LA GUERRA DELLE EMOZIONI: IL DOVERE E LA COLPA
Combattere il senso di colpa
Stiamo combattendo contro Satana, un nemico che ha la capacità di agire sulle nostre emozioni[1], dunque può amplificarne alcune in modo da far affluire al nostro cervello dati errati, facendo scattare di conseguenza, azioni inappropriate.
Esasperando il senso del dovere e della legge per esempio, ogni piccolissima mancanza viene vista come un imperdonabile errore, una grossa colpa che necessita di una punizione. Se questo “senso del dovere” è unito ad un concetto di “onore” falsificato (per esempio che fa dipendere l’onore solo dall’opinione degli altri), allora subentra la “vergogna” che ci spinge a nasconderci, sicuri di non essere più perdonati né accettati dagli altri. A questo punto il nostro cervello già ingannato, percepisce una colpa così smisurata, che arriva a ordinare l’assurdo: “merito solo la morte”. Qualcosa di noi ha già processato ed emesso la sentenza di morte su noi stessi.
Atti 16:27 - Il carceriere si svegliò e, vedute tutte le porte del carcere spalancate, sguainò la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti.
Il carceriere “pensava” una cosa che non era reale, infatti dice al versetto su ccessivo: ( v.28) “Ma Paolo gli gridò ad alta voce: «Non farti del male, perché siamo tutti qui».”
Il Signore non vuole che ci procuriamo del male; né agli altri, né a noi stessi. Il senso di colpa ha un potere devastante enorme, conduce alla morte e non viene da Dio. Avere una colpa è possibile, ma voler morire per una colpa non è possibile, altrimenti sarebbe stato inutile il sacrificio di Cristo, che ci ha tolto TUTTE le colpe.
Per quanto inaccettabile ci sembri un nostro errore ricordiamoci che il Signore è accanto a noi e non vuole il nostro male.
Come si può combattere un tarlo così maligno come il senso di colpa?
Io sono dell'amico mio; e l'amico mio, che pascola il gregge tra i gigli, è mio. (Cantico 6:3)
Il senso di colpa è stato già scacciato dal senso di una mutua appartenenza d’amore tra la nostra anima e Dio. Ce lo dobbiamo solo ricordare.
Questo infatti è l’origine del senso di colpa: la colpa del peccato antico, quando Adamo ed Eva scappavano vergognosi per non essere trovati dal Padre che li amava. Avevano paura. Paura di chi li aveva creati e li amava.
Dio stesso, in Cristo, ha cancellato questa paura della colpa riportando l’uomo nello stato di grazia presso il Padre. L’uomo consapevole di Gesù dunque, di quale colpa deve sentirsi accusato? Se si sente in una colpa tale, tanto da desiderare la morte, allora qualcosa si è inserito nella sua mente ed ha nascosto la verità. La verità è che Dio ti ama, se ti ama non può accusarti. Pensaci pure se sembra banale è così.
Romani 8:31 Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? 32 Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? 33 Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. 34 Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. 35 Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36 Com'è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello». 37 Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. 38 Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
Il senso di colpa allora è una distorsione, una sovrastruttura mentale, che ha soffocato la verità e ci porta alla disperazione, ovvero alla mancanza di ogni speranza, quindi di Dio e dell'eternità. Come si combatte? Ricordando al tuo cuore che tu appartieni a Dio, che ti ama profondamente. Egli ti ha amato sempre, anche nel peccato, ti ama anche adesso che ti senti solo e ti amerà sempre, anche tra mille anni quando forse non sarai più qui. Come puoi dar retta allora al senso di colpa che vuole la tua morte?
Il senso di colpa fa leva su un “dovere” senza cuore, su una comprensione della legge senza amore.
Lasciati amare, ricordati che l’anima tua, come la Sulamita del Cantico dei Cantici, è perfetta, desiderata, amata in ogni particolare, perché Dio la vede per come l’ha creata, non come la vedi tu offuscata e rovinata dal peccato che è presente nel mondo. L’anima cara del Cantico dei Cantici, perfetta nella sua bellezza, che si unisce al Signore, sei tu. Non aver paura di essere l’oggetto di un amore espresso così “umanamente” dallo Spirito Santo che ha suggerito il cantico. E’ il modo che noi capiamo di più; il più diretto. Un amore reciproco tra la tua anima e Dio che esiste ed esisterà sempre, non dimenticarlo.
di Renzo Ronca
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