domenica 17 marzo 2019

I Dieci Comandamenti



Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta


 IL TERZO COMANDAMENTO: “RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE”. 



3.2.2 Gesù interroga Jabé sui Dieci Comandamenti. 

Con riferimento al Comandamento sulla ‘Santificazione delle feste’ vi è un altro insegnamento di Gesù, questa volta non più dodicenne ma adulto, rivolto al piccolo Jabè, un povero orfanello37 che poi prenderà il nome di Marziam e che sarà dato in adozione a Pietro e a sua moglie Porfirea. 
Jabé – che avrebbe  dovuto sostenere anch’egli l’esame della maggiore età - viene interrogato dallo stesso Gesù per capire che tipo di preparazione avesse.  
Anche da Jabé il Signore vorrà sentirsi dire il perché dell’importanza del riposo sabbatico. 
L’episodio avviene nel secondo anno della vita pubblica di Gesù mentre Egli ed il Gruppo apostolico sono in cammino verso Gerusalemme per partecipare alle solenni manifestazioni religiose della Pasqua. 

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[…] Come un fiume che si arricchisce per sempre nuovi affluenti, così la via che da Sichem va a Gerusalemme si fa sempre più folta di popolo, man mano che da altre vie secondarie i paesi riversano i fedeli diretti alla Città santa. 
Cosa che aiuta non poco Pietro nel tenere distratto il bambino, che rasenta i colli natii, sotto le cui zolle franate sono sepolti i genitori, senza avvedersene. 
Dopo una lunga marcia, interrotta - dopo che Silo, erta sul suo monte, è stata lasciata a sinistra - per prendere riposo e cibo in una verde vallata sonante d'acque pure e cristalline, i gitanti si rimettono in cammino e superano un monticello calcareo, piuttosto nudo, su cui il sole picchia senza misericordia. Si inizia la discesa per una serie di vigneti bellissimi, che mettono i loro festoni sulle balze dei monti calcarei, ma solatii al sommo.  
Pietro ha un arguto sorriso e fa un cenno a Gesù, che a sua volta sorride. Il bambino non si accorge di nulla, intento come è ad ascoltare Giovanni di Endor che gli parla di altre terre da lui viste e nelle quali crescono uve dolcissime, che però non servono tanto al vino quanto a fare dolciumi più buoni delle focacce di miele.  
Ecco una nuova salita molto ripida poiché, lasciata la via maestra, polverosa e affollata, la comitiva ha preferito prendere questa scorciatoia boscosa. E, giunti alla cima, ecco in lontananza splendere, già distintamente, un mare lucente, sospeso sopra un agglomerato bianco, forse case nitide di calcina.  
«Jabé» chiama Gesù, «vieni qui. Vedi quel punto d'oro? È la Casa del Signore. Là tu giurerai di ubbidire alla Legge. Ma la conosci bene?».  
«La mamma me ne parlava e il padre mi insegnava i precetti. So leggere e... e credo sapere ciò che "essi mi hanno detto prima dì morire...». Il bambino, che è accorso con un sorriso alla chiamata di Gesù, piange ora, col capino basso e la mano che trema nella mano di Gesù. 
«Non piangere. Senti. Sai dove siamo? Questa è Betel. Qui il santo Giacobbe fece il suo sogno angelico. Lo sai? Lo ricordi?».  
«Sì, Signore. Vide una scala che toccava dalla terra al Cielo, e su e giù andavano gli angeli, e la mamma mi diceva che nell'ora della morte, se si era stati sempre buoni, si vedeva la stessa cosa e si andava per quella scala alla Casa di Dio. Tante cose mi diceva la mamma... Ma ora non me le dirà più... le ho tutte qui ed è tutto quello che ho di lei...».  
Le lacrime scendono sul visetto tanto triste.  
«Ma non piangere così! Senti, Jabé. Ho anche Io una Madre che si chiama Maria, e che è santa e buona e sa dire tante cose. È più sapiente di un maestro, e più buona e bella di un angelo. Ora andiamo da Lei. Ti vorrà tanto bene. Ti dirà tante cose. E poi con Lei è la mamma di Giovanni, anche lei tanto buona e di nome Maria. E la madre di mio fratello Giuda, anche lei dolce come un pan di miele, e anche lei ha nome Maria. Ti vorranno tanto bene. Ma tanto. Perché sei un bravo bambino, e per amor mio che ti amo tanto. E poi tu crescerai con loro e fatto grande sarai un santo di Dio, predicherai come un dottore il Gesù che ti ha ridato una madre qui, e che aprirà le porte dei Cieli alla tua madre morta, al padre tuo, e che te l'aprirà anche a te, alla tua ora. 
Tu non avrai neppure bisogno di salire la lunga scala dei Cieli all'ora della morte. L'avrai già salita durante la vita tua, essendo un buon discepolo, e ti troverai là, alla soglia aperta del Paradiso, ed Io ci sarò e ti dirò: "Vieni, amico mio e figlio di Maria" e staremo insieme». Il sorriso fulgido di Gesù, che cammina un poco curvo per essere più vicino al visetto alzato del bambino che gli cammina a lato con la manina nella sua, e il racconto meraviglioso rasciugano le lacrime e fanno spuntare un sorriso.  
Il bambino, che deve essere tutt'altro che stolto, ma che è solo intontito dal tanto dolore e privazione che ha patito, interessato alla storia chiede: «Ma Tu dici che aprirai le porte dei Cieli. Non sono serrate per il gran Peccato? La mamma mi diceva che nessuno poteva entrare finché non fosse venuto il perdono e che i giusti lo attendevano nel Limbo». 
«Così è. Ma poi Io andrò al Padre dopo avere predicato la parola di Dio e... e avervi ottenuto il perdono, e dirò: "Padre mio, ora tutta la tua volontà Io l'ho compiuta. Ora Io voglio il mio premio per il mio sacrificio. Vengano i giusti che attendono al tuo Regno." E il Padre mi dirà: "Sia come Tu vuoi”. Ed allora Io scenderò a chiamare tutti i giusti, e il Limbo aprirà le sue porte al suono della mia voce, e usciranno esultanti i santi Patriarchi, i luminosi Profeti, le donne benedette d'Israele e poi, sai quanti bambini? Come un prato in fiore di bambini di ogni età! E cantando mi verranno dietro, ascendendo al bel Paradiso».  
«E ci sarà la mia mamma?».  
«Certamente».  
«Tu non mi hai detto che ci sarà con Te sulla porta del Cielo quando sarò anche io morto...» 
«Ella, e con lei il padre tuo, non avranno bisogno di essere su quella porta. Come fulgidi angeli intrecceranno sempre voli dal Cielo alla terra, da Gesù al piccolo loro Jabé, e quando tu sarai per morire faranno come fanno quei due uccellini, là, in quella siepe. Li vedi?».  
Gesù prende in braccio il bambino perché veda meglio.  
