venerdì 4 febbraio 2022

Hai vissuto come ti piaceva, sei morto nella vita, perché sei morto alla Grazia.

 


Rosario - Messaggio unico


Messaggio di Nostro Signore Gesù Cristo a J. V.


13 gennaio 2022

Primo mistero. Nostro Signore Gesù Cristo parla.

Figlioli, voi vivete in un'epoca di edonismo, dove il vostro corpo, quello che amate di più, gli date tutto: lo sistemate molto bene, e vi vantate con esso, e state dimenticando la vostra parte più importante, che è la vostra anima.

Se tu potessi vedere la tua anima come la vediamo noi dal cielo, la vedresti stentata, brutta a causa dei peccati che commetti e, inoltre, perché non vai dal prete per essere perdonato. Avreste paura di vedere la vostra anima, e nonostante tutti i problemi che vedete intorno a voi, non ve ne prendete cura, siete spaventati da quello che succede intorno a voi e non vi prendete cura della vostra anima.

Siete molto sciocchi, miei piccoli, molto sciocchi, perché il benessere del vostro corpo non vi darà la salvezza eterna.

Anche se i problemi che state vivendo intorno a voi non sono veri, e supponendo che siano veri, se foste veramente anime in cerca del vostro futuro eterno, la prima cosa di cui dovreste occuparvi sarebbe lo stato della vostra anima. Questa si chiama Saggezza, miei piccoli.

Se questa cosiddetta "pandemia" facesse davvero il caos che sembra fare, dovreste correre rapidamente alla Chiesa, per mettervi in buona fede spirituale con Me, il vostro Dio, perché vi è stato detto che in qualsiasi momento posso chiamarvi a rendere conto a Me della vostra vita sulla Terra e vi posso assicurare che la grande maggioranza di voi, se in questo momento, vi chiedessi di tornare a Me, sareste perduti.

Voi vivete in gravi peccati, per azione e omissione, e non vi preoccupate nemmeno, Miei piccoli, dello stato della vostra anima, quella che vi darà la salvezza eterna, se vi mantenete nelle Mie Verità, nel Mio Amore, nella vita di Grazia, quanti, quanti di voi, cercano veramente la vita di Grazia, ora, quando c'è più peccato? E molti di essi, non li confessate nemmeno più, perché "come tutti li commettono", così dite, il male che commettete non è più un peccato.

Satana vi ha indotto a manipolare anche questo, Miei piccoli, a credere che i peccati che sono gravi, voi non li prendete in considerazione né sentite il bisogno di confessarli, affinché la vostra anima sia pulita e preparata a morire bene, quando vi chiamerò a rispondere delle vostre azioni sulla Terra.

Cosa avete fatto della vostra vita, miei piccoli, cosa avete fatto? Ti ho dato un tempo per agire tra i tuoi fratelli, per vivere ciò che ti ho dato e per morire come un'anima giusta, ma non è stato così.

Non è stato così, Miei piccoli, avete vissuto come vi è piaciuto, siete morti nella vita, perché siete morti alla Grazia. Vivete nel peccato grave, eppure, continuate a vivere come se non stesse succedendo nulla nella vostra vita. Fino a questo punto satana ti ha portato a non ascoltare il tuo io interiore, a non ascoltare il mio Santo Spirito che vive in te e che regola la tua esistenza, ma tu non vuoi più ascoltare. La vostra Fede è praticamente nulla, non credete più, praticamente, in tutto ciò che vi ho lasciato per la vostra salvezza, non credete più in tutte le Verità che ho vissuto e che sono state scritte nelle Sacre Scritture.

Cosa pensate allora, Miei piccoli, che io non sarò il vostro giudice alla fine della vostra esistenza? No, Miei piccoli, non vorrei che moriste in condizioni gravi, ma questo non è più importante per voi. Non importa che voi, miei piccoli, vi presentiate davanti a Me, come siete ora. Satana vi ha condotto su sentieri sbagliati, su sentieri malvagi e voi li avete accettati nella vostra vita.

Chiedimi lo spirito di Discernimento per farti vedere lo stato della tua anima, per farti vedere in quale condizione sei davanti a Me, davanti al Cielo, davanti alle anime che sono già nel Regno dei Cieli.

Quanto errore, quanto errore e quanta cattiveria c'è in voi! Ma è arrivato il momento in cui questo deve finire. Vi sono state date molte opportunità per modificare le vostre vite. Vi ho dato, anche l'ultima goccia di sangue del Mio Essere Divino, e voi, voi non siete mossi o commossi per fare un cambiamento nella vostra esistenza.

Quanto male, e non ve ne rendete conto! Vi lamentate quando vi succede qualcosa di brutto, ma non vi rendete conto che siete voi stessi ad attirare quel male nella vostra vita, perché sapete che se vivete nel male, prima o poi vi ritornerà.

Sono stato misericordioso, sono stato paziente, ho dato me stesso per voi, ma voi non rispondete.

Vi sono stati dati molti messaggi in tutto il mondo, perché facciate un vero cambiamento nella vostra esistenza, ma io vedo anime, anime nauseate, anime piene di peccato, anime sporche.

Venite a Me, piccoli miei, posso ancora perdonare i vostri peccati, la Mia Misericordia esiste, perché sono il vostro Dio, ma voi non volete prenderla. Quanto errore, quanto errore c'è nel vostro modo di agire e di pensare!

Venite, venite pentiti e vi perdonerò. Venite, miei piccoli, mi fa male vedervi così! Mi fa tanto male vedervi nel peccato, caduti e, peggio ancora, senza alcun desiderio di pentirvi.

Non avete approfittato di tanta Bontà, tanto Amore, tanto Sacrificio da parte della Nostra Santissima Trinità. Ci portate dolore invece di portarci gioia per continuare ad indulgere in questa valle di lacrime, ma vi siete abituati a vivere in essa, nella valle di lacrime, e sentite di appartenere ad essa, a questa valle di lacrime, perché intorno a voi, molti dei vostri fratelli sono così.

Vengo a sollevarvi dai vostri errori, vengo a darvi nuova vita se venite a Me, ma non posso fare nulla senza la vostra libera volontà; non scegliete di vivere in Me e per Me. Le vostre cattiverie, i vostri errori, i vostri peccati, sono gravi, cosa farete quando verrà la fine dei vostri giorni e vi presenterete a Me? Non ci sarà più l'opportunità di cambiare se non l'avete fatto in vita, non potrete più farlo nella morte.

Riflettete, Miei piccoli, vedo le vostre anime e una grande maggioranza di voi è persa, capite il messaggio che vi mando, perché vi amo, voglio salvarvi, capite, Miei piccoli.

Grazie, grazie, miei piccoli.


