domenica 5 maggio 2019

IN ADORAZIONE



PER CHI PREGARE

Non ricordo in quale momento chiusi  gli occhi,  ma quando tornai ad aprirli,  mi trovai prostrata a terra,  in Adorazione, davanti alla magnificenza di quella Visione, che mi aveva perfino fatto pensare di essere morta… ma poi compresi che, sfortunatamente, non era così.

In un attimo, sparì quasi tutto: rimase solo Gesù, con la sua regale Veste dorata.

Portava una preziosa Corona, teneva uno Scettro d’oro nella mano sinistra e poggiava i piedi su qualcosa che sembrava una nube di colore verde…

“Siediti, figlia” – mi disse, molto dolcemente.

Obbedii e mi resi conto che l’uomo, che era lì, in ginocchio, non aveva visto, né udito niente di ciò che stava accadendo.

Il Signore mi disse:

“Voglio che tu preghi, in primo luogo, per il Sacerdote che ha reso possibile questo incontro tra te e Me, per chi ha consacrato questa Ostia”.

E così feci.

Poi, mi disse:

“Prega per le persone che hanno collaborato alla costruzione di questo luogo dedicato a questi incontri.

Sì, prega per loro, poiché ci sono molte persone che lo fanno con grande devozione e da questo luogo esse ricevono le mie prime Benedizioni.

Ci sono quelli che lavorano e collaborano alla costruzione della mia Casa, ma che non lo fanno per Me, ma per sé stessi,  non perché risplenda Io, bensì loro stessi.

Ci sono altrettanti che lo fanno per Amore a Me, ma non sono capaci di venire a visitarMi: sono quelli che Mi onorano  con le labbra e non con il cuore.

Prega per le Parrocchie e le Cappelle, dove il Responsabile e la Comunità hanno accettato di istituire le Ore di  Adorazione Eucaristica.

Prega per quelli che chiudono il cuore davanti alla mia Chiamata… per quelli che combattono i tanti che vengono a Me… per quelli che disonorano ed offendono la mia Presenza con la loro mancanza di rispetto, con la loro irriverenza e  il poco decoro nel vestire.

Osserva…”.

In quel momento, rivolsi lo sguardo verso il punto dove Gesù guardava e potei vedere l’Altare Maggiore della Chiesa (non quello della Cappella dove ero adesso).

C’era il Santissimo Sacramento esposto e c’era abbastanza gente, molte persone in ginocchio, in preghiera, ma ce n’erano anche altre che, dietro i banchi, passavano di fronte al suo Trono, conversando tra loro, mangiando dolciumi o gomma da masticare, come se niente fosse.

Alcuni facevano un gesto su sé stessi, che sembrava uno scarabocchio al posto del Segno di Croce e altri neanche questo.

Si susseguirono altre immagini (capisco di diverse circostanze) di persone, che vedevo sedute da una parte, dove io mi trovavo.

Alcune parlottavano tra loro, altre stavano lì a gambe incrociate; uomini e donne che parlavano tra loro o dondolavano i piedi, senza sosta, come se si trovassero in una qualsiasi riunione mondana…

Sparirono dalla mia vista e poi entrarono alcune coppie, che si sedettero vicine tra di loro, ma lontano dalle altre coppie.

Rimasi turbata nel vedere come esprimevano il loro affetto in effusioni esagerate, proprio davanti al Santissimo Sacramento esposto.

Era una vera vergogna, come se si trovassero in un luogo riservato a loro soltanto.

Di nuovo, anche questi sparirono dalla mia vista e arrivò il peggio: entrarono delle giovani donne e altre non tanto giovani, abbigliate in modo sconveniente: sembravano più pronte per andare alla spiaggia e in discoteca o chissà dove.

Parti del loro corpo erano scoperte, come tante giovani che sembra non abbiano genitori e che vanno in giro con abiti di due taglie in meno di quelle che dovrebbero usare e che dicono che “così è la moda!”…

Quanta vergogna e dolore ho provato davanti al Signore che guardava tutte quelle persone con infinita tristezza!