«Vedi come stanno sulle loro piccole uova? Attendono che si schiudano e dopo stenderanno le ali sulla loro covata per proteggerla da ogni male e poi, quando sarà cresciuta e pronta al volo, la sorreggeranno con le loro forti ali portandola su, su, su... verso il sole. I tuoi parenti faranno così con te».  
«Proprio così sarà?».  
«Proprio così».  
«Ma Tu glielo dirai di ricordarsi di venire?».  
«Non ce ne sarà bisogno perché essi ti amano, ma Io lo dirò loro».  
«Oh! come ti voglio bene!».  
Il bambino, ancora in braccio a Gesù, gli si stringe al collo e lo bacia con una espansione così gioiosa che commuove. 
Gesù ricambia il bacio e lo posa.  
«Oh! bene! Ora andiamo avanti. Verso la Città santa. 
Dobbiamo arrivarci verso sera di domani. Perché tanta fretta? Me lo sai dire? Non sarebbe lo stesso arrivare dopo domani?».  
«No. Non sarebbe lo stesso. Perché domani è Parasceve38 e dopo il tramonto non si cammina che per sei stadi. 39Oltre non si può perché è incominciato il sabato e il suo riposo».  
«Si ozia dunque in sabato».  
«No. Si prega il Signore altissimo».  
«Come si chiama?».  
«Adonai. Ma i santi possono dire il suo Nome».  
«Anche i bambini buoni. Dillo se lo sai».  
«Jaavé» (questo piccolo dice così: un G molto dolce che diviene quasi un J, e l'a molto lunga).  
«E perché si prega il Signore Altissimo al sabato?».  
«Perché Egli lo ha detto a Mosè, dandogli le tavole della Legge».  
«Ah, sì? E che ha detto?».  
«Ha detto di santificare il sabato.  
"Lavorerai per sei giorni, ma il settimo riposerai e farai riposare, perché così ho fatto Io pure dopo la creazione».  
«Come? Il Signore si è riposato? Si era stancato a creare? E ha proprio creato Lui? Come lo sai? Io so che Dio non si stanca mai».  
«Non si era stancato perché Dio non cammina e non muove le braccia. Ma lo ha fatto per insegnare ad Adamo, e a noi, e per avere un giorno in cui noi si pensi a Lui. E ha creato Lui, tutto, sicuro. Lo dice il Libro del Signore».  
«Ma il Libro è stato scritto da Lui?».  
«No. Ma è la Verità. E va creduto per non andare da Lucifero».  
«Mi hai detto che Dio non cammina e non muove le braccia. Come allora ha creato? Come è? Una statua?».  
«Non è un idolo, è Dio. E Dio è... Dio è... lasciami pensare e ricordare come diceva la mamma mia, e meglio ancora di lei quell'uomo che va in tuo nome a trovare i poveri di Esdrelon... La mamma diceva, per farmi capire Dio: "Dio è come il mio amore per te. Non ha corpo, ma pure c'è". E quell'uomo piccolo, con un sorriso così dolce, diceva: "Dio è uno Spirito eterno, uno e trino, e la seconda Persona ha preso carne per amore di noi, poveri, ed ha nome...". Oh! mio Signore! Ma ora che ci penso... sei Tu!».  
Il bambino sbalordito si getta a terra adorando. 
Accorrono tutti credendo che sia caduto, ma Gesù fa un cenno di silenzio col dito sulle labbra, poi dice: «Alzati, Jabé. 
I bambini non devono avere paura di Me!».  
Il bambino alza la testa venerabondo e guarda Gesù con mutata espressione, quasi di paura. Ma Gesù sorride e gli tende la mano dicendo: «Sei un sapiente, piccolo israelita. 
Continuiamo l'esame fra noi. Ora che mi hai riconosciuto, sai se di Me si parla nel Libro?».  
«Oh! sì, Signore! Dal principio a ora. Tutto parla di Te. Tu sei il Salvatore promesso. Ora capisco perché aprirai le porte del Limbo. Oh! Signore! Signore! E mi vuoi bene tanto?».  
«Si, Jabé».  
«No. Più Jabé. Dammi un nome che voglia dire che Tu mi hai amato, che Tu mi hai salvato..»  
«Il nome lo sceglierò insieme alla Madre. Va bene?».  
«Ma che voglia proprio dire così. E lo prenderò dal giorno che diventerò figlio della Legge». 
«Lo prenderai da quel giorno».  
Betel è superata, e in una valletta fresca e ricca d'acqua sostano a prendere cibo.  
Jabé è rimasto mezzo intontito dalla rivelazione e mangia in silenzio, accettando con venerazione ogni boccone che gli porge Gesù.  
Ma piano piano si rinfranca e, specie dopo una bella giocata con Giovanni mentre gli altri riposano sull'erba verde, torna a Gesù insieme al ridente Giovanni e fanno un crocchietto a tre.  
«Non mi hai più detto chi parla di Me nel Libro».  
«I Profeti, Signore. E prima ancora ne parla il Libro fin da quando è cacciato Adamo e poi a Giacobbe e ad Abramo e a Mosè... Oh!... Mi diceva mio padre che era andato da Giovanni - non questo, l'altro Giovanni, quello del Giordano - che egli, il gran Profeta, ti chiamava l'Agnello... Ecco, ora capisco l'agnello di Mosè... La Pasqua sei Tu!».  
Giovanni lo stuzzica: «Ma quale è il Profeta che ha profetato meglio di Lui?».  
«Isaia e Daniele. Ma... mi piace di più Daniele, ora che ti amo come il padre mio. Lo posso dire? Dire che ti amo come ho amato mio padre? Sì? Ebbene, ora preferisco Daniele».  
«Perché? Chi parla tanto del Cristo è Isaia».  
«Sì. Ma parla di dolori del Cristo. Invece Daniele parla del bell'angelo e della tua venuta. È vero... lui pure dice che il Cristo sarà immolato. Ma io penso che l'Agnello sarà immolato d'un colpo solo. Non come dicono Isaia e Davide. Io piangevo sempre quando li sentivo leggere, e la mamma non me li disse più».  
Quasi quasi piange anche ora, mentre carezza una mano di Gesù.  
«Non ci pensare per ora. Ascolta. I precetti li sai?40».  
 «Sì, Signore. Credo di saperli. Nel bosco me li ripetevo per non dimenticarli e per sentire le parole della mamma e del padre mio. Ma ora non piango più (veramente c'è un grande luccicore nelle pupille) perché ora ho Te».  
Giovanni sorride e si abbraccia il suo Gesù dicendo: «Le mie stesse parole! Tutti i pargoli di cuore parlano uguale».  
«Sì. Perché le loro parole vengono da un'unica sapienza. 
Ora bisognerebbe andare, in modo da giungere a Berot molto presto. La gente cresce e il tempo minaccia. I ricoveri saranno presi d'assalto. E non voglio che vi ammaliate».  
Giovanni chiama i compagni, e si riprende la marcia fino a Berot attraverso una pianura non molto coltivata, come non assolutamente arida come era il monticello valicato dopo Silo.  
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a cura del Team Neval 

Riflessioni di Giovanna Busolini  





Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria



Vergine Santissima, Madre mia, Immacolata Maria, io mi consacro per tutta la vita, per tutta l’eternità al Tuo bellissimo Cuore. 

(Preghiera di San Pio da Pietrelcina) 

Giorni di tenebra verranno e molti consacrati saranno contaminati.