DALL'UOMO A DIO

 


LA SCALA DI GIACOBBE 


Povertà di Dio 

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Perché sono cristiano: perché ho sete di un Dio che non sia né pura tenebra né me stesso - di un essere che, rassomigliandomi fino in fondo, sia anche tutto quello che mi manca. Perché in questo mondo voglio tutto benedire e niente divinizzare. Perché voglio conservare. ad un tempo lo sguardo limpido e il cuore ardente. Perché sento che l'avventura umana sfocia in qualcosa di diverso da una vana disperazione, da un vano interrogativo o da una vana apatia. Per conciliare il mio immenso amore e il mio immenso disgusto dell'uomo. Perché ho bisogno di luce nel mistero e di mistero nella luce. Perché voglio avere la forza di costruire e di vivere, e quella ancora più grande di sperare nella rovina e nella morte.  

Ma se spero tutto, se credo tutto, come dice San Paolo, è forse per rendere sopportabile la vita a me stesso e per essere consolato? Si tratta proprio di questi piccoli bisogni personali, quando ci si sente legati a tutto l'universo e responsabili di tutto l'universo!  

La mia passione del mondo mi fa cristiano, il mio rispetto e la mia gratitudine per questo destino che mi nutrisce e che non è «me stesso». Non mi amo abbastanza per scegliermi in cielo un Dio conforme ai miei desideri, ma amo troppo la vita per non crederla infinitamente bella, piena e giusta, per non confonderla, alla sua radice, con il Dio dei cristiani. Trasposizione della «scommessa» pascaliana dal soggetto all'oggetto.  

 

LA VITA E IL DOGMA - Non posso concepire niente di vivo, niente di reale fuori dalle cornici del dogma cristiano. Tutto - male e bene, bellezza e bruttezza, grandezza e bassezza - non giunge per me all’esistenza piena e autentica, se non in clima cristiano. Sforzi, sentimenti, dolori, drammi non cristiani mi appaiono come qualcosa di strano e irreale, come immagini di sogno. Sopprimete le realtà che il dogma esprime e le cose non respirano più, il mondo non ha più né cuore né abissi; tutti i suoi precipizi diventano elementi scenografici. Il dogma non è una cornice imposta alla vita dall'esterno, è l'espressione, la forma stessa della vita. La vita non è prigioniera del dogma, più di quanto il cuore non sia prigioniero del suo ritmo ...

Ogni cosa in me non ha senso se non in rapporto a te, o Signore. Gli stessi miei peccati ti riguardano. Ma questo mondo di fantasmi, questi uomini che non vivono al tuo cospetto con le loro gioie e le loro pene, i loro vizi e le loro virtù, che ti voltano le spalle, questa ronda di spettri che sognano e credono nei loro sogni!'  

Signore, la tua solitudine, entrata in me per un istante, m'ha divorato il cuore ...  

Queste ombre che passano e che credono di lottare, di amare, di vivere! Io fremo di fronte ai loro atti, alle loro passioni come di fronte a gesti di folli. Poiché ogni esistenza che si dispiega senza alzare gli occhi verso di Te è un'esistenza folle.    

Quel che il mondo chiama la vita è un'immensa follia collettiva, una follia organizzata, codificata, dove i pazzi si comprendono fra di loro. E ciò che esso chiama follia non aggiunge gran che a questa follia essenziale che è la dimenticanza di Dio. Coloro che il mondo tratta da alienati sono semplicemente coloro che hanno cessato di delirare all'unisono con gli altri uomini.  

 

FEDE ED ESPERIENZA - Colui che cerca Dio l'ha già trovato, colui che crede in Dio, sente già Dio. Ma questo sentimento basato sull'esperienza merita il nome di fede?    

Fides de non visis ...  

Risposta: Certo, sente già Dio colui che crede in Dio. Ma la sua fede supera la sua esperienza: egli crede perché sente, ma crede più che non senta. Credere significa dire a Dio: domani sarà più bello di oggi; le cose che m'hai dato sono il pegno delle cose che mi riservi, tu m'hai parlato abbastanza perché io abbia fede, fino alla morte, nel tuo silenzio. La fede appare così come una specie di speranza che ha le sue radici nella gratitudine. E l'esperienza da cui nasce la fede non è, parlando propriamente, l'esperienza di una «luce», è la esperienza di una sicurezza nelle tenebre.  

Fides ultima - Io credevo in Dio. Ed ora non credo più che in Dio.  

Dio è il solo essere amato con il quale si possa essere pienamente, miserabilmente sé stessi, con il quale l’amore non abbia mai e in nessun grado bisogno di mentire.  

NATURA E GRAZIA - È facile cadere al di sotto di sé stessi. Ma non si può cadere al di sotto di Dio.  

Non vediamo il bene che Iddio ci fa, perché Iddio non cessa mai di farci del bene. Niente, quanto un bene continuo, colpisce meno la coscienza. Non si è riconoscenti all'acqua di scorrere senza posa, né al sole di levarsi ogni mattino. Se Iddio non si occupasse di noi che di tanto in tanto, noi penseremmo di più alla Sua bontà. La riconoscenza è prima di tutto uno stupore.  

- Se Dio esistesse, certi orrori non esisterebbero. - m'ha gridato quest'uomo.  

Ma se Dio non esistesse, se un ordine spirituale non fosse immanente nel mondo, se il caos fosse re di ogni cosa, sarebbe anche re dell'anima tua e tu non ti indigneresti.  

Il tuo scandalo e la tua angoscia di fronte all'ordine violato, rendono testimonianza al creatore di quest'ordine. Questa indignazione che ti fa negare Iddio, è la voce stessa di un Dio, ancora oscuro, inefficiente e impaziente.    

 

DIO E L'UOMO - Ego sum qui sum, Iddio solo può parlare così. L'uomo non può che dire con Shakespeare:  

I am what I am, Ego sum quod sum, Dio è in senso assoluto.  

Ma l'uomo, dicendo: io sono questo, constata anche contemporaneamente con disperazione: io non sono che questo.  

Il dramma della perdizione e della salvezza dell'uomo si svolge tutto intorno a questo qui e a questo quod. 

Dio è morto per quest'uomo. E tuttavia Dio è morto in quest'uomo. Qui è lo scandalo del cristianesimo storico, il «mysterium iniquitatis».  

 

POVERTA' DI DIO - Dio è il più ricco e il più povero degli esseri. Egli è tutto, ma non ha niente. Egli non può dare che sé stesso. E ciò spiega il suo insuccesso. L'uomo è assetato di doni più esteriori e meno preziosi.  

Si è attirati da Dio nella misura in cui già lo si possiede, si è attirati dalle creature nella misura in cui non le si possiede ancora. Iddio delude chi non lo conosce abbastanza, le creature deludono chi le conosce troppo. Dio promette attraverso le creature, ma non adempie alla promessa che attraverso sé stesso.  

Non domandare alla stessa bevanda l'ebbrezza e il nutrimento. E se un giorno le trovi riunite, pensa che è Iddio che ti tende la coppa.  

Oggi è diventato un luogo comune dire che il cristianesimo ha arricchito l'Umanità allo stesso titolo dell'ellenismo o dell'induismo, ecc. ecc. Questo non significa niente. Il cristianesimo si presenta prima di tutto come un valore al disopra della storicità, come un assoluto. Bisogna accettarlo come un assoluto o condannarsi a non ricevere niente da lui. Dà tutto o non dà niente. Il cristianesimo non ha valore relativo.  

