giovedì 16 maggio 2019

Storia di famiglia del giovane Tobia



Tobia e Sara, personaggi biblici, hanno sofferto la presenza del demonio, ne sono usciti con la preghiera e l’aiuto di Dio. Prestano i nomi e offrono l’esempio ai nostri giovani che chiamiamo: Tobia e Sara(Tb 6,46ss). 

Non essendoci un caso uguale all’altro, ritengo opportuno raccontare un’esperienza, straordinaria per la sua gravità, per le sue particolari manifestazioni e per i dialoghi fra demonio ed esorcista.  
Il nonno di Tobia ha un figlio con una relazione extra coniugale. Il bambino viene posto in un Istituto. Più tardi, non avendo altri figli, lo va a prendere e lo riconosce suo figlio naturale, ma le relazioni in famiglia si ingarbugliarono. Il padre di Tobia non è bene accetto nel parentado e si incrina la buona armonia tra i parenti, Sembra scatti qui un meccanismo diabolico di fatture. Tra i parenti c’è qualche persona che conosce e pratica questa nefanda attività diabolica. 
Anche Tobia fin da bambino, secondo le affermazioni del demonio, è posseduto. Già prima del Battesimo il demonio è presente perché un parente gli ha fatto delle fatture. Tobia nell’adolescenza partecipa all’attività dell’azienda paterna e spesso ha dei durissimi contrasti con il padre, che a tutt’oggi li riconosce sproporzionati, inspiegabili per la sua giovane età.  
Arriva ad esprimergli nella rabbia una certa idea del suo subcosciente: “Tu non avrai vita lunga e quando morirai mi lascerai l’attività piena di debiti”. E così accade: la morte del padre avviene in modo misterioso e prematuramente. Tobia si trova fra moltissimi debiti”.   
La fattura più pesante è stata fatta proprio al padre di Tobia. Aveva la proprietà di un palazzo in centro città. Gli azionisti della Banca di altra città, un gruppo di massoni satanici, vogliono avere la proprietà a tutti i costi di quel palazzo al centro della città per aprire una agenzia della loro Banca.  
Il papà di Tobia, proprietario, non è disposto a cederlo. 
Gli arrivano minacce pesanti. Nei giorni precedenti alla morte confida alla figlia la sua paura per le minacce avute da parte di satanici. Questa ci ride sopra come cosa da Medio Evo, non crede a queste cose. Consiglia il papà a non pensarci proprio, a non prestarci fede. Qualche giorno dopo papà torna a manifestare la sua preoccupazione e parla proprio di fattura dei satanici, ma la figlia non ci dà peso.  
Dopo alcuni giorni il padre muore in un modo strano, misterioso. Il figlio Tobia non sa come ciò sia avvenuto. La figlia allora ricorda le parole del papà e la preoccupazione per la sua vita, manifestate alcuni giorni prima della morte. 
Il palazzo al centro della città viene ereditato dai figli e in esso vi abita Tobia con la mamma. I satanici tornano all’attacco per acquistarlo, ma il figlio Tobia non intende cederlo per non dare loro soddisfazione, e perché non ci vede chiaro, teme di essere raggirato e preferisce affittarlo. Riceve larichiesta e la minaccia di un intermediario: gli è rimasta impressa come una visione misteriosa.   
Tobia ad un dato momento ha un sogno: vede tre croci di tre dimensioni diverse, una più piccola, una media e una più grande, ma i tronchi hanno identico spessore. Vicino vede un frate che piange, versa lacrime di sangue.  
Ma è più di un sogno, gli rimane impresso come si tratti di una visione. Essendo lui poco religioso, non riconosce il frate, non aveva mai sentito parlare di P. Pio. Solo in seguito, vedendo la foto in una rivista, riconosce che in quel sogno era P. Pio a piangere lacrime di sangue.  
Pur accettando col beneficio di inventario il valore dei sogni, c’è qui più di un semplice sogno: il volto di un frate che non conosceva e riconoscerà più tardi in P. Pio. Ci sono tre croci che sottolineano le dolorose fatture (sono di eguale spessore). Si può ipotizzare la 1° sul nonno di Tobia, e lui ancor bambino, la 2° sul padre di Tobia adulto, la 3° su Tobia erede della proprietà. Le lacrime di P. Pio fanno prevedere e temere che le croci, le fatture possano essere molto dolorose. 
Tobia è un giovane intelligente, pieno di vita, di attività sportive e ricreative con tanta voglia di fare nella professione. In poco tempo è ridotto a vivere in una carrozzina. In seguito a questi fatti la sua vita cambia completamente, con il suo calvario inizia il suo ritorno alla fede e vita cristiana.  

FRATELLO ESORCISTA 

Ave, Maria,



Ave, Maria, esultante nello spirito per l'amore fedele di Dio: prega il tuo Figlio perché sentiamo che Dio è attivo nella storia dell'uomo.


Io Sto venendo prima di tutto, per coloro i quali sono i meno meritevoli della Mia Misericordia



Mia amatissima figlia, Io Sono il Protettore di tutti i figli di Dio, ognuno di voi, indipendentemente dal sesso, dall‟età o dal credo. Io Sono il Protettore della Mia Chiesa sulla terra e nessun uomo prevarrà contro di essa. Essa rimarrà intatta, sebbene molti Mi abbandoneranno. 

