mercoledì 6 marzo 2019

I Dieci Comandamenti



ALLA LUCE DELLE RIVELAZIONI A MARIA VALTORTA 


IL TERZO COMANDAMENTO: “RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE”. 


3.2.1 L’esame della maggiore età nella tradizione ebraica. 
Avendo Gesù compiuto i dodici anni, la famiglia in occasione della Pasqua ebraica30, va a Gerusalemme per portare Gesù al Tempio per l’esame della maggiore età, il “Bar-mitzvah”. 
Chissà quante persone avrebbero voluto vedere come era vestito Gesù quando – dodicenne – si presentò al Tempio per ‘passare’ questo esame prescritto dalla Tradizione ebraica al fine di essere considerato un adulto, non più soggetto alla volontà dei genitori e responsabile personalmente e anche penalmente delle proprie azioni; oppure vedere il  suo nuovo taglio di capelli Ma se vedere qui sotto la vestizione di Gesù può essere una mera curiosità, più interessante è apprendere quanto Egli – 
dodicenne ma pur Sapiente in quanto giovanissimo Uomo-Dio – ebbe a dire proprio in merito alla santificazione delle feste, lasciando sbalorditi i Suoi ‘esaminatori’. 
Egli infatti per diventare Figlio della Torah, fu provvidenzialmente interrogato proprio sui Dieci Comandamenti e in particolare sull’argomento specifico di questa nostra riflessione: 
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Il Tempio in giorni di festa.31  
Folla che entra ed esce dalle porte di cinta, che traversa cortili, atri e portici, che scompare in questa o quella costruzione sita nei diversi ripiani su cui è disseminato l'agglomerato del Tempio.  
Entra anche, cantando sommessamente dei salmi, la comitiva della famiglia di Gesù. Tutti gli uomini prima, poi le donne. A loro si sono uniti anche altri, forse di Nazareth, forse amici di Gerusalemme. Non so.  
Giuseppe si separa, dopo aver con tutti adorato l'Altissimo dal punto in cui, si capisce, gli uomini potevano farlo (le donne si sono fermate un ripiano più basso) e col Figlio riattraversa, retrocedendo, dei cortili, poi piega da una parte ed entra in una vasta stanza che ha l'aspetto di una sinagoga. Non so come mai. C'erano anche nel Tempio le sinagoghe? Parla con un levita e questo scompare dietro una 
tenda a righe per tornare poi con dei sacerdoti anziani, credo siano sacerdoti, certo sono maestri nella conoscenza della Legge e destinati perciò ad esaminare i fedeli.  
Giuseppe presenta Gesù. Prima si sono ambedue profondamente inchinati ai dieci dottori, che si sono seduti dignitosamente su dei bassi sgabelli di legno.  
«Ecco» dice. «Questo è mio figlio. Da tre lune e dodici giorni è entrato nel tempo che la Legge destina per esser maggiorenni.32 Ma io voglio che lo sia secondo i precetti d'Israele. Vi prego osservare che per la sua complessione Egli mostra di essere uscito dalla puerizia e dall'età minore. E vi prego esaminarlo benignamente e giustamente per giudicare che quanto qui io, suo padre, asserisco è verità. Io l'ho preparato per quest'ora e per questa sua dignità di figlio della Legge.  
Egli sa i precetti, le tradizioni, le decisioni, le consuetudini delle fimbrie e delle filatterie, sa recitare le preghiere e le benedizioni quotidiane.  
 Può quindi, conoscendo la Legge in se stessa e nei suoi tre rami dell'Halascia, Midrasc e Aggada, condursi da uomo. 
Perciò io desidero esser liberato dalla responsabilità delle sue azioni e dei suoi peccati.  
D'ora in poi Egli sia soggetto ai precetti e sconti di suo le pene per i mancamenti verso di essi.  
Esaminatelo».  
«Lo faremo. Vieni avanti, fanciullo. Il tuo nome?».  
«Gesù di Giuseppe, di Nazareth».  
«Nazareno... Sai dunque leggere?».  
«Sì, rabbi. So leggere le parole scritte e quelle che sono chiuse nelle parole stesse».  
«Come vorresti dire?».  
«Voglio dire che comprendo anche il significato dell'allegoria o del simbolo che si cela sotto l'apparenza, così come la perla non appare ma è nella conchiglia brutta e serrata».  
«Risposta non comune e molto saggia. Raramente si ode ciò su labbra adulte; in un bambino, poi, e nazareno per giunta!...».  
L'attenzione dei dieci si è fatta sveglia.  
I loro occhi non perdono un istante di vista il bel fanciullo biondo che li guarda sicuro, senza spavalderia, ma senza paura.  
«Tu fai onore al tuo maestro, che, per certo, era assai dotto».  
«La Sapienza di Dio era raccolta nel suo cuore giusto».  
«Ma udite! Te felice, padre di tal figlio!».  
Giuseppe, che è in fondo alla sala, sorride e si inchina. 
Danno a Gesù tre rotoli diversi, dicendo: «Leggi quello serrato da nastro d'oro».  
Gesù apre il rotolo e legge. È il Decalogo. Ma, dopo le prime parole, un giudice gli leva il rotolo dicendo: «Prosegui a memoria».  
Gesù lo dice così sicuro che pare che legga.  
Ogni volta che nomina il Signore si inchina profondamente.  
«Chi ti ha insegnato ciò? Perché lo fai?».  
«Perché santo è quel Nome e va pronunciato con segno interno ed esterno di rispetto. Al re, che è re per breve tempo, si inchinano i sudditi, e polvere egli è. Al Re dei re, all'altissimo Signore d'Israele, presente anche se non visibile che allo spirito, non si dovrà inchinare ogni creatura, che da Lui dipende con sudditanza eterna?».  
«Bravo! Uomo, noi ti consigliamo di fare istruire il figlio tuo da Hillel o Gamaliele.33 È nazareno... ma le sue risposte fanno sperare da Esso un nuovo grande dottore».  
