giovedì 5 settembre 2019

LA PRIMA OPERA DI GIUSTIZIA: "DARE CRISTO AL POPOLO"



Cristo ritorna, e tornerà sempre finché la terra avrà lacrime e schiavi; tornerà a dare pienezza di libertà alla sua Chiesa, tornerà in trionfo, portato a braccia di popoli, su un trono di cuori.
  
Quando il popolo sembrerà strappato per sempre a Dio, allora si risveglierà come un forte e comprenderà che solo Cristo è la sua vita e la sua felicità, e a voce grande e angosciosa invocherà il Signore, il Dio della misericordia.
  
Basterà allora alzare un Crocifisso, che il popolo gli cadrà ai piedi, per risorgere a vita più alta; che neanche gli altari andranno rovesciati, e le pietre del santuario disperse. E peggio finché sulle rovine resti un troncone di Colui che noi adoriamo o un lembo del manto di Maria, basterà, o fratello basterà quello! E il popolo tornerà a credere, ad amare e ad adorare, a vivere, e il mondo avrà un nuovo e più vasto risorgimento cristiano e civile.
  
Coll'odio non si vive e Gesù sta preparando un grande ritorno. L'ora si avvicina: tutto ce lo dice.
L'ultimo a vincere è sempre Dio, e Dio vincerà da Salvatore e da Padre, e sarà un'ora grande di universale misericordia.
  
Vogliamo portare Cristo al cuore degli umili e dei piccoli, del popolo e portare il popolo ad amare ognora più Cristo, la famiglia e la patria.
  
Instaurare omnia in Christo: è necessario fare cristiano l'uomo e il popolo, è necessaria una restaurazione cristiana e sociale della umanità. Ma bisogna educare sempre più a Dio la gioventù e andare al popolo, vivere la sua vita, soffrire le sue sofferenze.
  
E in quest'ora del mondo, ora tanto dolorosa, tanto triste, risolviamo, o Amici, di conservare inestinguibile e ognor più divampante il sacro fuoco dell'amore a Cristo e agli uomini. E realizziamo la carità, in special modo con lo stendere fraternamente la mano e il cuore alle classi del proletariato, ai poveri operai, ai più umili e più infelici.
  
Spargiamo nel popolo, nella gioventù, nella patria questo vivificante cristiano amore.
  
Senza questo sacro fuoco, che è amore e luce, che resterebbe della umanità? Ottenebrata la intelligenza, il cuore fatto freddo, gelido più che il marmo di una tomba, l'umanità vivrebbe convulsa tra dolori d'ogni genere senza alcun alto conforto, solo abbandonata ai tradimenti, ai vizi, alle scelleraggini senza nome.
  
Che sarebbe dell'uomo e della civiltà quando, dominata dall'egoismo, da basse cupidigie, avvelenata da deleterie teorie comuniste, le masse popolari rompessero ogni legge, ogni freno di onesto vivere cristiano e civile? (... ) Il mondo ne andrebbe incendiato, gli uomini finirebbero a sbranarsi come mai s'è visto, neppure tra le belve.
  
Che guadagnerebbe l'umanità rinnegando la carità di Cristo?
  
Con Cristo tutto si eleva, tutto si nobilita: famiglia, amore di patria, ingegno, arti, scienze, industria, progresso, organizzazione sociale: senza Cristo tutto si abbassa, tutto si offusca, tutto si spezza: il lavoro, la civiltà, la libertà, la grandezza, la gloria del passato, tutto va distrutto, tutto muore.

S. Luigi Orione

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