Vivere a Roma deve essere stata un'esperienza straordinaria per lei?
Quando vivevo ancora in Africa, Roma era per me qualcosa di simile al paradiso... La città del Papa sembrava lontana e irraggiungibile.
Il mio arrivo nell'urbs aeterna rimane impresso nella mia memoria. Ogni passo che facevo mi lasciava a bocca aperta. Abitavo in viale delle Mura Aurelie, nel Collegio San Pietro, vicino al Vaticano. Chi avrebbe immaginato, la prima volta che sono entrato nella maestosa Basilica di San Pietro, che un giorno avrei celebrato la Messa da cardinale in quei luoghi sacri? Ricordo bene la mia prima preghiera sulla tomba del Principe degli Apostoli. Sentivo molto vividamente la profonda fede, l'amore di Dio e l'ispirazione del cielo che percepivo in tutte quelle opere d'arte. In quel periodo ho scoperto l'antica Roma, il Colosseo, il Foro, le catacombe e tutte le tracce dei primi martiri cristiani. Spesso mi dicevo che stavo seguendo il cammino dei santi, sentendomi in dovere di essere il loro umile discepolo.
Ma gli studi riempivano la maggior parte della nostra giornata. Avevamo insegnanti eccellenti, che di solito erano i migliori specialisti nel loro campo. A quel tempo il rettore del Biblicum era Carlo Maria Martini. Ricordo in particolare le lezioni di Ignacede La Potterie, Stanislas Lyonnet, Étienne Vogt e Albert Vanhoye, che sarebbe diventato cardinale. Questi studenti universitari altamente istruiti irradiavano vita interiore. Ci hanno trasmesso la loro scienza e la loro fede in Dio.
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