«Il figlio è maggiorenne. Farà secondo il suo volere. Io, se sarà volere onesto, non lo contrasterò».  
«Fanciullo, ascolta. Hai detto: "Ricordati di santificare le feste. Ma non solo per te, ma per tuo figlio e figlia e servo e serva, ma persino per il giumento è detto di non fare, il sabato, lavoro".  
Or dimmi, se una gallina depone un uovo in sabato od una pecora figlia, sarà lecito usare quel frutto del suo ventre, oppure sarà considerato obbrobrio?».  
«So che molti rabbi, ultimo il vivente Sciammai, dicono che l'uovo deposto in sabato è contrario al precetto. Ma Io penso che altro è l'uomo e altro è l'animale o chi compie atto animale come è il partorire.  
Se io obbligo il giumento a lavorare, io compio anche il suo peccato, perché io mi impongo con la sferza a farlo lavorare. Ma se una gallina depone l'uovo maturatosi nella sua ovaia, o una pecora genera il figlio in sabato, perché ormai maturo al nascere, no, che tale opera non è peccato, né peccato è, agli occhi di Dio, l'uovo e l'agnello in sabato deposti».  
«Perché mai, se tutto ed ogni lavoro in sabato è peccato?».  
«Perché il concepire e generare corrisponde al volere del Creatore ed è regolato da leggi da Lui date ad ogni creato. Or la gallina non fa che ubbidire a quella legge che dice che, dopo tante ore di formazione, l'uovo è completo e va deposto, e la pecora pure non fa che ubbidire a quelle leggi 
messe da Colui che tutto fece, il quale stabilì che due volte l'anno, quando ride primavera sui prati in fiore, e quando si spoglia il bosco delle sue fronde e gelo stringe il petto dell'uomo, le pecore andassero ai loro connubi per dar poi, all'opposto tempo, latte, carne e formaggi sostanziosi, nei 
mesi di più aspra fatica per le messi, o di più sofferente squallore per i geli.  
Se dunque una pecora, giunto il suo tempo, depone il suo nato, oh! questo ben può esser sacro anche all'altare, perché è frutto di ubbidienza al Creatore».  
«Io non lo esaminerei oltre. La sua sapienza supera le adulte e stupisce».  
«No. Si è detto capace di comprendere anche i simboli. 
Udiamolo».  
«Prima dica un salmo, le benedizioni e le preghiere».  
«Anche i precetti»  
«Sì. Di' i midrasciot».  
Gesù dice sicuro una litania di «non fare questo... non fare quello...». Se noi dovessimo avere ancora tutte queste limitazioni, ribelli come siamo, le assicuro che non si salverebbe più nessuno...  
«Basta. Apri il rotolo dal nastro verde».  
Gesù apre e fa per leggere.  
«Più avanti, più ancora».  
Gesù ubbidisce.  
«Basta. Leggi e spiega, se ti pare che ci sia simbolo».  
«Nella Parola santa raramente manca. Siamo noi che non lo sappiamo vedere e applicare.  
Leggo: quarto libro dei Re, capo 22°, versetto 1034: "Safan, scriba, continuando a riferire al re, disse: 'Il sommo sacerdote Elkia m'ha dato un libro'. Avendolo Safan letto alla presenza del re, il re, udite le parole della Legge del Signore, si stracciò le vesti35 e poi diede...»  
«Vai oltre i nomi».  
«..."quest'ordine: 'Andate a consultare il Signore per me, per il popolo, per tutto Giuda, riguardo alle parole di questo libro che si è trovato, perché la grande ira di Dio s’è accesa contro di noi perché i padri nostri non ascoltarono le parole di questo libro, in modo da seguirne le prescrizioni ...» 36 
«Basta. Il fatto avviene molti secoli lontano da noi. Quale simbolo trovi in un fatto di cronaca antica?».  
«Trovo che non vi è tempo per ciò che è eterno. E eterno è Dio e l'anima nostra, eterni i rapporti fra Dio e l'anima. 
Perciò, ciò che aveva provocato il castigo allora è la stessa cosa che provoca i castighi ora, e uguali sono gli effetti della colpa».  
«Cioè?».  
«Israele più non sa la Sapienza, la quale viene da Dio. È a Lui, e non ai poveri uomini, che occorre chiedere luce, e luce non si ha se non si ha giustizia e fedeltà a Dio. Perciò si pecca, e Dio, nella sua ira, punisce».  
«Noi non sappiamo più? Ma che dici, fanciullo? E i precetti?».  
«I precetti sono, ma son parole. Li sappiamo ma non li mettiamo in pratica. Perciò non sappiamo. Il simbolo è questo: ogni uomo, in ogni tempo, ha bisogno di consultare il Signore per conoscerne il volere e ad esso attenersi per non attirarne l'ira».  
«Il fanciullo è perfetto. Neppure il tranello della domanda insidiosa ha turbato la sua risposta. Sia condotto nella vera sinagoga».  
Passano in una stanza più vasta e pomposa. Qui, per prima cosa, gli raccorciano i capelli. I riccioloni vengono raccolti da Giuseppe. Poi gli stringono la veste rossa con una lunga cintura girata a più giri intorno alla vita, gli legano delle striscioline alla fronte, al braccio e al mantello. Le fissano con delle specie di borchie.  
Poi cantano salmi e Giuseppe loda con una lunga preghiera il Signore e invoca sul Figlio ogni bene.  
La cerimonia ha termine.  
Gesù esce con Giuseppe. Tornano da dove erano venuti, si riuniscono ai parenti maschi, comperano e 
offrono un agnello; poi, con la vittima sgozzata, raggiungono le donne.  
Maria bacia il suo Gesù. Pare sia degli anni che non lo vede. Lo guarda, fatto più uomo nella veste e nei capelli, lo carezza... Escono e tutto finisce. 
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a cura del Team Neval 
Riflessioni di Giovanna Busolini 