Coloro che Mi abbandoneranno, cambieranno la Parola di Dio; essi non possono dire di appartenere alla Mia Chiesa, poiché Io non posso proteggere una chiesa che non dice la Verità. La vera prova della vostra fede è iniziata e, presto, sarete talmente confusi che non saprete da che parte girarvi. State sicuri, poiché sebbene Io Sia misericordioso, non rimarrò fermo e non permetterò ai traditori di dissacrare il Mio Corpo. Essi potranno soltanto andarsene molto lontano, prima che la forza tonante della Mano Dio venga percepita. 

Dovete concentrarvi su di Me ed accettare il fatto che la Tribolazione si sia intensificata, e che si dovrà assistere a tutte le cose predette. Solo quando le profezie, rivelate al mondo fin dal Principio, diverranno evidenti, l‟uomo comprenderà pienamente che il Mio Tempo è quasi su di lui. Non dovete mai aver paura di Me, poiché il Mio Amore e la Mia Misericordia sono abbondanti. Abbiate timore solamente di coloro che non vengono da Me, poiché è lo spirito del male che li spinge a compiere delle cose terribili. Solo attraverso la preghiera, voi li potete aiutare a far ammenda dei loro peccati, e tramite questo gesto così generoso, disperdere il fumo di Satana. I suoi fumi avvolgono il mondo, in questo momento, ma essere capaci di riconoscere la sua presenza, è più difficile di quanto possiate immaginare. 
La sua influenza si cela sempre dietro un‟apparente interessamento fatto di gesti umanitari e si mostra nel modo più inaspettato, per quanto sempre rispettoso. L‟uomo che é stato benedetto attraverso il Dono del discernimento comprenderà come opera Satana. Egli riconoscerà le sue opere, indipendentemente da quanto siano state attentamente camuffate, per essere presentate ad un mondo, ormai cieco alla Verità. 

Presto, la Mia Voce risveglierà nel cuore degli uomini, la loro spiritualità, la percezione di ciò che essi sono, la comprensione di Colui al quale essi appartengono ed infine, la consapevolezza della Vita Eterna che Io concederò loro. Sappiate che quando questo risveglio inizierà, il Potere di Dio verrà percepito, mentre la Giustizia Divina sorgerà dalle ceneri ed un raggio di Luce riporterà la vita in un terreno sterile, inariditosi a causa del maligno. Quando giungerà quel giorno, la Mia Voce verrà udita e molti ne saranno sconvolti. 
Apparirà improvvisamente come un tuono, ed ogni uomo giusto si piegherà in ginocchio, lodando Dio. Io Sto venendo prima di tutto, per coloro i quali sono i meno meritevoli della Mia Misericordia. Costoro dovrebbero essere gli ultimi, a causa del modo in cui Mi hanno trattato, ma nonostante questo, essi. verranno accolti per primi nel Mio Regno. I giusti invece verranno per ultimi mentre i malvagi verranno allontanati. 

Non sarà lasciato nulla di intentato, fino all‟ultimo secondo, ed a coloro che grideranno per ottenere la Mia Misericordia, verrà loro concessa. Coloro che Mi malediranno, verranno a loro volta maledetti. 

Il vostro Gesù 

12 Ottobre 2014



mercoledì 15 maggio 2019

AVVISI DALL'ALTRO MONDO SULLA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO



Bonaventura Meyer


L’insuccesso dell’esorcismo è una caratteristica negativa? 

a) Se non si tratta di una vera possessione, il successo non si verificherà. Casi simili possono anzi diventare ancora peggiori. 

b) Ci sono casi di possessione, che hanno un compito speciale, per esempio la purificazione dì una persona, che si trova nel peccato, o il castigo per una vita peccaminosa. Questo è specialmente il caso, quando persone si sono date al diavolo. Casi simili durano generalmente a lungo e richiedono un impegno penoso dell'esorcista, non sono però senza speranza, specialmente se la persona ha buona volontà (Magda dal Padre Rodewyk).20 

c) Una forma speciale di possessione è la cosiddetta possessione espiatoria. Tali persone non hanno nessuna colpa personale. Esse possono per esempio essere state maledette. Non è negabile, che benedizione e maledizione possano diventare efficaci. In questi casi rimarrà di solito un mistero, perché una maledizione diventa efficace in questo o in un altro caso, in altri casi no. 
Se molti danno il loro consenso di soffrire per altri, ciò può avvenire anche in forma di possessione. La possessione è una sofferenza terribile. La storia dimostra che possessi, che hanno sofferto tanto, non vivono a lungo (ragazzi di Illfurt). Ci sono possessi, che soffrono per l’umanità, per la Chiesa, o per certi gruppi di persone, per esempio per i sacerdoti. 

d) Se per esempio si pensa al caso di Nicolao Wolf von Rippertschwand21, o al caso Altötting22, bisogna tener presente, che questi casi hanno un compito speciale per la Chiesa, non soltanto per le loro sofferenze, ma anche per le loro testimonianze. Lo stesso si può dire del caso «Avvisi dall’altro mondo», come pure del caso Klingenberg.23 Le testimonianze di questi casi devono essere una prova ed un aiuto per la Chiesa proprio nei tempi difficili odierni della Chiesa. 

Questi casi di possessione si ostinano contro l’esorcismo, finché il loro compito sia compiuto. Nel caso Klingenberg la sofferenza andò fino alla forma equivalente con Cristo, e con la morte sulla croce. Anneliese è morta di fame e di sete. 

