Chi vive nel Fiat Divino risale negli atti dell’Adamo innocente e possiede la virtù universale. Vivendo nel Voler Divino tutto posseggo e posso dare Dio a Dio.
Stavo continuando il mio giro nella Creazione, ed ora mi soffermavo ad un punto ed ora ad un altro per poter seguire e guardare ciò che Iddio aveva fatto nella Creazione; e giungendo a ciò che aveva fatto Adamo nello stato d’innocenza, dicevo tra me: “Come vorrei saper fare ciò che fece il nostro padre nello stato d’innocenza, per poter anch’io amare e glorificare il mio Creatore come fece lui nel suo stato primiero della sua creazione!” Ma mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto: “Figlia mia, Adamo nello stato della sua innocenza, possedendo la vita della mia Divina Volontà possedeva la vita e la virtù universale, perciò nel suo amore e negli atti suoi Io trovavo accentrato l’amore di tutto e di tutti, e tutti gli atti erano unificati tutti insieme, neppure il mio operato era escluso dall’atto suo. Quindi Io trovavo tutto nell’operato d’Adamo, trovavo tutte le tinte delle bellezze, pienezza d’amore, maestà inarrivabile ed ammirabile, e poi tutto e tutti. Ora, chi vive nel mio Volere risale nell’atto dell’Adamo innocente e, facendo sue la vita e virtù universale, fa suo [proprio] l’atto suo; non solo, ma risale negli atti della Regina del Cielo, in quelli del suo stesso Creatore, e scorrendo in tutti gli atti, si accentra in essi e dice: ‘Tutto è mio e tutto do al mio Dio; com’è mia la sua Volontà Divina, così tutto è mio tutto ciò ch’è uscito da Essa, ed io non avendo nulla di me, col suo Fiat tengo tutto e posso dare Dio a Dio. Oh, come mi sento felice, gloriosa, vittoriosa nell’Eterno Volere! Posseggo tutto e posso dare tutto, senza nulla esaurire delle mie immense ricchezze!’ Sicché non c’è atto, né in Cielo né in terra, in cui non trovo chi vive nella mia Volontà”.
Onde continuavo a seguire gli atti del Fiat Divino, ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto: “Figlia mia, la mia Volontà è ordine e nell’anima dov’Essa regna vi mette il suo ordine divino, ed in virtù di quest’ordine sente, la creatura, l’ordine nei suoi pensieri, nelle sue parole, nelle sue opere e passi; tutto è armonia. Come questa Divina Volontà mantiene l’ordine a tutte le opere uscite dall’Ente Supremo, in modo che sono tanto collegate insieme che sono inseparabili tra loro - ad onta che ciascun’opera tiene il suo ufficio distinto, ma in virtù dell’ordine è tale l’unione che l’una non potrebbe né vivere né agire senza l’altra, molto più che una è la Volontà che le muove e dà loro vita -, così l’anima in virtù del Fiat sente in sé l’ordine del suo Creatore, è talmente collegata ed unita insieme, che si sente inseparabile e trasfusa col suo Creatore. Sicché lei si sente cielo nell’ordine delle sue azioni, parole, pensieri e passi; sente scorrere le stelle, che ornano il suo bel cielo; si sente sole e vuol correre a dar luce a tutti; si sente terra e gode delle belle fioriture e delle belle scene del suo mare di grazia che scorre nella sua anima, e vorrebbe mettere fuori queste scene incantevoli ed i suoi bei prati fioriti, per fare che tutti godessero e ricevessero il gran bene del dominio del mio Voler Divino. Quindi il vero segno se regna il mio Fiat nella creatura [è] se non si vedono cose scordanti e disordinate, ma somma armonia ed ordine perfetto, perché tutto ciò che lei fa hanno il loro principio in Colui che l’ha creata, e non fa altro che seguire l’ordine e le opere del suo Creatore”.
Onde ha seguito a dire: “Perciò figlia mia, la vita di chi fa vivere la mia Volontà adorabile in lei Mi è tanto preziosa, speciosa e di una bellezza sì rara, ch’è impossibile trovarne una simile; non vedo altro uscire da lei che opere nostre; se Ci fosse necessario al[la] nostra gloria e al nostro amore inestinguibile, Ci formerebbe un nuovo cielo e tutta la Creazione insieme e, scorrendo nelle opere della Redenzione e Santificazione Ci darebbe nuove Redenzioni e Santificazioni. Perché quella Divina Volontà che fece tutto ciò in Noi stessi, lo può fare nella creatura dov’Essa domina e regna; e come chiamò dal nulla tutte le opere nostre, così può chiamare dal nulla di questa creatura, non solo col ripeter tutte le nostre opere, ma aggiungere cose più sorprendenti ancora. E Noi, il nostro Essere Supremo, conoscendo che questa creatura tutto può darci in virtù del nostro Fiat, Ci sentiamo glorificati ed amati come se di fatto Ce le facesse, perché in lei guardiamo non solo ciò che Ci fa, ma anche ciò che Ci può fare.
Vedi dunque quanta preziosità lei racchiuda, com’è speciosa in tutti gli atti suoi! Le sue tinte di bellezza Ci rapiscono e formano al nostro sguardo divino le scene più dilettevoli, tanto che nella nostra enfasi d’amore siamo costretti ad esclamare: ‘Oh, Volontà nostra, quanto sei prodigiosa, ammirabile, amabile e dilettevole nella creatura dove tu regni! Lei è il tuo velo in cui nascondendoti prepari le scene più belle e dilettevoli da farci godere’. Perciò si può chiamare la creatura più fortunata, che giunge a chiamare l’attenzione del suo Dio per fargli festa e farlo godere delle opere sue, e che può giungere a dire: ‘In virtù del tuo Volere tutto tengo, tutto Ti porto e nulla voglio, perché ciò ch’è Vostro è mio’”.
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