Tu, dono gratuito



Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi (Lc 5,38).


Sangue di Cristo,
tu sei dono gratuito
dell’amore infinito di Dio.
Tu solo puoi entrare 
nelle cellule della nostra umanità
e trasformare la natura umana
in un angolo di infinito
dove il mistero circonfuso di luce
trova il suo spazio.
Facci creature nuove,
che già qui e ora, 
come eredi del tuo regno eterno,
vivano la gioia
di essere redente. Amen.

MESSAGGIO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO ALLA SUA AMATA FIGLIA LUZ DE MARIA 4 MARZO 2019



Amato Popolo Mio:

Vi invito a meditare le Mie Parole, anche se la mancanza di coscienza di alcuni dei Miei figli, offusca le Mie Parole. È PER QUESTO CHE MI PRESENTERÒ CON IL MIO AMORE, CON LA MIA MISERICORDIA E CON LA MIA GIUSTIZIA DI FRONTE ALL’UMANITÀ.

La Mia Misericordia guarda un Mio figlio pentito e con fermo proposito di correggersi, come se fosse la prima volta e gli offre il meglio della Mia Casa.
La Mia Misericordia trabocca di fronte a un figlio veramente pentito e che si dispone a non offendermi più. 
Io Sono contemporaneamente Clemente e Giusto Giudice.

NON VOGLIO CHE CONFONDIATE LA MIA MISERICORDIA
CON L’IMPUNITÀ…

 IO VERRÒ E TUTTI I MIEI FIGLI SARANNO GIUDICATI, TUTTI.

Con l’inizio del tempo della Quaresima, il Mio Popolo ha davanti a sé la Mia Misericordia e se il pentimento sarà quello dovuto, Io li porrò nel Mio Sacro Cuore, dove godranno della forza per sopportare quello che sta per giungere all’umanità, in mezzo alla follia di coloro che stanno facendo tremare la Mia Chiesa.

Pregate ed affidatevi alla Mia Madre Santissima che, quale Porta del Cielo, intercede costantemente per ciascuno dei Miei figli, li chiama, li sostiene continuamente perché non si perdano.

Riflettete e non retrocedete di fronte al male che sta distillando immondizia sui Miei figli cosicché i demoni, con le loro insidie, li soffochino al punto di portarli a disprezzare la Salvezza che in modo particolare in questa Quaresima, Io sto offrendo loro perché si salvino l’anima.

La Mia Chiesa sta soffrendo, ma quanti stanno godendo di questa sofferenza dei Miei! 
La Mia Chiesa viene minata, ma guai a coloro che la stanno minando!
Guai a coloro che sono pietra d’inciampo per i Miei figli e che li stanno portando verso l’abisso o a soffrire!

Popolo Mio, vi chiedo di essere forti, di resistere amandomi, senza retrocedere, ma dando testimonianza del Mio Amore che è presente in voi.

TUTTE LE MIE LEGIONI CELESTI STANNO ACCORRENDO PER 
GUIDARE LA MIA CHIESA FEDELE, FEDELE A ME, ALLA SACRA SCRITTURA, FEDELE ALLA LEGGE DIVINA, FEDELE AI MIEI INSEGNAMENTI E ALLE MIE OSSERVANZE.

PER QUELLI CHE MI AMANO E CHE SONO OSSERVANTI DELLA MIA VERITÀ, QUESTI SONO I MOMENTI DEL PUNTO DI SVOLTA.

Non temete, non retrocedete, continuate ad essere testimoni del Mio Amore, solo in questo modo riuscirete a continuare ad andare avanti. 
Coloro che non daranno testimonianza del Mio Amore, saranno confusi e portati su altre strade che conducono unicamente alla perdizione.

LA MIA CHIESA È UNA, NELLA MIA VOLONTÀ, NON ESISTONO VARIE PAROLE, MA UN’UNICA PAROLA CHE È LA VIA, LA VERITÀ, LA VITA. (Gv 14,6).

Particolarmente in questa Quaresima, non venite meno, continuate ad essere fedeli e ad amare Mia Madre ed in special modo ad accompagnarla durante la Mia Via verso il Calvario.

POPOLO MIO, DOVETE ESSERE IL MIO STESSO AMORE. 
VI INVITO AD ESSERE CREATURE NUOVE, A METTERE DA PARTE IL PECCATO CHE VI PORTA ALLA MORTE SPIRITUALE, LIBERATEVI DEI VECCHI ABITI, LOTTATE CONTRO QUELL’EGO EBBRO CON IL QUALE COLPITE I VOSTRI FRATELLI, CON IL QUALE FERITE COLORO CHE MI SONO PIÙ VICINI.

L’uomo dimentica che con il giudizio con il quale giudica, lui stesso sarà giudicato e con la misura con la quale misurate sarete misurati. (Mt 7, 1-2)
Praticate le Opere di Misericordia e mettetele in pratica.

Pregate figli Miei, pregate per il Messico, patirà, la sua terra tremerà.

Pregate figli Miei, pregate per gli Stati Uniti, la sua terra tremerà e patiranno a causa della natura.

Pregate figli Miei, pregate per l’Italia, patirà, la terra tremerà.

Amato Popolo Mio, il Mio Angelo di Pace vi porterà la Mia Luce, lui vi accompagnerà, pregate per questo. (*)

Riconciliatevi con la Mia Casa, vi riceverò con il Mio Amore.

Siate risoluti con voi stessi, siate molto decisi, non permettete che vi allontanino da Me.

Vivete questa Quaresima disposti al vero incontro, in comunione con il Mio Amore, con la Mia Verità, con la Mia Pace, estremamente consapevoli di essere Miei figli. 

Pregate, offrite, e chi può farlo digiuni.

Vivete nella Mia Pace.

Vi benedico, vi porto nel Mio Sacro Cuore.

Il vostro Gesù

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO



COMMENTO DI LUZ DE MARIA

Fratelli:

Con l’inizio della Quaresima quale cammino di conversione interna del cuore, della mente e del pensiero, veniamo chiamati a fare un’esaustiva revisione interiore dello stato della nostra coscienza, prima di tutto davanti a Dio e quindi riguardo al nostro ego e a quelle maschere che si indossano per affievolire la voce della coscienza e per sentirsi a posto con il peccato.