 

Il cristianesimo non può essere conosciuto e giudicato con verità che dal di dentro. O piuttosto può ben essere giudicato dal di fuori (e con quale precisione e quale acume!), ma questo giudizio allora non è emesso che sulla sua caricatura e sulle sue scorie umane.  

Gli increduli hanno un istinto infallibile per fiutare e mettere alla luce tutto ciò che nel cristianesimo non è cristiano. Ma anche qui essi giudicano dal di dentro!  

  

ERESIE - Non si può uscire dalla verità cattolica: essa abbraccia tutto. Ma si può tagliarla a pezzi. Si può fustigare il covone con la spiga che gli si strappa. Strano procedere, questo dei nemici della chiesa, e come non ne riconoscono la vanità?  

Se attaccano il misticismo cristiano è in nome della morale cristiana (Bayet e soci), se attaccano la morale cristiana è in nome del misticismo che Cristo (Gide ecc.) ha dato al mondo.  

Come non vedono l'origine di questi frammenti, di questi frantumi divini con cui essi tentano di colpire Dio? Non possono colpire la Chiesa che con le parti morte che essi tagliano nella sua carne viva.  

I due poli del cristianesimo affettivo sono il senso del peccato e il senso di Dio, cioè il senso del disordine, dello sciupio, della vanità e al tempo stesso. l'ossessione di una purità mortificante, di una bianchezza accecante (l'ideale vendicatore di Baudelaire... ), il presentimento crocifisso di un ordine intimo e liberatore. E questi due sentimenti, queste due sofferenze. fanno blocco e non possono esistere separatamente: per soffrire così della bassezza umana, bisogna intravvedere fa purità divina e per soffrire della purità divina bisogna vivere nella bassezza. Fuori da questo duplice punto di vista e da questo dissidio non resta che la «felice mandria degli uomini».  

 

PANTEISMO - Questa miseria, questo tradimento di non vedere in Dio che l'amore che si effonde attraverso le forme, che l'amore che crea! Oblio mortale dell'amore che non crea, della fiamma interna, di quest'aspetto inguaribilmente solitario di Dio, che non rassomiglia a niente, à cui nessuna forma, nessun universo, nessun'armonia di mondi fa da contrappeso. Peccato di Spinoza, peccato di Goethe e di Klages: rifiutarsi di veder ciò che resta di Dio al di là dell'ebrezza e dell'armonia creatrici - questo blocco schiacciante di divinità che nessuno splendore cosmico può parzialmente rappresentare né riprodurre - questa indigenza infinita della trascendenza ...  

Il panteismo è ingrato proprio nei confronti dell'universo: è radicalmente impotente ad accogliere tutta la realtà di questo mondo. Avendo dimenticato come le cose materiali siano caratterizzate da una limitatezza che dà a ciascuna il suo senso e la sua verità, esso piega necessariamente verso uno degli aspetti di questo mondo relativo e se ne fa un Dio. L'altro aspetto lo dissolve in fumo. Così il panteismo occidentale, man mano che scivolava verso il culto del mondo materiale e sensibile, ha trattato come illusioni le cose dello spirito, mentre il panteismo orientale, concentrato sul mondo interiore dello spirito, ha considerato come un puro miraggio il mondo dei sensi e delle apparenze.  

Tutti i panteismi, che teoricamente consistono nel divinizzare il mondo, non riescono infatti che a mutilare il mondo. «Chi non raccoglie con me, disperde ...».  

Colui che rinnega la mano di Dio, non stringerà mai la totalità dell'universo.  

Nell'uomo il peggior nemico dell'infinito è l'illimitato che dà l'illusione dell'infinito e che lo nasconde. Finché un essere può andare avanti, finché il limite della sua potenza, del suo amore o della sua libertà indietreggia davanti a lui, egli ignora l'infinito e non sa niente di Dio. Solo urtando contro il suo limite, egli scopre l'infinito. Dio sta sempre dietro la porta che non si può varcare.  

  

GIUSTIZIA DIVINA - «Le punizioni di Dio sono invisibili e in questo è la loro grandezza. Esse non colpiscono né la nostra felicità, né la nostra coscienza: esse sono un silenzio di Dio» (J. Giraudoux).  

Niente di più forte può essere detto sul mistero della divina vendetta. La giustizia umana non può colpirci che togliendoci qualche cosa (i nostri beni materiali, la nostra libertà, la vita ...), ma Dio, per castigarci, non ha bisogno di toccare le nostre felicità naturali; gli basta rifiutarci la felicità soprannaturale che è Lui stesso. La sua peggior vendetta consiste nel suo tacere, nel lasciarsi ignorare, nel non versare o nel non conservare più il gusto del cielo nelle nostre anime.  

Quando sembra che si vendichi diversamente, quando sembra, come oggi, punirci alla maniera degli uomini, disturbando il nostro riposo e la nostra felicità nel peccato, questa «vendetta» è ancora una manifestazione del suo amore che vuole purificarci e ricondurci a lui, costi quel che costi, e malgrado noi stessi, come il cane che insegue e morde le pecore erranti. Ma non si potrebbe concepire una situazione più derisa di castigo di quella di un'umanità che Dio, pur colmando di beni e di piaceri, quaggiù, privasse soltanto della sua presenza viva, e alla quale, lasciasse in questo caso la convinzione mostruosa che non le manca niente ...  

Più una cosa è sana, nobile o preziosa, più è pudica e discreta, meno attira l'attenzione su di sé. Al contrario più è povera o malsana, più è ingombrante e più s'impone. Un corpo malato fa sentire ad ogni istante le sue esigenze e niente è più importuno e chiassoso di un'anima malata. Sembra che l'essere supremo delle cose tremi ed esiti a diventare fenomeno; i nostri ospiti più sacri sono in piedi dietro la porta e attendono, ma non bussano. La miseria è appariscente e stridula; la trasparenza crea la modestia: la luce e Dio sono invisibili.  

Abbiamo un bel tentare d'interpretare, di ricreare a modo nostro un essere vivo e presente, non possiamo impedirgli di scompigliare le nostre interpretazioni, manifestando il suo proprio modo di essere. Ma i morti e gli assenti sono unicamente come noi li facciamo; per questo li stimiamo tanto.  

Così di Dio. Egli è quale noi lo facciamo finché noi siamo quali egli ci fa: Egli è «noi stessi» finché noi siamo «lui stesso»; Egli è il fedele riflesso del nostro nulla e dei nostri limiti, (oh, la nera storia della creazione di Dio fatta dall'uomo!) finché noi siamo il fedele riflesso della sua perfezione. Estote perfecti ... Colui che non consente a lasciarsi pienamente creare da Dio, si condanna al ridicolo sacrilegio di creare Dio.  

 

CONOSCENZA DI DIO - Dio è l'essere ad un tempo più ignorato e più prostituito. È prostituito nell'esatta misura in cui è ignorato (verbalismo religioso), è vergine nell'esatta misura in cui è veramente conosciuto e posseduto.  