Cari figli, sono la vostra Madre Addolorata e soffro per quello che viene per voi. State attenti. Amate e difendete la verità. Giorni di tenebra verranno e molti consacrati saranno contaminati. La Chiesa del Mio Gesù ha la missione di difendere la verità e di curare il gregge ad essa affidato da Mio Figlio Gesù. Il gregge si disperderà di fronte alla grande confusione che verrà. Molti cammineranno alla ricerca della verità, ma ovunque ci sarà confusione e molti si allontaneranno dal cammino della verità. Piegate le vostre ginocchia in preghiera. Questo è il tempo che vi ho annunciato nel passato. Rimanete con Gesù e ascoltate gli insegnamenti del vero Magistero della Sua Chiesa. Coloro che rimangono fedeli a Gesù avranno sempre la verità nelle loro vite. Coraggio. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

sabato 16 marzo 2019

IN ADORAZIONE



Testimonianza di Catalina RIVAS


Gesù, il Buon Pastore

Alcuni anni fa, fummo invitati ad una Conferenza Mariana, nella città di Pittsburg, Pennsylvania – Stati Uniti del Nord America. Questa Conferenza viene ripetuta ogni anno e vengono invitate molte Personalità importanti tra i vari Gruppi Mariani del Mondo intero.
Da quel poco che potevo ascoltare dai vari interventi, le loro esperienze e la conoscenza dei Partecipanti, capivo che le loro esperienze in questo campo sembravano molto forti.
Ho cercato di raccogliermi e preparare la mia testimonianza, che doveva essere il racconto della mia Conversione.
Ho pensato che quella mia testimonianza non andava bene per quel Pubblico e mi misi in preghiera, supplicando l’assistenza dello Spirito santo.
Il mio Gruppo era composto da persone molto preparate nel loro campo: Scienziati – Sacerdoti – Persone del Gruppo e, poi, io.
Durante la Santa Messa, celebrata giusto prima dell’ultimo intervento, che corrispondeva al nostro Gruppo, ho chiesto al Signore che cosa Lui desiderasse dire alla gente, attraverso me, e Gli chiedevo che mi facesse sapere il perché ero lì.
Quasi tutte le tremila persone presenti si Comunicarono.
Noi fummo i primi a farlo.
Ho ricevuto la Santa Eucaristia e mi sono messa in ginocchio, nel mio banco.
In quel momento, ho visto come uno schermo dentro di me, uno schermo gigante, nel quale c’era un vasto, enorme paesaggio campestre: siti verdeggianti, piccole colline con piante, filari di alberi, un lago molto grande…
Era, insomma, un luogo splendido!
Ma, in mezzo a questo vasto paesaggio, ho visto che un gran pezzo di terreno non era coltivato: si vedeva che era senza vita, pieno di spine e di terra, era come un pugno nell’occhio in mezzo a quel magico paesaggio.
E in mezzo a tutte quelle spine e rovi, c’era una piccola pecorella bianca, della quale non si poteva vedere molto il manto peloso, perché era pieno di sangue.
Aveva molte ferite nelle zampe, nel corpo e piangeva sconsolatamente, senza fermarsi.
Cercava di uscire da lì, ma non ci riusciva: faceva due passi e… le spine cominciavano a crescere e a pungerla di più.
Questo luogo era sovrastato da un cielo oscuro, coperto da molte nubi: tuoni, lampi e un vento infido rendevano più tetra la scena.
Il piccolo animale era sempre più spaventato.
All’improvviso, vidi di spalle una donna, vestita di azzurro e con un velo bianco.
Seppi, in seguito, che era la Santissima Vergine.
Distese le mani, chiamando la pecorella perché si avvicinasse a Lei, ma la pecorella cercava di uscire dall’altro lato, perché le spine crescevano in fretta e si allontanava sempre più, come cercando di scappare dalle spine, ma anche da quelle mani che volevano tirarla fuori.
Era tanta la sua paura che non sapeva dove correre: scivolava, cadeva e le si apriva nuovamente la carne in sanguinose ferite.
Per un attimo, la Vergine si voltò ed io ho potuto vedere il Suo profilo, tanto bello e dolce.
Guardò verso un punto lontano, come se stesse con lo sguardo cercando qualcuno e, poi, sparì.
In quel momento, apparve davanti ai miei occhi un uomo alto e forte, vestito con una tunica luminosa, di colore bianco perla.
Calzava i sandali e teneva un bastone.
I capelli, castano scuro, scendevano sfiorando le spalle, le braccia e la parte alta del collo, che si potevano vedere molto abbronzate quando il vento sollevava i suoi capelli.
Aveva braccia forti, di persona dedita al lavoro.
Il mio cuore cominciò a saltare di emozione: era Gesù che, senza pensarci neppure un attimo, entrò in mezzo a quelle spine.
Per tre o quattro volte, con il Suo bastone, colpì le spine più lunghe e poi si diede a sradicare le piante, ma le altre spine graffiavano anche Lui, strappavano la sua tunica, che si impigliava in mezzo ad esse.
Sembrava, però, che a Lui niente importasse, né della Sua tunica che si strappava, né della Sua pelle che si lacerava.
Si affrettava in questo compito e vedevo il sangue sgorgare dai Suoi piedi, dalle caviglie e dalle gambe e che bagnava la terra, via via che Egli la calpestava.
La pecorella si inoltrava, sempre più, in altri gineprai ed era diventata praticamente tutta una macchia di sangue, quando Gesù le si avvicinò, la prese tra le Sue braccia e si avviò per uscire da quel campo.
Non si curava più delle spine, attraverso cui passava e che laceravano il suo Corpo.
L’unico oggetto della Sua attenzione era, adesso, la piccola bestiola che teneva tra le Sue braccia.
Uscì da quel campo, dirigendosi verso un luogo dove io potevo vederLo di fronte.
Stava piangendo e, insieme a Lui, anche la pecorella piangeva: tremava tra le Sue braccia, che si tingevano di sangue e Lo guardava, come se cercasse la sua consolazione.
Gesù la stringeva contro il Suo petto.
All’improvviso, Egli guardò verso il Cielo: il suo gesto diventò per un attimo severo, il tempo sufficiente perché sparissero velocemente tutte le nubi oscure e potesse uscire il Sole.
I Suoi occhi erano pieni di lacrime, che scorrevano lungo le Sue guance.
Gesù cominciò a baciare la pecorella ed ecco che lì, dove cadeva una delle Sue lacrime, o dove Egli baciava, di colpo si chiudevano le ferite del piccolo animale e appariva la bianca lana.
Erano tanto grandi la Tenerezza e l’Amore di Gesù, che sembrava che quel piccolo animale fosse tutto quello che Egli possedeva.
Giunse un momento in cui, mentre Egli baciava la testolina della pecorella, essa lambì la Sua mano, le lacrime di tutti e due si mescolavano e, mentre piangevano insieme, Gesù sorrideva e la pecorella emetteva debolmente dei teneri belati.
Un momento dopo, vidi Gesù che camminava a passi lenti, come se aspettasse la Sua piccola compagna che Lo seguiva.
Il Suo portamento era sicuro, forte.
Nonostante la semplicità del Suo vestire, era Maestoso come un Re e la pecorella, felice, con la testa sollevata, guarita, correva dietro a Lui, belando ora con più vigore, lambendoGli, di quando in quando, la punta delle dita delle mani.
Di tanto in tanto, Egli le accarezzava la testolina, rispondendo così alla sua tenerezza.
In immagini successive, vidi poi Gesù, seduto sopra ad un sasso.
Parlava e la pecorella, seduta sulle sue due zampe posteriori, come si siedono i cani, Lo ascoltava, tutta attenta.
Ogni tanto, Egli le prendeva la testolina tra le Sue mani e la baciava, ridendo.
Poi, era lei che lambiva i piedi di Gesù e le ferite del Signore guarivano.
Tutte le ferite si chiusero e perfino la tunica di Gesù pareva diventata nuova.
Non c’erano più tracce di tanto sangue e di tanto dolore.
Era una scena perfetta, non c’erano più nubi e il Sole brillava, dardeggiando di luci dorate la testa del Pastore; correva una fresca brezza, che scompigliava leggermente i Suoi capelli ed Egli sorrideva.
Si udì, ad un tratto, un altro lamentevole belato e vidi Gesù alzarsi e, premuroso, avviarsi di nuovo verso quel campo di spine.
La Sua andatura esprimeva tristezza e preoccupazione; si stava di nuovo incamminando in cerca di un’altra pecorella, ma, questa volta, quella pecorella, che era già stata sanata, si affrettò davanti al Signore, correndo a cercare quella che ora gemeva.
Come una che, ormai, era molto esperta, si incamminò verso sentieri più ripidi e scoscesi.
Si lamentava, sì, però era come se non le importasse, perché correva, cercava la sua compagna per guidarla dove stava il Signore, per trovare le braccia forti e sicure di Gesù…
In quel momento, la voce del Sacerdote mi portò alla Celebrazione della Santa Messa e sentii le sue parole:“Oremus…”.
Mi guardai intorno e vidi tutta quella gente: peccato, quella bella Visione era terminata.
Avevo il volto coperto di lacrime e mi lasciai sfuggire qualche singhiozzo.
Allora, Gesù mi parlò e, dolcemente, mi disse:
“Ecco, l’argomento: racconta la tua Conversione, perché quella prima pecorella, che hai visto, sei tu!”.
Mentre tutte quelle persone, che mi precedevano, stavano parlando, sentivo che, ormai, non avevo più paura di parlare. Sentivo appena ciò che dicevano, udivo gli applausi, ma come se venissero da molto lontano.
Ho chiuso gli occhi ed ho potuto vedere il Volto bellissimo di Gesù: un po’ piangeva, un po’ sorrideva e questo riempiva completamente il mio cuore.
Ho saputo che quello è stato uno dei miei migliori discorsi: avevo messo tutto il mio cuore nel descrivere ciò che il Signore mi aveva permesso di vivere, pochi momenti prima.
Quando hanno acceso le luci ed ho potuto vedere il Pubblico, molta gente stava piangendo, forse si erano identificati con la piccola pecorella, che era stata liberata dal campo del Mondo, pieno di spine e guarita con le lacrime, con il sangue e con l’Infinito Amore di Gesù.
Sono passati diversi anni, forse otto o nove, da quel giorno e nello scrivere, ora, questa esperienza, il Signore mi ha permesso di riviverla con una chiarezza ed una nitidezza incredibili.
Da quel giorno, tengo in casa mia, di fronte al mio letto, un’Immagine del Buon Pastore, perché mai dimentichi il luogo da cui fui liberata, per avere sempre presente la Missione che Dio mi ha assegnato nel suo Gregge e per poter vincere, così, il timore e le mie comodità, che mi possono impedire di uscire in cerca di altre Anime bisognose di Gesù… per poter guardare il futuro con speranza e fiducia totale nel suo Divino Volere: tutto, con un inno di gratitudine che, ogni giorno ed ogni notte, elevo, con il cuore innamorato, ai piedi del Buon Pastore.