L’amore è la cosa più difficile che nostro Signore ci chiede, perché ciascuno lo può adattare a interpretazioni soggettive, mentre l’amore non va interpretato, ma va messo in pratica.

Per amare Dio, si deve amare il prossimo, perché l’amore per il prossimo è subordinato all’amore per Dio. Se non si ama il prossimo significa che non si sta amando debitamente Dio; il prossimo è vicino a noi, ci sta attorno in ogni ambito della nostra vita.

Fratelli, nostro Signore ci parla del Suo Angelo di Pace, affinché ci rendiamo consapevoli che la venuta di questo Angelo avverrà dopo l’apparizione pubblica dell’anticristo.

L’Angelo di Pace, l’Inviato del Cielo all’umanità, verrà per risvegliare i cuori addormentati.

Amen.

martedì 5 marzo 2019

L’ITALIA



negli Scritti di Luisa Piccarreta  


Dal Volume 7 - Aprile 17, 1906
Dio armerà gli elementi contro dell’uomo.

Questa mattina me la sono passata male.  Mi trovavo fuori di me stessa e non vedevo altro che fuoco;  pareva che si apriva la terra e minacciava ingoiare in sé città, monti ed uomini;  pareva che il Signore vorrebbe [volesse] distruggere la terra, ma in modo speciale pareva a diversi tre punti, uno distante dall’altro, e qualcuno di questi anche in Italia.  Pareva tre bocche vulcaniche, che chi mandava fuoco ed allagava le città, e dove si apriva la terra e succedevano orribili scosse di terremoti;  io non capivo tanto bene se stavano succedendo o pure dovranno succedere;  quante rovine!  Eppure la causa di ciò è il solo peccato, e l’uomo non vuole arrendersi, pare che l’uomo si è messo contro Dio, e Dio armerà gli elementi contro dell’uomo:  l’acqua, il fuoco, il vento e tante altre cose, e faranno morire molti e moltissimi;  che spavento, che raccapriccio!  Mi sentivo morire a vedere tutte queste scene dolorose, avrei voluto soffrire qualunque cosa per placare il Signore.
Quando appena il Signore si è fatto vedere;  ma chi può dire come?  Ho detto qualche cosa per placarlo, ma non mi dava retta, poi mi ha detto: “Figlia mia, non trovo più dove riposare nella mia Creazione.  Fammi riposare in te e tu riposati in Me e taci”.

I MISTERI DELL’ALDILA’ SVELATI A JOSEFA



Aprile 1922
Josefa non è mai discesa nel Purgatorio, ma ha visto ed udito numerose anime venute a sollecitare le sue preghiere, o a dirle che, grazie alle sue sofferenze, erano sfuggite all'inferno.
Queste anime, in generale, si accusavano umilmente delle cause del loro soggiorno in Purgatorio.
I nomi delle sante visitatricì, sconosciuti a Josefa, ma accuratamente annotati, con la data e il luogo della morte, furono a sua insaputa controllati minuziosamente più di una volta. La sicurezza in tal modo acquistata sulla realtà dei fatti resta come una preziosa testimonianza in merito alle sue relazioni col Purgatorio.
- "Sono stata in Purgatorio un po' meno di un'ora e mezza per espiare alcune mancanze di fiducia in Dio. E' vero che l'ho sempre amato molto ma con un po' di timore".
- "Sono in Purgatorio perchè non ho saputo trattare le anime che Gesù mi affidava con la cura che meritavano...".
- “Il mio Purgatorio sarà lungo poichè non ho accettato la volontà di Dio, nè fatto con sufficiente rassegnazione il sacrifizio della mia vita durante la malattia”.
- "Sono qui per l'infinita bontà di Dio, un orgoglio eccessivo mi aveva portato sull'orlo dell'inferno, tenevo sotto di me molte persone, ora mi precipiterei ai piedi del più misero fra i poveri".
- "Avevo la vocazione e la perdetti per una cattiva lettura...
- "La mia gioventù fu piena di vanità... - "Devo espiare una passione mal repressa...
- "Mi credevo potente ed ero dominata dall'ambizione...

2 aprile 1922
Un'anima religiosa entrando in Cielo confida a Josefa: "Come si vedono diversamente le cose terrene quando si passa all'eternità! ... Come la terra e tutto ciò che contiene sono poca cosa... tuttavia quanto è amata! La vita per lunga che sia è un nulla in paragone dell'eternità! Se si sapesse che cos'è un solo istante passato in Purgatorio e come l'anima si strugge e si consuma per il desiderio di vedere Nostro Signore".

7 aprile 1922
- "La mia vita religiosa è stata lunga, ma ho passato i miei ultimi anni più a curarmi ed a soddisfarmi che ad amare Nostro Signore. Grazie ai meriti di un sacrifizio che tu hai fatto ho potuto morire nel fervore e devo anche a te di non trascorrere lunghi anni in Purgatorio come avrei meritato. L'importante non è l'entrata in religione.... ma l'entrata nell'eternità! ".

10 Aprile 1922
- "Da un anno e tre mesi sono in Purgatorio. Senza i tuoi piccoli atti dovrei starvi per lunghi anni ancora! Una persona del mondo ha meno responsabilità di una religiosa. Quante grazie riceve questa e quale responsabilità se non ne profitta! Quante anime religiose si rendono poco conto del come si espiano qui le loro colpe! La lingua orribilmente tormentata espia le mancanze al silenzio... la gola riarsa espia le colpe contro la carità... e l'angustia di questa prigione, le ripugnanze ad obbedire... e qui occorre espiare la più piccola immortificazione! ... Frenare gli sguardi per non cedere alla curiosità può costare un grande sforzo, ma qui... quale tormento soffrono gli occhi impediti di vedere Dio! ".

12 aprile 1922
- "Un'altra religiosa si accusa di mancanze contro la carità e di mormorazioni all'elezione di una sua superiora.
- "Sono stata in Purgatorio fino ad ora... perchè durante la mia vita religiosa ho parlato molto e con poca discrezione. Ho comunicato spesso le mie impressioni e i miei lamenti e queste comunicazioni sono state causa di mancanze di carità a molte mie consorelle".
- "Si profitti bene di questa lezione - aggiungeva la SS. Vergine presente a questa apparizione - perchè molte anime urtano contro questo scoglio".