Differenza fra un empio convinto e un cristiano ordinario: il primo non conosce Dio personalmente, il secondo conosce Dio di nome. 

  

Nisi dominus - I costumi e le istituzioni umane arrivano talvolta ad un tal grado di aberrazione che Dio non può manifestare la sua pietà che distruggendo. La grazia allora rientra nell'uomo con la folgore. Così avviene degli esseri, dei popoli e delle forme di civiltà, di cui Dio non può abitare che le rovine.  

Giudizio finale - L'universo non morrà: Dio lo ucciderà. In verità Iddio ama il mondo. L'indifferenza lascia morire, l'amore uccide.  

La suprema debolezza, quella che il mondo comprende di meno e disprezza di più è la debolezza del forte, il riscatto della sua forza. Ah, questa debolezza preziosa della forza che gli uomini non perdonano ... Che sia crocifisso! Tutte le debolezze, anche le più impure, anche le più vane trovano quaggiù delle consolazioni e degli appoggi, tranne la debolezza della forza.  

Discendi dalla tua croce ! Gesù ha pregato gli uomini e non ne è stato esaudito ...  

Getsemani - Le vostre gioie sono vane - ci dice Gesù - Ma almeno voi possedete questa vanità, è il vostro bene. Guardate a che miseria sono sceso: ho vanamente mendicato la vanità del vostro amore.  

 

Sitio - dice il Signore - Di che cosa la Fonte può aver sete? Che significa questa sete dell'onda infinita? La Fonte risponde: ho sete di cenere e polvere, sete di ciò che soffoca - ho sete dell'uomo ...  

GUSTAVE THIBON

Preghiera - O dolce Madre mia, quale sarà la morte di me povero peccatore?

 


O dolce Madre mia, quale sarà la morte di me povero peccatore? Sin da ora, pensando a quel grande momento in cui dovrò spirare e comparire davanti al tribunale divino, ricordandomi di avere io stesso consentito tante volte a scrivere la sentenza della mia condanna con i miei peccati, tremo, mi confondo e temo grandemente per la mia salvezza eterna. O Maria, tutta la mia speranza è riposta nel sangue di Gesù e nella tua intercessione. Tu sei la regina del cielo, la sovrana dell'universo, sei la Madre di Dio, che dire di più? Tu sei grande, ma la tua grandezza non ti allontana, anzi ti spinge a una maggiore compassione delle nostre miserie. Gli amici secondo il mondo, quando sono innalzati a qualche dignità, si allontanano dai loro vecchi amici rimasti in una condizione inferiore e non si degnano nemmeno più di guardarli. Il tuo nobile e amorevole cuore non fa così: dove scorge maggiori miserie, più si dà da fare per portare aiuto. Quando sei invocata, subito ci soccorri, anzi previeni con le tue grazie le nostre preghiere. Ci consoli nelle nostre afflizioni, disperdi le tempeste, abbatti i nemici, non tralasci nessuna occasione di procurare il nostro bene. Sia sempre benedetta quella mano divina che ha unito in te tanta maesta e tanta tenerezza, tanta grandezza e tanto amore. Ne ringrazio sempre il mio Signore e me ne rallegro per me stesso, poiché nella tua felicità ripongo la mia e ascrivo a sorte mia la sorte tua. O consolatrice degli afflitti, consola un afflitto che a te si raccomanda. Mi sento afflitto dai rimorsi della coscienza su cui pesano tanti peccati, non so se li ho pianti come dovevo. Vedo tutte le mie opere piene di brutture e di difetti. L'inferno sta aspettando la mia morte per accusarmi; la divina giustizia offesa esige soddisfazione. Madre mia, che ne sarà di me? Se tu non mi aiuti, io sono perduto. Che dici? vuoi aiutarmi? O Vergine pietosa, consolami; ottienimi un vero dolore dei miei peccati; ottienimi la forza di correggermi e di essere fedele a Dio in questo tempo che mi resta da vivere. Quando poi mi troverò nelle supreme angosce della morte, Maria speranza mia, non mi abbandonare; allora più che mai assistimi e confortami a non disperare alla vista delle mie colpe, che il demo- nio mi metterà sotto gli occhi. Signora, perdona il mio ardire, vieni tu stessa allora a consolarmi con la tua presenza. Questa grazia l'hai fatta a tanti; la voglio anch'io. Se il mio ardire è grande, più grande è la tua bontà, che va in cerca dei più miserabili per consolarli. In essa confido. Sia eterna gloria tua l'aver salvato dall'inferno un misero dannato e averlo condotto nel tuo regno, dove poi spero di consolarmi stando sempre ai tuoi piedi a ringraziarti, a benedirti e amarti in eterno. O Maria, ti aspetto, non mi privare di questa consolazione. Fiat, fiat; amen, amen.

S. Alfonso M. de Liguori

Pregate figli, affinché le vostre preghiere possano sviare ciò che di più perfido passa nella mente dei vostri politici. - il tempo è finito per i malvagi e la misericordia sarà infinita per i giusti.

 


Trevignano Romano 03 febbraio 2022

Amati figli miei, grazie per essere qui e per aver risposto alla mia chiamata nel vostro cuore.  Figli miei, state vivendo i tempi peggiori del diluvio, avete avuto tanto tempo per la vostra conversione, eppure, voi preferite il mondo, preferite peccare spesso non avendo capito che un giorno sarete faccia a faccia con il mio Gesù. Pregate figli, affinché le vostre preghiere possano sviare ciò che di più perfido passa nella mente dei vostri politici. Aiutate mio Figlio Gesù con la preghiera. La terra tremerà. Figli miei, mettete tutto nelle piaghe di Gesù, prendete le mie mani ed Io vi proteggerò e vi porterò a Lui. Figli miei, pregate per la chiesa e per i santi sacerdoti affinché rimangano sempre fedeli al vero magistero della fede. Figli miei, il tempo è finito per i malvagi e la misericordia sarà infinita per i giusti. Ora vi lascio con la mia materna benedizione nel nome del Padre, del Figlio dello Spirito Santo, amen.

Oggi, tante saranno le grazie che scenderanno su di voi.