«Avvisi» dice sul caso Klingenberg: «Dio ha provato duramente questa famiglia e tutti gli implicati, ed Egli ha assunto questa povera anima sofferente, affinché la sua vita lamentevole, la sua vita cosi dura termini, e che essa possa godere la beatitudine eterna». I demoni hanno ammesso in «Avvisi»: «Anche se non è stata assunta subito nell’eterna beatitudine (l’Anneliese), molto in alto è arrivata» (10 giugno 1977). 

La morte di Anneliese era una volontà di Dio, non un insuccesso dell’esorcismo. 

Che cosa è dunque ora la possessione? 

Nella possessione satana non prende possesso dell’anima di un uomo, come avviene per il peccato grave (peccato mortale), ma prende possesso del corpo e delle capacità mentali, cosicché la persona possessa non può più disporre liberamente del proprio corpo, delle forze dell’intelletto e di volontà. Un altro (il diavolo o i diavoli) si è impadronito della forza. La persona possessa non può opporsi efficacemente contro ciò, che i demoni vogliono fare per mezzo di lei. Con ciò la nozione intima e la volontà possono senz'altro opporsi contro tutto il male, al quale i demoni vogliono costringerla. In questo caso la persona in questione non ha nessuna colpa. 

Ancor meno si può parlare di colpa, se nella cosiddetta crisi la persona in questione non sa assolutamente niente dopo. Così per esempio i ragazzi di Illfurt, che dopo non seppero niente del tempo della possessione. 

Maggiormente nei casi di possessione espiatoria si tratta della cosiddetta "possessione lucida”, cioè la persona posseduta sa completamente o in parte tutto quello che fa e che dice. Si tratta dunque di una sofferenza specialmente dura, che viene subìta in piena coscienza. 

(Padre Arnold Renz, SDS) 

PADRE PIO E IL DIAVOLO



Gabriele Amorth racconta... 


Anche a Sant'Anna, a Foggia, l'avversario dette fondo al suo repertorio. Diverse dichiarazioni fatte in seguito dai religiosi che vivevano nel convento in quel periodo concordano su un fatto: gli assalti, rumorosi e violenti, avvenivano sempre all'ora di cena; e naturalmente creavano non poco sconcerto e curiosità. Alcuni confratelli andarono a lamentarsi con i superiori, e il Padre Provinciale, Benedetto da San Marco in Lamis, che era anche direttore spirituale di Padre Pio, gli espresse il desiderio che facesse cessare quei rumori. Non sappiamo perché, ma venne trascritto il breve dialogo che ci fu fra di loro. 
«Dunque, mio caro figliolo, è necessario che questi rumori cessino una buona volta. Qui cè una comunità religiosa, dove non solo vi sono degli anziani che non sentono tanto timore per quello che avviene, ma c’è pure qualche frate giovane che si spaventa e vive in uno stato di grande nervosismo. Poi ci sono i frati che passano di qui, specialmente ora che la guerra imperversa, e tu capirai bene che non si fermerebbero volentieri pur essendovi costretti dalla dura necessità.» 
«Ma, molto reverendo padre, vostra paternità sa benissimo che io non ho colpa e non c’entro affatto in quello che avviene! E la volontà del Signore che permette questo!» 
«Capisco bene che tu non c’entri, però tu puoi, anzi devi, pregare il Signore che egli compia la sua volontà sopra di te come vuole, però devi dire al Signore che io, come superiore, per bene superiore di questa comunità, desidero essere accontentato almeno in questo, che i rumori non vi debbano più essere.» 
«Farò la santa obbedienza, e speriamo che il Signore ascolti la mia povera preghiera.» 
La preghiera fu esaudita, e il baccano che tanto scompiglio creava nei frati ebbe termine. 
Non la curiosità; perché, gli assalti anche se silenziosi, e sempre all’ora di cena, continuavano. Non mancavano dei frati, fra i più anziani, che volevano verificare la realtà di quelle lotte, e si fermavano talvolta nella cella di Padre Pio, in sua compagnia. Padre Paolino da Casacalenda, allora guardiano del convento di San Giovanni Rotondo, in quel periodo compì una visita a Foggia e ne ha lasciato una testimonianza: «Mi recai nella stanza di Padre Pio e, facendo lo spiritoso, dissi al padre che giacché mi trovavo presso di lui sarei rimasto allora della cena nella sua stanza per vedere se il diavolo aveva il coraggio di venire in mia presenza. Padre Pio sorridendo mi sconsigliò dicendo che aveva molta speranza che il fatto non avvenisse quella sera. Io però tenni duro e rimasi. A un certo punto gli dissi: “Vedi? 
Finora niente è avvenuto, ma non andrò a cena se prima i confratelli non escono dal refettorio”. E così fu. Mi avviai verso il refettorio, non l’avessi mai fatto! Non appena discesi il primo scalino udii immediatamente un tonfo formidabile che, essendo la prima volta per me, mi scosse da capo a piedi. Come un bolide raggiunsi la stanza del padre, pieno di rammarico perché non mi sarei aspettato un colpo così improvviso e rimasi veramente male nel trovarlo pallidissimo come sempre accadeva. Mi accorsi che il sudore era abbondantissimo e che tutto corrispondeva a quello che mi era stato detto. Satana era passato di lì». 

MARCO TOSATTI 

Per la famiglia



Il Signore risana i cuori affranti e fascia le loro ferite (Sal 147,3).


