domenica 4 agosto 2019

Conversazioni Eucaristiche



Veniam et apparebo ante conspectum tuum! 

Anche oggi, o mio adorabile Salvatore, io vengo a prostrarmi dinanzi a 
voi per consacrarvi i miei primi pensieri, e i primi momenti di questa 
giornata; mane astabo Tibi! Voi meritate d’essere l’oggetto di tutta la mia 
sollecitudine e dilezione, perchè con la vostra caritatevole e famigliare 
confidenza mi allargate il cuore al più dolce conforto ed alle speranze più 
lusinghiere. Vengo adunque a disfogarvi il mio povero cuore, ed a chiedervi 
un poco di carità. L’anima mia è tiepida, e non si risente, nè si accalora se 
non si accosta a quest’Altare, dove mi aprite il Cuor Vostro tutto ardente 
d’amore verso de’ miseri mortali. 

Ecco, anima mia, qui sta il tuo vero ed unico Bene, il tuo Salvatore, il 
tuo Dio! Come ancora non diventi tutta di fuoco, e non avvampi almeno del 
desiderio di emulare i Serafini nell’amore verso di lui? Egli ti aspettava già, e 
con le sue amorose inspirazioni t’invitava a sè per trasportare in te il trono 
del suo divino amore. La sua voce ancora si fa sentire. Ascolta quanto 
appassionatamente ti chiama, e ti desidera: veni electa mea; et ponam in te 
thronum meum! Egli vuole, è violentato dall’amore ad uscire da quel Ciborio 
per discendere nel cuor tuo a stabilirvi la sua permanenza, e regnare da 
sovrano sopra le tue facoltà ed i tuoi sentimenti in trono di carità. Sì sì, 
anima mia, preparati a riceverlo questa mattina dentro di te, e fallo padrone 
dispotico e perpetuo di tutta te stessa. Egli tiene velata e ristretta la Maestà 
Sua in questo Sacramento per darti più agio alla confidenza, ed all’apertura 
del tuo cuore. 

O benedetto ed amoroso mio Gesù, quanta confusione mi prende in 
udire che desiderate più Voi di tenermi nel vostro cospetto, di quello che io 
sia sollecito a procurarmi un sì gran Bene! Eppure si tratta d’interesse e di 
bene mio, principalmente mio. È vero che Voi ne godete e vi deliziate: deliciae 
meae esse cum filiis hominum; ma il vantaggio, l’onore, e la felicità è mia, e 
non vostra. Voi non reggete a contenere nel solo Cuor Vostro la carità che vi 
arde senza mai consumarsi; ma la fate erompere sopra coloro che vi visitano, 
e per i quali vi siete fatto Eucaristico. Ad essi Voi la volete communicare: 
dunque anche a me; anche nel cuor mio vorrete stabilire il trono della vostra 
carità? Così sia!… Venite pure, o Signore, a regnare nell’anima mia. A voi 
tocca di farle dimenticare tutte le cose della terra, i parenti, gli amici, le 
creature, e tutto ciò che potrebbe allettarla ad alienarsi da Voi: obliviscere 
populum tuum, et dominum patris tui. Voi solo, coll’onnipotente vostra 
attrazione, potete ridurla a siffatto isolamento: libera me de sanguinibus, 
Deus salutis meae, et exultabit lingua mea justitiam tuam. Se a Voi piacerà di 
prendere possesso assoluto dell’anima mia, allora sarò sicuro che Voi solo 
dominerete in essa, e quale Re e Sposo amoroso la regolerete e governerete a 
seconda del vostro gusto e beneplacito. 

Et concupiscet Rex decus tuum: non solo Voi bramate il possesso 
dell’anima mia; ma lo bramate per abbellirla e adornarla delle vostre divine 
grazie. O Signore, riformatela pure a piacer vostro, sicchè sia fatta degna di 
esservi d’onore e di gloria. Qual torrente di grazia che sgorga dal Vostro 
Cuore, e si diffonde per mille rivi ad inondare le anime nostre dilette, s’inoltri 
soavamente a immergere ancor l’anima mia, e la trasporti a progredire di 
virtù in virtù fino alla contemplazione, cognizione ed imitazione dell’istesso 
Cuor Vostro Divino: ascensiones in corde meo disponat; ibo de virtute in 
virtutem; videbitur Deus Deorum in Sion… 

O Padre nostro celeste ed eterno, inchinate un guardo pietoso alla 
nostra bassezza, e poi rivolgetene un altro di compiacenza al vostro 
amabilissimo Figlio, nostro Re e Cristo salvatore; e per amor suo compatite 
alle debolezze nostre, e largheggiate de’ vostri doni a noi poverelli: Protector 
noster aspice Deus; et respice in faciem Christi tui! Ma Voi, amate più voi di 
farci misericordia, e parteciparci dell’abbondanza dei vostri doni a caparra 
della vostra gloria, di quello che noi li sappiamo desiderare: misericordiam 
diligit Deus; gratiam et gloriam dabit Dominus. Oh beata l’anima che confida 
in Voi, e procede in Voi per le vie della semplicità e dell’innocenza! Voi la 
riempirete dei vostri favori: non privabis bonis eos qui ambulant in innocentia, 
Domine virtutum, beatus homo, qui sperat in te! 

Ma, o Dio! memor sum dierum antiquorum: Come posso io aspirare a 
tanta elevazione di affetti più angelici che umani? Io che ricordo purtroppo 
gli sconcerti della mia vita passata, le colpevoli oblivioni ed indifferenze, 
l’abbandono ed il rifiuto della vostra grazia e del vostro amore? Io che ai tanti 
peccati d’ingratitudine e d’irriverenza alla Vostra Sacramentale Carità, 
aggiunsi gli scandali, ed altro di peggio? O Dio! Non avertas faciem tuam a 
me! et spiritum sanctum tuum ne auferas a me ! Ma per i meriti vostri e per 
quell’amore che vi fece discendere dal cielo in terra, Spiritus tuus bonus 
deducat me in terram rectam! Sì, Gesù mio, prendetemi a mano, tiratemi e 
introducetemi nel Cuor Vostro a succhiare, come ape in fiore, il miele 
dolcissimo della vostra soavissima mansuetudine, lo spirito vivificatore della 
vostra umiltà ed immensa carità! Regnate, imperate d’ora in poi sopra 
l’anima mia; regolatene i moti e le aspirazioni, moderatene i sentimenti e gli 
affetti come Sovrano dal trono del Vostro Divino Amore. Io la sottometto al 
supremo e perpetuo dominio vostro. 

A Voi faccio volonteroso, completo ed irretrattabile sacrificio di tutti i 
suoi desideri, affinchè, se discordano dalla vostra santissima volontà, ve li 
riordinate ed accordate. Gradite il meschino olocausto e fatelo aggradire al 
Vostro Eterno Genitore. Oggi sia il giorno solenne dello stabilimento del 
vostro regno nell’anima mia: adveniat regnum tuum! 

E Voi, Maria, che sedete Regina alla destra del Vostro Figliuolo, 
dividete con Lui il possesso del mio cuore, e rendetemi capace di amare Lui, 
di amare Voi costantemente, fedelmente ed ardentemente nel tempo e 
nell’eternità, come vi amò il vostro dolcissimo Sposo S. Giuseppe. 
Beneditemi, che sono in perpetuo vostro… 

Francesco Spinelli

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