13 aprile 1922 - Giovedì Santo
"Verso le tre e mezzo mi trovavo in cappella quando davanti a me vidi qualcuno vestito come Nostro Signore, molto bello, con un'espressione di pace che attraeva. In mano aveva una corona di spine simile a quella che Gesù mi portava nel passato".
"Sono il Discepolo del Signore – disse - sono Giovanni l'Evangelista e ti porto uno dei gioielli più preziosi del Divino Maestro". "Mi diede la corona, ed egli stesso me la posò sul capo".
Josefa, lì per lì, fu turbata da questa apparizione inaspettata, ma a poco a poco si rassicurò sentendosi pervasa da una dolce pace. Si fece ardita e osò confidare al celeste visitatore l'angoscia che l'opprimeva per tutto ciò che il demonio le faceva soffrire.
"Non temere. L'anima tua è un giglio che Gesù custodisce nel suo Cuore" -- le risponde l'Apostolo vergine, poi continua: - "Sono stato mandato per rivelarti alcuni sentimenti che traboccarono dal Cuore del Maestro, in questo gran giorno:
"L'amore stava per separarlo dai suoi discepoli dopo averlo battezzato con un battesimo di sangue. Ma l'amore lo spingeva a rimanere con essi e l'amore gli fece inventare il Sacramento dell'Eucaristia.
"Quale lotta sorse allora nel suo Cuore! Come si sarebbe riposato nelle anime pure! Ma quanto la sua passione si sarebbe prolungata nei cuori contaminati!
"Come l'anima sua giubilava all'avvicinarsi del momento in cui ritornerebbe al Padre! Ma come fu stritolata dal dolore vedendo uno dei Dodici, eletto da lui, tradirlo a morte e, rendere inutile il Suo sangue per la salvezza di un'anima!
"Come il suo Cuore si consumava di amore! Ma come la poca corrispondenza delle anime da lui tanto amate, immergeva questo stesso amore nella più profonda amarezza! ... E che dire dell'ingratitudine e della freddezza di tante anime elette? .".
"Così dicendo, disparve come un lampo»,

15 aprile 1922
Verso le quattro del pomeriggio, Josefa, dopo aver trascorso i due giorni precedenti in dolorosi combattimenti, ode, mentre sta occupata a cucire, i rumori che preannunziano l'inferno. Sostenuta dall'obbedienza resiste con la più grande energia per sottrarsi al demonio che s'avvicina, e infine l'atterra. Allora, come sempre, il suo corpo sembra restare inanimato. Inginocchiate vicino a lei, le Madri pregano chiedendo al Signore di non lasciare incertezze sul mistero che si svolge sotto i loro occhi. Improvvisamente, al lieve sussulto abituale, si accorgono che Josefa sta per riprendere vita. II suo viso disfatto lascia intuire ciò che ha visto e sofferto. Ad un tratto, portando vivacemente la mano al petto grida: "Chi mi brucia? " Ma non vi è nessun fuoco lì. L'abito religioso è intatto. Si spoglia rapidamente, un odore di fumo acre e fetido si diffonde nella cella 

nota: Questo odore infernale avvolgeva Josefa al termine delle discese in inferno, odore di zolfo e di carne putrida e bruciata che restava percepibile attorno a lei, dicono i testimoni per circa mezz'ora; ella però ne serbava molto più a lungo la penosa impressione.

e si vede bruciarle addosso la camicia e la maglia! Una larga ustione resta "vicino al cuore" come dice lei, attestando la realtà di quel primo attentato di Satana.
Dieci volte Josefa sarà bruciata. Vedrà il demonio vomitare su di lei questo fuoco che lascerà tracce non solo sugli abiti, ma ancor più sulle sue membra. Piaghe vive, lente a chiudersi imprimeranno sul suo corpo cicatrici che ella porterà con sè nella tomba.
Vari oggetti di biancheria bruciati si conservano ancora e attestano la realtà della rabbia infernale e il coraggio eroico che sostenne quegli assalti per rimaner fedele all'Opera dell'amore.

21 aprile 1922
II demonio assume la voce di una carmelitana, ben nota a Josefa e le dice che è in Purgatorio e le parla della sua marasma così triste per la sua assenza.
Josefa ne è sconvolta, ma il Signore viene a confortarla:
- "Affidati al mio Cuore, e affidami la tua mamma... la carmelitana è in Purgatorio; non è lei che ti ha parlato ma è il nemico della tua anima".

22 aprile 1922
"Gesù è venuto durante la Messa....". Josefa gli esprime le sue ansietà per quelle anime dell'Aldilà che vengono a implorare da lei preghiere e sacrifici. Nostro Signore la rassicura con la sua abituale bontà, facendole intravvedere le grazie di salvezza acquistate con tanti dolori.
"Se ti faccio sapere queste cose - Egli dice - è perchè tu non indietreggi davanti ad alcun sacrificio e ad alcuna sofferenza. Non dubitare mai: quando tu soffri di più mi consoli maggiormente, ed è quando meno te ne rendi conto che tu riesci ad avvicinare un maggior numero di anime al mio Cuore".
E siccome essa confida al Divino Maestro l'esaurimento fisico a cui l'han ridotta le terribili settimane trascorse:
Non ho bisogno delle tue forze, ma del tuo abbandono - le risponde con infinita tenerezza - la vera forza è quella del mio Cuore. Rimani in pace e non dimenticare che la misericordia e l'amore agiscono in te".