Signore Gesù,
la tua forza redentiva
e l’azione salvifica della Chiesa
aiutino la famiglia (questa famiglia)
a realizzare il tuo disegno d’amore.
Rendila disponibile ad accettare la tua croce 
mediante la Grazia pasquale.
Fa’ che nei momenti più difficili 
ricorra alla tua Parola
per comprendere ciò che deve fare
e aprire il cuore alla preghiera.
Si lasci guarire dal tuo Sangue prezioso,
nell’Eucaristia e nel perdono.
Rendi feconda ogni ricerca
e ogni desiderio di amore e di fedeltà. Amen.


"Le nazioni senza Dio saranno il flagello che punirà l'umanità".



"Figlia Mia, ascolta bene ciò che ti dico.
Non preoccuparti.
Ti ho scelta come Mio strumento.
Non vedi?
Non vuoi ascoltarmi?
Scrivi ciò che ti dico e divulgalo.
Le nazioni senza Dio saranno il flagello che punirà gli uomini.
L'umanità dovrà convertirsi attraverso le preghiere e i Miei divini Sacramenti: Sante Messe di espiazione, confessioni e rosari.
Sono state fatte troppe offese e ci sono troppi massoni"
"Ti amo e ti benedico".


suor Anna Alì  27 settembre 1987

PREGARE CON MARIA




Una preghiera di adorazione: “ L'anima mia magnifica il Signore.. ” (Lc 1,47). La Vergine del Magnificat è testimone della fede nel Dio vero: il Dio della tenerezza e della misericordia. Come ieri Mosè, oggi Maria parla, agisce “ come se vedesse l'invisibile ” (Eb 11,27). E la sua preghiera è un canto.
Un canto di gioia e di azione di grazie... così bello che la liturgia delle Ore lo riprende le sera ai Vespri, da secoli. D'altra parte, non molto tempo fa, molte parrocchie usavano cantare il Magnificat alla fine della Messa solenne la domenica.
“ Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore... (Lc 1,47). Questa esuberanza di allegrezza è la gioia di una donna povera amata da Dio: “ Perché ha guardato l'umiltà della sua serva... ”. Questa azione di grazie personale Maria l'estende a tutto il popolo dei poveri: “ Tutte le generazioni mi chiameranno beata... ”. Il Signore “ ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili... ” (Lc 1,48‑52).
E soprattutto la gioia di una mamma appagata: “ Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente... ” (Lc 1,49). Inaudite. Infinitamente più grandi di quelle che aveva compiute, in passato, per la liberazione d'Israele in Egitto o con la sua alleanza sul monte Sinai. Oggi il Signore viene in persona: “ Il Verbo si è fatto carne. Si chiama Gesù. Gesù, in ebraico, significa: Ihah è Salvatore. Questo dà una nuova profondità al versetto 47. René Laurentin nota in proposito: “ “L'anima mia magnifica il Signore mio salvatore”, canta Maria nel Magnificat. Queste parole si riferiscono alla fede in Dio che salva e a Gesù salvatore, motivo di questa azione di grazie. Si potrebbe tradurre “in Deo Jesu meo”, come la volgata in Ab 3,18 ” (Les Evangiles de l'enfance du Christ, p. 209).
Questa gioia stupita per ciò che Dio ha compiuto per lei si dispiega in Maria nel “ Sì ” che riceve tutto da Dio e gli dà tutto: il tutto dell'“ umile serva ” (Lc 1,48). Non è forse questo il “ sì ” più vero, più perfetto, più libero dell'intera storia? Il più responsabile, cioè il più impegnato? Il Magnificat di Maria, infatti, non è soltanto adorazione e lode, ma azione, coraggio, speranza. Ed anche lotta per la liberazione dei poveri.
Quale liberazione?
Dire che il Magnificat è un canto di azione di grazie è riconoscergli una portata eucaristica: con chiarezza questo traspare quando vi si legge che gli affamati sono stati ricolmati di beni e i ricchi sono stati rimandati a mani vuote.
Ammessi alla tavola del Magnificat in cui la fraternità cessa di essere parola vana, la razza dei poveri, questa umanità nuova, mangia e si trova saziata.
Nella sua lode al Signore essa comprende che la fraternità, la riconoscenza, la forza di liberazione, la conversione e il perdono le sono donati, a questa tavola, come pane quotidiano (Mons. A. Sanon, vescovo di Bobo‑Diulasso, Burkina‑Faso al “Simposio internazionale del Congresso Eucaristico”, Tolosa 1981).
e canto di liberazione ...
Maria proclama, nella sua realtà, l'evento del mistero della salvezza, la venuta del “ Messia dei poveri ”. Attingendo dal cuore di Maria, dalla profondità della sua fede, espressa nella parola del Magnificat, la Chiesa rinnova sempre meglio in sé la consapevolezza che non si può separare la verità su Dio che salva, su Dio che è fonte di ogni dono, dalla manifestazione del suo amore di preferenza per i poveri e gli umili, che, cantato nel Magnificat, si trova poi espresso nelle parole e nelle opere di Gesù ” (Giovanni Paolo II, Enciclica Redemptoris Mater, 25 marzo 1987).
La seconda parte del Magnificat può far tremare i potenti di questo mondo: “ Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi, ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati... ” (Lc 1,51‑53).
In trasparenza è facilmente visibile un primo annuncio del discorso della Montagna. C'è tutto: i poveri, gli umili di cuore, gli affamati... la felicità: “ Beati!... Beati!... ”. Ma c'è anche la minaccia: “ Guai ai sazi, a coloro che godono delle proprie sicurezze, che sono tra i potenti e i ricchi ”.
Si può, a questo punto, comprendere la collera di Charles Maurras1 e di tanti altri nei confronti di questo canto, ch'egli chiamava “ la Marsigliese dei poveri ”, rallegrandosi che il popolo cristiano lo cantasse in latino e fosse, perciò, poco in grado di coglierne “ il veleno rivoluzionario ”.
Una recente istruzione della Congregazione per la dottrina della fede felicemente ricorda che Maria faceva parte di quei poveri di Ihwh che vivevano nella speranza della liberazione d'Israele: “ Personificando questa speranza, Maria supera la soglia dell'Antico Testamento. Ella annuncia con gioia l'evento messianico e loda il Signore che si prepara a liberare il suo Popolo. Nel suo inno di lode alla divina misericordia, l'umile Vergine, a cui spontanemente e con tanta fiducia si rivolge il popolo dei poveri, canta il mistero della salvezza e la sua forza trasformante. Il senso della fede, così vivo tra i piccoli, sa riconoscere tutta la ricchezza soteriologica ed etica del Magnificat ” (Istruzione su libertà cristiana e liberazione, n. 48).
Soteriologica: che riguarda la salvezza e la redenzione; etica: che è in rapporto con la morale. Più semplicemente, Maria, che si è nutrita dell'Antico Testamento, sa riconoscere il vero Dio: colui che ama i poveri, che vuole salvarli tutti, liberarli... e che chiama ogni credente ad agire come Mosè: “ Ora va', Io ti mando... ” (Es 3,10). E la chiamata ad una liberazione totale, radicale dall'infelicità, dall'ingiustizia, dal peccato personale e collettivo: “ Beata colei che ha creduto... (Lc 1,45). Al saluto di Elisabetta, la Madre di Dio risponde lasciando traboccare il suo cuore nel canto del Magnificat. Ella ci indica che è per la fede e nella fede che, seguendo il suo esempio, il Popolo di Dio diventa capace di esprimere con le parole e di tradurre nella propria vita il mistero del disegno di salvezza e le sue dimensioni liberatrici sul piano dell'esistenza individuale e sociale. E, infatti, alla luce della fede che si percepisce come la storia della salvezza sia la storia della liberazione dal male sotto la sua forma più radicale, e l'introduzione dell'umanità nella vera libertà dei figli di Dio. Totalmente dipendente da Dio e completamente orientata verso di lui mediante lo slancio della sua fede, Maria è, accanto a suo Figlio, l'icona più perfetta della libertà e della liberazione dell'umanità e del cosmo. E verso di lei che la Chiesa, di cui è la Madre e il modello, deve guardare per comprendere, nella sua integralità, il senso della missione ” (op. cit., n. 97).
Questa missione, Maria l'esprime con franchezza e coraggio. Ella la compie attraverso tutta la propria vita fino all'estremo dell'amore.