Sì, ho provato dolore, ma, allo stesso tempo, una grande voglia di spingerle fuori da lì, come altre volte mi è capitato, quando, casualmente, ho avuto modo di assistere a qualche Celebrazione di Matrimoni, Messe di Laurea o Diplomi, Feste di ragazze per i loro “Quindici Anni”.

In molte di queste occasioni, ho provato vergogna nel vedere il modo di entrare in Chiesa di alcuni invitati, come se costasse troppo mettersi uno scialle sulle spalle per coprire le nudità di braccia e schiena, nei pochi minuti che rimangono in Chiesa!

Alla fine, mentre aspettano che cominci la Celebrazione, tutti si mettono a conversare come se fossero realmente in pieno ricevimento e il silenzio, che dovrebbe regnare nella Casa del Signore, si perde e, con esso, ogni segno di preparazione spirituale che ognuna di queste Cerimonie richiede.

Voglio approfittare di questa occasione per supplicare i miei fratelli laici a non aver paura di prendere il microfono per chiedere ai presenti di fare silenzio, per rispetto al Luogo in cui si trovano; per sollecitare le signore a coprirsi quando entrano in Chiesa, per rispetto al Signore, al Sacerdote e alla loro stessa persona, poiché chi vede una donna vestita in modo indecoroso nella Casa di Dio, immediatamente pensa che si tratta di una donna che, prima di tutto, non ha rispetto per sé stessa.

Come sarebbe bello che, chi ha il coraggio di dirigersi al microfono, invitasse i fedeli a fare una preghiera per i futuri Laureati, futuri Sposi, future Spose, a secondo dei casi, o di intercessione per la giovane per la quale si celebra.

Aiuteremmo, così, i nostri fratelli, insegnando loro il rispetto dovuto alla Chiesa e, nello stesso tempo, compiremmo ciò che questa ci chiede: pregare gli uni per gli altri… soprattutto in occasioni come queste!

Siamo chiamati ad edificare e, invece, ci affanniamo a disperdere i Beni di Dio, il dinamismo della Grazia, la fecondità dello Spirito, perché abbiamo paura di annunciare un Dio vivo e, inoltre, chiedere il dovuto rispetto per la sua Casa.

Rivolsi gli occhi verso Gesù e a calde lacrime Gli chiesi perdono per queste persone che Gli causavano dolore e anche per noi, che supponiamo di essere coscienti del luogo in cui ci troviamo, ma ci mostriamo codardi nell’educare i nostri simili.

Mi sono sentita piena di vergogna anche per questi sentimenti di sdegno che mi passavano per la mente.

Gesù, allora, mi disse:

“Piccola figlia, è tanto difficile per l’Uomo di oggi cambiare i propri comodi modelli; tuttavia, ti assicuro che, per mezzo di queste testimonianze, molta gente semplice sta imparando a conoscerMi e anche a sentire parlare di Me, con parole anche semplici.

Non ti scoraggiare, poiché stiamo cominciando!

Guarda, Io ho portato al Mondo una rivoluzione di idee, che avrebbe dovuto spaventare la fiacca Umanità, tanto facile agli accomodamenti, a ristagnare nelle vecchie abitudini pur di non uscire da una vita comoda, che non contrasti il loro amor proprio, che è il principale loro cattivo consigliere.

Non sentirti male, Io sono stato categorico e non ho usato mezzi termini, proprio per tagliare di netto le suscettibilità e i tentennamenti.

L’Uomo è ingrato.

Io provvedo a tutti e tutti vivono in Me.

Assegno loro, ad alcuni più e ad altri meno, la capacità di imitarMi, secondo le disposizioni di ognuno.

Tuttavia, sembrerebbe che non dia loro garanzie di essere interessato alle loro sofferenze, decisioni e prove molto più di un padre amorevole”.

-Testimonianza di Catalina RIVAS-

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