24 aprile 1922
"Da vari giorni il demonio mi trascina nell'inferno, alla stessa ora, e là mi tiene pressappoco il medesimo tempo ogni volta. Ciò mi turba e mi chiedo se non sono in qualche modo responsabile".
Questa è la prima cosa che espone a Nostro Signore quando le appare quella stessa mattina dopo la Comunione:
"Non turbarti - le risponde - c'è un' anima che dobbiamo strappare al demonio e questa è l'ora del pericolo! Ma con la sofferenza la salveremo. Sono tante le anime in pericolo di perdersi! ... Ma ce ne sono anche tante che mi consolano e tante che ritornano al mio Cuore! "
"Bisogna mettere il mio Cuore - dice Gesù - tra questo peccatore e il Mio Eterno Padre, Josefa! il mio Cuore mitigherà la sua collera e inclinerà verso quell'anima la divina clemenza Addio! consolami col tuo amore e col tuo abbandono!"

NELLA MORSA DELLA SOFFERENZA



Quando la tribolazione si abbatte su di te, non ribellarti. Cerca di capirne il mistero. Prendila dalle mani di Dio e finirai per sopportarla e amarla. "Dio vi ha visitate", disse Fra Cristoforo a Lucia quella mattina che andò a monte il matrimonio. Proprio così: la sofferenza è una visita di Dio. E' la porta più sicura per la quale Egli entra nelle nostre anime. "Quante persone osserva il Curato d'Ars, saranno dannate per essere state troppo felici a questo mondo! Quante, invece, saranno salve per avervi molto sofferto!"
"Nel gioco della vita, scrive Mons. Sheen, la carta del dolore è la più disprezzata, mentre è quella che vale di più". Ma il dolore, se non è visto alla luce della fede, è un problema senza soluzione. "Cosa fate a letto, piccola pigrona?" chiedeva la superiora a S. Bernardetta. "Adempio al mio incarico". "Quale?". "Di esser malata". Per la santa soffrire era come lavorare, cooperare alla salvezza delle anime. In vista di questa cooperazione, "Cristo, ha detto Paolo VI, non mostra soltanto la dignità del dolore, ma lancia una vocazione al dolore".
Certo, è sconcertante vedere degl'innocenti che soffrono. Ma è proprio la loro sofferenza quella che vale di più ai fini di Dio. Eppoi, guarda sul Calvario: Chi più santo di Gesù? Chi più innocente di Maria? Le pagine più belle sulla sofferenza le hanno scritte proprio quelli che hanno sofferto di più: perché ne hanno compreso l'efficacia trasformatrice e il valore. Soffrire con Cristo, assimilarsi a Cristo. E' rispondere all'imperativo di Gandhi: "Non predicate il Dio che morì 2.000 anni fa; mostratelo come vive in voi, oggi!". E il malato è un ostensorio di Cristo.

La vostra generazione senza pietà si compiace di chiamare bene il male e male il bene



Svegliatevi! diletti; Io sono il vostro Salvatore, il Crocifisso, il vostro Redentore; sentite il Mio Amore…

per amor vostro sono venuto ad accrescere l’amore e diminuire il male; vengo per dare alla vostra anima tutto quello che le manca; non abbiate paura, Miei piccoli, non sono Io Generoso? non sono Io l’Altissimo? allora abbiate fiducia, perché siete nelle Braccia di vostro Padre; Io, la Santa Trinità, sono Uno e Uguale;

abbandonatevi interamente nelle Mie Braccia e permetteteMi di formarvi in Colonne Viventi di Luce, permetteteMi di dividere con voi tutto quello che ho; vi amo! diletti, in questo mondo tenebroso la luce vacilla perché il maligno sta spegnendo quel poco di luce che ora rimane nel mondo;

la vostra generazione senza pietà si compiace di chiamare bene il male e male il bene; senza alcuna pietà essi continuamente bestemmiano il Mio Santo Nome, più che mai disposti ad accettare il male e ad inginocchiarsi ai suoi piedi, come soffro nel vedere tutto questo! sentite il Mio Sacro Cuore, sentite come è lacerato, come sanguina nel vedere questa era morta che lotta per tagliare il suo cordone ombelicale che la tiene attaccata a Me, affinché con gioia possano chiamarsi: Empi; affinché possano dire: “è inutile riflettere sul nostro appartenere ad alcuno; vedete, noi ci siamo liberati, e ci accingiamo a costruire una Torre di Babele, non l’abbiamo forse già fatto una volta? perché dovremmo dipendere da Dio? che cosa guadagniamo ad accettare la Sua Legge?”

essi fanno tutte queste cose perché non hanno mai conosciuto il Padre né Me; la maggioranza di questa generazione è adoratrice di Baal; sì, sono i discendenti dei loro antenati che adoravano falsi dei; tutto quello che fanno è di avvizzire la loro anima, poiché hanno tagliato il cordone ombelicale che li teneva uniti a Me e che nutriva la loro anima … si avviano volontariamente al fuoco eterno, essi fanno guerra al Mio Santo Nome e deliberatamente Mi provocano …

venite, Io vi ho chiamato e voi Mi avete udito; Io Sono il vostro Signore e voi il Mio Popolo, i Miei; accoglieteMi con amore e pace; la terra sotto i piedi di questa generazione è insudiciata, ed è per questo che il Mio Fuoco Purificatore scenderà dall’alto su di essi, per ripulire il suolo incatramato;

elevate a Me la vostra anima e siate uno con Me; abbiate la Mia Pace; Io vi benedico tutti e tutto quello che avete portato perché fosse benedetto, il Mio Sospiro si posa su ogni icona e sugli oggetti religiosi; siate uno;


Mio Signore,
lascia che vedano il Tuo Amore Geloso.
Tu sei la nostra Pace e la nostra Speranza.
Noi non meritiamo
il Tuo Amore né la Tua Misericordia.
Sii con noi poiché noi siamo
deboli e fragili come fiori
e abbiamo bisogno della Tua Linfa per nutrirci.


siate santi, come Io sono Santo; leggete la Mia Parola; vivete per Me e per Me solo; riparate il male con l’amore; siate come germogli che spuntano dalla Vite; presto germoglierete e fiorirete e riempirete il mondo con frutti; abbiate la Mia Pace, rimanete sul Mio Petto; Santo è il Mio Nome, quindi ricordatevi di essere santi;

25 Luglio, 1989

AMIAMO L'AMORE



O Amore, Amore, Amore!
L'Amore non è conosciuto; l'Amore non è amato. Amiamo l'Amore, amiamo l'Amore!
Solo l'Amore, solo l'Amore!


