Tanto tempore vobiscum sum, et non cognovistis me?
1. Erano già trascorsi quasi tre anni, che gli Apostoli seguivano il loro Divino Maestro Gesù quocumque ierat, ed erano stati testimoni de’ maravigliosi prodigi coi quali omnibus benefaciendo accompagnavano la sua dottrina e predicazione. E, dopo tanto tempo e tante opere stupende, sembra che avrebbero dovuto aver imparato a ben conoscerlo. Ma non fu così. Per lo che un giorno Gesù lagnandosi della loro stupidità, gli ebbe a redarguire, che ancora non lo avessero conosciuto: tanto tempore vobiscum sum, e non cognovistis me!
2. O Dio! Sono passati oramai 19 secoli, e parmi che lo stesso Gesù da questo Tabernacolo, con accento assai più vibrato e risentito, mandi una voce di rimprovero alla maggior parte degli uomini, che dopo tanto tempo ch’Egli si è costituito nell’Eucaristico Sacramento, ancora non l’abbiano conosciuto, o non vogliano conoscere; tanto tempore vobiscum sum, et non cognovistis me!?…
3. Ah, Gesù mio, avete troppa ragione di lamentarvi della colpevole volontaria ignoranza di tanti, e della maliziosa sconoscenza di tanti altri, specialmente cristiani! Quando rimproveraste così li vostri discepoli; fors’essi avevano sugli occhi dell’anima un qualche velo troppo umano, che li scusava di non conoscervi perfettamente. Ma noi non possiamo essere scusabili. Noi abbiamo maggiori manifestazioni della vostra carità: abbiamo dinanzi a noi sempre vivo il Memoriale della vostra Risurrezione ed Ascenzione; poichè abbiamo ed avremo sino alla consumazione dei secoli la Vostra Divina Persona con noi nascosta nel Santissimo Sacramento dell’altare, dove vi piace di stare per nostro bene, e per l’amore appassionato che ci portate: ecce vobiscum sum usque ad consumationem saeculi!… Quale miracolo maggiore e più potente di questo? Quale attestato d’amore più parlante?… E dire che dopo tanto tempo che vi siete stabilito tra noi per amor nostro in questo Sacramento, non tutti ancora hanno imparato a conoscervi, poco o niente vi apprezzano, e neppure vi amano come e quanto dovrebbero, almeno per gratitudine! Oh Dio! come può avvenire tanta sconoscenza in esseri ragionevoli, in uomini cristiani, in creature fatte ad immagine vostra, e redente dalla schiavitù dell’inferno col Sangue vostro, con il sacrificio della vostra vita? Bisogna dire propriamente che non vi vogliono conoscere. Perchè se solamente vi avvicinassero un poco, e vi frequentassero, non dovrebbero poter resistere di prendervi affezione e seguirvi, come fecero i vostri discepoli. Almeno, o Signore, fate che io arrivi a conoscervi ben bene per innamorarmi di Voi perdutamente: Domine noverim Te, ve ne prego col vostro Agostino; ed in conoscere Voi, arrivi a conoscere la mia indegnità, ed a vieppiù amarvi: noverim me!
4. Dio mio, questo solo prodigio di amore di stare quì personalmente in anima, in corpo e divinità sui nostri altari per beneficarci, non dovrebbe tirare a Voi tutte le anime dei viventi? Ah, Gesù mio, fatevi conoscere anche ai ciechi volontarî! Aprite loro gli occhi; fate cadere le squamme delle passioni che ottenebrano le loro pupille, affinchè restino illuminati dalla vostra Sacramentale Preghiera, e così vi conoscano e vi amino. Oh sapessi e potessi io farvi conoscere ed amare da tutte le anime redente! Ma dallo stato mio, dalla mia insufficienza e nullità, che cosa potete mai ripromettervi? Almeno che avessi nel mio petto i cuori di tutti gli uomini per potervi amare e servire da parte di tutti essi. Ad ogni mio respiro intendo e voglio amarvi anche per tutti coloro che non vi conoscono e non vi amano, ed intendo farvi ancora per essi tanti atti di amore, quanti ne meritate, e così perfetti come li meritate. Vorrei avere i Cuori di Maria e di S. Giuseppe, e con questi farvi ad ogni respiro quanti atti d’amore ricevete dal vostro Divin Padre da tutta la Corte celeste, da tutte le anime del Purgatorio e da tutte le anime giuste viventi su questa terra.