Maria rende dolce la morte ai suoi devoti

 


LE GLORIE DI MARIA 

La “Salve Regina” 

Le virtù di Maria Santissima 

«Chi è amico ama sempre e il fratello si sperimenta nelle avversità » (Pro 17,17). I veri amici e i veri parenti non si conoscono nel tempo della prosperità, ma nei giorni di angustie e di miserie. Gli amici secondo il mondo restano fedeli all'amico finché è nella prosperità, ma le disgrazie, e soprattutto la morte, li fanno fuggire. Maria invece non fa così con i suoi devoti. Nelle loro angustie e specialmente in quelle della morte, le maggiori che si possano avere sulla terra, la buona Madre non abbandona i suoi servi fedeli. Come ella è la nostra vita durante il nostro esilio, così è la nostra dolcezza nell'ora estrema, ottenendoci una morte dolce e beata. Sin da quel giorno in cui Maria ebbe la sorte e il dolore di assistere alla morte di suo figlio Gesù, capo dei predestinati, Maria acquistò il privilegio di assistere tutti i predestinati nella loro morte. Perciò la santa Chiesa ci fa implorare il soccorso della beata Vergine particolarmente per quando giungerà la nostra ultima ora: « Prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte ». Grandi sono le angustie dei poveri moribondi, sia per il rimorso dei peccati commessi, sia per il timore del giudizio ormai prossimo, sia per l'incertezza della salvezza eterna. Soprattutto in quel momento l'inferno si arma e mette in gioco tutte le sue forze per impadronirsi di quell'anima che sta per entrare nell'eternità. Esso sa che poco tempo gli resta e che se la perde allora, la perde per sempre: « Il diavolo a voi è disceso: un'ira veemente ha nel cuore, perché sa che breve è il suo tempo » (Ap 12,12). Perciò il demonio, che era solito tentare quest'anima durante la sua vita, non si contenta di essere solo a tentarla in punto di morte e chiama dei compagni ad aiutarlo: « Si riempiranno le loro case di dragoni » (Is 13,21). Quando qualcuno sta per morire, la sua casa si empie di demoni che si uniscono per cercare che si perda. Si racconta che diecimila demoni vennero a tentare sant'Andrea Avellino sul suo letto di morte. Leggiamo nella sua Vita che durante l'agonia dovette lottare così duramente con l'inferno, che tutti i buoni religiosi che lo assistevano tremavano di spavento. Videro la sua faccia, per effetto dell'agitazione, gonfiarsi e diventare tutta nera; tutte le sue membra tremavano in modo convulso; dai suoi occhi usciva un fiume di lacrime; la testa era scossa violentemente: segni dell'orribile battaglia che sosteneva contro l'inferno. Tutti piangevano per la compassione, raddoppiavano le preghiere e rabbrividivano vedendo un santo morire così. Una cosa li consolava: il moribondo volgeva spesso lo guardo verso un'immagine di Maria come per chiedere aiuto. Più volte, nel corso della sua vita, il santo aveva detto che nell'ora della sua morte Maria sarebbe stata il suo rifugio. Piacque finalmente a Dio che la lotta terminasse con una gloriosa vittoria. I movimenti convulsi del corpo cessarono, il volto sgonfiato riprese il suo colore; con gli occhi tranquillamente fissi sull'immagine della Vergine, il santo chinò devotamente il capo come per ringraziare Maria e si crede che ella gli sia allora apparsa. Poi, in una pace profonda esalò la sua anima benedetta tra le braccia di Maria in un'atmosfera paradisiaca. Nello stesso tempo una religiosa cappuccina agonizzante rivolgendosi alle suore che l'assistevano mormorò: « Dite l'Ave Maria, perché ora è morto un santo » Alla presenza della nostra regina fuggono i ribelli. Se nell'ora della morte avremo Maria per noi, che timore potremo avere di tutti i nemici dell'inferno? Spaventato al pensiero delle angosce della morte, Davide si riconfortava con la fiducia nella morte del futuro Redentore e nell'intercessione della Vergine Madre: « Quand'anche camminassi in mezzo alle ombre della morte... la tua verga e il tuo bastone mi confortano» (Sal 22,4). Il cardinale Ugo intende per il bastone la croce e per la verga l'intercessione di Maria, che fu la verga preconizzata da Isaia: « Una verga spunterà dal tronco di lesse, un fiore germoglierà dalle sue radici » (Is 11,1). La divina Madre, dice san Pier Damiani, « è quella potente verga con cui restano vinte le violenze dei nemici infernali». Sant'Antonino ci incoraggia dunque dicendo: « Se Maria è per noi, chi sarà contro di noi? ». Il padre Manuello Padial della Compagnia di Gesù era in punto di morte. Gli apparve Maria che gli disse per con- fortarlo: « Ecco, finalmente è giunta l'ora in cui gli angeli congratulandosi con te ti dicono: O felici fatiche, o mor- tificazioni così ben pagate! ». Nello stesso tempo si vide un esercito di demoni che fuggivano disperati gridando: « Ahimè, non possiamo nulla contro di lui perché colei che è senza macchia lo difende ». Allo stesso modo il padre Gaspare Hayevood, che all'avvicinarsi della morte i demoni tentavano violentemente contro la fede, si raccomandò subito alla santa Vergine e ben presto lo si sentì esclamare: « Ti ringrazio, Maria, di essere venuta in mio aiuto ». San Bonaventura mostra come Maria manda gli angeli in difesa dei suoi servi moribondi: « San Michele, il capo e il principe della milizia celeste, e con lui tutti gli angeli, messi da Dio a servizio degli eletti, eseguono i tuoi ordini, o Vergine regina: essi difendono quelli che notte e giorno si raccomandano alla tua protezione e raccolgono le loro anime all'uscire da questa vita ». « L'inferno di sotto si agita per te per venirti incontro al tuo arrivo, per te suscita i giganti » (Is 14,9). Questo testo di Isaia può essere applicato al turbamento che sconvolge l'inferno quando un'anima sta per lasciare il corpo: i demoni più terribili sono mandati a tentarla e poi ad accusarla quando deve essere presentata al tribunale di Gesù Cristo. Ma, dice Riccardo di san Lorenzo, « chi oserebbe accusare presso il giudice, vedendo la Madre intercedere?» Sanno bene i demoni che il Giudice non ha mai condannato né mai condannerà un'anima difesa dalla sua augusta Madre. San Girolamo scriveva alla vergine Eustochio che Maria non solo soccorre i suoi cari servi in punto di morte, ma viene loro incontro nel passaggio all' altra vita per incoraggiarli e accompagnarli al divino tribunale. E quel che la santa Vergine disse a santa Brigida parlando dei suoi devoti: « In quel momento io come carissima regina e madre andrò loro incontro nell'ora della morte, perché abbiano conforto e sollievo». San Vincenzo Ferreri aggiunge: « La beata Vergine accoglie le anime dei morenti ». L'amorevole regina riceve nel suo manto le loro anime, le presenta al giudice suo Figlio e in questo modo ottiene loro certamente la salvezza. Così avvenne a Carlo, figlio di santa Brigida. Svolgendo il pericoloso mestiere di soldato, egli morì lontano dalla madre, la quale temeva per la sua salvezza. Ma la santa Vergine le rivelò che Carlo era salvo, che ella stessa, per ricompensarlo della sua devozione, lo aveva assistito al momento della morte e gli aveva suggerito gli atti da fare in quell'istante supremo. Nello stesso tempo santa Brigida vide Gesù sul suo trono e udì il demonio portare due accuse contro la santa Vergine: la prima, di avergli impedito di tentare Carlo in punto di morte; la seconda, di avere presentato ella stessa al giudizio l'anima del giovane e di averla così salvata, senza dargli neppure il modo di far valere i suoi diritti su quell'anima. Sotto gli occhi della santa, il Giudice scacciò il demonio e l'anima di Carlo fu portata in cielo. Le sue catene sono fasce salutari: alla fine troverai riposo in lei» (Eccli [= Sir] 6,29.31 Volg.). Beato te, fra- tello, se al momento della morte ti troverai legato dalle dolci catene dell'amore alla Madre di Dio! Queste sono catene di salvezza che ti saranno garanzia della tua salvezza eterna e ti faranno godere nella morte quella beata pace che sarà principio della tua pace e del riposo eterno. Il padre Binetti riferisce che un devoto di Maria che egli assisteva al momento della sua morte, prima di spirare gli disse: « Padre mio, se sapessi quale contentezza si prova per aver cercato di servire la santa Madre di Dio! Io non saprei spiegare l'allegrezza che sento in questo momento». Il padre Suarez, essendo stato molto devoto a Maria - al punto di dire che avrebbe dato tutta la sua scienza in cambio del merito di una sola Ave Maria - sentiva sul suo letto di morte una tale allegrezza che diceva: « Non pensavo che fosse così dolce morire». La stessa conten- tezza e allegrezza sentirai senza dubbio anche tu, devoto lettore, se in punto di morte ti ricorderai di avere amato questa buona Madre, la quale non sa non essere fedele verso i suoi figli che sono stati fedeli nel servirla e onorarla con le visite, i rosari, i digiuni e soprattutto con il ringraziarla, lodarla e raccomandarsi spesso alla sua potente protezione. Non credere che per essere stato peccatore sarai privato di questa consolazione, se da oggi in poi cercherai di vivere virtuosamente e di servire questa grata e benevola sovrana. Nelle tue angosce e nelle tentazioni che ti susciterà il demonio per farti disperare, ella ti conforterà sino a venire ad assisterti nell'ora della tua morte. San Pier Damiani narra che suo fratello Marino, avendo offeso Dio, andò davanti a un altare di Maria per consacrarsi suo schiavo. Si pose la cinta intorno al collo in segno di schiavitù e disse: « Mia Signora, specchio di purezza, io povero peccatore ho offeso Dio e te, violando la castità. La mia unica risorsa è di offrirmi come tuo schiavo. Eccomi, mi consacro oggi tuo servo; ricevi questo ribelle, non mi respingere ». Poi depose sulla predella dell'altare una som- ma di denaro, promettendo di pagarla ogni anno in segno di tributo della sua servitù a Maria. Dopo un certo tempo Ma- rino cadde mortalmente ammalato e un mattino lo si udì esclamare: « Alzatevi, alzatevi, riverite la mia Signora. Che grazia è questa, o regina del cielo, che tu ti degni di visitare questo povero servo? Benedicimi, Signora, e non permettere che io mi perda, dopo che mi hai onorato della tua presenza ». Essendo sopraggiunto suo fratello Pietro, Marino gli raccontò la venuta di Maria che lo aveva benedetto, ma si lamentò che quelli che lo assistevano non si erano alzati alla presenza della Vergine. Poco dopo se ne andò placidamente al Signore. Tale sarà anche la tua morte, lettore, se sarai fedele a Maria, pur se in passato avrai offeso Dio: la Vergine ti otterrà una morte dolce e serena. Se però il ricordo dei peccati commessi ti spaventerà allora in maniera eccessiva facendoti mancare di fiducia, Maria verrà a confortarti, come fece per Adolfo, conte di Alsazia. Questi, come si narra nelle Cronache, lasciò le vanità del mondo per entrare nell'ordine di san Francesco e fu molto devoto alla Madre di Dio. All'avvicinarsi della sua ultima ora, pensando alla vita che aveva menato nel mondo, alle responsabilità della carica che aveva ricoperto e al rigore del giudizio divino, cominciò a temere la morte, preso da dubbi riguardo alla sua salvezza eterna. Ecco che allora Maria - la quale non dorme quando i suoi devoti sono nell' afflizione - accorre accompagnata da molti santi e incoraggia il moribondo con queste tenere parole: « Adolfo mio carissimo, tu sei mio, a me ti sei dato, perché temi di morire? ». A queste parole il servo di Maria si rincuorò, ogni timore sparì ed egli morì rasserenato, in una grande pace. Facciamoci animo anche noi, benché peccatori; confidiamo che Maria verrà ad assisterci al momento della morte e a consolarci con la sua presenza, se noi la serviamo con amore nel tempo che ci resta da passare su questa terra. Parlando un giorno a santa Metilde, la nostra regina promise: « Tutti quelli che mi servono piamente voglio, con la mia tenerezza di madre, assisterli fedelmente al momento della morte, consolarli e proteggerli». Dio, quale consolazione sarà in quegli ultimi istanti della nostra vita, quando dovrà essere trattata la causa della nostra vita eterna, vedere vicina a noi la regina del cielo che ci assiste e ci consola promettendoci la sua protezione! Di questi esempi dell'assistenza data da Maria ai suoi servi moribondi, oltre quelli già citati, ve ne sono innumerevoli altri riportati nei libri. Questa grazia fu concessa a santa Chiara, a san Felice da Cantalice, alla beata Chiara di Montefalco, a santa Teresa, a san Pietro d'Alcantara. Per nostra comune consolazione, aggiungiamo ancora qualche altro cenno. Il padre Crasset narra che santa Maria Ognacense vide la santa Vergine al capezzale di una devota vedova di Villembroe, la quale soffriva molto per l'ardore della febbre; Maria le stava accanto consolandola e la rinfrescava con un ventaglio. San Giovanni di Dio in punto di morte aspettava la visita di Maria a cui era molto devoto. Non vedendola comparire, si rattristava e forse anche se ne lagnava. Quando giunse il momento, gli apparve la divina Madre che, quasi rimproverandogli la sua poca fiducia, gli disse queste tenere parole, così consolanti per tutti i servi di Maria: « Giovanni mio, che pensavi? Che io ti avessi abbandonato? Non sai che non è mia abitudine abbandonare nell'ora della morte i miei devoti? Non sono venuta prima perché non era ancora venuta l'ora, ma adesso che è giunta, sono venuta a prenderti; andiamo in paradiso». Poco dopo il santo spirò e volò in cielo a ringraziare per sempre la sua amorevole regina.  