Io sono il Prigioniero dell’Amore dietro ogni Tabernacolo, che attende e spera di vedervi arrivare



Alleluia! Il Signore si china 
per ascoltarmi ogni volta che chiamo.
Il mio sguardo è fisso su di Te, mio Signore,
penso a Te incessantemente,
Tu sei il mio Cibo, il mio Pane e il mio Vino,
non ho bisogno d’altro 
in questo mondo ostile,
la mia anima ha sete di Te,
per Te le mie labbra sono inaridite,
Tu sei il mio Dio che m’ha cercata
e mi ha trovata nella mia miseria.
Permettimi di dimorare nel Tuo Sacro Cuore.


non subirai mai alcun rigetto da parte Mia; ogni volta che vieni a riceverMi, il Mio Sacro Cuore sussulta di gioia; Mi sono fatto più piccolo che mai nella piccola Ostia bianca; prendendoMi, tu Mi accetti e, accettandoMi in questo modo, tu riconosci La Verità; Io e tu siamo uno in quel momento, tu sei in Comunione con Me, quale maggiore delizia che essere con Me, tuo Dio? quale incontro più puro e santo? Io, tuo Dio, incontro te, Mia creatura; Io, tuo Redentore, e tu, colei che ho redenta; Io, Gesù, ti amo alla follia; come, alcuni tra voi, possono dubitare del Mio Amore e oltraggiare questo Amore puro e santo? Come possono, così tanti fra voi, dubitare della Mia Santa Presenza nell’Ostia?

la Mia Santa Eucarestia non dovrebbe essere sciupata o maltrattata, come se non fosse Santa; se solo capiste pienamente quello che Io vi offro e Chi ricevete in voi, Mi benedireste continuamente; guardate! anche i Miei Angeli che vi guardano dall’alto desiderano questo Cibo che voi potete prendere, ma che loro non possono; tuttavia, molti fra voi non sembrano percepire la Sua Pienezza...

Io sono il Prigioniero dell’Amore dietro ogni Tabernacolo, che attende e spera di vedervi arrivare; avvicinatevi, voi tutti che ancora errate in questo deserto, venite a Me, puri e senza macchia; permetteteMi di gioire in voi; così siate più graditi al Mio Cuore col vostro pentimento, riconoscendo i vostri peccati; non dite: “perché confessarmi? non ho nulla da dire al mio confessore”, non siate uno di quelli che hanno perduto il senso del peccato; siete lontani dall’essere perfetti, alcuni di voi si comportano ancora come se fossero senza macchia ed avessero raggiunto la perfezione; siate umili, siate umili, potrete facilmente discernere i vostri peccati se pregate con sincerità di cuore e se Mi domandate aiuto per discernerli;

benedetti sono coloro che obbediscono alla Mia Legge, che seguono i Miei precetti e che onorano i Miei Santi Sacramenti; benedetti sono tutti coloro che vengono a Me, pieni di Fede, per mangiare Me e bere Me; Io sono Santo, quindi trattatemi con Santità perché riversi su di voi, in questo momento più che mai Santo, le Mie grazie che rianimeranno la vostra anima; Io non nascondo mai le Mie Ricchezze, Io Le concedo gratuitamente, anche all’ultimo di voi;

venite, desidero ardentemente essere con voi, allora non affrettatevi e non siate impazienti nel dire le preghiere; non burlatevi della pietà; riflettete e meditate i Miei ordini; sebbene voi non Mi vediate, Io vi dico che la Mia Mano è su ciascuno di voi e vi benedico, lasciando su tutti voi il Mio Sospiro;

29 Settembre, 1989

I MISTERI DELL’ALDILA’ SVELATI A JOSEFA



3 maggio 1922

"Fui presa da un ardente desiderio di baciare le Piaghe di Gesù. Baciai il mio Crocifisso e chiesi alla Madonna di farlo per me.
"Ella venne ad un tratto, con le mani incrociate sul petto, e dolcemente mi disse: "Che cosa vuoi, Figlia mia, che vuoi? ".
"Oh! Madre mia, baciare i piedi e le mani di Gesù e, se Tu me lo permetti, baciare anche la Tua mano".
"Vuoi baciarla, figlia mia? ... eccola! ..".
"E porgendomi la mano aggiunse:
- "Vorresti baciare le piaghe di Gesù? ...".
"Non mi lasciò neppure il tempo di rispondere... Gesù era già lì, bellissimo, con le Piaghe fiammeggianti".
- "Che vuoi, Josefa? ".
"Baciare le tue Piaghe, Signore! ". "Baciale! "
Egli stesso le mostrò i piedi, quindi le mani e infine il suo Cuore:
- "Questa piaga è tua, ti appartiene. Vedi che non ti rifiuto niente. E tu mi rifiuteresti qualcosa?..."