Beata Mirjam di Gesù Crocifisso

I SETTE VIZI CAPITALI



EGO TE ABSOLVO 


I. Orgoglio 

LA SUPERBIA o orgoglio è una stima disordinata della propria eccellenza che aspira 
sempre più ad innalzarsi. Il superbo è meno scusabile di Lucifero, perché lui aveva una 
natura perfettissima, ed era senza peccato. 

L'ORGOGLIO propriamente detto, quello che, coscientemente e volontariamente, 
usurpa i diritti di Dio, è peccato grave, anzi il più grave dice S. Tommaso, perchè non 
vuole sottomettersi al sovrano dominio di Dio. 

Pecca chi rifiuta di obbedire a Dio ed ai suoi legittimi rappresentanti, o attribuisce a sé, 
ciò che viene chiaramente da Dio, massimo i doni di grazia. Eppure molti dicono: « Io 
mi son tutto da me ». 

I peccati derivanti dall'orgoglio sono generalmente veniali, come la presunzione, la 
vanità, l'ambizione, la compiacenza di sè medesimo. 

LA COMPIACENZA DI SE MEDESIMO. Il superbo va altero dei più piccoli 
vantaggi che crede di avere. Si preferisce ingiustamente agli altri, e per spiegare il 
motivo di tale preferenza guarda unicamente ai loro difetti. Non li stima, li critica, li 
burla, trova a ridire in tutto ciò che fanno, non approva altra che quello che fa lui e in ciò 
non sopporta affatto che alcuno trovi a ridire. Se si fa elemosina per ostentazione, si 
crede di esser caritatevoli mentre si è superbi; uno è superbo se crede di essere santo, 
perché ha consolazioni sensibili o pensieri elevati: ha appena tatto i primi passi nella 
perfezione. 

LA PRESUNZIONE è il desiderio e la speranza disordinata dì voler fare cosa superiore 
alle proprie forze. Si ha troppo buona opinione di sé, delle proprie facoltà naturali, della 
propria scienza, delle proprie forze, delle proprie virtù. Il presuntuoso si crede capace di 
tutto, non dubita di niente, si getta temerariamente nelle imprese più difficili, ma ciò non 
pertanto è pusillanime, e si arresta innanzi ai più piccoli ostacoli. 

Ha poco gusto per le virtù nascoste preferendo le virtù appariscenti. Si crede di aver lumi 
sufficienti per regolarsi da sè e che non sia più gran che utile consultare un direttore. Si 
getta imprudentemente nelle occasioni dì pericolo, senza temere le cadute, e soccombe 
miseramente: « Senza di Me non potete far nulla » dice Gesù. 

LA PASSIONE DELL'AMBIZIONE è un desiderio immoderato di elevarsi al di sopra 
degli altri, cercando onori che non si meritano. 

L'ambizioso pieno di queste false idee esige grandi riguardi, distinzioni e preferenze. 
Cerca l'onore per sè e non per Iddio. Si compiace degli onori in se stessi, senza farli 
servire al bene altrui, contrariamente all'ordine stabilito da Dio. Questa passione 
dell'ambizione spesso si incontra nel campo politico, civile, ed intellettuale. 

VANITA' è l'amore disordinato della stima altrui, un desiderio smodato d'onore e di 
lode anche quando sappiamo di non meritarli. Un disordine consiste nel voler essere 
stimati con la mira a sè, senza riferire questo onore a Dio, che pose in noi quanto è di 
buono o bello. Un vanitoso vuole esser stimato per cose vane che non meritano lode, 
come vestiti eleganti, nobiltà ecc. Si può essere vanitosi nella mensa, nel linguaggio per 
una maniera di parlare non comune. Ci può essere vanità nel trafficare i propri talenti 
quando invece di servire e procurare la gloria di Dio uno se ne serve per stabilire la 
propria; vanità nel portamento, che rivela affettazione e desiderio di comparire, vanità 
nel comparire in società, si ama frequentare la società dei più grandi e dei ricchi, si 
arrossisce dei rapporti coi piccoli e coi poveri; vanità nelle virtù; si è più preoccupati di 
farsi credere virtuosi che di esserlo veramente, si è assidui alla chiesa, ma senza pregare 
devotamente; si frequentano i sacramenti, ma senza frutto di fermo proposito di 
emendarsi e mutare vita. 

MILLANTERIA O IATTANZA: pecca di questi vizi chi ha l'abitudine di parlare di sè 
o di ciò che può tornare a proprio vantaggio, della propria famiglia, dei propri trionfi, 
con la mira di farsi stimare. 

La vanità in sé è peccato veniale, ma diventa grave quando fa contrarre debiti che non si 
potranno poi pagare o quando, con la moda, si cerca di eccitare in altri amore 
disordinato. 

G. Crux

VITA OLTRE LA MORTE



TESTIMONIANZA DELLA DOTTORESSA GLORIA POLO

IL LIBRO DELLA VITA

Fino ad ora, vi ho parlato dei dieci comandamenti. Dopo, il Signore ha aperto il Libro della
Vita. Che meraviglia! Vediamo la nostra vita, a partire dal momento della fecondazione.
Vorrei avere parole per poterlo descrivere! Vediamo tutta la nostra vita, ogni atto e le sue
conseguenze, in bene o in male, in noi e negli altri. I nostri pensieri e sentimenti e i pensieri
e sentimenti degli altri. Tutto come in un film. Comincia con la fecondazione e la mano di
Dio ci guida fino alla fine. 

Nel momento della fecondazione, c'è stata una scintilla di luce divina, una esplosione
bellissima, e si è formata l'anima, bianca, ma non come il bianco che noi conosciamo! Dico
bianco perché è il colore che più gli assomiglia. è di una bellezza meravigliosa che non è
possibile descrive con le parole. Quella bellezza, quella luce brillante è l'anima, luminosa,
radiante e piena di Amor di Dio. Un Amore di Dio impressionante. Non so se avete
prestato attenzione ai bebè, che molte volte ridono, ridono da soli, emettendo suoni e
balbuzie. Sapete, stanno parlando con Dio. Si, perché sono immersi nello Spirito Santo.
Anche  noi  siamo  immersi,  ma  con  la  differenza  che  loro  sono  ancora  innocenti  e
percepiscono la presenza di Dio.

