mercoledì 12 febbraio 2025

GESÙ E I CONSACRATI

 



OLOCAUSTO D'AMORE 


La vita di Gesù è stata un vero e proprio olocausto, tutto per Dio. Una resa totale alla volontà del Padre. “Obbediente fino alla morte, anche alla morte di croce” (Fil 2,8). Gesù è “l'obbediente per eccellenza, disceso dal cielo non per fare la propria volontà, ma quella di Colui che l'ha mandato”. Egli mette il suo essere e il suo agire nelle mani del Padre... e assume la forma di una vita verginale, rivelando così il valore sublime e la misteriosa fecondità spirituale della verginità.... Inoltre, la sua piena disponibilità al disegno del Padre si manifesta nel suo distacco dai beni terreni... e rivela la profondità della sua povertà nella perfetta oblazione di tutto ciò che è suo al Padre” (VC 22). 

Gesù ci dice: “Vi ho dato un esempio perché anche voi facciate come ho fatto io” (Gv 13,15). Proprio il momento culminante della sua donazione, dove manifesta più chiaramente l'olocausto della sua vita, è sulla croce. E la persona consacrata deve avere “il desiderio esplicito di una totale conformità a Cristo” (VC 18). “La sua aspirazione deve essere quella di identificarsi con Lui, assumendo i suoi sentimenti e il suo stile di vita. Per questo lasciare tutto e seguire il Signore è un programma valido per tutti i chiamati e per tutti i tempi” (VC 18). San Paolo ci dice che dobbiamo avere gli stessi sentimenti di Cristo Gesù (Fil 2,5). 

Proprio per questo è necessario che la vita di ogni consacrato sia una “memoria vivente del modo in cui Gesù è esistito e ha agito come Verbo incarnato davanti al Padre e ai fratelli”. Una tradizione viva della vita e del messaggio del Salvatore” (VC 22). La persona consacrata deve essere un altro Gesù sulla terra, unire la sua vita e il suo olocausto a quello di Gesù e formare così un'unica offerta al Padre. 

 Ángel Peña O.A.R. 

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