8 luglio 1922

Josefa è seduta nella sua cella ove ha trascorso le ore terribili di quella giornata che segna il punto culminante degli sforzi diabolici; appare del tutto sfinita, sembra non udire le Ave Maria che sommessamente si moltiplicano vicino a lei per supplicare la Madonna ad accorrere in aiuto della sua figliuola. Ad un tratto il viso contratto si di stende, le labbra si aprono e a poco a poco mormorano la stessa preghiera... davanti a lei ormai libera sta la Madre Immacolata e Josefa si precipita in ginocchio col volto illuminato. Istante meraviglioso in cui tutta la potestà di Satana si infrange e si eclissa di fronte all'intervento sovrano della Regina del Cielo.

Papa Benedetto XVI



Se in certe teologie ed ecclesiologie di oggi Maria non trova più posto, la ragione è semplice e drammatica: hanno ridotto la fede a un'astrazione. E un'astrazione non sa che farsene di una madre.

VITA OLTRE LA MORTE



TESTIMONIANZA 
DELLA DOTTORESSA GLORIA POLO


I talenti

Il Signore mi ha chiesto: “Che cosa hai fatto dei talenti che ti ho dato?” Tu non li hai maiusati. Io sono venuta al mondo con una missione, la missione di difendere il regno dell'amore. Ma mi ero completamente dimenticata di avere un'anima, ancor di più, cheavevo ricevuto dei talenti, ed anche, che io ero “le mani” della Misericordia di Dio. Nonsapevo che tutto il bene che non ho fatto aveva provocato molto dolore al Signore. Hovisto i talenti meravigliosi che Dio mia aveva dato. Tutti noi, fratelli, valiamo molto agliocchi di Dio. Egli  ama a tutti allo stesso modo. A ognuno ha affidato una missione e deitalenti. Io vedo il demonio che è molto preoccupato per i nostri talenti, talenti che Dio ci hadato per metterli al servizio del Signore.

Sapete che cosa mi ha chiesto ancora il Signore? Mi ha chiamata a dare conto per lemancanze di amore al prossimo e mi disse: “La tua morte spirituale è cominciata quandonon ti lasciavi commuovere dalle sofferenze che vedevi intorno a te ... eri viva, ma morta.
Non potete immaginare che cosa è la morte spirituale. è un'anima che odia, un'animabrutta, terribile, amareggiata, arrabbiata, che non lascia in pace e fa del male a tutti.
Quando siamo pieni di peccati, è doloroso vedere lo stato miserabile della nostra anima. Eio avevo visto com'era la mia: fuori bella, profumata e ben vestita; dentro, puzzolente eimmersa nell'abisso. è per questo mi sentivo così depressa e amareggiata. Il Signore mi hadetto: “La tua morte spirituale quando non ti lasciavi commuove dai tuoi fratelli.” Ognivolta che vedevi soffrire i tuoi fratelli, quando sentivi notizie ... erano dei segnali di allerta,ma tu, sempre di pietra! Solo a parole dicevi “poverini”, ma non sentivi dolore, il tuocuore era insensibile, era di pietra!”

Come il Signore mi ha mostrato i talenti. Io non vedevo mai il telegiornale, non avevopazienza, non volevo vedere tanti morti e altre cose sgradevoli ... Ero interessata solo dellaparte finale, la parte della fantasia: dieta, oroscopo, potere mentale, energie ... tutte coseche il demonio utilizza per distrarci, confonderci ... E ora il Signore mi mostrava nel Librodella Vita, come nella Sua strategia divina, una volta il telegiornale è durato un poco di piùe, quando io ho acceso la televisione, il telegiornale non era ancora finito e mostrava unapovera contadina che piangeva sopra il cadavere del marito.

Il demonio, e questo è molto triste, ci fa abituare al dolore degli altri e, quando ci troviamodi fronte a qualcuno che soffre, ci fa pensare che quel problema non mi riguarda. Chi stamale si arrangi, io non centro niente. Il Signore invece mi ha fatto vedere come Gli duole,quando i giornalisti pensano solo a vendere la notizia senza preoccuparsi di coloro chesoffrono, in questo caso di quella povera donna! Io, in quel momento, l'ho vista piangere,ho sentito in me il suo dolore, l'ho sentito veramente, e ho ascoltato con attenzione.
Soprattutto  «dove»,  era  Venadillo,  Tulima,  la  mia  città  natale.  Ma  subito  dopo,  ècominciata  la  parte  della  fantasia,  pubblicità,  dieta  ...  e  mi  sono  dimenticatacompletamente di quella contadina ...

Ma il Signore non l'aveva dimenticata! Ha permesso che io sentissi il suo dolore e volevache io l'aiutassi. Era il momento di usare i talenti che Dio mi aveva dato. Il Signore mi hadetto: “Quel dolore che hai sentito per lei, ero Io che gridavo perché tu la aiutassi. Sonostato Io che ho provocato un ritardo nelle notizie perché tu potessi vedere; ma tu non seistata capace di inginocchiarti e fare almeno una preghiera per lei, nemmeno un minuto! Tisei lasciata distrarre dalla tua dieta e ti sei dimenticata di lei!”

Il Signore mi ha mostrato la sua situazione. Era una famiglia di umili contadini. Avevanochiesto al marito che abbandonassero la casa in cui vivevano ed egli ha risposto di no. Piùtardi sono venuti degli uomini per mandarli via. Il marito se ne accorse e vede che sonoarmati e che vengono per ucciderlo. Io ho visto tutta la vita di quell'uomo e ho sentitodentro di me tutta l'angustia di quell'uomo. Ho visto come, di corsa nascondeva moglie efigli mentre quegli uomini lo cercavano. Aveva tentato di allontanarsi ma senza riuscirci.
Sapete quale è stata la sua ultima preghiera: “Signore, prenditi cura di mia moglie e deimiei figli, a te li affido”. In quel momento lo hanno ucciso ed è caduto a terra. Quando glihanno sparato, il Signore mi ha fatto sentire il dolore di quella donna e di quei bambini,che nemmeno potevano gridare. (piange)

In questo modo, Dio ci fa sentire il Suo stesso dolore e quello degli altri. Ma, quante voltenoi non ci preoccupiamo di questo, non ci preoccupiamo nemmeno un poco ... de nostrifratelli nelle loro necessità. (continua a piangere)

Sapete che cosa il Signore voleva? Voleva che io mi inginocchiassi e pregassi per quellafamiglia, per quella donna e quei bambini! Dopo mi avrebbe ispirato quello che potevofare per aiutarli. Sapete che cosa dovevo fare? Fare alcuni passi e parlare con un sacerdotedi quello che avevo appena visto nel telegiornale. Questo sacerdote era amico del parrocodi quel paese, Venadillo, Tulima, e aveva una casa di accoglienza a Bogotà e avrebbeaiutato quella donna. 

