel Regno Eterno di gioia sono ancora meno. Che ne sarà dei Nostri figli?"- Madonna, 14 agosto 1975


INCATENATO

"E dove è andata ora la tua carità di cuore per i tuoi rapporti e amici passati in purgatorio? Se io ti rivelassi quanti sono ora incatenati dalla tua mancanza di preghiere in purgatorio, saresti mosso a pietà per loro se potessi mostrarti come implorano e hanno sete di te per liberarli?"- Gesù, 7 settembre 1979


SAN GIUSEPPE

Veronica-E ora reciteremo, sotto la direzione della Madonna, le Litanie a San Giuseppe. Ora la Madonna chiede che questa litania sia in riparazione per molti sacerdoti che sono in purgatorio. - 10 Febbraio 1974