similitudini tratte dall’Opera di Maria Valtorta
Dalle formiche un esempio di unità
«… Guardate questa tribù di formiche che accorre tutta verso un luogo. Seguiamola. E scopriremo la ragione del loro non inutile accorrere verso un punto… Ecco qua. Questa loro piccola sorella ha scoperto, con i suoi organi minuscoli e a noi invisibili, un grande tesoro sotto questa larga foglia di radicchio selvatico. È un pezzo di midolla di pane, forse caduta ad un contadino qui venuto a curare i suoi ulivi, a qualche viandante che ha sostato in quest’ombra mangiando il suo cibo, o ad un bambino festoso sull’erba fiorita. Come poteva da sola trascinare nella tana questo tesoro mille volte più grosso di lei? Ed, ecco, ha chiamato una sorella e le ha detto: “Guarda. E corri, presto, a dire alle sorelle che qui c’è cibo per tutta la tribù e per molti giorni. Corri prima che scopra questo tesoro un uccello e chiami i suoi compagni e lo divorino”. E la formichina è corsa, anelante per asperità di terreno, su, giù per ghiaie e steli sino al formicaio e ha detto: “Venite. Una di noi vi chiama. Ha trovato per tutte. Ma da sola non può portarlo qui. Venite”. E tutte, anche quelle che, già stanche di tanto lavoro fatto per tutto il giorno, riposavano per le gallerie della tana, sono corse; anche quelle che stavano ammucchiando le provviste nelle celle di ammasso. Una, dieci, cento, mille… Guardate… Afferrano con le branche, sollevano facendo del loro corpo carretto, strascicano puntando le zampine al suolo. Questa cade… l’altra, là, quasi si storpia perché la punta del pane la inchioda in un rimbalzo fra la sua estremità e un sasso; questa ancora, così piccina, una giovinetta della tribù, si ferma spossata… ma pure, ecco, ripreso fiato, riparte. Oh! come sono unite! Guardate: ora il pezzo di pane è tutto abbracciato da esse e va, va, lentamente, ma va. Seguiamolo… Ancora un poco, piccole sorelle, ancora un poco e poi la vostra fatica sarà premiata. Non ne possono più.
Ma non cedono. Riposano e poi ripartono… Ecco raggiunto il formicaio. E ora? Ora al lavoro per recidere in briciole la grossa mollica. Guardate che lavoro! Chi taglia e chi trasporta… Ecco finito.
Ora tutto è in salvo e, felici, esse scompaiono dentro quella crepa, giù per le gallerie. Sono formiche.
Null’altro che formiche. Eppure sono forti perché unite. Meditate su questo…».
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