Sapete qual'è la prima cosa che Dio ci chiede? Dei peccati di omissione! Sono così gravi!
Non immaginate quanto! Un giorno d'estate, come me! Questi peccati fanno piangere Dio!
Il bene che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto! Dio piange vedendo i Suoi figlisoffrire per la mancanza di compassione e per l'indifferenza degli altri, per tanti chesoffrono, e noi non facciamo niente per loro! Il Signore ci mostrerà le conseguenze delnostro peccato, per essere stati indifferenti davanti alle sofferenze degli altri; tanto dolorec'è nel mondo per la nostra indifferenza, disinteresse e cuore duro.

Riassumendo, quella contadina, vedendo che la seguivano per ucciderla, è fuggita con ibambini e cerca rifugio a casa del sacerdote di quel paese. Il parroco afflitto, gli dice chedeve fuggire perché se la trovano l'ammazzano! E in fretta ha fatto quello che gli èsembrato migliore per lei. Molto preoccupato l'ha mandata a Bogotà e gli ha dato dei soldie alcune lettere di raccomandazione! Lei è uscita in fretta, con quelle lettere, ed è andata inquei posti che il parroco gli ha raccomandato, ma non l'hanno accolta da nessuna parte.
Sapete dove è finita? Sapete chi, alla fina, ha aiutato quella donna? Coloro che l'hannomessa in una casa di prostituzione!!!

Il Signore mi aveva dato una seconda opportunità per aiutare quella donna. Un anno dopola rivedo. Era una giorno che ero andata al centro della città. Io detestavo andare al centroperché sapevo di incontrare miseria e, siccome mi sentivo superiore, non mi piaceva. Main quel giorno dovevo proprio andare e mentre camminavamo mio figlio mi domandato:“Mamma perché quella donna si veste così con quella gonna corta?” Io gli ho risposto:“Non guardala! Quelle sono donne da disprezzare, che vendono il corpo per fare soldi,sono prostitute, donne sporche.” Pensate un po', con questo modo di parlare e, per di più,avvelenando mio figlio, così ho classificato quella donna, una sorella caduta in disgraziaper colpa e indifferenza di un popolo. 

Il Signore mi ha detto: “Gli indifferenti sono i tiepidi, quelli che io vomito; un indifferentenon entrerà mai in Cielo!  Un indifferente passa nel mondo e non si interessa di niente,oltre casa sua e i suoi interessi. La tua morte spirituale è cominciata quando non ti seiinteressata più di quanto succedeva ai tuoi fratelli. Quando pensavi solo a te stessa e al tuobenessere!”



Salvami dal fuoco dell’inferno



Sono un terribile peccatore, Gesù. 
Con le mie azioni, ho causato avvilenti sofferenze agli altri. 
Come conseguenza, io sono respinto. 
Non sono più tollerato in nessun luogo sulla Terra. 
Salvami da questo deserto e proteggimi dalla morsa del male. 
Aiutami a pentirmi. 
Accetta il mio rimorso. 
Riempimi con la Tua forza  
e aiutami a rialzarmi dagli abissi della disperazione. 
Caro Gesù, Ti offro il mio libero arbitrio perché Tu possa fare di me ciò che 
vuoi, in modo che possa essere salvato dal fuoco dell’inferno. 
Amen. 

Il mondo è sulla soglia di un grande cambiamento



Mia dilettissima figlia, ogniqualvolta i figli di Dio sono testimoni dei conflitti nel mondo e delle terribili atrocità commesse nel nome della giustizia, allora sappiano questo: poiché il male genera altro male, fate agli altri, ciò che vorreste fosse fatto a voi. La Mia Giustizia è connaturata e, nonostante la Mia abbondante Misericordia, dovete temere la Mia Punizione allorché si abbatterà sugli uomini ingrati e malvagi. 

Io non causo danno ad alcun uomo, in quanto questo non viene da Me; ma quando verrà inflitto il male ai figli di Dio, e si diffonderà la malvagità, Io riverserò la Mia Giustizia, in modo che nessun uomo dubiti che questi tempi sono sopra di voi. La malvagità deriva dal peccato. Le anime che soccombono al peccato devono sempre cercare di riscattarsi rapidamente ai Miei Occhi o in caso contrario, il peccato si aggraverà; se avete dei dubbi circa la presa mortale che Satana ha sulle anime piene di odio e violenza, dovete sapere che è estremamente difficile liberarle dal suo controllo. 

Una volta che Satana ha infestato un‟anima, egli tormenta costantemente quella persona finché la sua mente, le sue azioni ed i suoi gesti non sono in unione con il maligno. L‟anima infestata, alla fine, diventa posseduta e solo Io, Gesù Cristo, posso liberare quell‟anima attraverso un esorcismo. Un‟anima può diventare posseduta molto rapidamente, ma possono essere necessari anni per liberarla dalla morsa del serpente; così quando verrà provata la Mia Punizione, essa sradicherà il male e punirà i colpevoli che hanno sottratto la vita degli altri. 
Io punirò chi toglie la vita del corpo e la vita dell‟anima. Nessun malfattore rimarrà invisibile poiché i Miei Occhi vedono ogni cosa. 

Voi conoscete molto del Mio Amore. Non avete dubbi su quanto sia grande la Mia Misericordia, ma l‟uomo mortale non conosce l‟Ira di Dio, poiché nessuno vi ha parlato di questo. La Collera di Dio è reale. Credete che Egli permetterebbe a Satana di distruggere i suoi figli rimanendo seduto a guardare? Credevate che Egli non avrebbe punito le anime che cedono a Satana assecondando ogni capriccio e desiderio? Benché le anime buone possano morire, esse avranno la vita, ma per quanto le anime malvagie possano vivere, esse non avranno la vita. 

Il mondo è sulla soglia di un grande cambiamento, e tutto ciò che Dio ha predetto avrà luogo. 
Tutto quanto Egli ha detto che sarebbe accaduto, accadrà. Benché Io vi abbia inviato i profeti per avvertirvi, voi ancora non avete ascoltato; voi avete respinto molte rivelazioni private che sono state trasmesse al mondo affinché l‟umanità fosse preparata, ma ancora una volta voi non avete ascoltato. 

Dovete pregare che la vastità delle distruzioni nel mondo venga ridotta, poiché se doveste vedere ciò che vi riserva l‟avvenire, cadreste ai Miei Piedi implorando Misericordia. Coloro che non sono riusciti a mantenere viva la Parola di Dio nelle Mie Chiese sulla terra, saranno responsabili della perdita di molti milioni di anime che, altrimenti, sarebbero state salvate. 

Vergogna a voi che Mi chiamate vostro, mentre da un lato proclamate uno stralcio della Verità e dall‟altro Mi maledite. Il dolore e la sofferenza che Io ho sopportato a causa del peccato, e della separazione dell‟uomo dal suo Creatore, stanno volgendo al termine, poiché adesso è giunto il Mio Tempo. Nella battaglia finale per la salvezza delle anime, man mano che il male si intensificherà, sappiate che il castigo di Dio sarà dieci volte superiore a quello inflitto da parte dell‟uomo malvagio sui suoi fratelli e sorelle. 