 

Esempio  

Terminiamo il discorso con quest'altro esempio, in cui si vede dove arriva la tenerezza di questa buona Madre verso i suoi figli al momento della loro morte. Il parroco di un paese era stato chiamato al capezzale di un ricco che stava morendo in una casa magnificamente addobbata, assistito da servi, parenti e amici. Ma vide i diavoli in forma di cani pronti a prendersi quella povera anima, come infatti la presero, poiché il ricco morì in peccato. In quel mentre il parroco fu mandato a chiamare da una povera donna che era in fin di vita e desiderava ricevere i santi sacramenti. Non potendo lasciare quel ricco che aveva tanto bisogno della sua assistenza, egli vi mandò un altro sacerdote. Questi prese la pisside col SS. Sacramento e andò. Arrivato nella stanza di quella brava donna, non vede né servi, né amici premurosi, né mobili preziosi, perché l'inferma era povera e forse stava coricata sopra un po' di paglia. Ma in quella stanza vede una gran luce e vicino al letto della moribonda scorge la Madre di Dio che la consolava e con un pannolino in mano le asciugava il sudore dell'agonia. A questa vista, il sacerdote non aveva il coraggio di entrare, ma la Vergine gli fece cenno di avvicinarsi. Egli entrò e Maria gli prese uno sgabello per farlo sedere ad ascoltare la confessione della sua serva. Poi la moribonda si comunicò con grande devozione e infine esalò dolcemente l'anima nelle mani di Maria.  

di  S. Alfonso M. de Liguori

Ringraziamento dopo la Comunione

 

- Gesù, ti do il tuo Amore, per ristorare le tue amarezze. 

