ALLA RADICE DEI VARI ERRORI
Alla base di questa odierna contestazione della verginità di Maria "prima del parto", stanno le seguenti ragioni:
1) vi è la difficoltà di riconoscere il miracolo, ossia, un intervento miracoloso di Dio, al quale "nulla è impossibile" (Lc. 1, 37) nell'ordine della natura corporea: per questa gente il "mito" si identifica col "miracolo";
2) vi è la tendenza a rendere l'incarnazione più umana, a sottolineare in modo particolare, in Cristo, l'uomo, l'umanità, onde renderlo il più vicino possibile agli uomini, ossia, più umano: un Cristo infatti concepito come tutti gli altri uomini, sarebbe un Cristo più vicino all'umanità; ma costoro finiscono con lasciare nell'ombra la divinità di Cristo, o col negarla;
3) vi è la tendenza a svalutare la verginità, a valorizzare la sessualità, ad esaltare esageratamente l'unione coniugale da parte dell'uomo d'oggi; il quale - a differenza dell'uomo di ieri - vede nel matrimonio un istituto ingiustamente abbassato per elevare lo stato verginale: per il fatto stesso - dicono - che Cristo è il frutto del matrimonio e della procreazione umana, si ha un'esaltazione dello stato matrimoniale.
Questi sono i tre principali motivi per cui non pochi hanno negato il carattere verginale e perciò miracoloso del concepimento di Cristo da parte di Maria, e l'hanno ritenuta frutto di un rivestimento poetico, mitologico. Essi dimenticano che il concepimento verginale di Cristo è ordinato a rivelare la sua natura di Figlio di Dio che, in una nuova creazione, viene ad inserirsi, per salvarlo, nel mondo (cfr. DANIELI G., Origini della tradizione sinottica sulla concezione verginale, in "Divus Thomas" [Plac.], 72 [1969] pag. 312-331).
P. GABRIELE M. ROSCHINI O.S.M.
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