Non temete il Mio Amore, ma la Mia Giustizia. 

Il vostro Gesù 

18 Agosto 2014 

venerdì 15 marzo 2019

DELL’ACCETTAZIONE E DELLE VESTI DEI FRATI


         
                       
1 Se qualcuno, per divina ispirazione, volendo scegliere questa vita, verrà dai nostri frati, sia da essi benignamente accolto.
2 E se sarà deciso nell’accettare la nostra vita, si guardino bene i frati dall’intromettersi nei suoi affari temporali, ma, quanto prima possono, lo presentino al loro ministro.
Il ministro poi lo riceva con bontà e lo conforti e diligentemente gli esponga il tenore della nostra vita. 4 Dopo di che, il predetto, se vuole e lo può spiritualmente, senza impedimento, venda tutte le cose sue e procuri di distribuire tutto ai poveri.

5 Si guardino i frati e il ministro dei frati dall’intromettersi in alcun modo nei suoi affari, 6 né accettino denaro né direttamente né per interposta persona. 7 Se tuttavia fossero nel bisogno, possono i frati ricevere le altre cose necessarie al corpo, ma non denaro, come gli altri poveri, per ragione della necessità.

5 E quando sarà ritornato, il ministro gli conceda i panni della prova, per un anno, e cioè due tonache senza cappuccio e il cingolo e i calzoni e il capperone fino al cingolo. 9 Finito l’anno e il periodo della prova, sia ricevuto all’obbedienza. 10 Dopo di che non potrà passare ad altra Religione, né andar vagando fuori dell’obbedienza, secondo la prescrizione del signor Papa, e secondo il Vangelo, poiché nessuno che mette mano all’aratro e guarda indietro è adatto al regno di Dio.
11 Se però venisse qualcuno che non può dar via le cose sue senza impedimento, pur desiderandolo spiritualmente, le abbandoni, e ciò è sufficiente.
12 Nessuno sia ricevuto contro le norme e le prescrizioni della santa Chiesa.

13 Gli altri frati poi che hanno promesso obbedienza, abbiano una sola tonaca con il cappuccio e un’altra senza cappuccio, se sarà necessario, e il cingolo e i calzoni.
14 E tutti i frati portino vesti umili e sia loro concesso di rattopparle con stoffa di sacco e di altre pezze con la benedizione di Dio, poiché dice il Signore nel Vangelo: «Quelli che indossano abiti preziosi e vivono in mezzo alle delizie e quelli che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re». 15 E anche se sono tacciati da ipocriti, tuttavia non cessino di fare il bene; né cerchino vesti preziose in questo mondo perché possano avere una veste nel regno dei cieli.

S. Francesco d’Assisi


Preghiera all’Eucaristia



L'unica spiga, Cristo, 
ha dato il pane del cielo infinito.
Finirono i cinque pani da lui spezzati,
ma un pane egli spezzò che vinse la creazione:
più lo spezzi, più si moltiplica.
Ricolmò a Cana le giare di vino abbondante:
lo si attinse, lo si bevve e finì
benché fosse moltiplicato.
Ma la bevanda che offrì nel calice,
anche se modesta, fu di potenza senza limiti.
E' un calice che contiene tutti i vini.
Unico è il pane che spezzi senza limite,
unico è il calice in cui mesci il vino senza fine.
Il grano, Cristo, seminato per tre giorni nella terra
ha germinato e ha riempito il granaio della vita.

(S. Efrem Siro)

Il Creatore vi prepara ad entrare nella Nuova Era d’Amore



Maria Madre di Dio:
la pace sia con voi; figli Miei e figlie Mie, apritevi affinché Gesù entri nel vostro cuore e vi guarisca;

oggi, il Mio Messaggio vi ricorderà chi è Gesù; Gesù è la Sorgente dell’Amore Sublime, la Luce del mondo; per salvarvi Egli sopportò la Croce senza badare all’infamia ad essa unita; Egli è mite ed umile, venite a conoscerLo come vostro Dio, perché il riconoscerlo è la virtù perfetta; sentiteLo, sentite la Sua Santa Presenza, imparate ad annoverarLo fra voi, imparate a dire “noi”; non dimenticateLo fra una preghiera e l’altra, abbiateLo costantemente nel vostro cuore, teneteLo rinchiuso nel vostro cuore;

non prendete i Nostri Messaggi come minacce, i Nostri Messaggi sono Messaggi d’Amore e di Pace che vengono dall’Infinita Misericordia di Dio;

siate graditi a Dio riflettendo prima di aprire le labbra per pronunciare qualunque cosa; non permettete alle vostre labbra di condannarvi; tutto ciò che dite sia la prova che siete figli di Dio, con uno spirito di santità, di sottomissione e di purezza; siate zelanti nel servire la causa del bene;

oggi farò una domanda a voi che M’ascoltate: “amate il vostro prossimo come voi stessi?” voglio ricordarvi che malgrado la vostra debolezza, potete raggiungere la perfezione se vi lasciate guidare dal Signore; abbandonatevi a Lui ogni giorno, offriteGli senza timore la vostra volontà; Egli conosce la vostra capacità e non vi chiederà mai alcuna cosa che possa farvi del male; elevate la vostra anima con la preghiera, crescete in santità, crescete nell’Amore che Dio vi offre così abbondantemente;

non ascoltate mai il Ribelle; non lasciate spazio vuoto nel vostro cuore dando al demonio l’opportunità di tentarvi: rimanete nella Fede, nella Speranza e nell’Amore; siano queste virtù il frutto che riempie il vostro cuore; Dio-è-fra-voi per provvedere a tutto ciò che manca alla vostra anima; le Vigne del Signore si moltiplicheranno e produrranno frutti a sufficienza per nutrire moltitudini;

il Creatore vi prepara ad entrare nella Nuova Era d’Amore; guardate il vostro Creatore come vostro Santo Compagno, vostro Padre, vostro Sposo, vostro Redentore, vostro Consigliere; lodate il Signore per i Suoi Appelli Misericordiosi, poiché Egli dice: “aumenterò i Miei Richiami e non li diminuirò; attirerò a Me i Miei figli per nutrirli con la Mia Stessa Mano; metterò la Mia Legge nel loro cuore ed essi dimoreranno in Me e saranno protetti dal Mio Amore; li conforterò riconducendoli a Me, alla Verità, li svezzerò per dare loro il vero Cibo; morti saranno i giorni in cui nessuna benedizione è stata accolta; toglierò il sudario che copre i morti e Io li risusciterò con la Mia Luce”; l’Amore ritornerà a voi come Amore e vivrà fra voi;

meditate i Nostri Messaggi e vivete i Nostri Messaggi; rassicuratevi, perché Noi siamo con voi tutti; vi benedico e benedico le vostre famiglie, pregate e Io pregherò con voi;

22 Settembre, 1989

SAN GIOVANNI DELLA CROCE



Faccia in modo che le cose siano un nulla per lei, né lei alcunché per le cose; ma, dimentica di tutto, rimanga nel suo raccoglimento con lo Sposo.

