COLUI CHE PARLA DAL FUOCO
Mi vuoi consolare?
(N. Signore a Josefa - 14 giugno 1921).
«Un po' prima della festa del Sacro Cuore, non ricordo bene la data, - scrive Josefa, - Nostro Signore è venuto. Il suo Cuore era trafitto da tre nuove ferite e da ciascuna sgorgava il sangue in gran copia».
«Guarda ciò che desidero per la mia festa!».
E siccome ella esprime la propria pena davanti al dolore di Gesù:
«Sono tre sacerdoti che feriscono il mio Cuore. Offri per essi tutto ciò che farai».
«Gli ho detto quanto sia povera affinché supplisca a ciò che mi manca, ed Egli ha risposto con infinito amore e bontà:
«Quanto più la tua miseria è grande, tanto più la mia potenza ti sosterrà. Ti farò ricca dei miei doni. Se mi sarai fedele, farò della tua anima la mia dimora e ivi mi rifugerò quando i peccatori mi respingeranno. Mi riposerò in te, e tu avrai vita in me! Tutto quello di cui hai bisogno vieni a cercarlo nel mio Cuore, anche se si tratta di ciò che ti chiedo. Fiducia e amore!».
Da quel momento, molte sofferenze d'anima e di corpo affliggono senza tregua Josefa fino al venerdì 3 giugno, festa del Sacro Cuore, che le rivelerà come la misericordia risponda alla potenza della preghiera.
«Durante la meditazione scrive mi aprì il Cuore dicendomi:
«Entra qui e continua ad affidarmi ciò che ti ho chiesto».
«Mi ha riposato di tutte le angosce dei giorni trascorsi, poi è rimasto presso di me tanto bello e come se traboccasse di gioia. Gli domandai dei tre sacerdoti».
«- Chiedili al mio Cuore. Non sono ancora tornati... ma si ravvicinano a me».
Rapita davanti a così splendente bellezza, Josefa Gli parla di quella festa che deve dargli tanta gloria.
«Il suo Cuore si è acceso maggiormente a queste parole, e mai l'avevo visto così...».
«Sì, oggi è il giorno del mio Amore. Le anime, queste anime che amo tanto, mi riempiono di gioia venendo a cercare forza e rimedio nel mio Cuore che desidera tanto arricchirle. Ecco quello che mi glorifica e mi consola di più!».
«É rimasto fino alla fine della meditazione e mi ha seguita alla Messa».
In quel giorno nella Società del Sacro Cuore tutte le religiose rinnovano solennemente i voti, davanti alla sacra Ostia, al momento della Comunione. Josefa non sa come contenere la sua emozione assistendo a questa rinnovazione, ripetuta con ardore da ciascuna delle sue Madri e Sorelle.
«Oh! come sono felice nella mia cara Società! scrive. Poi continua: Ad un tratto ho visto il suo Cuore!... dapprima solo, immerso in una fornace ardente, poi, come se una nube leggera si dissipasse, mi è apparso tutto Gesù. Così affascinante! Non so ciò che gli ho detto... Come ringraziarlo di tutto quello che fa per me?».
«Ora te lo dirò, Josefa! Prendi questo Cuore e offrilo al tuo Dio. Per mezzo suo puoi pagare tutti i tuoi debiti. Tu sai adesso ciò che ho voluto fare attirandoti qui. Desidero che tu corrisponda ai miei disegni con docilità, lasciandoti maneggiare, abbandonandoti al mio amore, che altro non cerca se non possederti e consumarti. L'amore ti spoglierà del tuo io e non ti lascerà pensare che alla mia gloria e alle anime».
Con insistenza più ardente Egli aggiunge:
«- Ora pregami, dimmi ciò che vuoi, chiedi!».
«L'ho pregato per tutto quello che desidero - scrive - e anzitutto per la Società, naturalmente, mentre Gli offrivo tutti quegli atti di rinnovazione per i tre sacerdoti... Durante l'intera giornata non ho smesso di pregare per loro... Non so quante volte gli ho ripetuto: Signore, mi hai detto che oggi le anime rapiscono il tuo Cuore e le tue grazie... non potremo dunque guadagnarti quelle tre anime? Oh! lasciati commuovere!».
Verso le tre del pomeriggio, Josefa sale al noviziato. Passando davanti alla tribuna dell'organo vi entra di nuovo,
«per bussare - scrive - alla porta di quel Cuore, affinché non possa più resistere alle nostre suppliche. Egli è venuto subito e mi ha detto, come se non avesse inteso la preghiera:
«- Che vuoi? dimmelo!».
«Ma Gesù mio, non lo sai forse? e i tre sacerdoti?... Te ne supplico, poiché lo desideri tanto... Tu solo puoi far ciò!...».
Allora, con solennità maestosa e, ad un tempo, con letizia divina, Gesù mostrando il suo Cuore disse:
«- Josefa, sono tornati al mio Cuore!».
Poi, come pervaso da commozione intensa, proseguì: «- Se avessero respinto la mia grazia, sarebbero stati responsabili della perdita di molte anime».
E mentre, prostrata dinanzi al suo Maestro, essa non sa che dire - nella sua immensa gioia, Egli aggiunge:
«- Tu ripeterai ogni giorno queste parole: O Gesù, per il tuo amatissimo Cuore, ti supplico d'infiammare dello zelo del Tuo amore e della Tua gloria tutti i sacerdoti del mondo, tutti i missionari e quelli che sono incaricati di annunziare la Tua parola divina affinché, accesi di un santo zelo, strappino le anime al demonio per condurle all'asilo del Tuo Cuore, dove possano glorificarti in eterno».
Il ricordo di questa festa del Sacro Cuore non si cancellerà più dalla memoria di Josefa. Ella aveva compreso l'infinita gioia del Cuore divino quando i suoi sacerdoti Gli danno la totalità dell'amore che da loro aspetta. D'ora in poi, la preghiera imparata dalle labbra del Salvatore rimarrà la sua preghiera quotidiana e le anime sacerdotali la prima e la più grande intenzione della sua vita immolata.
Suor Maria Josefa Menéndez
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