Non potete immaginare come è stato bello vedere il momento in cui Dio mi ha creato, nel
ventre di mia madre. La mia era condotta dalle mani di Dio! Ho incontrato un Dio Padre
splendido, così meraviglioso, premuroso, dolce, affettuoso, che si è preso cura di me 24 ore
al giorno; che mi ha amato, mi ha protetto e, mi ha cercata quando mi allontanavo, e con
infinita pazienza. E pensare che io vedevo solo i castighi! Quando Egli è Amore, solo
Amore, non guarda la carne, ma l'anima, e mi guardava mentre io mi allontanavo dalla
salvezza. 

Sapete, mia madre era sposata da 7 anni e ancora non aveva avuto figli. Ma lei era molto
perturbata per le infedeltà di mio padre. Era molto preoccupata e angustiata. E  quando si
accorse di essere gravida e piangeva. 

Questa situazione ha provocato una angustia tale che mi ha marcato interiormente, per
tutta la vita. Per questo non mi sentivo amata da mia madre! Ma mia madre è sempre stata
molto affettuosa e buona verso di me,  mi ha dato affetto e amore, ma io non mi sentivo
amata e ho vissuto sempre con questo complesso. In questa situazione, solo i sacramenti
sono quelle grazie di Dio che ci guariscono. 

Quando sono stata battezzata dovevate vedere la grande festa avvenuta in Cielo! è un
bambinetto marcato in fronte (un giorno lo vedrete), è il segno di figlio di Dio. è come un
fuoco! Quel fuoco è segno che apparteniamo a Gesù Cristo. Ma ho visto nel Libro della
Vita come, ancora piccola, ho cominciato a soffrire le conseguenze del peccato di mio
padre, di infedeltà al matrimonio, e degli altri peccati suoi che cominciavo a conoscere,
come le menzogne, l'ubriachezza e le sofferenze che tutto questo provocava a mia madre.
Questo ha prodotto in me quei vizi e criteri di vita sbagliati, quei sentimenti negativi che
mi hanno segnato per tutta la vita.

Ringraziamento per la Tua Gloriosa Seconda Venuta



Oh Mio Gesù,  
ti offro la mia lode e il mio ringraziamento  
per la Tua Gloriosa Seconda Venuta. 
Tu, Mio Salvatore, sei nato per darmi la Vita Eterna e liberarmi dal peccato. 
Ti offro il mio Amore, i miei ringraziamenti e la mia adorazione  
e preparo la mia anima per la Tua Grande Venuta. 
Amen. 

Molte persone dichiarano di essere Cristiani, ma non Mi amano



Mia amata figlia diletta, ora che si é diffusa la Verità di ciò che deve avvenire, la conversione 
Mi fa seguito dovunque le Mie Preghiere per l‟umanità vengono recitate. Il Mio Piccolo Resto 
crescerà e si moltiplicherà, così come i Miei nemici. Dovunque vada il Mio Esercito, i nemici di 
quest‟Opera lo seguiranno, inesorabilmente, lottando, scalciando e sputando veleno; voi li 
riconoscerete dal male che si riversa dalle loro bocche, mentre riconoscerete i Miei dal modo in 
cui verranno vilipesi nel Mio Nome. 

Non dovete mai perdervi di coraggio di fronte all‟odio. Dovete capire chi è al lavoro in questi 
casi e non dargli credito, altrimenti voi non farete che rafforzarlo. L‟influenza del maligno sui 
figli di Dio, si manifesta ed è testimoniata dalle divisioni che separano le nazioni, dagli 
omicidi, dalle persecuzioni e dai tentativi fatti per cancellare il Cristianesimo. 

Molte persone dichiarano di essere Cristiani, ma non Mi amano. Esse Mi insultano e Mi 
causano grande vergogna. Esse giudicano gli altri duramente e non si sentono in colpa né 
provano rimorso quando calunniano gli altri, ma covano solo un ardente desiderio di 
fomentare l‟odio. Codardi, tutti coloro che si nascondono dietro un velo di pietà religiosa e 
hanno il coraggio di dichiarare se un altro essere umano è in grado di servire Me o no. Essi 
osano imporre agli altri quanto conoscono e ciò che ritengono significhi l‟essere Cristiani, 
mentre in realtà sono pieni di odio per Me. Voi non dovrete mai avere rapporti con nessun 
uomo che nutre odio nel suo cuore, quando dice che parla nel Nome Mio, ignoratelo e pregate 
per lui. Infatti, se Mi amate veramente, voi mostrerete compassione per tutti. Non giudicate 
gli altri, non calunniateli, non diffondete menzogne su di loro per poi osare dire che siete Miei. 
Lungi da Me! Presto arriverete innanzi a Me e vi sarà chiesto di spiegare le vostre azioni. 

Il Cristianesimo è l‟energia vitale che sostiene il mondo. Io Sono la Luce che divide la notte 
dal giorno e, senza di Me, sareste alle prese con il buio. Venite a Me come vi ho chiesto, o non 
venite per nulla. 

Il vostro Gesù 

5 Agosto 2014

lunedì 4 marzo 2019

LA SANTISSIMA VERGINE MARIA



LA VITA DEL CORPO È L’ANIMA E LA VITA DELL’ANIMA, DIO. LO SPIRITO SANTO ABITA NELLE ANIME E TRAMITE L’ANIMA ABITA NEL CORPO, AFFINCHÈ IL CORPO SIA TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO.

Figli, Lo Spirito Santo abita nell’uomo, ma l’uomo deve riservargli una buona accoglienza affinché rimanga in lui. Siate docili, così che possiate essere coraggiosi di fronte allo sgomento ed affinché siate saziati quando avrete sete di Dio.