GESU’ OSTIA



LA «PRESENZA» IN MEZZO A NOI


Dio diventa visibile e tangibile

"Dio nessuno l'ha mai visto" (Gv 1,18). I nostri occhi corporei non sono capaci di cogliere la dimensione dell'invisibile. Anche se lo fossero, non potrebbero mai sostenere, a causa della loro debolezza, la Sorgente della Luce.
Come può un essere impuro, quale l'uomo è, pretendere di volgere lo sguardo verso quel Trono dove persino i Serafini, la gerarchia più alta dei Cori angelici, si coprono la faccia con le ali (Cfr. Is 6,2)?
Iddio, però, dall'alto della sua misericordia si manifesta agli uomini in Gesù, suo Figlio. Ed è Gesù stesso che ci rivela: "chi vede me, vede colui che mi ha mandato" (Gv 12,45).
Anche quando il suo cammino terreno si è concluso, non ci ha abbandonati. Il Risorto, infatti, continua ad abitare con noi, sotto il segno che lui stesso ci ha dato: la Chiesa, che è il suo Corpo Mistico.
In quanto capo di questo Corpo, Cristo esercita un'influenza fondamentale su tutte le membra che lo compongono, e comunica loro la sua presenza in vario modo e con un diverso grado di intensità.
Nel suo stato glorioso, infatti, Cristo è dotato anche dell'onnipresenza, per cui può, senza spostarsi, stare simultaneamente in diversi luoghi.
Agli apostoli, i primi Pastori, e con essi ai successori che governeranno la Chiesa, prima di salire al Cielo, promette: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20).
Garantisce la sua presenza a chi prega insieme, alla comunità ecclesiale: "Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt 18,20).
Cristo, oltre alla sua presenza, trasmette anche quella del Padre e dello Spirito Santo: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23).
Dopo aver designato altri settantadue discepoli, il Signore li invia a due a due nei luoghi da evangelizzare, dicendo loro:
"Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato" (Lc 10,16). L'amore fraterno è il segno vivo della sua presenza; a chi si muove in soccorso degli affamati, assetati, forestieri, ignudi, ammalati e carcerati, assicura: "Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40).
La presenza di Cristo non si esaurisce con queste forme, ma va oltre.
Come il sole proietta i suoi raggi sulla terra, così il Cristo, col suo corpo glorioso assiso alla mensa divina nel tabernacolo della Gerusalemme celeste, prolunga la sua presenza su tutti gli altari e in tutti i tabernacoli del mondo.
Cristo, con l'Eucaristia, completa l'irradiazione della sua presenza nella Chiesa e nei singoli membri, perché ne diventa il cuore che pulsa e che dà vita.
La presenza eucaristica è Cristo vivente con tutta la sua persona: con la sua divinità, ma anche con la sua umanità. L'Eucaristia, quindi, supera tutti i vari modi di Cristo di farsi a noi presente, raggiunge il più alto grado di intensità.
È il mistero, infatti, che conduce all'unità. "Io e il Padre siamo una cosa sola" (Gv 10,30) afferma Gesù, e prega il Padre "perché tutti siano una cosa sola" (Gv 17,21), come lo sono lui e il Padre.
In virtù di questa verità, unendoci a lui nell'Eucaristia, ci uniamo al Padre. Amando lui nell'Eucaristia, amiamo il Padre. Contemplando lui nell'Eucaristia, contempliamo il Padre. Adorando lui nell'Eucaristia, adoriamo il Padre.
Adoratore del Padre, egli è la strada per far diventare anche noi veri adoratori. Divenire adoratori per mezzo di lui ed in lui, è perciò far propri la lode, il ringraziamento, la preghiera di Gesù, far propria la comunione del Figlio con il Padre nello Spirito Santo.
Madre Maria Costanza Zauli, fondatrice delle Ancelle Adoratrici del SS. Sacramento, nel "Diario intimo" scrive: «L'adorazione è la perfezione dell'amore che spontaneamente tende a donarsi, fino a perdersi nell'Amato».

I SETTE VIZI CAPITALI



EGO TE ABSOLVO 



II . L 'invidia 

L'INVIDIA. è una tendenza a rattristarsi del bene altrui come di attentato contro la nostra superiorità: è spesso accompagnata dal desiderio di vedere il prossimo privo del bene che ci offusca. 

E' vizio che nasce dall'orgoglio, il quale non può tollerare né superiori né rivali. Quando si è convinti della propria superiorità, si prova tristezza nel vedere che gli altri hanno doti pari o superiori alle nostre o che almeno riescano meglio di noi. Materia di invidia sono: le ricchezze, le doti brillanti ecc. 

Questo peccato si manifesta con la pena che si prova sentendo lodare gli altri e allora si cerca di attenuare questi elogi criticando le persone lodate. L'invidia eccita pericolosi sentimenti di odio contro coloro di cui si ha invidia, gelosia: quindi ne vengono, calunnie. derisioni ecc.... 

L'invidia in sé è di natura peccato mortale ma se non è pienamente acconsentita, anzi combattuta è peccato veniale. Bisogna disprezzarne sempre i primi sentimenti e suggerimenti. 

G. Crux

Tu, dono gratuito



Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi (Lc 5,38).


Sangue di Cristo,
tu sei dono gratuito
dell’amore infinito di Dio.
Tu solo puoi entrare 
nelle cellule della nostra umanità
e trasformare la natura umana
in un angolo di infinito
dove il mistero circonfuso di luce
trova il suo spazio.
Facci creature nuove,
che già qui e ora, 
come eredi del tuo regno eterno,
vivano la gioia
di essere redente. Amen.

Preoccupatevi prima della vostra anima, poi pregate per gli altri.



Mia dilettissima figlia, non ci devono essere divisioni tra i Miei Discepoli in questa missione per salvare le anime, perché quello è il desiderio di colui che Mi odia. Quando i Miei amati discepoli Cristiani si dividono, e quando si combattono l‟un l‟altro nel Mio Nome, questo Mi provoca una grande tristezza. Il Mio dolore s‟inasprisce quando coloro che proclamano la Mia Parola, in seguito la rinnegano danneggiando gli altri attraverso dei mezzi crudeli, allo scopo di inferire con livore. 

Tutti i figli di Dio sono eguali ai Miei Occhi. Sappiate che i migliori tra voi non sono immuni dalla tentazione di Satana, mentre coloro che provano disperazione e odio nei propri cuori, non sono esclusi dai Miei Doni. Ognuno di voi è un peccatore. Non comparite mai davanti a Me per dirMi che un‟anima non è degna di Me. Non condannate un‟altra persona davanti a Me, né dichiarate che egli è malvagio; infatti, cosa siete voi davanti ai Miei Occhi, se non dei peccatori? 

Il mondo è pieno di amore, ma anche di odio e d‟indifferenza verso di Me, Gesù Cristo, a causa dell‟esistenza del peccato. Solo quando il peccato verrà sradicato il mondo diventerà perfetto. 
Dovete, quindi, preoccuparvi prima per la vostra anima e poi pregare per gli altri; non appena farete così, riverserò la Mia Misericordia su tutti voi. Tutte le volte che un uomo si esalta davanti a Me e parla male di un altro uomo, egli diviene l‟ultimo davanti al Mio Scranno di Giustizia, mentre colui che si umilia davanti a Me diviene il primo. 

Quando accetterete davvero i Miei Insegnamenti? Perché dite di essere Miei quando mostrate odio nei confronti degli altri? Voi non diventerete mai degni del Mio Regno fino a quando non getterete via la vostra maschera di superiorità, e la vostra corazza di orgoglio. 

Il vostro Gesù 

17 Agosto 2014