JEAN‑MARIE SÉGALEN

LA VITA DELLA MADONNA



Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick


 Visioni sulla storia della Concezione di Maria Santissima 

Mentre dormivo fui trasportata in luoghi lontanissimi e in epoche diverse, dove ho veduto celebrare la solennità della Concezione della Santa Vergine. Ad Efeso vidi la celebrazione di questa solennità nella casa della Madre di Dio, la casa mi apparve in forma di tempio e dietro vidi la seconda Via della Passione eretta da Maria. La prima Via Crucis fu segnata a Gerusalemme con le lacrime della Madonna sulle orme insanguinate di suo Figlio, la terza poi a Roma. Molto tempo prima che si staccassero dalla Chiesa cattolica, vidi i Greci che celebravano già la Concezione di Maria. Mi apparve un Santo (forse Sabas) il quale aveva veduto la Santa Vergine sul globo terrestre mentre schiacciava la testa del serpente. Da allora egli comprese che la Madre di Dio era stata concepita Immacolata, cioè non toccata dall'alito del serpente. In questo contesto vidi anche che una chiesa dei Greci, o un vescovo, non voleva accettare la festa dell'Immacolata Concezione. Allora l'immagine dell'Immacolata si presentò a loro attraversando il mare, entrò nella chiesa e si collocò sull'altare maggiore. Subito dopo quell'evento miracoloso, la festa fu accettata e celebrata. Allo stesso posto dove era apparsa l'Immacolata Concezione fu appeso un dipinto meraviglioso di San Luca, raffigurante in grandezza naturale la Santa Vergine biancovestita e con un velo dello stesso colore, che corrispondeva all'abbigliamento effettivamente usato nella sua vita. Io credo che quel dipinto fosse un dono di Roma e sostituì in quella chiesa un altro di Maria Santissima a mezzo busto. In Inghilterra vidi introdurre e celebrare la festa dell'Immacolata Concezione fin dai tempi più antichi. 
Alla festa di San Nicolò ebbi una visione in cui un prete inglese che si trovava su un vascello in alto mare correva il serio pericolo di annegare nei marosi. Mentre tutti i marinai invocavano soccorso alla Madre Divina, vidi apparire nell'aria la figura del vescovo Nicolò di Myra inviato dalla Madonna che, librandosi sulle onde agitate, s'avvicinò al vascello ed offrì al prete inglese la salvezza a condizione che egli introducesse in Inghilterra la celebrazione della Concezione dell'Immacolata. Quando il prete domandò quali preghiere si dovessero elevare, il Santo gli rispose: "Le stesse che si usano in occasione del parto di Maria". Dopo che la festa fu istituita si suppose che il sacerdote sul vascello in pericolo fosse stato un certo Anselmo. Vidi la solennità introdotta anche in Francia e San Bernardo opporsi con i suoi scritti perché la festa non era stata ufficializzata da Roma 