5. Ma purtroppo, che anche al presente accade, e si ripete ciò che avveniva a Gesù allorquando predicava alli Giudei, che dopo di aver fatto a beneficio loro, e sempre sotto ai loro occhi, tanti e sì segnalati miracoli, lo ripudiavano, non gli volevano credere, e lo insultavano. Ahi! che tanti cristiani si lasciano acciecare dalle passioni e dal peccato, e vedendo il Miracolo dei Miracoli perpetuo del suo Divin Sacramento, ove il Cuore palpitante ed ardente di Gesù vive e si manifesta a tutti, pure mantengono il proprio cuore indurato in modo, che non riconoscendo più la reale sua presenza, restano ad occhi aperti senza vederlo, ed insensibili alla sua infinita carità. Ahi! purtroppo non sentono il calore di quella carità, con la quale Voi, Gesù mio, li cercate per illuminarli, convertili e risanarli: excecavit (Satana) oculos eorum, et induravit cor eorum, ut non videat, et non intelligant corde et convertantur.
6. Ma, aimè! che mentre deploro l’altrui sconoscenza verso di Voi, io m’accorgo e mi rammento di avere pure un tempo disconosciuti i vostri beneficî sì comuni, come particolari! Dopo tanto tempo che avete la degnazione di ammettermi alla vostra famigliare conversazione, ancora neppur io ho imparato a conoscer bene le finezze del vostro tatto, della vostra bontà e confidenza. Ah! chi mi darà quella purità di mente e di cuore, quella semplicità di colomba, che vola e penetra nei forami degli arcani secreti del vostro Cuore? Quis dabit mihi pennas, et volabo et requiescam in Corde tuo ? Deh, caro il mio Gesù, datemi grazia di poter arrivare a conoscervi quale siete il mio Dio, il mio Salvatore, e l’Amor mio! Allora potrò dire col Real Profeta: Defecit cor meum et caro mea: Deus cordis mei, et pars mea Deus in æternum! Come Voi conoscete la profondità della mia cattiveria e malizia, e tutti i miei demeriti, così possa io arrivare a conoscere la bontà e magnanimità vostra, e la divinità de’ vostri meriti infiniti, e poi corrispondervi come e quanto devo.
7. O Sacramentato mio Bene! Amore del Paradiso! O Paradiso delle anime giuste, tue degne amanti su questa terra! Deh, prega il tuo Divin Padre per me! Quel Padre benedetto, che un giorno per Te spero di vedere e conoscere, benedire, lodare, ringraziare ed amare in sempiterno. Insieme con lui infondimi nella mente e nell’anima quello spirito che illumina e che infiamma a vieppiù conoscerti ed amarti. Gesù mio, ti amo; ma voglio aamarti di più. Oh ch’io possa vivere di amore per farti conoscere e farti amare da tutti! Iesu mi dulcissime, spes suspirantis animae! Mane nobiscum, et nos illustra tuo lumine! Pulsa mentis caliginem, mundum reple dulcedine! Iesu, flos Matris Virginis, Amor nostrae dulcedinis; Tibi laus honor hominis, regnam beatitudinis. Amen!
8. A Voi ora mi rivolgo, Vergine benedettissima, e vi prego che per l’amore del Vostro Smo Figlio vogliate col vostro Sposo Giuseppe instillare nell’anima mia una particella di quella intima conoscenza e confidenza che godeste qui in terra del medesimo vostro amabilissimo Gesù; ond’io con Voi sia tutto suo nel tempo e nella eternità.
Francesco Spinelli
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