- Ti do il tuo Cuore, per ristorarti delle nostre freddezze, incorrispondenze, ingratitudini e poco amore delle creature. 

- Ti do le tue armonie, per rinfrancarti l’udito dagli assordamenti che ricevi con le bestemmie. 

- Ti do la tua bellezza, per rinfrancarti delle bruttezze delle anime nostre quando ci infanghiamo nella colpa. 

- Ti do la tua purità, per rinfrancarti delle mancanze di rettitudine d'intenzione e del fango e del marciume che vedi in tante anime. 

- Ti do la tua immensità, per rinfrancarti delle volontarie strettezze in cui si mettono le anime. 

- Ti do il tuo ardore, per bruciare tutti i peccati e tutti i cuori, affinché tutti ti amino e nessuno più ti offenda. 

- Ti do tutto ciò che sei Tu, per darti soddisfazione infinita, amore eterno, immenso ed infinito. 

Serva di Dio LUISA  PICCARRETA 

LA RINASCITA È IN ATTO, PER I FIGLI DI DIO!

 


Carbonia 02.02.2022

La rinascita è in atto, per i figli di Dio!

Solo poche ore e poi tutto cambierà. La rinascita è in atto, per i figli di Dio!

Amati miei, è il vostro Dio Creatore che vi urla “conversione” Non seguite come ciechi, la Menzogna, state fermi nella Parola di Dio, quella insegnatavi attraverso le Sacre Scritture e il santo Vangelo, è giunto il tempo di ravvedersi, di aprire gli occhi e chiedere umilmente perdono al vostro Creatore perché Egli possa intervenire ad aiutarvi.

Abbandonatevi all’ascolto della Parola di Dio, non cedete alle ritorsioni degli uomini, Dio c’é, e se voi Lo cercate Lo trovate. Egli è dentro ognuno di voi, il suo Santo Spirito è in voi. Voi siete stati creati per appartenere a Lui, siete Suoi fin dal Principio, siete stati segnati in Lui, … tornate in fretta a Colui che è il vostro Unico Bene, il vostro Tutto e la vostra vita cambierà in bene, delle sue Meraviglie beneficerete.

Amate il Padre vostro che è nei Cieli, compite per Lui atti d’amore verso i vostri stessi fratelli, …umiliatevi al vostro Dio Amore, solo con l’abbandono totale a Lui potrete salvarvi.

Figli miei, amati del Padre vostro, in verità vi dico: la Terra è in subbuglio, le sue viscere stanno per sputare fuoco, i mari invaderanno le terre; i disastri si intensificheranno perché gli uomini hanno abbandonato il loro Dio e si sono sottoposti alla schiavitù del Demonio. Sarete carne da macello, vi farà a brandelli, il suo scopo è la vendetta, …distruggere i miei figli per farmi soffrire.

In verità vi dico, il tempo è giunto perché il vostro cuore si riapra all’Amore, torni senza tentennamento alla Casa del Padre.

Dite addio ai bagordi di questo mondo, o uomini, la vostra vita, quella vera ed eterna, vi attende “se” saprete riconoscervi miei.

Avanti la battaglia è aperta, strappatevi dagli artigli di Satana e chiamatemi in vostro aiuto. Io Sono! Io provvederò per voi! Tornate a Casa figli miei, tornate alla Vita! Abbandonate la Morte!

Vi attendo con le mie Braccia spalancate per stringervi tutti a Me in un unico abbraccio d’amore, e grande festa sarà in Cielo e in Terra.

Amen.

Le onde si ritirano davanti a un'ostia consacrata: il Miracolo Eucaristico di Tumaco

 


Cristo su un pezzo di pane.

Quando pensiamo ai miracoli eucaristici di solito ci riferiamo a eventi in cui l'ostia consacrata si è fatta carne e sangue, quella di Cristo. Ma ce ne sono altri in cui l'ostia consacrata stessa è stata il veicolo attraverso il quale è stato compiuto un miracolo. Uno dei più noti di questi miracoli è quello di Tumaco, in Colombia, dove un'ostia consacrata era il veicolo, sul quale tutta la popolazione pregava, per evitare uno tsumani che avrebbe travolto la città nel 1906.


playa de temuco

Nessuna prova fisica di questo miracolo è conservata, come in altri miracoli eucaristici comuni, ma ci sono storie, che allo stesso tempo ci informano del prodigio, officiano un tipo di prova. In ogni caso, dobbiamo tenere a mente che molti non crederanno in questi miracoli. Coloro che sono atei non crederanno nemmeno con prove, e molti cristiani non crederanno neanche, perché affiliati a una "fede matura e adulta", considerano i miracoli come fatti magici attribuibili alla religiosità popolare credulona, a tal punto che se visiti i siti cattolici più legati al potere ecclesiale, vedrai che gli articoli che si riferiscono ai miracoli sono eccezionali, nemmeno menzionato come ipotesi.

San Andrés de Tumaco è una città colombiana, conosciuta anche come La Perla del Pacifico perché sulle sue spiagge è stata trovata la più grande perla trovata fino ad oggi. La sua popolazione attuale è di 188 mila abitanti.

UN TREMITO DI TERRA CHE PREPARA UNO TSUNAMI

L'evento ebbe luogo il 31 gennaio 1906, nella città di Tumaco, situata su una piccolissima isola nella parte occidentale della Colombia, bagnata dall'Oceano Pacifico.

A quel tempo, il Reverendo Padre Fray Gerardo Larrondo de San José era lì come sacerdote-missionario, avendo come ausiliare nella cura delle anime Padre Julián Moreno de San Nicolás de Tolentino, entrambi Recolletti.

Erano circa le dieci del mattino, quando si fece sentire un terribile tremore della terra, essendo questo così lungo che, secondo padre Larrondo, non avrebbe dovuto scendere sotto i dieci minuti, e così intenso, che trovò tutte le immagini della chiesa a terra.

Inutile dire che il panico che ha preso piede in paese, che a frotte si è affollato nella chiesa e nei dintorni, piangendo e implorando i genitori di organizzare subito una processione e di farsi condurre in esse le immagini, che a un certo punto sono state collocate dalla gente nelle rispettive passeggiate.