SUPREMO APPELLO



... Mi avete tutti dilaniato, o figli, ciascuno per la sua parte, quelli che hanno colpito e quelli che non hanno impedito i colpi, quelli che hanno provocato l'ira mia e quelli che non l'hanno placata, quelli che hanno peccato per eccesso di attività e di proselitismo e quelli che si sono accantonati in un quieto vivere disinteressandosi delle lotte presenti. « Sono io forse responsabile di mio fratello? » mi dicono costoro tacitamente, come Caino, e come Caini li tratterò. Sì, siete tutti custodi l'uno dell'altro, ché in società vi ho costituiti, Io che a fianco vi ho posto un Angelo, ad uno ad uno, e i miei Angeli pongo a custodia dei popoli e delle Nazioni. Non potete sottrarvi all'ordine armonico disposto da Me, quell'ordine che voglio adesso ristabilire tra voi, metterne una più larga impronta nelle vostre concezioni e nelle vostre relazioni vicendevoli ...

Ave, Maria,




Ave, Maria, che canti all'Onnipotente il tuo inno di gioia: prega il tuo Figlio perché tutto nella nostra vita si trasformi in un canto di lode.


Un falso ingannerà un altro falso, ma i Miei Devoti saranno protetti.



Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace, a Londra / Inghilterra, trasmesso il 14/05/2019

Cari figli, aprite i vostri cuori e accettate la Volontà di Dio per le vostre vite. Il Signore vi ama e vi aspetta. Non tiratevi indietro. Quello che dovete fare, non lasciatelo per il domani. Siate fedeli a Mio Figlio Gesù. Fuggite da tutto quello che è falso. State attenti per non essere ingannati. La verità del Mio Gesù è mantenuta integra solo nella Chiesa Cattolica. Fu per la Sua Chiesa che Mio Figlio Gesù morì sulla croce per salvarvi. Piegate le vostre ginocchia in preghiera. Il seme del male si è diffuso per tutta la Terra e i Miei poveri figli camminano come ciechi che guidano altri ciechi. Soffro per quello che viene per voi. Conosco ciascuno di voi per nome e vi chiedo di non allontanarvi da Mio Figlio Gesù. Fatevi coraggio e testimoniate con gioia la vostra fede. Il silenzio dei giusti fortifica i nemici di Dio. Qualunque cosa accada, rimanete sempre con Gesù. In Lui è la vostra vera liberazione e salvezza. Tempi difficili verranno per gli uomini e le donne di fede, ma il Signore agirà in favore dei giusti. Un falso ingannerà un altro falso, ma i Miei Devoti saranno protetti. Avanti nella difesa della verità. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

martedì 14 maggio 2019

La Santa Messa



Gesù mi chiese di rimanere con Lui qualche minuto in più, dopo terminata la messa. Disse:

«Non andate via di corsa dopo terminata la Messa, rimanete un momento in Mia Compagnia, traetene profitto e lasciate che anche Io possa trarre profitto dalla vostra compagnia...»

TESTIMONIANZA DI CATALINA RIVAS

Quanto grande è l'amore che ha per noi la nostra madre Maria



LE GLORIE DI MARIA 

Come si narra nelle Cronache dell'Ordine, era gravemente malato il domenicano Leonardo, il quale si raccomandava duecento volte al giorno alla Madre di misericordia. 
Un giorno vide accanto a sé una bellissima regina che gli chiese: « Leonardo, vuoi morire e venire presso mio Figlio e presso di me? ». Il religioso rispose: « E tu chi sei? ». « Io sono, riprese la Vergine, la madre delle misericordie: tu mi hai invocata tante volte. Eccomi, sono venuta a prenderti. 
Andiamo in paradiso ». Quel giorno stesso Leonardo morì e noi confidiamo che abbia seguito Maria nel regno dei beati Maria dolcissima, beato chi ti ama! Il venerabile Giovanni Berchmans della Compagnia di Gesù diceva: « Se io amo Maria, sono sicuro della perseveranza e otterrò da Dio tutto quello che voglio ». Perciò il pio giovane non si stancava mai di rinnovare il suo proposito e di ripetere spesso tra sé: « Io voglio amare Maria, io voglio amare Maria» La buona Madre supera in amore tutti i suoi figli. Per quanto essi possano amarla, « Maria amerà sempre più di quanto sia amata », dice sant'Ignazio martire. L'amino quanto l'amava san Stanislao Kostka. La sua tenerezza per questa cara madre era tale che chiunque l'udiva parlare di lei si sentiva spinto ad amarla. 
Aveva inventato nuove parole e nuovi titoli per onorare il suo nome; non cominciava nessuna azione senza rivolgersi a una sua immagine chiedendo la sua benedizione. Quando recitava l'ufficio, il rosario o altre preghiere in suo onore, le diceva con tale slancio, con tale espressione, come se parlasse faccia a faccia con Maria. Quando sentiva cantare la Salve Regina, il suo cuore s'infiammava e il suo volto splendeva di luce. 

