venerdì 7 febbraio 2025

Ognuno di voi deve dare ciò che sente nel proprio cuore.

 


"Nella vita di tutti i giorni, appoggiati al tuo prossimo. La tua vita di uomo, e ancor più di cristiano, è amare il tuo prossimo e amarlo senza restrizioni, senza condizioni di razza, di cultura o di religione, e ancor più amare coloro che sono più indigenti, sia materialmente che spiritualmente. E quando il diavolo ti presenta le armi del denaro o del dubbio, devi soprattutto fare orecchie da mercante. Sì, amare il prossimo è la missione di ciascuno di voi.

Ma un giorno, Gesù può parlarti personalmente per cambiare rotta, e questo nel momento in cui meno te lo aspetti, così come parla a uomini e donne chiamati ad essere religiosi e religiose o anche sacerdoti.  
Dio non vi presenterà un programma, non definirà una missione per voi, ma molto semplicemente, vi inviterà a seguirlo: "Seguimi!" Queste parole di Gesù non erano rivolte solo ai suoi discepoli, ma in realtà sono per tutti voi, che diventate così discepoli del Signore.
Sì, ognuno di voi è un discepolo del Signore. Vedere una missione specifica è un dono del Cielo: riceverai, ma avrai ancora di più da dare. Ci vuole buona volontà, coraggio e costanza, perché non sempre sarete capiti, sarete addirittura combattuti e dovrete isolarvi dal mondoE come Gesù, subirete disagi e sarete anche traditi.
Come Pietro e Giovanni, amici del Signore, ognuno di voi ha un destino diverso: Pietro, pastore del gregge, è stato preservato da una lunga vita per poi morire tragicamente sotto Nerone; al contrario, Giovanni era il testimone di Gesù a lungo termine, doveva trasmettere la fiamma dell'Apocalisse alle due generazioni successive.
Nel vostro cammino, non invidiate chi ha un ruolo di "locomotiva", non dovete guardarvi intorno, né a destra né a sinistra, per modulare la vostra risposta a Dio. Ognuno di voi deve dare ciò che sente nel proprio cuore. Non c'è bisogno di prevedere, figuriamoci di misurare, ciò che Dio chiede agli altri. Devi penetrare nel profondo del tuo cuore per capire che anche tu hai qualcosa di buono da fare secondo le tue possibilità. La cosa principale per ognuno di voi è non porre limiti alla propria risposta, perché non potete rimanere insensibili a tutto ciò che sta accadendo intorno a voi.
La serietà o la miseria del tuo impegno e della tua risposta a Gesù è, in ultima analisi, una questione personale: è la prova del tuo amore per Lui, e non puoi né fare pigramente affidamento sulla fedeltà degli altri, né trarre un alibi dalle tue debolezze.
Si è sempre tentati, ed è umano, di leggere la propria vita nello specchio degli altri o di leggere la loro vita nello specchio dei propri sentimenti. Gesù allora, per il tuo bene, dolcemente, ti confischerà lo specchio...
 Cristo è fonte di salvezza per tutti coloro che Gli obbediscono. Voi siete chiamati ad obbedirgli, così come Lui stesso ha obbedito al Padre, nello stesso modo radicale, con l'abbandono totale di tutto il vostro essere nelle sue mani. E come si può imparare l'obbedienza se non come Lui stesso, cioè attraverso la sofferenza?
 Meditate sul significato di questa piccola frase enigmatica, che spesso ritrovate nel Vangelo in forme un po' diverse: « Chi ama la sua vita la perderà, chi perde la sua vita in questo mondo la salva per la vita eterna".
Salvare la propria vita significa aggrapparsi ad essa, aggrapparsi ad essa per paura della morte.
Perdere la propria vita significa: lasciarsi andare, distaccarsi, accettare di morire.
Il paradosso è che chi ha paura della morte è già morto, mentre chi non ha più paura della morte ha già iniziato a vivere in pienezza.

Medita bene su questo insegnamento e vivi la tua vita di cristiano al massimo.

Giovanni, Messaggero di Luce"

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