MARIA E LA SUA ARMATA
Preghiera trinitaria
Suor Lucia di Fatima scrisse il 26.11.1970 al salesiano don Umberto Pasquali:
« Prevedendo il disorientamento attuale, la Madonna ha raccomandato con tanta insistenza la recita del Rosario.
E proprio perché la preghiera del Rosario è, dopo la Sacra Liturgia Eucaristica, la piú propizia per conservare e aumentare la fede nelle anime, che il demonio ha sollevato contro di essa la sua campagna; sfortunatamente, noi vediamo come c'è riuscito cosí bene.
Per questo abbiamo bisogno di lavorare incessantemente per ristabilire e aumentare lo spirito di preghiera nelle anime; infatti è la preghiera che ci avvicina a Dio; è in questo incontro che Dio ci dà le sue grazie, ci dà luce e forza per vincere le tentazioni e le difficoltà; e nella preghiera ci risolve molti problemi di cui non troviamo la soluzione.
Sfortunatamente, sono pochissime le persone che giornalmente partecipano alla Sacra Liturgia alimentandosi del Pane Eucaristico, di conseguenza la preghiera del Rosario è indispensabile per quelle anime.
Se non recitano il Rosario, che preghiere faranno? E senza la preghiera, chi si salverà?
Direi che anche per quelle anime che partecipano alla Sacra Liturgia tutti i giorni, la recita giornaliera del Rosario è necessaria per accrescere la Fede, la Speranza e la Carità.
Essa è la base della Sacra Liturgia perché porta alle anime il ricordo giornaliero dei misteri principali della nostra Redenzione. La preghiera del Rosario ci pone anzitutto in contatto con la Santissima Trinità. La iniziamo infatti con le parole: «Signore vieni in mio aiuto! Vieni presto a salvarmi!... Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo».
E ripetiamo il Gloria in tutti i misteri, per lodare la Santissima Trinità. Possiamo credere che questa lode sia stata suggerita dal Padre agli angeli inviati a cantare presso il suo Figlio appena nato come uomo. Penso che il Rosario piú che orazione mariana si possa chiamare « preghiera Trinitaria ».
Dopo il Gloria recitiamo il Padre nostro, orazione rivolta al Padre e insegnataci da Gesú: essa è unicamente lode e supplica diretta a Dio. E non ci ha detto Gesú Cristo, che lungo i tempi, questa formula sarebbe invecchiata e che cercassimo pertanto un altro modo di pregare, ma ci ha detto soltanto: « Pregate cosí: Padre nostro, che sei nei cieli » (Mt. 6, 9-13).
Anche 1'Ave Maria è una preghiera rivolta a Dio, e vi troviamo la prima rivelazione da Lui fatta agli uomini sul mistero della Trinità.
L'angelo inviato dal Signore ad annunciare a Maria l'Incarnazione del Verbo, la saluta con le parole dettate dal Padre: « Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te ». Come dire: « Sia gioia a te, o Maria, piena di grazia perché sei tempio in cui Dio abita; tu sei prima di tutte le grazie e di tutti i doni di Dio; sei il capolavoro di Dio ». Quando io lodo una bellissima pittura o una bellissima statua, in effetti io lodo l'artista che l'ha fatta. Per tal motivo, lodando Maria io intendo lodare Dio che l'ha resa cosí meravigliosa.
E l'angelo aggiunse: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò il Santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio » (Lc. 1, 28-35)
Ci troviamo quindi di fronte al primo tempio vivo dove abita la Trinità e dove avviene la prima rivelazione di questo mistero agli uomini; il Padre la copre con la sua ombra, lo Spirito Santo scende su di lei e il Figlio di Dio vi si fa Uomo. In questo modo Maria fu il primo Tabernacolo vivente dove il Padre racchiuse suo Figlio, il Verbo fatto carne. Fu il primo Ostensorio che lo accolse: il suo Cuore Immacolato. Nelle sue vene circolò il primo sangue di Dio fatto Uomo. Il suo grembo e le sue braccia verginali furono il primo altare su cui il Padre espose suo Figlio alla nostra adorazione: lí lo adorarono gli angeli, i pastori e i magi.
Se diamo all'Ave Maria tutta la bellezza di questo vero significato, essa è veramente una preghiera, oltre che semplicemente mariana, trinitaria ed eucaristica. Non so se potremo trovare orazioni piú belle, piú sublimi, piú semplici: piú meritorie, piú alla portata di tutte.
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