di  S. Alfonso M. de Liguori 
 

Ti rendo grazie, o Signore santo, Padre Onnipotente, eterno Dio,



Ti rendo grazie, o Signore santo,
Padre Onnipotente, eterno Dio,
che non certo per i miei meriti,
ma per solo la tua misericordia
ti sei degnato di saziare,
col prezioso Corpo del Figlio tuo,
me peccatore, indegno tuo servo.
Ti prego che questa santa comunione
sia per me armatura di fede e scudo di buona volontà.
Sia liberazione dei miei vizi,
aumento di carità, di pazienza, di umiltà,
di obbedienza, di tutte le virtù,
sicura difesa contro le insidie dei miei nemici
tanto visibili quanto invisibili,
assoluta tranquillità delle passioni carnali e spirituali,
perfetto abbandono in te, unico e vero Dio,
felice compimento del mio fine.
E ti prego affinché ti degni di condurre me peccatore
a quell’ineffabile convito
dove tu col Figlio tuo e con lo Spirito Santo
sei luce vera, sazietà piena, gaudio eterno,
gioia completa, felicità perfetta.

(San Tommaso d’Aquino)

Dio Padre: La terra verrà purificata, così come i Miei figli verranno ripuliti da tutte le iniquità



Mia carissima figlia, molti cambiamenti avverranno, mentre il tempo per la Seconda Venuta del Mio amato Figlio Gesù Cristo, si avvicina. 

Non abbiate paura, figli Miei, poiché queste cose devono avvenire, perché i Miei figli siano purificati, e si rallegrino, quando verrà il Giorno in cui il mondo senza fine, avrà inizio. Le Mie Promesse vengono sempre mantenute e tutto finirà bene. 

Desidero che imploriate la Misericordia, per ogni singola anima vivente al mondo, affinché il genere umano possa unirsi, come una cosa sola, ai Miei Occhi. Presto, l‟odio, il male e le ingiustizie del mondo, giungeranno ad una brusca fine e la Luce del Mio Regno risplenderà su di voi. La pace regnerà e l‟amore riempirà la terra, mentre il Nuovo Paradiso si rivelerà in tutto il suo splendore. La Mia Giustizia sradicherà tutto il male, e coloro che si stringeranno intorno al diavolo, nonostante il Mio Intervento, saranno spazzati via. Allora, non verranno più versate lacrime e la parte finale del Mio Patto, sarà conclusa. 

Levatevi, figli Miei, innalzate i vostri cuori con speranza e fede. Io interverrò in molti modi, al fine d‟impedire che le azioni malvagie, i tradimenti ingannevoli e l‟eresia vi distruggano. Il Mio Tempo è giunto ed i Miei nemici saranno abbattuti, mentre Io lotterò per ristabilire ogni cosa nel suo giusto ordine, così che tutto sia pronto. La terra verrà purificata, così come i Miei figli verranno ripuliti da tutte le iniquità ed Io innalzerò i miti, gli umili e coloro i quali possiedono dei cuori teneri, affinché prendano il loro posto nei Nuovi Cielo e Terra. 

Non perdete mai la speranza, poiché tutto il Potere è Mio. Venite a Me, Miei piccoli cari, e traete conforto dal Mio Amore incondizionato per voi. Abbiate fede in Me e tutta la gloria sarà vostra. 

Il vostro amato Padre 

Dio Altissimo 

12 Ottobre 2014

SE MI APRI LA PORTA...



LA VIA D'AMORE


Non esigo grandi cose

«Più progressi farai nella scuola dell'amore, più troverai noia e nausea per tutto il resto. L'amore per Me comprende ogni felicità desiderabile.
Non v'è anima sinceramente ansiosa di gioia pura, che non trovi nel mio Cuore tutte le soddisfazioni immaginabili. L'anima si sazia proprio di Me e nel mio amore trova un Paradiso anticipato.

Anela anche tu a questo cibo preparato perle anime che, disprezzando tutti gli affetti soltanto terreni, non vogliono altri che Me. Esse trovano il loro riposo, sollievo e speranza in Me solo. 
Inèbriati di questo vino, saziati di questo cibo ristoratore e non sarai più prigioniera delle cose transitorie di questa terra. Nutrita così sostanziosamente, potrai camminare nella vita senza timore, senza preoccupazioni e agitazioni, senza alcun pensiero riguardante il tuo povero essere. Non è questa la vita che tu desideri per rimanere tranquilla e calma?

Da te non esigo grandi cose; non ti chiedo che questo: l'amore per me portato fino al grado a cui può giungere il tuo cuore. Mi contènto di questo.
Sforzati sempre di pensare a Me, e sempre prendere in bene quello che dispongo, di essere insomma contenta di come ti tratto. Tendi a quello stato di eroismo dei santi, che ritenevano terra e fumo quello che non era il mio amore e le opere compiute per mio amore.
Neppure pretendo da te austerità speciali, ma voglio quell'amore forte e generoso che supera ogni ostacolo e accetta ogni patimento, e che ti forma alla scuola del Calvario, per la sua intensità e le sue esigenze.
L'amore non ha limiti. Le mortificazioni corporali hanno invece una misura e non tutti hanno la forza di esercitarle. L'amore non ha bisogno di tanti ammaestramenti, ha la sua sapienza infusa nel cuore ed è molto ingegnoso. L'amore, ben fondato nell'umiltà, si slancia e corre gioiosamente, vola intrepido sopra le difficoltà.
Ama tanto il tuo Gesù e lasciati guidare da Lui con tutta semplicità. L'amore vero per Me è come un liquido che si estende sulla superficie dove è versato, copre, imbeve e si fa padrone: senza rumore, senza precipitazioni e contrasti. L'Amore di Dio, trovato il suo elemento, poco per volta lo trasforma.