Ai padri più prudenti sembrò incoraggiare e confortare i loro parrocchiani, assicurando loro che non c'era motivo di un terrore così orribile come quello che si era impadronito di tutti, e questo era ciò in cui erano impegnati i due ferventi ministri del Signore vicino alla chiesa, quando avvertirono che, come risultato di quel continuo trambusto della terra, il mare si allontanava dalla spiaggia e lasciava asciutto forse fino a un chilometro e mezzo di terra rispetto a quello che copriva le acque, che allo stesso tempo si accumulavano al largo, formandosi come una montagna che, scendendo di livello, doveva diventare un'onda formidabile, essendo probabilmente sepolta sotto di essa o forse completamente spazzata via il popolo tumaco, il cui terreno è precisamente ad un livello inferiore a quello del mare.

IL SACERDOTE CONDUCE LA POPOLAZIONE ALLA SPIAGGIA CON L'OSPITE IN MANO

Terrorizzato allora Padre Larrondo, si precipitò verso la chiesa, e, raggiungendo l'altare, immerse frettolosamente le Forme del sacro calice, riservando solo la grande Ostia, e poi si rivolse al popolo, portando il calice in una mano e in un'altra a Gesù Cristo nel Sacramento, esclamò:

Dai, figli miei, andiamo tutti in spiaggia e che Dio abbia pietà di noi..

Come elettrizzati alla presenza di Gesù, e di fronte all'atteggiamento imponente del loro ministro, tutti marciarono piangendo e gridando a Sua Divina Maestà di avere pietà di loro. Il dipinto deve essere stato sicuramente il più tenero e commovente che si possa pensare, perché Tumaco era una popolazione di molte migliaia di abitanti, tutti lì, con tutto il terrore di una tragica morte già incisa in anticipo nei loro lineamenti.

Il divin Salvatore era accompagnato anche dalle immagini della chiesa portate sulle sue spalle, senza che i padri l'avessero sistemata, solo per irresistibile impulso della fede e della fiducia di quel popolo ferventemente cristiano.

L'ONDA RALLENTA

Era passato poco tempo, quando padre Larrondo era già sulla spiaggia, e quella montagna formata dalle acque cominciò a muoversi verso il continente, e le acque avanzarono come uno sbarramento impetuoso, senza che alcuna potenza della terra potesse contrastare quell'onda travolgente, che in un istante minacciava di distruggere la città di Tumaco.

Tuttavia, il fervente ricordo non fu intimidito; piuttosto, discese senza paura nella sabbia e, ponendosi sotto la giurisdizione ordinaria delle acque, proprio nel momento in cui l'onda stava già arrivando e crescendo fino all'ultimo limite il terrore e l'ansia della folla, sollevò con mano ferma e con cuore pieno di fede la sacra Ostia agli occhi di tutti, e tracciava con lei nello spazio il segno della Croce.

Momento solenne! Spettacolo orribilmente sublime!

L'onda avanza di un passo avanti e, senza toccare la coppa sacra che rimane elevata, arriva a schiantarsi contro il ministro di Gesù Cristo, raggiungendo l'acqua solo fino alla vita..

Padre Larrondo si è appena accorto di quello che gli è appena successo, quando sente prima Padre Giuliano, che era accanto a lui, e poi tutta la città in massa, che esclamava come un matto di emozione: Miracolo! Miracolo!

Infatti, spinta da un potere invisibile superiore a tutta la potenza della natura, quell'onda era stata immediatamente contenuta, e l'enorme montagna d'acqua, che minacciava di cancellare dalla faccia della terra il popolo di Tumaco, iniziò il suo movimento di ritirata per scomparire, al largo, tornando a recuperare il suo livello ordinario e l'equilibrio naturale.

GIOIA E FERVORE DELLA GENTE

Il lettore capisce già quanto deve essere stata la gioia, la santa gioia e la santa lode di quel popolo, che Gesù nel Sacramento ha appena liberato da un'inevitabile e orribile ecatombe.

Alle lacrime di terrore seguirono le lacrime del tumulto più intimo; le grida di angoscia e di scoraggiamento furono seguite dalle grida di ringraziamento e di lode, e dappertutto e da tutti i seni sgorgarono stentorei vivi a Gesù nel Sacramento.

Padre Larrondo ordinò loro di portare la Custodia dalla chiesa, e, ponendo in essa l'Ostia Sacra, fu organizzata una processione molto solenne, che attraversò le strade e i dintorni della città, fino a quando Sua Divina Maestà entrò con tutto lo sfarzo e lo splendore nel suo santo tempio, da dove era partito così male e precipitosamente pochi istanti prima.

Poiché il suddetto brivido non ebbe luogo solo a Tumaco, ma in gran parte della costa del Pacifico, a causa dei grandi danni e perturbazioni che quell'onda, respinta a Tumaco, causò in altri punti della costa molto meno esposti di questa per essere distrutta dal mare, si può calcolare l'importanza del beneficio che Gesù dispensava a quel popolo cristiano, che, poiché si trova, come abbiamo detto, ad un livello inferiore a quello del mare, sarebbe probabilmente scomparso con tutti i suoi abitanti.

Ecco cosa ci dice a questo il missionario reverendo padre Bernardino García de la Concepción, che all'epoca si trovava a Panama City, in una lettera che abbiamo in vista:

"A Panama era con la massima bassa marea, e improvvisamente (l'ho visto) la luna piena è arrivata e ha superato il porto, entrando nel mercato e prendendo tutti i tipi di scatole: le barche più piccole che erano asciutte sono state lanciate a grande distanza, dopo essere state molte disgrazie."

L'evento di Tumaco ebbe grande risonanza nel mondo, e diverse nazioni d'Europa scrissero a padre Larrondo, pregandolo di avere una relazione con quanto accaduto.

Fonti: "Prodigi eucaristici" di Fr. Antonio Corredor García, o.f.m. pags.108-113, Segni di questi tempi

L'umanità vivrà l'angoscia di un condannato perché gli uomini si sono allontanati dal Creatore e le Sue Leggi.

 


Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace, trasmesso il 01/02/2022


Cari figli, Dio ha fretta. Quello che dovete fare, non lasciatelo per il domani. Voi appartenete al Signore e solamente Lui dovete seguire e servire. L'umanità vivrà l'angoscia di un condannato perché gli uomini si sono allontanati dal Creatore e le Sue Leggi. Pentitevi in fretta! Cercate la Misericordia del Mio Gesù per mezzo del Sacramento della Confessione. Non potete raggiungere la Misericordia senza il pentimento e senza il Sacramento. Il Mio Gesù vi ama e vuole la vostra salvezza. Non permettete che la vostra libertà vi allontani dal cammino del Cielo. Pregate. Quando siete lontani, voi diventate bersaglio del nemico di Dio. Camminate per un futuro di dubbi e incertezze per colpa dei cattivi pastori; il disprezzo per la verità causerà grande cecità spirituale in molti consacrati e il dolore sarà grande per gli uomini e le donne di fede. Soffro per quello che viene per voi. AscoltateMi. DateMi le vostre mani e Io vi condurrò a Mio Figlio Gesù. Avanti nella difesa della verità! Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per averMi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.