martedì 14 maggio 2019

LE SETTE ARMI SPIRITUALI



La sesta arma 

La sesta arma è la memoria delle beatitudini del paradiso. Esse sono preparate per quelli che combattono legittimamente senza curare i vani piaceri della vita terrena, perché è impossibile godere i beni presenti e quelli futuri, come dice il sacratissimo dottore Sant'Agostino. Perciò siate contente, dilettissime sorelle, di non sperimentare alcun diletto mondano e non vi pesi la fatica di rinnegare la vostra volontà; ricordatevi del nostro Patriarca San Francesco, che riteneva il potere di vincere noi stessi il dono maggiore di Dio ai suoi servi di questo mondo, e diceva:  

L'è tanto el ben che aspetto 

che ogne pena m'è diletto 

per spiegare perché si gloriava di patire, nella memoria dei beni eterni.  

E sui doni celesti preparati per voi, carissime sorelle, vi narrerò un fatto accaduto nel nostro monastero.  

Poco dopo che io vi fui entrata, giunse anche una giovinetta, che, dopo qualche tempo, si pentì di avere abbandonato le vie del mondo e, col proponimento di lasciare la vita religiosa, andò a confessarsi.  

- Figliola - le disse stupefatto il confessore - guarda a ciò che fai perché, se bene intendo, proprio stanotte, per te, ho avuto una visione che mi ha molto meravigliato, non sapendo cosa volesse dire o significare. -  

E lei: - Vi prego, ditemela!-  

E il confessore:- Sono stato condotto a una bellissima festa, dove erano innumerevoli giovani donne: tutte risplendevano di inesprimibile bellezza, ornate in capo di serti di bellissimi fiori e, vestite di meravigliosa gloria, gioiosamente ricevevano con onore una giovane, che si univa alla loro compagnia; ma, improvvisamente, quella appena giunta mostrò di essersi pentita e tornò indietro, e tutte si rattristarono molto. A questo punto, la visione disparve e, io, non ne capivo il senso; solo adesso comprendo che Dio ha voluto preavvertirmi, per il tuo bene. Figliola, non cadere in questa tentazione, ma sii perseverante e forte, se vuoi pervenire a quella festa, unirti a quella nobilissima compagnia che ti aspetta, e gioire in eterno con quelle gloriose vergini.  

Dopo il racconto, essa decise di restare, ma più per vergogna che per altro; però, non si comportava religiosamente e, dopo poco tempo, fu resa alla sua famiglia e in breve finì la sua vita, nella vanità del mondo. Si avverò, così, la visione, e la giovane, persa la corona della sua verginità, giustamente non giunse alla eletta schiera vista dal servo di Dio.  

Pertanto, dilettissime sorelle, siate forti e costanti, perseverando nel bene operare solo per puro amore del nostro Signore Dio, e sperate fermamente nei beni del Paradiso perché possiate finalmente pervenire ad essi, dicendo col nostro Serafico San Francesco: "i giusti mi faranno corona, quando mi concederai la retribuzione".  

A lode di Cristo. Amen.  

Santa Caterina da Bologna

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