DON RENZO DEL FANTE 

LE SETTE ARMI SPIRITUALI



La sesta arma 

La sesta arma è la memoria delle beatitudini del paradiso. Esse sono preparate per quelli che combattono legittimamente senza curare i vani piaceri della vita terrena, perché è impossibile godere i beni presenti e quelli futuri, come dice il sacratissimo dottore Sant'Agostino. Perciò siate contente, dilettissime sorelle, di non sperimentare alcun diletto mondano e non vi pesi la fatica di rinnegare la vostra volontà; ricordatevi del nostro Patriarca San Francesco, che riteneva il potere di vincere noi stessi il dono maggiore di Dio ai suoi servi di questo mondo, e diceva:  

L'è tanto el ben che aspetto 

che ogne pena m'è diletto 

per spiegare perché si gloriava di patire, nella memoria dei beni eterni.  

E sui doni celesti preparati per voi, carissime sorelle, vi narrerò un fatto accaduto nel nostro monastero.  

Poco dopo che io vi fui entrata, giunse anche una giovinetta, che, dopo qualche tempo, si pentì di avere abbandonato le vie del mondo e, col proponimento di lasciare la vita religiosa, andò a confessarsi.  

- Figliola - le disse stupefatto il confessore - guarda a ciò che fai perché, se bene intendo, proprio stanotte, per te, ho avuto una visione che mi ha molto meravigliato, non sapendo cosa volesse dire o significare. -  

E lei: - Vi prego, ditemela!-  

E il confessore:- Sono stato condotto a una bellissima festa, dove erano innumerevoli giovani donne: tutte risplendevano di inesprimibile bellezza, ornate in capo di serti di bellissimi fiori e, vestite di meravigliosa gloria, gioiosamente ricevevano con onore una giovane, che si univa alla loro compagnia; ma, improvvisamente, quella appena giunta mostrò di essersi pentita e tornò indietro, e tutte si rattristarono molto. A questo punto, la visione disparve e, io, non ne capivo il senso; solo adesso comprendo che Dio ha voluto preavvertirmi, per il tuo bene. Figliola, non cadere in questa tentazione, ma sii perseverante e forte, se vuoi pervenire a quella festa, unirti a quella nobilissima compagnia che ti aspetta, e gioire in eterno con quelle gloriose vergini.  

Dopo il racconto, essa decise di restare, ma più per vergogna che per altro; però, non si comportava religiosamente e, dopo poco tempo, fu resa alla sua famiglia e in breve finì la sua vita, nella vanità del mondo. Si avverò, così, la visione, e la giovane, persa la corona della sua verginità, giustamente non giunse alla eletta schiera vista dal servo di Dio.  

Pertanto, dilettissime sorelle, siate forti e costanti, perseverando nel bene operare solo per puro amore del nostro Signore Dio, e sperate fermamente nei beni del Paradiso perché possiate finalmente pervenire ad essi, dicendo col nostro Serafico San Francesco: "i giusti mi faranno corona, quando mi concederai la retribuzione".  

A lode di Cristo. Amen.  

Santa Caterina da Bologna

VOGLIO CANTARE LA CARITA’!



Signore, scrivete    sulla mia fronte e sul mio cuore il Tau sacro della carità.
  
Apritemi gli occhi e il cuore sulle miserie dei miei fratelli: che la mia vita fiammeggi, come in altissimo rogo, davanti a Voi, o Gesù!

Fatemi un braciere,    sfavillante di luce. Vivere di luce.
  
Inginocchiato con tutta la mia miseria, io mi stendo, gemendo, dinanzi alla tua misericordia, o Signore, che sei morto per noi.
  
Signore, non son degno, ma ho bisogno della tua gioia, una gioia casta, una gioia che rapisce, che ci trasporta nella pace, al di sopra di noi stessi e di tutte le cose: immensa gioia!
  
L'anima ha deciso    di vincer tutto per ascendere, unirsi a Dio: è la gioia dell'umiltà.
  
La carità ha fame d'azione: è un'attività che sa di eterno e di divino. La carità non può essere oziosa. Noi moriamo in Dio e viviamo in Dio.
  
Mi sento come un carbone    acceso su un grande altare: vivere in Lui e Lui in noi.
  
Ecco il sublime della vita, il sublime della morte, il sublime dell'amore, il sublime della gioia, il sublime dell'eternità!
  
Chiunque segue Maria sarà vincitore dei propri nemici e arriverà al regno in cui Ella regna col suo Figliolo, nella gloria che non avrà mai fine, nella beatitudine immensa; più su, nel silenzio sacro dell'Incomprensibile, dove trema un arcano splendore, dove è l'Altissimo!
  
Pregate Dio per colui che scrive, assistito dalla grazia divina, questa pazzia d'amore; egli prega per tutti coloro che la leggeranno. E che Dio ci doni Se stesso: largamente e in eterno. Amen.

Oh le meraviglie della    Luce!

S. Luigi Orione

Ave, Maria,



Ave, Maria, che hai creduto alla Parola: prega per noi il tuo Figlio Gesù, perché rimanga intatta nel mondo la nostra fedeltà al vangelo.